@anedo Ciao, grazie.
Condivido in toto.
Aggiungo una cosa. Per poter difendere i Creator, bisogna, secondo me che ci muoviamo non solo quando Google o Amazon ci colpiscono, ma agiamo preventivamente, proprio per tutelare il valore dei nostri contenuti.
Se aspettiamo che lo faccia la legge, essa arriverà sempre molto in ritardo.
Come è successo nella Silicon Valley, per fare un esempio, tanti lavoratori delle compagnie tech si sono uniti coinvolgendo anche persone molto influenti (e danarose) per portare avanti una campagna affiché venisse accettata una proposta (fatta da loro) di regolamentazione più stringente, rispetto a quella nazionale, riguardante la gestione della Privacy rispetto alle Big Company.
Il risultato è che ora tutta la California ha una legge molto più stringente e simile a quella europea:
https://www.wired.com/story/california-prop-24-fight-over-privacy-future/
Questo è un esempio che uniti si può vincere, ma se ognuno difende solo i suoi (rispettabilissimi) interessi economici, senza però considerare il quadro globale, a lungo andare ci rimettono tutti.
Un altro esempio è quello di Giorgio Tave, che, con tutto il rispetto per la lotta che messo in atto, ha deciso alla fine di "vendicarsi" per i blocchi inspiegabili imposti da Youtube andando su Twitch.
Dal video sopra risulta però chiaro che anche Amazon blocca indiscriminatamente e senza spegazione dei Creator (si parla di Fedez per esempio).
Ma oltre a questo, per quanto Twitch sarebbe comunque stato scelto a prescindere, trovo la decisione di Giorgio una sconfitta, come gli ho detto in una live.
Giorgio ha pensato di fargliela pagare andando via o quasi, ma in realtà loro hanno vinto, nel senso che chi voleva disturbarlo/limitarlo è riuscito nel suo intento e, dato che il canale non monetizza, il problema è stato considerato poco grave da Youtube.
Inoltre Giorgio non parla di censura, ma di un dispetto di qualche agenzia, affiliata di Youtube, che gestisce le moderazioni che non avrebbe gradito le sue interviste ai moderatori.
Per me chiunque sfrutti una posizione di potere in forma anonima per impedire o rendere difficoltosa la libertà di parola, in effetti sta applicando una censura.
Il danno per concludere non è stato solo per Giorgio, ma anche, a mio parere, per tutta la community che lui ha costruito con tanta pazienza e cura, perché Twitch non offre certo le stesse possiblità di interazione che offre Youtube.
Su Twitch devi per forza essere live e fuori da quello spazio non si possono fare commenti, mentra su Youbue i commenti rimangono sempre visibili sotto i video e chiunque li può usare come spunto di riflessione senza doversi rivedere tutto il video.
Inoltre possono essere un perenne spunto pubblico di riflessione anche per chi capita per caso su quel video, cosa che su Twitch non potrà mai accadere.
Inoltre l'interazione LIVE forzata, secondo me, è un po' troppo impegnativa per chi lavora o non ha libertà sul luogo di lavoro e quindi perde di valore se fatta troppo frequente.
Con tutti i social che controlliamo al giorno, tutti i video che seguiamo per informarci ed aggiornarci, si rischia veramente di andare in overload.
@giorgiotave ti faccio una proposta: perché non limitare le LIVE agli interventi dove richiedi l'interazione con i partecipanti per la produzione del contenuto o per il dibattito e tutto il resto invece non farlo di nuovo su Youtube o non in diretta?
Perché inoltre non denunciare Youtube chiedendo a tutto il tuo pubblico, ad esempio, di inondare di richieste di protesta i mezzi di comunicaazione social e tradizionali e anche le mail di assistenza di Youtube.
Sono convinto che sollevando un bel polverone Youtube sarebbe costretta ad ascoltare e magari al WMF si potrebbe anche fare una proposta al Governo per tutelare la libertà di parola, oltre che la privacy.
Un approccio un po' meno tecnico, ma forse più etico.
Del resto la libertà e i diritti valgono più dei Core Web Vitals, no?