• User Attivo

    Non è forse vero che l'attesa dell'intrattenimento è essa stessa l'intrattenimento?

    Lo diciamo sempre che mondo e tecnologia accelerano, e con loro i nostri comportamenti si adeguano di conseguenza.
    Ormai tutto è più veloce, le distanze si annullano e possiamo accedere in un clic (o tap) a risorse che ottenerle qualche anno fa avrebbe richiesto molto più tempo.

    Ecco, il tempo sarà la costante immutabile delle #DinamicheSocial di oggi.

    In un'era di supervelocità ci rendiamo conto che è proprio il tempo ciò che ci manca e questa cosa sembra paradossale.
    Siamo impegnati a trovare app e metodi che ottimizzano e velocizzano. Il nostro istinto di sopravvivenza tenta di differenziare le cose "importanti" da quelle "effimere".
    Ma quando arriviamo alla fine della giornata, quando non abbiamo più altro lavoro da svolgere, si insinua una variabile che stravolge tutto...

    Si innescano comportamenti che ripetiamo in automatico quasi inconsapevolmente: apriamo le app per abitudine, siamo ossessionati da interazioni che non arrivano e scrolliamo ossessivamente su Tik Tok (e sugli altri social) sperando di imbatterci nel contenuto che possa divertirci (anche per pochi secondi) per poi ricominciare la ricerca con uno swipe dopo l'altro, sicuri che prima o poi arriverà un altro contenuto valido su cui soffermarsi.
    Una continua e incessante discesa molto simile al comportamento del giocatore incallito, che aspetta la prossima mano per rifarsi delle perdite precedenti.

    Guadagniamo ogni giorno tanto tempo ma lo perdiamo in questo modo.

    In un periodo in cui la soglia di attenzione è diminuita di molto pare invece che stiano aumentando i tempi morti destinati alla ricerca dei contenuti di intrattenimento.

    Alla fine non è forse questo tempo speso l'intrattenimento stesso?