Cercando qua e la (per mancanza di tempo non riesco a dar vita a qualcosa di maggiormente originale), un sunto chiaro semplice e ordinato l'ho trovato qui, ne riporto degli stralci:
Socrate, nonostante la sua importanza storica, non ha lasciato nulla di scritto (egli stesso preferiva trasmettere direttamente a voce i suoi insegnamenti). Tutto quello che si sa di lui si deve al lavoro del suo principale allievo, Platone.
Socrate si definiva* il tafano di Atene*, per la sua inclinazione ad entrare nei discorsi dei passanti, apparentemente assennati, e smontarli con domande fastidiose e insistenti che inevitabilmente finivano per sbriciolare ogni certezza.
1. So di non sapere
Socrate afferma ripetutamente*****so di non sapere*. Lungi dall'essere una testimonianza di umiltà, tale affermazione ha un significato ben preciso: Socrate afferma che intorno a lui non vi è nulla che possa attestare la verità, non le leggi, non gli usi sociali, non le religioni, non la morale e non le dottrine filosofiche. Se il sapere è l'annuncio di una verità incontrovertibile, si può notare come, seguendo l'esempio della critica già espressa su questo tema dai sofisti, il sapere degli uomini o è gratuito (un sapere che non conosce i suoi veri perché) o contraddittorio (un sapere che nega ciò che allo stesso tempo vuole affermare).
3. La maieutica e l'ironia
Ma come far uscire allo scoperto quella verità che è all'interno di ogni uomo? Socrate si definisce un ostetrico di anime (*maieutica=arte dell'ostetricia, *il mestiere di sua madre), ossia il suo compito non è tanto quello di insegnare la verità (del resto egli sa di non sapere), ma piuttosto quello di aiutare l'interlocutore a partorire la verità con i propri mezzi.
Socrate si prefigura quindi non come portatore di verità in sé, ma come portatore di un metodo attraverso il quale favorire il raggiungimento di tale verità (se la verità è ciò che viene portato alla luce, l'immagine del *parto della verità *è certamente una delle più suggestive).
In cosa consiste tale metodo? Uno stratagemma della maieutica socratica era l'ironia, ovvero egli fingeva di non sapere niente o di non capire nulla riguardo un certo argomento, per poi colpire improvvisamente con domande pungenti e più che mai sensate, ma che sembravano dettate dall'ingenuità, in modo da mettere l'interlocutore davanti ai suoi errori. Di fronte alla sicurezza derivante dall'opinione comune, Socrate opponeva il bisogno di analizzare razionalmente affermazioni affrettate e date per scontate.
Se, ad esempio, un generale affermava che il coraggio in battaglia consisteva nella resistenza indomita, Socrate notava che anche una ritirata si poteva dire coraggiosa se serviva a vincere e ad evitare inutili perdite.
L'idea di Socrate è che qualora l'uomo venisse a conoscenza del vero significato del bene non commetterebbe più alcun male: se l'uomo fosse realmente a conoscenza del vero significato del bene avrebbe davanti a sé più chiaramente quali sarebbero le conseguenze delle azioni che sta per compiere, perché se l'uomo tende naturalmente al maggior piacere possibile, un'azione veramente giusta costituirebbe un piacere ben più stabile e duraturo rispetto a un piacere fuggevole e incerto.
7. Il Demone socratico, 'a salvezza della vita
Socrate sa di non sapere, ovvero non conosce la verità e quindi non conosce il bene, pur essendo alla sua ricerca. Cosa guida Socrate nel percorso della virtù se il bene che dovrebbe guidarlo nella vita non è stato ancora individuato?
Socrate afferma di essere guidato da un demone, non un diavolo (nell'accezione cristiana non ancora conosciuta), ma una voce divina che lo tratteneva dal compiere certe azioni (quelle ingiuste). Di fronte all'impossibilità di agire in mancanza della conoscenza del bene, l'uomo deve dunque affidarsi alla voce di quella verità che si trova già in lui, ma che se oscurata dall'eccessivo abbandonarsi all'istinto, non percepisce più come guida.
Infine, ciò che può veramente far affermare che una vita sia stata virtuosa e spesa nel modo giusto, è per Socrate la disponibilità dell'uomo di avviare la ricerca sul vero significato del bene e del male: solo quando l'uomo verrà in possesso di tale conoscenza, avrà raggiunto quella verità che potrà dare agli uomini, secondo le parole dello stesso Socrate, la salvezza della vita.
Anche qui, mi preme sottolineare l'importanza e l'efficacia di tale metodo nell'educazione e/o insegnamento ma ancora più in generale, in qualsiasi relazione.