In Italia si è svolta una manifestazione di migliaia di studenti, genitori e professori (circa 300.000?) per ribadire che vogliamo investire sulla Formazione e quindi sul nostro Futuro.
Da [http://it.reuters.com/article/topNews/idITMIE6AG0F920101117]
MILANO (Reuters) - Migliaia tra studenti, insegnanti e genitori sono scesi oggi nelle piazze di molte città italiane, in occasione della giornata mondiale di mobilitazione per il diritto allo studio, in una protesta mirata soprattutto contro i tagli alla scuola pubblica.
"Più di 200 mila gli studenti che hanno invaso le strade di tutto il paese, oltre 100 le città dove gli studenti hanno manifestato", si legge in un comunicato della Rete degli studenti e Unione degli universitari, organizzatori della protesta.
Il ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, ha detto che l'adesione allo sciopero è stata del 3,8% del personale.
Gli studenti organizzatori delle manifestazioni sostengono che "dopo l'ultimo, sconcertante, aumento dei fondi alle scuole private... ci sembra palese che la scelta di tagliare sulla scuola pubblica non sia una necessità, ma nasconde un'intenzione ben precisa: eliminare l'alternativa culturale e il pensiero critico nel nostro paese, consegnarci un futuro fatto di precarietà, assenza di diritti, crisi", si legge in una nota.
Qualche giorno fa, il governo ha fatto sapere che il maxiemendamento alla legge di Stabilità destina 245 milioni nel 2011 alle scuole non statali. Tra le misure previste dalla legge di Stabilità inoltre c'è il fondo per il finanziamento ordinario dell'Università che viene incrementato di 800 milioni (500 milioni dal 2012) e anche un credito di imposta a favore delle imprese che affidano attività di ricerca o sviluppo alle Università, per il quale è previsto un finanziamento di 100 milioni. Altri 100 milioni vanno al Fondo di intervento integrativo per i prestiti d'onore e le borse di studio.
"Vogliamo fondi per la scuola pubblica da investire prima di tutto sull'edilizia scolastica, basta morire sotto le macerie delle scuole, su una nuova didattica, fatta di insegnanti competenti e preparati, non licenziati, più democrazia e partecipazione nelle scuole, via il riordino delle secondarie che taglia tutto il possibile portando al collasso le nostre scuole", scrivono ancora gli studenti nella nota.
La protesta di oggi giunge dopo le molte organizzate quest'autunno contro i tagli di orario, materie e posti di lavoro nel settore della scuola.
**Da **[http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/11/17/solo-macerie-per-luniversita-studenti-e-professori-in-corteo-contro-i-tagli-alla-ricerca/77350/]
?Solo macerie per l?università?, questo il messaggio contenuto nello striscione lungo 10 metri srotolato dalle colonne dell? università La Sapienza di Roma, dove il mondo della scuola si è dato appuntamento per protestare, ancora una volta contro la riforma Gelmini. A Roma erano in tanti: 20 mila persone secondo gli organizzatori. Genitori, docenti, ricercatori, studenti medi e universitari hanno attraversato la capitale divisi in due cortei, congiungendosi poi a Piazza Navona.
A dare il via alla protesta di Roma, nella giornata mondiale di mobilitazione per il diritto allo studio, con iniziative e cortei in tutta Italia, un siparietto degli universitari cha hanno messo in scena la distruzione della scuola pubblica. ?Tanti calcinacci sparsi davanti l?ateneo romano perché ? spiega Luca Cafagna ? del coordinamento nazionale interfacoltà: ?C?è un gerarchia di scelte che distrugge l?istruzione, la fa diventare come queste macerie, ma l?istruzione è il nostro futuro e quello di un Paese intero, noi non molleremo mai anche contro chi, come il nostro governo, antepone gli interessi delle scuole private per tenere buona una certa parte del mondo cattolico?.
A scaldare gli animi il rettore de la Sapienza, Luigi Frati, che attraversa il corteo per entrare in facoltà e che non nasconde il suo appoggio alla protesta: ?Rispetto il disagio giovanile perché credo sia giustificato, la politica deve dare risposte e soluzioni. Da 20 anni in Italia non si investe in ricerca e non ci si pone il problema della competitività. L?obiettivo di Lisbona era quello di raggiungere entro il 2020 il 3% del Pil destinandolo a formazione e ricerca. In Italia mi pare si faccia il contrario?.
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La situazione di degrado della scuola pubblica è ben conosciuta anche da Massimo Rufino, del coordinamento scuole superiori, che ribadisce: ?Prima di tutto sono un genitore, e oggi sono qui con le mie figlie per denunciare una situazione da Terzo mondo. Tra accorpamento di ore, tagli alle mense, classi di 40 alunni, ci troviamo a dover sopravvivere in una realtà che fino ad oggi non si era mai vista?.
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A fare il punto della situazione ci pensa Bartolomeo Azzaro, prorettore della Sapienza, che spiega come le risorse siano state decurtate: ?Anche quelle che nel resto d?Europa sono considerate ?eccellenze? sono destinate a scomparire dagli atenei. Laboratori, corsi di laurea, insegnamenti importanti, il prossimo anno saranno inevitabilmente cancellate perché non ci sono soldi neanche per le docenze di routine. A noi sono stati dati 800 mila euro a fronte di 1 milione e mezzo richiesto. Questi soldi, che ancora non sono arrivati, non copriranno tutte le esigenze, è impossibile da credere. Da qui a un anno la situazione sarà ancora più catastrofica se non si investe invece di tagliare?.
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di Luigina D?Emilio
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ciao
marlomb