- Home
- Categorie
- Società, Web e Cultura
- Società e Impegno Civile
- Scienza o Religione? Tra 2 verità assolute preferisco la Filosofia!
-
Scienza o Religione? Tra 2 verità assolute preferisco la Filosofia!
Mi spiego:
- la scienza è la base del progresso, attraverso essa miglioreremo tutto costruendo una società perfetta;
- la religione è il fondamento della santità, grazie a Dio otterremo il Paradiso;
- la filosofia è la ricerca del senso della nostra vita, attraverso essa potremmo raggiungere la felicità.
Oppure scendendo in dettaglio:
Scienza (Matematica)
Assioma: Uno esiste
Postulato 1: Uno è parte di tutti i Numeri
Postulato 2: tutti i Numeri sono simili a UnoReligione
Dogma: Dio è
Dottrina 1: Dio è in tutti
Dottrina 2: tutti sono figli di DioFilosofia
Principio: la conoscenza è frutto di scoperta
Asserzione 1: io so di non sapere
Asserzione 2: il sapere è in noi va ricercato.Bene a voi la replica!
ciao
marlomb
-
Caro Marlomb, grazie per questo bellissimo spunto di riflessione.
Prima di procedere col dibattito e per amore di precisione, però, devo proporre una piccola ma fondamentale rettifica alla tua opinione, cosicché non si generino pericolosi equivoci di sorta.
Dal mio punto di vista la questione è di vitale importanza, il che spiega il mio impegno e l'energia che metto nelle parole seguenti.
Mi spiego subito: nel tuo post precedente opponi la Filosofia e il suo specifico metodo di indagine continua alle "Verità" assolute della Religione (e fin qui tutto ok: la Fede è per definizione un dogma assoluto, perfetto e astratto che si accetta in tutto e per tutto o si rifiuta altrettanto in blocco, diversamente dalla continua opera di ricerca e di emendazione che è propria della Filosofia).
Mi convincono di meno, molto di meno, le tue argomentazioni relative alla Scienza, per alcuni motivi che vado a illustrare.
In primo luogo, la Scienza non si è mai posta l'obiettivo di "migliorare tutto" e in nessun caso ha mirato a "costruire una società perfetta" ? a meno che non si pensi a qualche film allucinato di fantascienza dark.
Il miglioramento delle condizioni della nostra vita ? sempre che esista qualcosa del genere, beninteso ? è in larga misura dovuto alla Tecnologia, che è solo una piccola parte della Scienza, e precisamente la Scienza che si applica alla soluzione dei problemi quotidiani e delle grandi difficoltà sociali.
La Tecnologia fa uso delle scoperte scientifiche, ci lavora su e le "piega" per così dire alle esigenze della società e delle singole persone. Per fare un esempio: la Tecnologia ha assimilato i risultati della teoria elettromagnetica e dell'elettronica e li ha sfruttati per costruire telefoni cellulari, computer, forni a microonde, elettrocardiografi e carrelli per rianimazione.
Tuttavia, coloro che hanno studiato i fenomeni elettrici e quelli magnetici non erano necessariamente interessati a "fare del bene" agli altri (il primo uso dell'elettricità fu nei circhi, per spaventare le signorine-bene e scucire qualche soldo ai ricconi che premevano per vedere i fulmini in bottiglia), né tantomeno a creare una società perfetta ma, proprio come i filosofi, volevano semplicemente capire come vanno le cose del mondo.
Non è un caso che un altro nome della Fisica fosse fino a qualche decennio fa Filosofia Naturale e che quasi tutti i più grandi filosofi del passato si siano dedicati prima o poi alla Scienza pura (e molto più difficilmente alla Tecnologia): Aristotele era un apprezzato biologo, Platone un raffinato geometra, Kant un valido astronomo, Hegel un appassionato naturalista, Cartesio, Leibnitz, Pascal e Spinoza dei matematici di vaglia; la lista potrebbe continuare a lungo.
Il sogno di arrivare alla società perfetta appartiene più facilmente ai tecnologi ? e a qualche filosofo: Tommaso Campanella, Bacone, Comte, Marx ecc. ? ma non tocca gli scienziati veri e onesti, i quali non hanno alcun interesse a imporre al mondo un qualsivoglia modello sociale o antropologico.
La scienza cui fai riferimento tu poc'anzi (metto apposta la minuscola) mi ricorda quella dei medici nazisti nei campi di sterminio e le loro atrocità anatomo-fisio-patologiche, ma in quel caso non c'era scienza: al massimo macelleria di basso livello unita a delirio da ospedale psichiatrico.
Sgombriamo allora il campo dagli equivoci: gli scienziati, esattamente come i filosofi ? anzi: più di loro in molti casi ? partono dai dati dell'esperienza, che leggono alla luce della loro innata curiosità, poi cominciano a cercare una spiegazione convincente per quei fatti sperimentali che li hanno colpiti.
Questa ricerca passa ormai obbligatoriamente attraverso l'adozione di opportuni strumenti matematici, che a volte sono "creati ad arte" per formalizzare il problema (come fece Newton col calcolo differenziale per risolvere i suoi quesiti di fisica), altre volte sono "presi in prestito" da rami lontani nati per altri scopi (come gli studiosi di crittografia che mutuano i codici dalla teoria dei numeri per cifrare i loro messaggi segreti).
Il lungo processo, dialettico e fondato sul continuo alternarsi di congetture e confutazioni (cioè proposte di teorie e loro smentite, secondo il metodo sperimentale di Galilei), produce alla fine un quadro tendenzialmente organico e coerente che chiamiamo "stato attuale della Ricerca" e che già domani potrebbe essere sconvolto da un nuovo esperimento o un nuovo fenomeno.
Di più: diversamente dalla Filosofia, che quando raggiunge una teoria completa e "definitiva" cerca di imporla alla gente senza più tener conto della realtà (comunismo stalinista), la Scienza è sempre pronta a valutare nuove ipotesi e nuove interpretazioni anche rivoluzionarie, che cambiano per sempre il suo volto proprio come hanno fatto la Meccanica Quantistica, la Relatività Ristretta o la Relatività Generale.
Per tornare allora al tuo motto, quello con cui hai aperto il post, lasciami dire che personalmente alla Verità assoluta della Religione (che anch'io rispetto profondamente quando fa appello alla parte migliore dell'animo umano, mentre rifiuto quando mi vuole insegnare la Geologia terrestre) e alle visioni uniformi e un po' opprimenti della Tecnologia preferisco il lungo cammino della Scienza e della Filosofia, il cui scopo forse non è esattamente quello di renderci felici, ma di donarci sempre più conoscenza ? e dunque, dal mio punto di vista, anche felicità, ma in un modo pieno e consapevole che passa dal cervello, non istintivo e immediato che tocca lo stomaco o il cuore.
Se insomma mescoliamo la Filosofia (la ricerca in noi stessi) con la Scienza (la ricerca nel mondo, da quello fisico a quello astratto dei matematici) credo potremo ottenere l'optimum che ci mette a disposizione la nostra intelligenza e crescere in modo fecondo e genuino come singoli esseri umani, come corpo sociale e come umanità tutta, anch'essa in cammino verso il suo destino ultimo.
-
Carissimo Leonov (ed altri convinti progressisti),
andrei avanti con precisazioni/provocazioni, tenendo conto che le Scienze sono figlie della Filosofia e comprendono anche le Scienze Umanistiche.Innanzitutto direi che storicamente Religione e Scienza entrano in contrapposizione con l'Umanesimo (brevemente l'uomo al centro dell'Universo) e l'Illuminismo (brevemente la Ragione fonte di conoscenza).
@Leonov said:
Mi spiego subito: nel tuo post precedente opponi la Filosofia e il suo specifico metodo di indagine continua alle "Verità" assolute della Religione (e fin qui tutto ok: la Fede è per definizione un dogma assoluto, perfetto e astratto che si accetta in tutto e per tutto o si rifiuta altrettanto in blocco, diversamente dalla continua opera di ricerca e di emendazione che è propria della Filosofia).
Mi convincono di meno, molto di meno, le tue argomentazioni relative alla Scienza, per alcuni motivi che vado a illustrare.
In primo luogo, la Scienza non si è mai posta l'obiettivo di "migliorare tutto" e in nessun caso ha mirato a "costruire una società perfetta" ? a meno che non si pensi a qualche film allucinato di fantascienza dark.
E' uso comune di tutte le epoche utilizzare il detto "IPSE DIXIT" per avvalorare una tesi, p.e.:
- nella religione cattolica la frase "parola del Vangelo di ...",
- nella scienza l'ha detto Platone, l'ha pensato Leonardo da Vinci e così via (p.e.: quando Galileo Galilei appoggia Copernico dicendo che la Terra non era al centro del mondo, l'accusa che gli rivolge il mondo scientifico è vuoi stravolgere la filosofia naturale di Aristotele)
pensate nel quotidiano, se il servizio meteorologico ci dice che domani piove, molti di noi usciranno al mattino con l'ombrello!
@Leonov said:
Il miglioramento delle condizioni della nostra vita ? sempre che esista qualcosa del genere, beninteso ? è in larga misura dovuto alla Tecnologia, che è solo una piccola parte della Scienza, e precisamente la Scienza che si applica alla soluzione dei problemi quotidiani e delle grandi difficoltà sociali.
La Tecnologia fa uso delle scoperte scientifiche, ci lavora su e le "piega" per così dire alle esigenze della società e delle singole persone. Per fare un esempio: la Tecnologia ha assimilato i risultati della teoria elettromagnetica e dell'elettronica e li ha sfruttati per costruire telefoni cellulari, computer, forni a microonde, elettrocardiografi e carrelli per rianimazione.
Spinto da Leonov esco fuori dal tema, è vero che la tecnologia viene sviluppata in base all'esigenze della società o di parte di essa, ma attenzione in seguito la tecnologia piega o condiziona la società:
- quando fu inventata la scrittura nacque la possibilità di riflettere e criticare in estemporanea
- oggi che ci sono i computer/calcolatrici molti di noi non sono più in grado di effettuare calcoli matematici anche semplici
- Internet ha ampliato le possibilità d'informazione, ma il suo utilizzo rende meno importante alcune nozioni (le trovi al momento online) e ci costringe ad acquisire capacità di discernimento tra informazione e disinformazione globale.
@Leonov said:
Il sogno di arrivare alla società perfetta appartiene più facilmente ai tecnologi ? e a qualche filosofo: Tommaso Campanella, Bacone, Comte, Marx ecc. ? ma non tocca gli scienziati veri e onesti, i quali non hanno alcun interesse a imporre al mondo un qualsivoglia modello sociale o antropologico.
La scienza cui fai riferimento tu poc'anzi (metto apposta la minuscola) mi ricorda quella dei medici nazisti nei campi di sterminio e le loro atrocità anatomo-fisio-patologiche, ma in quel caso non c'era scienza: al massimo macelleria di basso livello unita a delirio da ospedale psichiatrico.
Di più: diversamente dalla Filosofia, che quando raggiunge una teoria completa e "definitiva" cerca di imporla alla gente senza più tener conto della realtà (comunismo stalinista), la Scienza è sempre pronta a valutare nuove ipotesi e nuove interpretazioni anche rivoluzionarie, che cambiano per sempre il suo volto proprio come hanno fatto la Meccanica Quantistica, la Relatività Ristretta o la Relatività Generale.
Mi dispiace deluderti Leonov, in quanto deludo anche me stesso, ma esistono tesi scientifiche di eminenti sociologi, sempre più emergenti affermanti che proprio il Nazismo ed il Comunismo nelle sue pratiche (non la filosofia Marxista), siano frutto del connubio tra scienza e politica nel tentativo di raggiungere una società migliore.
Negli anni che precedono la seconda guerra mondiale, sulla scia delle continue scoperte scientifiche si ritenne che il progresso inarrestabile avrebbe portato l'Uomo a dominare la Natura con un netto miglioramento delle condizioni di vita, questo però comportava la selezione "naturale" dei migliori e quindi l'emarginazione/eliminazione dei peggiori.Cito:
"Io, in effetti, ritenevo che dai nostri nuovi governanti potesse venire qualcosa di buono. [...] Lo pensarono praticamente tutti i miei amici e insegnanti, e anche mio padre, che era certamente un uomo gentile e molto umano. Nessuno di noi sospettava che la parola "selezione", nell'accezione data ad essa da questi governanti, significasse assassinio." [Konrad Lorenz, etologo, Vorrei diventare un'oca]
ciao
marlomb
-
@marlomb said:
Carissimo Leonov (ed altri convinti progressisti),
andrei avanti con precisazioni/provocazioni, tenendo conto che le Scienze sono figlie della Filosofia e comprendono anche le Scienze Umanistiche.Alt!
Al tempo: questa frase, ai miei occhi, presenta un bel po' di concetti messi insieme ? sulla cui attinenza si può discutere.
- Innanzitutto, non sono affatto un convinto progressista ? sugli altri non mi pronuncio: ciascuno dirà poi per sé. Non credo ad esempio che la Tecnologia ci renderà migliori: basti pensare a quanto male ha fatto nel nostro Paese la televisione commerciale, figlia delle migliori intenzioni ingegneristiche e salutata all'origine quale prodigio culturale.
Credo al contrario di essere un discreto passatista, innamorato irrazionalmente del Medioevo, dell'Ottocento e di altre epoche che venero proprio per non averci vissuto. Con tutto ciò che ne consegue.
- La Scienza moderna (l'aggettivo non è di secondaria importanza) è senz'altro figlia della Filosofia, ma la prima si è caratterizzata per l'adozione del Metodo Sperimentale galileiano, che attualmente non mi risulta essere precisamente il pilastro fondante della Filosofia, basata ad esempio su principi di coerenza logica (Principio di non contraddizione). Il rapporto tra i due mondi è assai complesso ed è periodicamente codificato nell'Epistemologia, ma si tratta pur sempre di due universi abbastanza differenziati, con storie divergenti.
Per fare un esempio: le teorie scientifiche che si dimostrano errate (etere luminifero, flogisto, geocentrismo) o vengono del tutto abbandonate oppure vengono debitamente limitate nel loro raggio d'azione. Al contrario, chi ci vieta oggi di credere nella metafisica come la pensava Platone, o Aristotele, o Plotino? Le loro opinioni su molti aspetti sono ancora buone, anche se dopo di loro sono venuti Hegel, Kant o Agostino.
Se lo sviluppo della Scienza è tendenzialmente verticale, quello della Filosofia procede a volte in orizzontale, con tanti sistemi concorrenti tra i quali non è possibile scegliere nemmeno dopo secoli di prove e discussioni.
- La Scienza nella sua forma più rigorosa è la Fisica (e nemmeno tutti i suoi rami, temo: la Meteorologia è a volte più un'arte che una Scienza), coadiuvata dalla Matematica (la quale è scienza, ma in un modo assai più astratto e in fin dei conti "diverso") e seguita a media distanza dalla Chimica.
La Biologia vede già l'ingresso di effetti e concetti che dipendono fortemente dal contesto e da una mole di variabili troppo grande per consentire una piena verifica nel senso del Metodo Sperimentale, quindi potremmo dire che è una scienza "al limite".
Tutto ciò che viene dopo (Medicina, Sociologia, Psicologia, Filologia, Economia) nei fatti non penso possa essere definito "Scienza" in senso pieno e coerente con l'accezione corrente. I fenomeni sociali sono studiati con strumenti quantitativi e qualitativi spesso insufficienti (statistiche parziali raccolte su campioni già debitamente omogeneizzati), quelli medici sono vagliati trascurando troppe variabili per poterli dire affidabili (basti vedere la quantità di effetti collaterali di un singolo farmaco), quelli psicologici subiscono periodicamente il fascino di correnti spesso aleatorie e legate a figure carismatiche di grandi mentori.
Tutto ciò accade anche per la Scienza "dura e pura", ma quella ha al suo interno anticorpi più forti per selezionare le teorie, emarginare gli imbonitori e controllare i risultati.
C'è un altro aspetto fondamentale: la Scienza, lo si è detto più volte, non vuole spiegare il perché delle cose, ma solo il come: lo scienziato non si domanda perché il cielo è blu, ma come funziona il meccanismo del passaggio della luce dentro una miscela di gas; al contrario, la medicina cerca le cause di una malattia (eziologia) e la sociologia cerca le spiegazioni prime dei comportamenti personali e di gruppo.
La differenza potrebbe sembrare sottile, ma è cruciale.
Per questo motivo non mi sento a mio agio quando, per parlare di Scienza, si chiama in causa per esempio la Fonetica (a meno che non si parli esclusivamente di Fonetica Acustica, ramo della Fisica). La Psicologia è una scienza fino in fondo o solo un complesso sistema di pensiero che deve ancora marciare parecchio prima di emarginarsi da influssi non pertinenti? Su questo ho i miei dubbi (ma probabilmente dipende dal significato che attribuisco io al concetto di "Scienza").
@marlomb said:
Innanzitutto direi che storicamente Religione e Scienza entrano in contrapposizione con l'Umanesimo (brevemente l'uomo al centro dell'Universo) e l'Illuminismo (brevemente la Ragione fonte di conoscenza).
Di nuovo: ho ben presenti le polemiche tra gli illuministi e la Chiesa, o tra gli umanisti e i fedeli di varie religioni, mentre mi risulta difficile ricordare episodi di conflitto tra i medesimi pensatori e gli scienziati.
L'Illuminismo ha avuto tra i suoi pensatori di spicco matematici e fisici come D'Alembert (equazione delle onde), Lavoisier (scoperta dell'ossigeno contro al credenza del flogisto), Diderot (prima enciclopedia scientifica in senso moderno), Fourier (studio del calore e dei segnali periodici); in quali occasioni costoro, che sono di certo classificabili come illuministi, hanno polemizzato contro i loro colleghi scienziati, e su quali argomenti specifici di tipo scientifico?
@marlomb said:
E' uso comune di tutte le epoche utilizzare il detto "IPSE DIXIT" per avvalorare una tesi, p.e.:
Le cose sono cambiate da un bel po' su questo punto.
L'argomento di autorità (ex cathedra) è una deprecabile abitudine che proprio Galileo e gli scienziati moderni hanno abbandonato, sottoponendo tutto ? anche e soprattutto le opinioni dei Venerati Maestri ? all'esperimento.
Se così non fosse stato, avremmo ancora fiducia in un modello di universo in cui è la Terra a stare al centro...
@marlomb said:
- nella religione cattolica la frase "parola del Vangelo di ...",
- nella scienza l'ha detto Platone, l'ha pensato Leonardo da Vinci e così via (p.e.: quando Galileo Galilei appoggia Copernico dicendo che la Terra non era al centro del mondo, l'accusa che gli rivolge il mondo scientifico è vuoi stravolgere la filosofia naturale di Aristotele)
pensate nel quotidiano, se il servizio meteorologico ci dice che domani piove, molti di noi usciranno al mattino con l'ombrello!
Galilei veniva osteggiato da una comunità scientifica che scientifica appunto non era; come d'altra parte avrebbero potuto esserci scienziati (in senso moderno) a quel tempo, se non conoscevano né aderivano ai principi del Metodo Sperimentale di cui appunto Galileo fu il perseguitato promotore?
Sul meteo ci sarebbe da discutere a lungo; ci torneremo appena possibile.
Credo sia il caso di precisare una cosa: la comunità dei ricercatori oggi ritiene che la Scienza cominci appunto con Galilei e il suo modo di indagare tutto (proprio come faceva Socrate) partendo dal grado zero della conoscenza e mettendo tutto il mondo sotto esame.
Aristotele, per intenderci, non è considerato uno scienziato in senso moderno, ma un filosofo con la passione per la biologia ? quella accessibile alla sua epoca, ovviamente, che era spesso e volentieri sbagliata sotto tantissimi punti di vista.
Il caso dei matematici è diverso: Pitagora era un matematico in senso moderno quasi quanto Cartesio, Cantor, Platone o Leibnitz (o Schrödinger, Fermi, Einstein o Fourier); questo perché, come ho detto sopra, il percorso della matematica è diverso da quello di Fisica e Chimica e il "pensiero puro" fa storia a sé.
@marlomb said:
Spinto da Leonov esco fuori dal tema, è vero che la tecnologia viene sviluppata in base all'esigenze della società o di parte di essa, ma attenzione in seguito la tecnologia piega o condiziona la società:
Su questo concordo in tutto e per tutto.
Purché, ovviamente, non si attribuisca agli scienziati la responsabilità dell'uso che delle loro scoperte fanno i politici, gli industriali, i tecnocrati e tutti quelli che con l'impresa della ricerca non hanno nulla a che fare, però si appropriano delle scoperte e le immettono in quel complesso flusso di scambio che è il rapporto uomo-tecnologia.
@marlomb said:
Mi dispiace deluderti Leonov, in quanto deludo anche me stesso, ma esistono tesi scientifiche di eminenti sociologi...
"Tesi scientifiche" e "eminenti sociologi", dal mio punto di vista, sono due espressioni che non possono stare nella stessa frase (non così semplicisticamente, almeno), appunto perché la Sociologia contiene in sé alcuni strumenti della Scienza ? la Statistica per le analisi quantitative, ad esempio ? ma poi si affida enormemente a variabili sulla cui scientificità ci sarebbe da discutere.
Possiamo parlarne, ma occorre valutare la singola teoria scientifica, le sue premesse e le sue conclusioni / predizioni, proprio come si farebbe per valutare la bontà di una legge fisica.
@marlomb said:
, sempre più emergenti affermanti che proprio il Nazismo ed il Comunismo nelle sue pratiche (non la filosofia Marxista), siano frutto del connubio tra scienza e politica nel tentativo di raggiungere una società migliore.
Il connubio era tra scienziati e politici o tra tecnologi e politici?
Mi spiego con un esempio: dopo la promulgazione delle leggi razziali, Enrico Fermi andò in America per proseguire i suoi studi sull'atomo e realizzò la sua prima pila atomica. Lui voleva capire come funziona la realtà atomica, punto.
Qualcuno nell'amministrazione (= politica) che seguiva il progetto valutò il potenziale bellico di quell'invenzione e mise su la squadra del progetto Manhattan per la costruzione della bomba atomica (= tecnologia).
Ora, è certamente vero che Fermi ha contribuito in modo cruciale alla produzione degli armamenti nucleari, ma il patto è stato stretto tra politici e persone che si sono dedicate agli aspetti applicativi, cioè tecnologici, delle ricerche in linea di principio puramente speculativo-sperimentali di Fermi.
Non sto dicendo che chi lavorò al progetto Manhattan non era uno scienziato ? me ne guardo bene: erano tra i migliori ricercatori che il mondo conoscesse ?*ma solo che non è così facile discernere, nella storia dell'umanità, i momenti in cui alla Scienza è subentrata la Tecnologia, che ha stretto il patto con la politica.
@marlomb said:
Negli anni che precedono la seconda guerra mondiale, sulla scia delle continue scoperte scientifiche si ritenne che il progresso inarrestabile avrebbe portato l'Uomo a dominare la Natura con un netto miglioramento delle condizioni di vita, questo però comportava la selezione "naturale" dei migliori e quindi l'emarginazione/eliminazione dei peggiori.
Questo non credo che lo sostenessero fino in fondo gli scienziati, ma di certo ne erano convinti i divulgatori delle scoperte scientifiche al grande pubblico ? ovvero, ancora una volta, i tecnologi ? sempre pronti a magnificare le doti del progresso ma anche sempre pronti ad associare quelle doti a nuovi prodotti immessi sul mercato, destinati a loro dire a migliorare e perfezionare le vite delle persone.
Questo concetto, però, non è necessariamente nella testa degli scienziati, che vogliono solo capire come va il mondo, ponendosi domande e trovando risposte.
Se poi qualcuno prende quelle risposte, in linea di principio del tutto neutrali, e sceglie di farci una bomba o una medicina contro il cancro (penso all'atomo), di nuovo gli scienziati non sono gli unici colpevoli, ma al contrario sono al massimo degli occasionali correi colpevoli di un reato preterintenzionale.
@marlomb said:
Cito:
"Io, in effetti, ritenevo che dai nostri nuovi governanti potesse venire qualcosa di buono. [...] Lo pensarono praticamente tutti i miei amici e insegnanti, e anche mio padre, che era certamente un uomo gentile e molto umano. Nessuno di noi sospettava che la parola "selezione", nell'accezione data ad essa da questi governanti, significasse assassinio." [Konrad Lorenz, etologo, Vorrei diventare un'oca]Appunto, proprio come dicevamo: Lorentz accusa i governanti di aver travisato un concetto che per gli scienziati era chiaro e sostanzialmente neutro ?*si è sempre parlato di selezione delle specie bovine, canine o vegetali, da tempo immemorabile ? e di aver usato la scusa della selezione (concetto noto in Biologia evolutiva almeno dal tempo di Darwin) per affermare il loro preciso disegno politico.
Per trovare una riprova della malafede dei politici basta guardare le foto del gotha nazista: Goebbels era zoppo, Göring cocainomane e obeso, Himmler miope, Heydrich (il capo della Gestapo) aveva un nonno ebreo, Hitler era un intisichito, impotente nanetto. Se la selezione teorizzata da Rosenberg avesse funzionato davvero su base scientifica, i capi sarebbero stati i primi ad essere eliminati e rimpiazzati con giovani snelli, alti e biondi in perfetta salute.
Invece erano politicanti che hanno piegato la Scienza al loro disegno: qui sta tutta la lampante differenza.
-
@Leonov said:
La Scienza moderna (l'aggettivo non è di secondaria importanza) è senz'altro figlia della Filosofia, ma la prima si è caratterizzata per l'adozione del Metodo Sperimentale galileiano, che attualmente non mi risulta essere precisamente il pilastro fondante della Filosofia, basata ad esempio su principi di coerenza logica (Principio di non contraddizione). Il rapporto tra i due mondi è assai complesso ed è periodicamente codificato nell'Epistemologia, ma si tratta pur sempre di due universi abbastanza differenziati, con storie divergenti.
Per fare un esempio: le teorie scientifiche che si dimostrano errate (etere luminifero, flogisto, geocentrismo) o vengono del tutto abbandonate oppure vengono debitamente limitate nel loro raggio d'azione. Al contrario, chi ci vieta oggi di credere nella metafisica come la pensava Platone, o Aristotele, o Plotino? Le loro opinioni su molti aspetti sono ancora buone, anche se dopo di loro sono venuti Hegel, Kant o Agostino.
La Scienza nella sua forma più rigorosa è la Fisica (e nemmeno tutti i suoi rami, temo: la Meteorologia è a volte più un'arte che una Scienza), coadiuvata dalla Matematica (la quale è scienza, ma in un modo assai più astratto e in fin dei conti "diverso") e seguita a media distanza dalla Chimica.
La Biologia vede già l'ingresso di effetti e concetti che dipendono fortemente dal contesto e da una mole di variabili troppo grande per consentire una piena verifica nel senso del Metodo Sperimentale, quindi potremmo dire che è una scienza "al limite".
Tutto ciò che viene dopo (Medicina, Sociologia, Psicologia, Filologia, Economia) nei fatti non penso possa essere definito "Scienza" in senso pieno e coerente con l'accezione corrente. I fenomeni sociali sono studiati con strumenti quantitativi e qualitativi spesso insufficienti (statistiche parziali raccolte su campioni già debitamente omogeneizzati), quelli medici sono vagliati trascurando troppe variabili per poterli dire affidabili (basti vedere la quantità di effetti collaterali di un singolo farmaco), quelli psicologici subiscono periodicamente il fascino di correnti spesso aleatorie e legate a figure carismatiche di grandi mentori.
Tutto ciò accade anche per la Scienza "dura e pura", ma quella ha al suo interno anticorpi più forti per selezionare le teorie, emarginare gli imbonitori e controllare i risultati.
Attenzione il fatto che alcune scienze come la psicologia, la sociologia siano recenti non significa che non abbiano avuto il vaglio della comunità scientifica per essere chiamate tali piuttosto che discipline o branche di un altra scienza e non significa che non abbiano un metodo scientifico su cui badare la loro validità e ricerca!
@Leonov said:
C'è un altro aspetto fondamentale: la Scienza, lo si è detto più volte, non vuole spiegare il perché delle cose, ma solo il come: lo scienziato non si domanda perché il cielo è blu, ma come funziona il meccanismo del passaggio della luce dentro una miscela di gas; al contrario, la medicina cerca le cause di una malattia (eziologia) e la sociologia cerca le spiegazioni prime dei comportamenti personali e di gruppo.
La differenza potrebbe sembrare sottile, ma è cruciale.
Quando ho studiato come si formano le galassie una teoria che ne spiega l'evoluzione, ma anche la causa è quella del Big Bang; se un medico scopre che il fumo è la causa di molte malattie polmonari credo rientri ancora nell'ottica della scienza del ricercare il come. Altro sarebbe un medico che cercasse perchè un dio o una cosa ci mandano le malattie.
@Leonov said:
Di nuovo: ho ben presenti le polemiche tra gli illuministi e la Chiesa, o tra gli umanisti e i fedeli di varie religioni, mentre mi risulta difficile ricordare episodi di conflitto tra i medesimi pensatori e gli scienziati.
L'Illuminismo ha avuto tra i suoi pensatori di spicco matematici e fisici [...]; in quali occasioni costoro, che sono di certo classificabili come illuministi, hanno polemizzato contro i loro colleghi scienziati, e su quali argomenti specifici di tipo scientifico?
Non riesco in questo momento a farti un esempio datato, ma mi viene in mente in epoca più recente Einstein: Albert non a caso andò in Svizzera e poi negli USA, in quanto parte della comunità scientifica, se vogliamo politicamente lo attaccava, e come ebreo lo emarginava; divenuto ormai famoso sarà lui ad attaccare la teoria dei quanti con la celebre frase "Dio non gioca a dadi" gettando un pesante macigno su una teoria assolutamente rivoluzionaria e ad oggi più che valida!
@Leonov said:
Galilei veniva osteggiato da una comunità scientifica che scientifica appunto non era; come d'altra parte avrebbero potuto esserci scienziati (in senso moderno) a quel tempo, se non conoscevano né aderivano ai principi del Metodo Sperimentale di cui appunto Galileo fu il perseguitato promotore?
In quel periodo Galileo ebbe come contemporanei e vicini d'idee Hobbes e Bacone per il metodo sperimentale (empirismo) e Tycho Brahe, Keplero e Copernico per le teorie eliocentriche, scienziati che definirei moderni, mentre chi lo attaccava concordo con te non erano moderni ma pur sempre scienziati come il Prof. B.Capra
@Leonov said:
Purché, ovviamente, non si attribuisca agli scienziati la responsabilità dell'uso che delle loro scoperte fanno i politici, gli industriali, i tecnocrati e tutti quelli che con l'impresa della ricerca non hanno nulla a che fare, però si appropriano delle scoperte e le immettono in quel complesso flusso di scambio che è il rapporto uomo-tecnologia.
**Qui credo si debba aprire una nuova discussione tra Scienza, Tecnologia ed Etica. **
Ora devo scappare, ma assolutamente mi fa piacere andare avanti perchè è meno chiaro di quel che io pensi.
ciao
marlomb
-
@Leonov said:
La Scienza moderna (l'aggettivo non è di secondaria importanza) è senz'altro figlia della Filosofia, ma la prima si è caratterizzata per l'adozione del Metodo Sperimentale galileiano, che attualmente non mi risulta essere precisamente il pilastro fondante della Filosofia, basata ad esempio su principi di coerenza logica (Principio di non contraddizione). Il rapporto tra i due mondi è assai complesso ed è periodicamente codificato nell'Epistemologia, ma si tratta pur sempre di due universi abbastanza differenziati, con storie divergenti.
Per fare un esempio: le teorie scientifiche che si dimostrano errate (etere luminifero, flogisto, geocentrismo) o vengono del tutto abbandonate oppure vengono debitamente limitate nel loro raggio d'azione. Al contrario, chi ci vieta oggi di credere nella metafisica come la pensava Platone, o Aristotele, o Plotino? Le loro opinioni su molti aspetti sono ancora buone, anche se dopo di loro sono venuti Hegel, Kant o Agostino.
C'è un altro aspetto fondamentale: la Scienza, lo si è detto più volte, non vuole spiegare il perché delle cose, ma solo il come: lo scienziato non si domanda perché il cielo è blu, ma come funziona il meccanismo del passaggio della luce dentro una miscela di gas; al contrario, la medicina cerca le cause di una malattia (eziologia) e la sociologia cerca le spiegazioni prime dei comportamenti personali e di gruppo.
La differenza potrebbe sembrare sottile, ma è cruciale.
Io credo che anche la Scienza abbia avuto una sua evoluzione ad esempio se guardiamo ai metodi:
- la scienza antica (da Aristotele a Bacone-Galileo) si rifà ai metodi deduttivo ed induttivo, in questo caso è facile che lo scienziato si erga come l'unico interprete della verità: la sua scoperta
- la scienza moderna basata sul metodo sperimentale, qui a supporto della scoperta c'è la possibilità di ripetere l'esperimento, (qui l'interpretazione e soprattutto la creazione di prove ad hoc può sviare lo scienziato nelle conclusioni), in questo caso parlare di scienza come verità assoluta è legato all'argomento di autorità utilizzato ancora fino al 1900
- la scienza postmoderna basata sul metodo della falsificazione ossia ogni ipotesi scientifica resta valida finchè la comunità scientifica non ne sperimenti una più valida, qui si stabilisce, in seguito alle continue scoperte dal 1900 in poi, che la scienza è una verita relativa!
@Leonov said:
Per questo motivo non mi sento a mio agio quando, per parlare di Scienza, si chiama in causa per esempio la Fonetica (a meno che non si parli esclusivamente di Fonetica Acustica, ramo della Fisica). La Psicologia è una scienza fino in fondo o solo un complesso sistema di pensiero che deve ancora marciare parecchio prima di emarginarsi da influssi non pertinenti? Su questo ho i miei dubbi (ma probabilmente dipende dal significato che attribuisco io al concetto di "Scienza").
La Psicologia agli inizi era detta Psicologia scientifica o fisologica e si basa si prove assolutamente sperimentali, p.e.: a fronte di un stimolo fu studiato il comportamento dei cani.
ciao
marlomb