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    Giornata Internazionale Diritto allo Studio 17 Novembre 2010

    Oggi 17 novembre ricorre "la Giornata Internazionale per il Diritto allo Studio" un momento forte per ribadire che

    il popolo italiano vuole un futuro :sun:

    e questo nella cosiddetta "era dell'informazione" passa attraverso

    un attenzione massima all'istruzione :quote:

    e non:

    • un degrado continuo che adegua il livello della scuola alla fatiscenza dei suoi edifici,
    • un continuo taglio di risorse economiche,
    • una politica che invece d'incentivare ostacola i possibili canali di apprendimento, vedi Internet.
      Alcuni approfondimenti:

    da http://www.unionedeglistudenti.net/sito/index.php?/word/17-now-appello-italiano-della-giornata-internazionale-degli-studenti.html]

    [CENTER]**Appello italiano a seguire **[/CENTER]

    Il futuro della nostra generazione non è mai stato così precario. Dopo aver salvato le banche con ingenti investimenti di denaro pubblico, i Governi hanno ricominciato con la spensierata politica di deregulation e privatizzazioni che aveva generato il disastro, sottovalutando l'emergenza sociale generata dalla crisi e dall'esaurimento delle risorse energetiche. L'auspicabile inversione di tendenza basata su una libera conoscenza, su un rinnovato ruolo del pubblico in economia e sulla sostenibilità sociale e ambientale dello sviluppo non è mai avvenuta.

    La crisi economica, al contempo, si è trasformata in alibi per nascondere il degrado sociale, politico e culturale del nostro paese, ha accelerato lo smantellamento dei servizi sociali e del sistema formativo in atto ormai da 30 anni. Quelle in cui passiamo le nostre giornate sono ormai non-scuole e non-università, svuotate di contenuti, servizi e diritti, e di cui si è smarrito non solo il funzionamento ma anche e soprattutto la funzione, la missione culturale, civile e sociale. Dietro la retorica della meritocrazia e dell'efficienza si nasconde un drammatico gioco di potere sulle spalle della nostra generazione.

    [LEFT]I tagli alla scuola, l'università e la ricerca pubblica non sono solo correttivi di bilancio, sono un taglio al nostro futuro, sono un taglio al futuro del nostro paese. Non serve fare l'elenco di tutti i provvedimenti che hanno portato a questo disastro, siamo convinti che sia sotto gli occhi di tutti/e la progressiva condizione di dismissione in cui versano i luoghi della formazione. Una società più ignorante è una società meno libera, dove le coscienze sono ostaggio del pensiero dominante, dove le nostre vite hanno un valore solo perchè consumiamo ciò che il mercato ci impone. Questa è la logica che sta sedimentando nei nostri territori sempre più discriminazione, intolleranza, esclusione e ingiustizia sociale. [/LEFT]

    [...]

    [LEFT]Scendiamo in piazza il 17 Novembre, in Italia come in tutto il mondo, perchè siamo convinti che la conoscenza sia uno straordinario strumento di liberazione di tutti e tutte. Scendiamo in piazza perchè crediamo che puntare su una scuola, un'università e una ricerca pubblica significhi riconoscerne lo straordinario valore sociale, l'unica possibilità per immaginare un'uscita da tutte le crisi tesa al miglioramento delle condizioni di vita di ognuno. Scendiamo in piazza, e chiediamo a tutti i cittadini di fare lo stesso, perchè questa non può essere solo la nostra battaglia ma al contrario, è la battaglia di chi crede che un'alternativa all'Italia del declino sia possibile anzi necessaria. [/LEFT]
    [...]

    da [http://www.studenti.it/universita/iniziative/17-novembre-2010-giornata-internazionale-diritto-studio-manifestazioni.php]

    [...]
    Il diritto allo studio in Italia
    L'ultima manovra finanziaria, approvata in Consiglio dei Ministri il 14 ottobre, stanzia infatti solo 25.731.000 ? per il **diritto allo studio **per l'anno 2011/2012. Il taglio in due anni operato dal Governo è quindi l'89,54 %. Per il 2013 sono previste risorse per soli 12.939.000 ?. Si aggiunge a questo il **taglio **più generale ai trasferimenti alle Regioni, le quali stanno diminuendo in tutta Italia proprio i fondi per il diritto allo studio, in seguito alla diminuzione degli stanziamenti.

    [...]
    L'obiettivo delle iniziative del 17 novembre è chiaro. "Per difendere il diritto allo studio, per dire che senza investire sulla conoscenza il lavoro di domani non esiste. Per dire che non sopportiamo più la precarietà come unica risposta alla disoccupazione. Per un mondo più giusto, meno orientato ai consumi sfrenati, più rispettoso verso l'ambiente. Noi ci siamo."

    da [http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplrubriche/scuola/grubrica.asp?ID_blog=60&ID_articolo=1202&ID_sezione=255&sezione=]

    [...]
    <TABLE border=0 cellSpacing=0 cellPadding=0><TBODY><TR><TD class=articologirata colSpan=2>Secondo gli studenti universitari il progetto del ministro Mariastella Gelmini punterebbe ad obbligare gli atenei a consegnarsi nelle mani di privati: «È un disegno compiuto e ragionato ad arte - dice Giorgio Paterna, coordinatore nazionale dell?Unione degli universitari, alla vigilia delle giornata - perché anche i nuclei di valutazione, che dovrebbero fare verifiche qualitative, verranno affidati a mani esterne all?ateneo, togliendo qualsiasi freno ad una dequalificazione della didattica».
    [...]

    ciao:ciauz:
    marlomb

    </TD></TR><TR><TD>image</TD></TR><TR><TD></TD></TR></TD></TR></TBODY></TABLE>


  • User Attivo

    In Italia si è svolta una manifestazione di migliaia di studenti, genitori e professori (circa 300.000?) per ribadire che vogliamo investire sulla Formazione e quindi sul nostro Futuro.

    Da [http://it.reuters.com/article/topNews/idITMIE6AG0F920101117]

    MILANO (Reuters) - Migliaia tra studenti, insegnanti e genitori sono scesi oggi nelle piazze di molte città italiane, in occasione della giornata mondiale di mobilitazione per il diritto allo studio, in una protesta mirata soprattutto contro i tagli alla scuola pubblica.

    "Più di 200 mila gli studenti che hanno invaso le strade di tutto il paese, oltre 100 le città dove gli studenti hanno manifestato", si legge in un comunicato della Rete degli studenti e Unione degli universitari, organizzatori della protesta.

    Il ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, ha detto che l'adesione allo sciopero è stata del 3,8% del personale.

    Gli studenti organizzatori delle manifestazioni sostengono che "dopo l'ultimo, sconcertante, aumento dei fondi alle scuole private... ci sembra palese che la scelta di tagliare sulla scuola pubblica non sia una necessità, ma nasconde un'intenzione ben precisa: eliminare l'alternativa culturale e il pensiero critico nel nostro paese, consegnarci un futuro fatto di precarietà, assenza di diritti, crisi", si legge in una nota.

    Qualche giorno fa, il governo ha fatto sapere che il maxiemendamento alla legge di Stabilità destina 245 milioni nel 2011 alle scuole non statali. Tra le misure previste dalla legge di Stabilità inoltre c'è il fondo per il finanziamento ordinario dell'Università che viene incrementato di 800 milioni (500 milioni dal 2012) e anche un credito di imposta a favore delle imprese che affidano attività di ricerca o sviluppo alle Università, per il quale è previsto un finanziamento di 100 milioni. Altri 100 milioni vanno al Fondo di intervento integrativo per i prestiti d'onore e le borse di studio.

    "Vogliamo fondi per la scuola pubblica da investire prima di tutto sull'edilizia scolastica, basta morire sotto le macerie delle scuole, su una nuova didattica, fatta di insegnanti competenti e preparati, non licenziati, più democrazia e partecipazione nelle scuole, via il riordino delle secondarie che taglia tutto il possibile portando al collasso le nostre scuole", scrivono ancora gli studenti nella nota.

    La protesta di oggi giunge dopo le molte organizzate quest'autunno contro i tagli di orario, materie e posti di lavoro nel settore della scuola.

    **Da **[http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/11/17/solo-macerie-per-luniversita-studenti-e-professori-in-corteo-contro-i-tagli-alla-ricerca/77350/]

    ?Solo macerie per l?università?, questo il messaggio contenuto nello striscione lungo 10 metri srotolato dalle colonne dell? università La Sapienza di Roma, dove il mondo della scuola si è dato appuntamento per protestare, ancora una volta contro la riforma Gelmini. A Roma erano in tanti: 20 mila persone secondo gli organizzatori. Genitori, docenti, ricercatori, studenti medi e universitari hanno attraversato la capitale divisi in due cortei, congiungendosi poi a Piazza Navona.

    A dare il via alla protesta di Roma, nella giornata mondiale di mobilitazione per il diritto allo studio, con iniziative e cortei in tutta Italia, un siparietto degli universitari cha hanno messo in scena la distruzione della scuola pubblica. ?Tanti calcinacci sparsi davanti l?ateneo romano perché ? spiega Luca Cafagna ? del coordinamento nazionale interfacoltà: ?C?è un gerarchia di scelte che distrugge l?istruzione, la fa diventare come queste macerie, ma l?istruzione è il nostro futuro e quello di un Paese intero, noi non molleremo mai anche contro chi, come il nostro governo, antepone gli interessi delle scuole private per tenere buona una certa parte del mondo cattolico?.

    A scaldare gli animi il rettore de la Sapienza, Luigi Frati, che attraversa il corteo per entrare in facoltà e che non nasconde il suo appoggio alla protesta: ?Rispetto il disagio giovanile perché credo sia giustificato, la politica deve dare risposte e soluzioni. Da 20 anni in Italia non si investe in ricerca e non ci si pone il problema della competitività. L?obiettivo di Lisbona era quello di raggiungere entro il 2020 il 3% del Pil destinandolo a formazione e ricerca. In Italia mi pare si faccia il contrario?.
    [...]

    La situazione di degrado della scuola pubblica è ben conosciuta anche da Massimo Rufino, del coordinamento scuole superiori, che ribadisce: ?Prima di tutto sono un genitore, e oggi sono qui con le mie figlie per denunciare una situazione da Terzo mondo. Tra accorpamento di ore, tagli alle mense, classi di 40 alunni, ci troviamo a dover sopravvivere in una realtà che fino ad oggi non si era mai vista?.
    [...]
    A fare il punto della situazione ci pensa Bartolomeo Azzaro, prorettore della Sapienza, che spiega come le risorse siano state decurtate: ?Anche quelle che nel resto d?Europa sono considerate ?eccellenze? sono destinate a scomparire dagli atenei. Laboratori, corsi di laurea, insegnamenti importanti, il prossimo anno saranno inevitabilmente cancellate perché non ci sono soldi neanche per le docenze di routine. A noi sono stati dati 800 mila euro a fronte di 1 milione e mezzo richiesto. Questi soldi, che ancora non sono arrivati, non copriranno tutte le esigenze, è impossibile da credere. Da qui a un anno la situazione sarà ancora più catastrofica se non si investe invece di tagliare?.
    [...]

    di Luigina D?Emilio

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    ciao:ciauz:
    marlomb