Vorrei aggiungere una mia piccola riflessione personale:
Nello scorso decennio Internet si è, per così dire, "aperta al pubblico". Con questo intendo che moltissime persone hanno avuto libero accesso alla rete e a tutte le sue informazioni. Dal "nido" di Informatici e Agenzie Private, Internet si è evoluto nella rete che conosciamo oggi, un web molto spesso alla portata anche dei più inesperti navigatori.
La legge (perlomeno quella Italiana), tutela i diritti delle persone contro azioni diffamatorie:
La diffamazione, in diritto penale italiano, è il delitto previsto dall'art. 595 del Codice Penale secondo cui:
Chiunque, fuori dei casi indicati nell'articolo precedente, comunicando con più persone, offende l'altrui reputazione, è punito con la reclusione fino a un anno o con la multa fino a euro 1032.
Se l'offesa consiste nell'attribuzione di un fatto determinato, la pena è della reclusione fino a due anni, ovvero della multa fino a euro 2065.
Se l'offesa è recata col mezzo della stampa o con qualsiasi altro mezzo di pubblicità, ovvero in atto pubblico, la pena è della reclusione da sei mesi a tre anni o della multa non inferiore ad euro 516.
Se l'offesa è recata a un Corpo politico, amministrativo o giudiziario, o ad una sua rappresentanza, o ad una Autorità costituita in collegio, le pene sono aumentate.
(Fonte)
Queste leggi, almeno teoreticamente, dovrebbero valere anche su Internet. Dico teoricamente perché praticamente è molto più difficile applicarle sul web di quanto non lo sia nella vita reale. Su Internet chiunque può essere chi vuole, assumere false identità e navigare protetto dall'anonimato della rete. Rintracciare il responsabile di un commento su Internet, andando oltre metodi quali "ban dalla community" è un processo lungo che richiede molte energie. Inoltre, va anche detto che su Internet "nulla è perduto". E' stimato che, ad esempio, una foto inviata per e-mail viene copiata 5/10 volte almeno lungo il processo dai vari server/computer attraverso i quali passa. Procedere con una metodologia "tradizionale", ovvero rintracciando il colpevole e sequestrando il materiale può risultare molto difficile, se non quasi impossibile.
Un'altro percorso che si può seguire, è quello di agire sfruttando gli strumenti messi a disposizione dalla stessa rete. Lavorando per "affondare" le pagine incriminate e farne sorgere di nuove, migliori. Contattare gli amministratori o i proprietari di siti per chiedere la rimozione del materiale... Questo processo è però lungo e delicato, non tutti i cybernauti conoscono le tecniche necessarie, e rischiano quindi di rimanere "disarmati" difronte a situazioni delicate.
Personalmente non vedo nulla di male in queste società che offrono agli internauti la possibilità di "riparare" la loro reputazione su Internet. Sarebbe un altro discorso se queste tecniche venissero usate in modo offensivo, ad esempio iniziando un "attacco" contro la concorrenza, o se per raggiungere i loro scopi facessero uso di violazioni di account o di siti ma, visto che così non sembra, mi sembra semplicemente uno strumento in più del quale possono usufruire gli Internauti.