• Super User

    @marlomb said:

    E allora disintossichiamoci dagli usi errati della tecnologia, evidenziando pedagogicamente gli usi migliori e orientando le tecnologie (scoperte/invenzioni) ai nostri bisogni umani:sun:.

    ciao:ciauz:
    marlomb

    Ciao Marlomb, aggiorno segnalando quest'articolo: Al Gemelli di Roma un servizio per curare la dipendenza dal web

    **«Si distinguono 5 sottotipi **di dipendenti da internet - spiega lo psichiatra Tonioni -: il cyber-sexual addiction (sesso virtuale e pornografia), il cyber-relational addiction (social network), il net-compulsion (gioco d?azzardo, shopping e commercio on-line), l?information overload (ricerca ossessiva di informazioni) e il computer addiction (coinvolgimento eccessivo in giochi »virtuali« o »di ruolo«).

    :ciauz:


  • User Attivo

    **«Si distinguono 5 sottotipi **di dipendenti da internet - spiega lo psichiatra Tonioni -: il cyber-sexual addiction (sesso virtuale e pornografia), il cyber-relational addiction (social network), il net-compulsion (gioco d?azzardo, shopping e commercio on-line), l?information overload (ricerca ossessiva di informazioni) e il computer addiction (coinvolgimento eccessivo in giochi »virtuali« o »di ruolo«).

    Provo a guardare i due lati della medaglia!

    Lato negativo

    • cyber-sexual addiction - sesso finalizzato solo al piacere personale con esclusione dell'altro

    • cyber-relational addiction - relazioni sociali al coperto senza incontri rivelatori dell'aspetto fisico e della personalità in campo aperto

    • net-compulsion - spesa al di là delle proprie disponibilità per soddisfare un consumo istantaneo

    • *information overload - *accumulo d'informazioni in maniera reticolare senza raggiungere la definizione di un'azione

    • computer addiction - simulazione eccessiva di una realtà che potrebbe rivelarsi differente.
      Lato positivo

    • cyber-sexual addiction - scoperta di zone erogene

    • cyber-relational addiction - superamento di problemi caratteriali, quali timidezza e apertura all'altro di nostri pensieri profondi

    • net-compulsion - competitività e ricerca della vittoria per il gioco d'azzardo; raggiungimento facilitato dell'oggetto necessario per il commercio online

    • information overload - acquisizione d'informazioni per la definizione di un nuovo pensiero/azione (attualmente in rete sono le più libere)

    • computer addiction - simulazione della realtà per poi applicarla.
      Da quale lato cade la nostra moneta?:?

    Forse rimane in piedi:p!

    ciao:ciauz:
    marlomb


  • Consiglio Direttivo

    @marlomb said:

    Provo a guardare i due lati della medaglia!

    Da quale lato cade la nostra moneta?:?

    Forse rimane in piedi :p!

    :surprised:

    Un punto vista molto interessante: pur non essendo un fanatico della tecnologia o un bacchettone, non avevo mai considerato a fondo certi vantaggi derivanti dall'interazione continua con il computer.

    Aggiungo un'altra cosa: si afferma comunemente che lasciare i ragazzi molto tempo alla consolle per videogiochi in qualche misura li "instupidisca" (un concetto generico che dice tutto e niente, ma credo si riferisca sostanzialmente al fatto che secondo alcuni i giochi per computer ottundano la mente).

    Potrebbe essere vero - di certo il tempo impiegato per finire una partita a qualche complicato spara-tutto è sottratto alla vita all'aria aperta o allo sport e dà una visione un po' cinica e violenta del mondo - però è un fatto che questi giochi così articolati acuiscano la reattività e sollecitino in modo impressionante la coordinazione oculo-manuale, forse più di quanto possa fare una lezione di basket o di tennis.

    Per il resto concordo con Marlomb: dalla tecnologia si devono prendere le debite distanze, senza per questo rinnegare ciò che siamo consapevolmente diventati e gli strumenti che ormai fanno parte di larga parte (scusate la ripetizione) del nostro vivere quotidiano. 🙂


  • Super User

    Rimango sempre perplesso difronte a queste "cure". E' come se la società avesse paura di qualcosa che non riesce a comprendere pienamente (Internet) e cercasse di allontanarlo da se stessi e dagli altri il più possibile. Non bisogna vedere il mondo in bianco e nero, ogni cosa, in eccesso, fa male. Specialmente sulla tecnologia non si può essere generici, visto che, come ha detto Leonov, un computer fa praticamente tutto, non si può dire che il computer fa male.

    Cosa si dovrebbe dire delle persone ossessionate dallo shopping? O da quelle che ormai non riescono a fare più a meno delle sigarette? Per certi versi queste dipendenze potrebbero essere peggiori dalla dipendenza da Internet, tuttavia vengono viste come "migliori"... forse perché si conoscono di più.

    Comunemente un genitore incita il proprio figlio a studiare, a apprendere e a estendere la propria conoscenza. Ma molte volte quando il figlio comincia a usare nuovi modi per farlo, allontanandosi dai metodi "classici", cominciano a sorgere i problemi.

    Ancora una volta, alla base di questo stanno, a mio parere, dei pregiudizi. Noi siamo abituati al fatto che certe cose sono giuste, mentre altre sono sbagliate in partenza. Siamo abituati al fatto che si mangia a certe ore della giornata, che non si esce dopo una certa ora e che al mare si ci va principalmente in estate. Ma esistono anche persone che preferiscono mangiare solo la mattina e a metà pomeriggio, chi trova un certo fascino nella città immersa nelle tenebre e chi trova le spiagge invernali molto migliori di quelle estive, quando sono affollate di famiglie e turisti.

    Senza considerare per un'attimo i danni fisici derivanti dall'uso prolungato di un computer (dolori, problemi agli occhi...), si può davvero dire che una relazione fisica può superare una virtuale? Internet è ancora molto giovane, e molte persone non lo usano ancora al massimo delle sue possibilità. Se ci stacchiamo per un'attimo dalle classiche idee di giusto e sbagliato, bene e male e dalle nostre idee personali guardando la cosa in modo obbiettivo, possiamo davvero dire che un certo tipo di relazione è migliore di un'altro?

    Lato negativo
    cyber-sexual addiction - sesso finalizzato solo al piacere personale con esclusione dell'altro
    cyber-relational addiction - relazioni sociali al coperto senza incontri rivelatori dell'aspetto fisico e della personalità in campo aperto
    net-compulsion - spesa al di là delle proprie disponibilità per soddisfare un consumo istantaneo
    information overload - accumulo d'informazioni in maniera reticolare senza raggiungere la definizione di un'azione
    computer addiction - simulazione eccessiva di una realtà che potrebbe rivelarsi differente.
    Lato positivo
    cyber-sexual addiction - scoperta di zone erogene
    cyber-relational addiction - superamento di problemi caratteriali, quali timidezza e apertura all'altro di nostri pensieri profondi
    net-compulsion - competitività e ricerca della vittoria per il gioco d'azzardo; raggiungimento facilitato dell'oggetto necessario per il commercio online
    information overload - acquisizione d'informazioni per la definizione di un nuovo pensiero/azione (attualmente in rete sono le più libere)
    computer addiction - simulazione della realtà per poi applicarla.

    Forse questa nuova "internet addiction" viene pensata da alcuni come una cura, un rimedio a ciò che non va nella realtà "vera". Allora, invece di eliminare il rimedio, non sarebbe meglio aggiustare quello che lo ha causato? Sempre che le cose stiano così... magari Internet diventerà una vera estensione dei rapporti persona a persona. 🙂


  • Super User

    @max0005 said:

    Cosa si dovrebbe dire delle persone ossessionate dallo shopping? O da quelle che ormai non riescono a fare più a meno delle sigarette?

    O della cocacola? :giggle:

    @max0005 said:

    Per certi versi queste dipendenze potrebbero essere peggiori dalla dipendenza da Internet, tuttavia vengono viste come "migliori"... forse perché si conoscono di più.

    Ciao max, sono daccordo, soprattutto nel focalizzare il punto sulla "dipendenza" e non sull'oggetto della dipendenza.
    Anche il voler essere a tutti i costi un non dipendente, è -in fondo- una dipendenza.
    Ma io sono dell'idea che, anche se una cosa sembra umanamente impossibile -come per l'uomo vivere al di fuori dei rapporti di dipendenza-, i passi per avvicinarvisi un po', per avere dalle cose quel leggero distacco che ti rende maggiormente attento alle stesse, siano importanti.

    @max0005 said:

    Ancora una volta, alla base di questo stanno, a mio parere, dei pregiudizi. Noi siamo abituati al fatto che certe cose sono giuste, mentre altre sono sbagliate in partenza. Siamo abituati al fatto che si mangia a certe ore della giornata, .....

    Se ci stacchiamo per un'attimo dalle classiche idee di giusto e sbagliato, bene e male e dalle nostre idee personali guardando la cosa in modo obbiettivo, possiamo davvero dire che un certo tipo di relazione è migliore di un'altro?
    .....
    Allora, invece di eliminare il rimedio, non sarebbe meglio aggiustare quello che lo ha causato? 🙂

    :sun: Si sarebbe meglio ma poche persone hanno voglia di farlo e non si possono obbligare (secono me, nemmeno convincere).


  • Super User

    Ciao Cherry,

    penso che, alla fine, tutte le dipendenze facciano male. 🙂 Sono però anche convinto che piuttosto di volere curare una dipendenza ad ogni costo, sia meglio prima chiedersi cosa l'ha causato, è probabile che curandone la causa la dipendenza sparisca "da sola" non avendo più ragione di esistere.

    Vorrei ricordare che (in genere) le dipendenze sono causate (inconsciamente) dal nostro cervello, ed è difficile che ci auto-obblighiamo a qualcosa che ci porterebbe solo dolore/frustrazione.

    :ciauz:


  • Super User

    @max0005 said:

    ed è difficile che ci auto-obblighiamo a qualcosa che ci porterebbe solo dolore/frustrazione.

    :ciauz:

    Ciao Max,
    magari fosse sempre così come scrivi :).
    Non sai come sono felice a leggere queste cose da persone giovani come te; mi fa sperare che le nuove generazioni siano più avanti, più positive, più concentrate sulla serenità piuttosto che sull'eccitazione ... ma per esperienza ti dico che non sono abituata a vedere nella realtà ciò che dici in questa frase.
    Le mie considerazioni nascono solo dall'osservazione, auspico un intervento di Marlomb e di altre persone esperte in merito, per tirare le somme (competenti) sulle dipendenze .... ma quello che ho notato è che fa molta meno paura o più gola la (una) dipendenza nota di una libertà ignota ...

    Max di la verità ... hai 80 anni e ti spacci per un diciottenne :sun:


  • Super User

    @cherryblossom said:

    Max di la verità ... hai 80 anni e ti spacci per un diciottenne :sun:

    Ho 15 anni e mi spaccio per un quindicenne... :mmm: Però questa storia convince poche persone... cosa posso fare per convincervi? 😢


  • User Attivo

    @max0005 said:

    Ciao Cherry,

    Vorrei ricordare che (in genere) le dipendenze sono causate (inconsciamente) dal nostro cervello, ed è difficile che ci auto-obblighiamo a qualcosa che ci porterebbe solo dolore/frustrazione.

    :ciauz:

    Non capisco perchè liberarci dalle dipendenze ci porterebbe solo dolore/frustrazione.

    Per quello che ne so la dipendenza deriva da un bisogno fisiologico o psicologico che può essere inconscio come il bisogno di appartenenza o conscio come la fame.

    Curare una dipendenza penso parta dal renderla conscia e quindi agire per sostituirla soddisfando il bisogno in maniera più autonoma, (p.e.: una tossicodipendenza legata a bisogno di affetto prevede una comunità che inizi a coprire il bisogno di appartenenza e dei surrogativi della droga che pian piano eliminino il bisogno fisologico/chimico).

    Alcune definizioni
    La dipendenza è una condizione in cui un soggetto effettua un comportamento ripetitivo basato su un bisogno fisiologico e/o psicologico di una sostanza, di una relazione, di un oggetto o di una persona.

    Il bisogno è la dipendenza reciproca tra una persona e l'ambiente; in quest'ambito A.Maslow ha elaborato una piramide dei bisogni:

    • Bisogni fisiologici (sete, fame, ecc.)
    • Bisogni di sicurezza (salvezza e protezione)
    • Bisogni di appartenenza (identificazione, affetto)
    • Bisogni di stima (prestigio, successo, autostima)
    • Bisogni di autorealizzazione (personalità, identità)
      ossia un uomo percepisce il bisogno numero 2 solo dopo aver soddisfatto il bisogno numero 1.

  • Super User

    @marlomb said:

    Il bisogno è la dipendenza reciproca tra una persona e l'ambiente; in quest'ambito A.Maslow ha elaborato una piramide dei bisogni:

    • Bisogni fisiologici (sete, fame, ecc.)
    • Bisogni di sicurezza (salvezza e protezione)
    • Bisogni di appartenenza (identificazione, affetto)
    • Bisogni di stima (prestigio, successo, autostima)
    • Bisogni di autorealizzazione (personalità, identità)
      ossia un uomo percepisce il bisogno numero 2 solo dopo aver soddisfatto il bisogno numero 1.

    Ciao Marlomb,
    questa è stata la base del rapporto con mio figlio, molto combattuta da chi è, invece, convinto (alla vecchia maniera) che un po' di "fame" forma il carattere e non lascia spazio ai problemi psicologici.
    Non mi dilungo per non andare fuori tema ma gran parte dell'istinto materno sperimentato ho notato che andava in questa direzione, cioè nell'assicurare risposta immediata (allattamento a richiesta, non ignorare mai il richiamo del bimbo attraverso il pianto ....) ai primi bisogni per far si che potesse andare oltre e non fermarsi ai primi step.

    Sarà un caso (io non lo penso) ma questo ha evitato ciucci, dito in bocca o copertina di linus nei primi anni. Oggi, pur essendo consapevole dei pericoli e problemi connessi con l'abuso della tecnologia come di qualsiasi cosa e, quindi, stando attenta, non mi sono -almeno per ora- dovuta confrontare con atteggiamenti di dipendenza.

    Le critiche ascoltate paventavano un futuro di mamma-dipendenza, che -a parte il fatto che ancorta qualcuno deve convincermi che l'attaccamento alla mamma sia una cosa grave o pericolosa o quanto meno più grave di altri attaccamenti- invece non si è assolutamente manifestata.
    Il bambino che si sente sicuro a casa la lascia poi (tutto per gradi) più facilmente.

    Perdonate la divagazione personale. :ciauz: