Rieccomi.
Non ho resistito alla tentazione e, oltre alla risposta "burocratica" del post precedente, provo a concedermi qualche altra riga di replica già adesso.
@euroroscini said:
Ma attento: il fraintendimento fa parte di qualsivoglia giuoco dialettico in cui le parti giocano vivaci e tese, son provocatorie/son paradossali, finanche contraddittorie? E perciò stesso meglio esplorative ? altrimenti che giuoco dialettico sarebbe?
È vero: su una forma di "fraintendimento controllato" si basano in sostanza tutti gli stratagemmi utilizzati per attuare quelle torsioni di un discorso che un interlocutore mette in campo allo scopo di portare il flusso a collimare con il proprio pensiero o a cozzare contro le affermazioni dell'avversario.
Schopenhauer ha evidenziato almeno 72 stratagemmi siffatti, all'epoca. Chissà che la lista non possa essere aggiornata.
Questa sfumatura quasi "strumentale" del fraintendimento porta però due buone conseguenze: vivacizza il discorso - il che non fa mai male - e arricchisce la parola stessa, che da mera vocalizzazione meccanica di un unico significato (come in una codifica esatta e non ridondante) si trasforma in un concerto polifonico, perfino dissonante, dal quale sia chi parla che chi ascolta esce rigenerato, quando non addirittura convinto di una nuova e diversa opinione.
Ben vengano dunque i piccoli, briosi "qui pro quo", involontari o consapevoli; tanto poi bastano altre due o tre parole di chiosa per far tornare i termini discoli nei ranghi e riaffermare il punto di vista di ciascuno su cosa significhi una frase o un nome.
@euroroscini said:
Infatti non mi devi fraintendere. Perché ?Dea/Madre? pesa molto di meno che ?Madonna? dal mio punto di vista che, almeno adesso, voglio estetizzante e ameno. [...] Una dea/madre valchiriana ? se guardo bene ? è sicuramente più ?leggera?/meno estetica, ovvero non amabile, o comunque più temibile d?una madonna fiorentina ? non credi?
Non credo in altri che nell'assetto geometrodinamico del nostro spazio-tempo, nel suo bilancio netto di materia ed energia e nelle equazioni deterministiche del suo svolgimento.
(Scusa, la battuta era servita sul proverbiale piatto d'argento: ho colto l'occasione.)
La "Dea Madre" che avevo in mente io non era nordica, celtica o scandinava - alla maniera di certe fate o streghe da ciclo arturiano - ma le attribuivo caratteri assai più "mediterranei": una Gaia (o Gea) dalla fisicità prorompente, probabilmente indiana (non nel senso di un esotismo gratuito), simbolo di una fertilità libera; matriarca, madre e guerriera, contadina e "cavaliera", Matilda di Canossa e Atena glaucopide, Venere molle e Cornelia con Gracchi al seguito.
Tra l'altro, trovo molto interessante il tuo interesse per la Madonna: considerata a lungo - anche dalla Chiesa - poco più che un mero e silente involucro fisico del Salvatore, un nome ai limiti del secondo piano, oggi è una figura che gli studi storico-teologici hanno reso decisamente più affascinante, anche grazie a robusti impulsi papali: è nota la deferenza che in tempi recenti Giovanni Paolo II ha riaffermato nei confronti della Madre di Dio, ultimo di una nutrita schiera di sostenitori del culto mariano.
Parliamone, se vuoi.
[Personalmente, però, ho sempre preferito Giuseppe il falegname: lui sì che mi dà l'idea di un personaggio da mettere sotto i riflettori, per chiacchierarne.]
@euroroscini said:
Per cui, in definitiva, essendo come mi dico di sovente più di animo mediterraneo che europeo, vedo con certo gusto il peggioramento e finanche decadimento di codesto nord che mi sta sopra la testa.
Beh, d'altra parte si ride anche di chi cade malamente per strada, magari in modo buffo.
Personalmente trovo che lo spettacolo della decadenza altrui non sia mai da guardare con favore, né con divertimento (non a lungo, in ogni caso): viviamo tutti sullo stesso sasso volante nel nulla e se il mio vicino inizia a star male, io mi preoccupo - per lui, ma anche e molto per le ricadute che la sua corruzione avrà su di me.
In che termini, più specificamente, la contemplazione del peggioramento del nord che io reputo "evoluto" (o semplicemente "normale") ti provoca sorrisi di gusto?
@euroroscini said:
E tuttavia e tuttavia? Mi sembra che di saggezza ne hai addosso più di prima: naturalmente intendo la saggezza dell?agnostico.
Se a tuo dire un agnostico sia saggio solo in quanto agnostico (e dunque anch'io per inclusione stretta), o se sia io ad essere più saggio, in quanto proprio io e solo secondariamente in quanto agnostico, lo ignoro (e sono certo tu lo chiarirai).
A questo punto però mi sorge un dubbio: se per te essere agnostico è cosa positiva, allora forse lo è anche essere saggio; se invece l'agnosticismo è una debolezza del pensiero e non un puntello, allora forse lo è anche la saggezza...
@euroroscini said:
Eh sì, sei prudente, prendi distanza, stai nel mezzo/tendi?
A dire la verità, ho pronunciato più che altro delle assolute banalità - e infatti parlavo appunto di Paesi in cui la placida, pacifica banalità di certe norme del vivere sociale non viene combattuta strenuamente dai cittadini, ma sostenuta e promossa.
Mi aspettavo quasi un tuo rimbrotto sul fatto che mi fossi schiacciato su posizioni anonimamente scialbe...
La locuzione "indicativo ma non rappresentativo" fa parte da tempo del mio registro espressivo: sono certo di averla usata già un anno fa (alla bisogna troverò il riferimento: è facile, con gli strumenti tecnici del Forum), così come altre formule.
Se in queste mie parole hai visto prudenza, credo sia normale: riallacciamo il discorso dopo un lungo silenzio, ci ritroviamo di nuovo e ci studiamo reciprocamente alla ricerca di avvenuti cambiamenti, piccoli o grandi...
Insomma, Euro: al primo appuntamento, fare un po' i ritrosi e i timidi è quasi d'obbligo.
E poi, diciamola tutta: sono fuori allenamento. Chiacchierate come quelle con te non sono facili da reperire in giro, ed io non sono uscito molto in questi mesi, ché qui avevo tutto quello che volevo e volevo tutto quello che avevo.
Ora ho anche te: non ti aspettavo, ma sei tornato e il cerchio si completa.
Il tempo di carburare e poi spero di poterti offrire di meglio che qualche frase da saggio, da banale o da "distante".
@euroroscini said:
A presto, Leonov: ci sentiremo di sicuro. Un abbraccio amicale.
Ricambio l'abbraccio e l'a presto.
Saluti.