Intervengo giusto per chiarire un aspetto della questione. In effetti, come detto da Mirkoagrati, la corte costituzionale non ha fatto altro che sancire l'incostituzionalità del lodo Alfano (che, per inciso, lodo non era, poichè il lodo è frutto di un accordo).
Preciso che nel 2004 la Consulta giunse alla medesima pronuncia in relazione al lodo Schifani. L'attuale governo ha sostenuto di aver recepito le critiche della Consulta, di aver corretto il lodo Schifani e di avderlo ripresentato, opportunamente emendato, col nome di lodo Alfano. Per questo motivo il governo si è mostrato assai sorpreso per la bocciatura, in quanto, a loro dire, le critiche precedenti erano state risolte. Secondo il governo nel 2004 la Consulta avrebbe detto una cosa, e oggi qualcosa di diverso.
Andiamo per ordine.
Prima di tutto si deve chiarire che, come sanno gli addetti ai lavori, sia la Consulta che la Cassazione non sempre analizzano tutti i punti di una controversia, per cui, per fare un esempio, ben può accadere che la Corte Costituzionale bocci una legge, ritenendola incostituzionale in relazione ad un punto, senza andare a toccare gli altri punti sui quali era stata sollevata l'eccezione di incostituzionalità. In questo caso si dice che i rimaneti punti sono "assorbiti", cioè non vengono analizzati per esigenze di ecnomia processuale. Quindi, può accadere che la stessa legge, il cui primo punto è stato corretto, sia valutata incostituzionale in relazione agli altri punti, in quanto nella prima valutazione la Corte Costituzionale non era scesa in profondità su quesi punti. Questo giusto per chiarire un punto fondamentale del dibattito sulla sentenza della Corte.
Venendo al lodo Alfano, sostanzialmente la Corte Costituzionale ha detto che esso è incostituzionale, perchè di fatto concede una garanzia alle più importanti cariche dello Stato, in relazione ai processi a loro carico. In sostanza i processi vengono sospesi fin quando scade il mandato delle cariche.
Si è fatto un parallelo con l'immunità parlamentare. Giova ricordare che in Italia l'immunità parlamentare fu abolita ai tempi di Craxi (proprio in seguito alla mancata concessione a procedere nei confronti di Craxi), e fu sostituita dall'autorizzazione all'arresto, nel senso che oggi si può indagare sui parlamentari ma non si può arrestare un parlamentare, e alcuni atti di indagini non possono essere compiuti, se non a seguito di preventiva autorizzazione del parlamento.
Ora, il punto è che questa autorizzazione a procedere è stata reputata costituzionale perchè in sostanza essa tocca solo e soltanto gli atti compiuti da parlamentari nell'esercizio delle loro funzioni e non atti compiuti al di fuori delle loro funzioni. La Costituzione, infatti, prevede proprio delle garanzie che consentano una netta separazione dei poteri, principalmente esecutivo e legislativo, al fine di impedire una sorta di pressione di un potere sull'altro. Il caso classico è un deputato che esprime delle opinioni politiche, in parlamento, per le quali il deputato ha delle opportune garanzie. Dargli delle garanzie per reati comuni (tipo il furto o la corruzione) non avrebbe alcun senso, se non una autorizzazione a delinquere.
Il punto focale è proprio questo. Il lodo Alfano non ha nulla a che vedere con le immunità a prerogative parlamentari, in quando sospende i processi non per i reati commessi nell'esercizio delle proprie funzioni, bensì solo e soltanto per i reati commessi al di fuori dell'esercizio delle proprie funzioni. Per cui, per fare un esempio, il presidente del consiglio che ruba, traffica in droga, ammazza un cane a calci per strada, non è processabile, mentre lo sarebbe se commette reati nell'esercizio delle proprie funzioni.
La Corte Costituzionale ha sentenziato che questo aspetto è contrario alla Costituzione, in quanto, al di la della necessità di prevedere delle garanzie per i parlamentari, quindi per il potere legislativo, ma anche per il governo, cioè il potere esecutivo, nell'esercizio delle loro funzioni, la carta Costituzionale prevede la sostanziale uguaglianza dei cittadini. Il presidente del consiglio, al di fuori delle proprie funzioni istituzionali, è un cittadino come un altro, per cui, così dice la Consulta, deve rispondere di eventuali reati come tutti i cittadini. Se non vi è una giustificazione nel senso di proteggere la propri funzione (quella esecutiva) non vi è alcun motivo per dargli prerogative o garanzie ulteriori.
La Consulta ha detto ciò, come del resto lo disse anche nel 2004, anche se in maniera più sbrigativa, sostenendo che tale legge (il lodo Alfano) così come è congegnato non può passare come legge normale, ma deve essere prima cambiata la Costituzione, cioè è necessario un voto a maggioranza qualificata. Questo è ovvio, perchè la Consulta ha la funzione di garantire la Costituzione, ma se il Parlamento la modificasse, la Consulta dovrebbe necessariamente adeguarsi. Il parametro di riferimento della Consulta è la Costituzione.
La Consulta, quindi, non ha detto che non si può fare una cosa del genere, ma giustamente sostiene che finchè noi abbiamo questa costituzione, una legge che renda il premier legibus solutus, anche solo temporaneamente, non può essere fatta se non modificando la Costituzione. Questo in realtà vuol dire moltissimo, vuol dire che tutti i cittadini sono uguali di fronte alla legge, laddove la legge principale è proprio la Costituzione. Ovviamente la Costituzione è modificabile, anche se per farlo ci vogliono maggioranze notevoli, quindi una modifica in tal senso prevede necessariamente l'accordo di tutte o quasi le forze politiche.
Tengo a fare altra precisazione sul punto. Si è anche detto che tale legge (il lodo Alfano) sarebbe comune negli altri paesi. Non ho contezza di tutti gli Stati, però so che qualcosa simile al lodo Alfano esiste in Honduras, dove un nostro connazionale, un certo Micheletti, ha fatto un colpo di Stato insediandosi a capo del governo con la forza e disapplicando formalmente la costituzione.
Ma non mi risulta che in altri Stati esista qualcosa di simile, di sicuro non negli Stati dell'unione europea. Ad esempio, in Spagna esiste l'immunità per le opinioni espresse dai parlamentari nell'esercizio delle loro funzioni, non per tutti i reati (compreso i reati comuni). Lo stesso accade in Francia, in Svizzera, in Germania, in Belgio, e in Inghilterra.
Negli USA i parlamentari non mi risulta godano di particolari immunità, o tutele.
Una immunità totale la godono invece i parlamentari Russi.
Per quanto riguarda i capi di Stato, neanchè negli USA (dove il potere del presidente è enorme rispetto a quello del presidente del consiglio italiano) esiste l'immunità. In realtà i giudici americani sostengono che il presidente degli USA goda di immunità funzionale (quindi solo nell'esercizio delle proprie funzioni), ma molti presidenti USA sono stati messi sotto accusa nonostante ciò. Pensiamo a Clinton, Reagan e Nixon.
Il problema è che i politici nostrani non chiariscono questo punto fondamentale.
Una cosa è l'immunità, che in senso stretto si riferisce ai reati commessi nell'esercizio delle proprie funzioni istituzionali, immunità di tal fatta è comune a molti Stati. Il lodo Alfano invece offre una garanzia solo contro i reati commessi al di fuori dell'esercizio delle proprie funzioni.