@cherryblossom said:
Buongiorno Max0005,
in effetti esistono genitori che portano i figli al parco ben vestiti e gli chiedono di non sporcarsi.
Esistono genitori che fanno tre, quattro figli per poi affidarli tutti a babysitter che nemmeno parlano la nostra lingua.
Da quando sono mamma critico meno gli altri e me rendo più che altro conto che ogni scelta, anche educativa, ha -come il resto- i suoi pro ed i suoi contro. Tutto si relativizza nel contesto in cui fiorisce.
Forse, per genitori inesperti di web, la babysitter virtuale è meglio che niente.
Ci vuole davvero tanto tempo e voglia con i figli;
Subito dopo Adamo ed Eva esistono i genitori che parlano dei tempi passati con nostalgia, (od anche esistono le persone che parlano del passato come di un tempo migliore), vorrei delineare meglio la situazione:
un genitore ha il compito di svezzare i figli fino alla maggiore età nel contesto in cui vive.
Questo comporta innanzitutto che è inutile pensare a quanto era brava mia madre con 4 figli o quanto è brava una bambina (donna) di 12 anni nel terzo mondo che avendo i genitori impegnati al lavoro fa lei la mamma per tutti i fratellini!
Il nostro contesto è ricco, ricco di stimoli e di pericoli assolutamente diversi da quelli di altri contesti.
Il nostro tempo è quello che è, ovvero la maggior parte di noi genitori può dedicare circa 2-3 ore al giorno ai figli e quindi è necessario il cosiddetto discorso di tempo qualitativo con loro in cui accogliere ed indirizzare le loro problematiche.
Il nostro modello di vita rimane fino all'entrata nella scuola elementare il loro modello di vita mitizzato o normale, ma comunque predominante anche sui media con un poco di accortezza.
Veniamo ora alla baby-sitter virtuale, è dalla scuola elementare in poi che statisticamente i bambini sentono l'influenza del tam-tam dei media attraverso i media stessi, ma soprattutto attraverso la socializzazione, paradossalmente la scuola e soprattutto i pari veicolano il messaggio dei media o perchè lo rendono più comprensibile o perchè con la tecnica del passaparola lo rendono vicino ed autorevole.
E' quindi questo periodo quello più delicato in cui se come dice Chery non si è raggiunto nel ragazzino un equilibrio si corrono forti rischi, ma certo pensare di risolverli con soluzioni tecniche ha un senso solo in caso di morte, come quando mi assicuro che l'impianto elettrico sia impenetrabile alle dita di un bambino.
L'unica soluzione ritengo sia quella del genitore attento che diffonde la conoscenza dei pericoli della vita, ma soprattutto della gioia di vivere (p.e.: v. Chery quando parla di dare al ragazzo altri stimoli).
Per ora mi fermo altrimenti penso ai casini che affronto ogni giorno con i miei figli.
Ciao
Marlomb