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La lettera di don Paolo Farinella, prete contro la "doppia morale"
Sul rapporto tra Stato e Chiesa esistono libri, pubblicazioni, articoli e notizie di ogni sorta, dai comunicati più asettici agli editoriali di fuoco.
È senza dubbio una relazione tra le più complesse mai sviluppatesi sul nostro territorio nazionale, sebbene i pilastri fondanti siano molto probabilmente ben visibili a tutti.
Parlando infatti di "Stato & Chiesa" occorre sempre avere l'onestà di riconoscere un fatto incontrovertibile: oltre al magistero della Fede, della Speranza e della Carità, la Chiesa Cattolica è un potere temporale ancora molto attivo e con un seguito ampio (forse, in proporzione, più tra i politici che tra i fedeli e più tra le alte gerarchie ecclesiastiche che tra i preti di strada alla Don Camillo), che persegue i propri interessi umani, troppo umani.
Buona norma è tenere aggiornati i lettori sullo stato di avanzamento del dialogo.
Nelle ultime settimane, complice la scoperta di numerosi e poco edificanti fatti di cronaca, il dibattito si è intensificato in termini di quantità e qualità degli interventi.
Ha parlato don Antonio Sciortino, direttore di un giornale manifestamente cattolico come "Famiglia Cristiana", esortando senza mezzi termini Silvio Berlusconi a rassegnare le dimissioni.
Il problema dell' esempio personale è inscindibile per chiunque accetta una carica pubblica. In altre nazioni se i politici vengono meno alle regole (anche minime) o hanno comportamenti discutibili, sono costretti alle dimissioni. Perché tanta diversità in Italia? L' autorità senza esemplarità di comportamenti non ha alcuna autorevolezza e forza morale. E' pura ipocrisia o convenienza di interessi privati. Chi esercita il potere, anche con un ampio consenso di popolo, non può pretendere una "zona franca" dall' etica. Né pensare di barattare la morale con promesse di leggi favorevoli alla Chiesa...
Ha espresso opinioni il cardinale Angelo Bagnasco, che pur smorzando i toni allarmati di alcuni settimanali, ha ribadito la necessità di restaurare con ardore e criterio la morale e ristabilire il primato dell'etica - civile oltre che religiosa.
l'Italia "è aliena da derive e eccessi di qualunque tipo siano". Le responsabilità sono di ciascuno ma conosciamo l'influsso che la cultura diffusa, gli stili di vita, i comportamenti conclamati hanno sul modo di pensare e di agire di tutti, in particolare dei più giovani che hanno diritto di vedersi presentare ideali alti e nobili, come di vedere modelli di comportamento coerenti
È stato più deciso Domenico Mogavero, vescovo di Mazara del Vallo in Sicilia, che ha parlato esplicitamente di necessità di dare dimissioni per il capo dell'esecutivo.
Tra tutte queste opinioni ufficiali e autorevoli editoriali, la testimonianza più interessante mi sembra però la lettera di don Paolo Farinella, sacerdote a Genova e biblista, indirizzata al Presidente della CEI Bagnasco.
In poche, efficacissime righe questo semplice operaio nella Vigna del Signore ha detto tutto, ma proprio tutto, quello che in troppi hanno ignorato per un tempo eccessivamente lungo. Lascio il documento a beneficio di chi vorrà leggerlo, commentarlo e anche criticarlo, sempre nel rispetto delle opinioni e delle convinzioni altrui.
Egregio sig. Cardinale,
viviamo nella stessa città e apparteniamo alla stessa Chiesa: lei vescovo, io prete. Lei è anche capo dei vescovi italiani, dividendosi al 50% tra Genova e Roma. A Genova si dice che lei è poco presente alla vita della diocesi e probabilmente a Roma diranno lo stesso in senso inverso. E' il destino dei commessi viaggiatori e dei cardinali a percentuale. Con questo documento pubblico, mi rivolgo al 50% del cardinale che fa il Presidente della Cei, ma anche al 50% del cardinale che fa il vescovo di Genova perché le scelte del primo interessano per caduta diretta il popolo della sua città.
Ho letto la sua prolusione alla 59a assemblea generale della Cei (24-29 maggio 2009) e anche la sua conferenza stampa del 29 maggio 2009. Mi ha colpito la delicatezza, quasi il fastidio con cui ha trattato - o meglio non ha trattato - la questione morale (o immorale?) che investe il nostro Paese a causa dei comportamenti del presidente del consiglio, ormai dimostrati in modo inequivocabile: frequentazione abituale di minorenni, spergiuro sui figli, uso della falsità come strumento di governo, pianificazione della bugia sui mass media sotto controllo, calunnia come lotta politica.
Lei e il segretario della Cei avete stemperato le parole fino a diluirle in brodino bevibile anche dalle novizie di un convento. Eppure le accuse sono gravi e le fonti certe: la moglie accusa pubblicamente il marito presidente del consiglio di "frequentare minorenni", dichiara che deve essere trattato "come un malato", lo descrive come il "drago al quale vanno offerte vergini in sacrificio". Le interviste pubblicate da un solo (sic!) quotidiano italiano nel deserto dell'omertà di tutti gli altri e da quasi tutta la stampa estera, hanno confermato, oltre ogni dubbio, che il presidente del consiglio ha mentito spudoratamente alla Nazione e continua a mentire sui suoi processi giudiziari, sull'inazione del suo governo. Una sentenza di tribunale di 1° grado ha certificato che egli è corruttore di testimoni chiamati in giudizio e usa la bugia come strumento ordinario di vita e di governo. Eppure si fa vanto della morale cattolica: Dio, Patria, Famiglia. In una tv compiacente ha trasformato in suo privato in un affaire pubblico per utilizzarlo a scopi elettorali, senza alcun ritegno etico e istituzionale.
Lei, sig. Cardinale, presenta il magistero dei vescovi (e del papa) come garante della Morale, centrata sulla persona e sui valori della famiglia, eppure né lei né i vescovi avete detto una parola inequivocabile su un uomo, capo del governo, che ha portato il nostro popolo al livello più basso del degrado morale, valorizzando gli istinti di seduzione, di forza/furbizia e di egoismo individuale. I vescovi assistono allo sfacelo morale del Paese ciechi e muti, afoni, sepolti in una cortina di incenso che impedisce loro di vedere la "verità" che è la nuda "realtà". Il vostro atteggiamento è recidivo perché avete usato lo stesso innocuo linguaggio con i respingimenti degli immigrati in violazione di tutti i dettami del diritto e dell'Etica e della Dottrina sociale della Chiesa cattolica, con cui il governo è solito fare i gargarismi a vostro compiacimento e per vostra presa in giro. Avete fatto il diavolo a quattro contro le convivenze (Dico) e le tutele annesse, avete fatto fallire un referendum in nome dei supremi "principi non negoziabili" e ora non avete altro da dire se non che le vostre paroline sono "per tutti", cioè per nessuno.
Il popolo credente e diversamente credente si divide in due categorie: i disorientati e i rassegnati. I primi non capiscono perché non avete lesinato bacchettate all'integerrimo e cattolico praticante, Prof. Romano Prodi, mentre assolvete ogni immoralità di Berlusconi.
Non date forse un'assoluzione previa, quando vi sforzate di precisare che in campo etico voi "parlate per tutti"? Questa espressione vuota vi permette di non nominare individualmente alcuno e di salvare la capra della morale generica (cioè l'immoralità) e i cavoli degli interessi cospicui in cui siete coinvolti: nella stessa intervista lei ha avanzato la richiesta di maggiori finanziamenti per le scuole private, ponendo da sé in relazione i due fatti. E' forse un avvertimento che se non arrivano i finanziamenti, voi siete già pronti a scaricare il governo e l'attuale maggioranza che sta in piedi in forza del voto dei cattolici atei? Molti cominciano a lasciare la Chiesa e a devolvere l'8xmille ad altre confessioni religiose: lei sicuramente sa che le offerte alla Chiesa cattolica continuano a diminuire; deve, però, sapere che è una conseguenza diretta dell'inesistente magistero della Cei che ha mutato la profezia in diplomazia e la verità in servilismo.
I cattolici rassegnati stanno ancora peggio perché concludono che se i vescovi non condannano Berlusconi e il berlusconismo, significa che non è grave e passano sopra a stili di vita sessuale con harem incorporato, metodo di governo fondato sulla falsità, sulla bugia e sull'odio dell'avversario pur di vincere a tutti i costi. I cattolici lo votano e le donne cattoliche stravedono per un modello di corruttela, le cui tv e giornali senza scrupoli deformano moralmente il nostro popolo con "modelli televisivi" ignobili, rissosi e immorali.
Agli occhi della nostra gente voi, vescovi taciturni, siete corresponsabili e complici, sia che tacciate sia che, ancora più grave, tentiate di sminuire la portata delle responsabilità personali. Il popolo ha codificato questo reato con il detto: è tanto ladro chi ruba quanto chi para il sacco. Perché parate il sacco a Berlusconi e alla sua sconcia maggioranza? Perché non alzate la voce per dire che il nostro popolo è un popolo drogato dalla tv, al 50% di proprietà personale e per l'altro 50% sotto l'influenza diretta del presidente del consiglio? Perché non dite una parola sul conflitto d'interessi che sta schiacciando la legalità e i fondamentali etici del nostro Paese? Perché continuate a fornicare con un uomo immorale che predica i valori cattolici della famiglia e poi divorzia, si risposa, divorzia ancora e si circonda di minorenni per sollazzare la sua senile svirilità? Perché non dite che con uomini simili non avete nulla da spartire come credenti, come pastori e come garanti della morale cattolica? Perché non lo avete sconfessato quando ha respinto gli immigrati, consegnandoli a morte certa?
Non è lo stesso uomo che ha fatto un decreto per salvare ad ogni costo la vita vegetale di Eluana Englaro? Non siete voi gli stessi che difendete la vita "dal suo sorgere fino al suo concludersi naturale"? La vita dei neri vale meno di quella di una bianca? Fino a questo punto siete stati contaminati dall'eresia della Lega e del berlusconismo? Perché non dite che i cattolici che lo sostengono in qualsiasi modo, sono corresponsabili e complici dei suoi delitti che anche l'etica naturale condanna? Come sono lontani i tempi di Sant'Ambrogio che nel 390 impedì a Teodosio di entrare nel duomo di Milano perché "anche l'imperatore é nella Chiesa, non al disopra della Chiesa". Voi onorate un vitello d'oro.
Io e, mi creda, molti altri credenti pensiamo che lei e i vescovi avete perduto la vostra autorità e avete rinnegato il vostro magistero perché agite per interesse e non per verità. Per opportunismo, non per vangelo. Un governo dissipatore e una maggioranza, schiavi di un padrone che dispone di ingenti capitali provenienti da "mammona iniquitatis", si è reso disposto a saldarvi qualsiasi richiesta economica in base al principio che ogni uomo e istituzione hanno il loro prezzo. La promessa prevede il vostro silenzio che - è il caso di dirlo - è un silenzio d'oro? Quando il vostro silenzio non regge l'evidenza dell'ignominia dei fatti, voi, da esperti, pesate le parole e parlate a suocera perché nuora intenda, ma senza disturbarla troppo: "troncare, sopire ... sopire, troncare".
Sig. Cardinale, ricorda il conte zio dei Promessi Sposi? "Veda vostra paternità; son cose, come io le dicevo, da finirsi tra di noi, da seppellirsi qui, cose che a rimestarle troppo ... si fa peggio. Lei sa cosa segue: quest'urti, queste picche, principiano talvolta da una bagattella, e vanno avanti, vanno avanti... A voler trovarne il fondo, o non se ne viene a capo, o vengon fuori cent'altri imbrogli. Sopire, troncare, padre molto reverendo: troncare, sopire" (A. Manzoni, Promessi Sposi, cap. IX). Dobbiamo pensare che le accuse di pedofilia al presidente del consiglio e le bugie provate al Paese siano una "bagatella" per il cui perdono bastano "cinque Pater, Ave e Gloria"? La situazione è stata descritta in modo feroce e offensivo per voi dall'ex presidente della Repubblica, Francesco Cossiga, che voi non avete smentito: "Alla Chiesa molto importa dei comportamenti privati. Ma tra un devoto monogamo [leggi: Prodi] che contesta certe sue direttive e uno sciupa femmine che invece dà una mano concreta, la Chiesa dice bravo allo sciupa femmine. Ecclesia casta et meretrix" (La Stampa, 8-5-2009).
Mi permetta di richiamare alla sua memoria, un passo di un Padre della Chiesa, l'integerrimo sant'Ilario di Poitier, che già nel sec. IV metteva in guardia dalle lusinghe e dai regali dell'imperatore Costanzo, il Berlusconi cesarista di turno: "Noi non abbiamo più un imperatore anticristiano che ci perseguita, ma dobbiamo lottare contro un persecutore ancora più insidioso, un nemico che lusinga; non ci flagella la schiena ma ci accarezza il ventre; non ci confisca i beni (dandoci così la vita), ma ci arricchisce per darci la morte; non ci spinge verso la libertà mettendoci in carcere, ma verso la schiavitù invitandoci e onorandoci nel palazzo; non ci colpisce il corpo, ma prende possesso del cuore; non ci taglia la testa con la spada, ma ci uccide l'anima con il denaro" (Ilario di Poitiers, Contro l'imperatore Costanzo 5).
Egregio sig. Cardinale, in nome di quel Dio che lei dice di rappresentare, ci dia un saggio di profezia, un sussurro di vangelo, un lampo estivo di coerenza di fede e di credibilità. Se non può farlo il 50% di pertinenza del presidente della Cei "per interessi superiori", lo faccia almeno il 50% di competenza del vescovo di una città dove tanta, tantissima gente si sta allontanando dalla vita della Chiesa a motivo della morale elastica dei vescovi italiani, basata sul principio di opportunismo che è la negazione della verità e del tessuto connettivo della convivenza civile.
Lei ha parlato di "emergenza educativa" che è anche il tema proposto per il prossimo decennio e si è lamentato dei "modelli negativi della tv". Suppongo che lei sappia che le tv non nascono sotto l'arco di Tito, ma hanno un proprietario che è capo del governo e nella duplice veste condiziona programmi, pubblicità, economia, modelli e stili di vita, etica e comportamenti dei giovani ai quali non sa offrire altro che la prospettiva del "velinismo" o in subordine di parlamentare alle dirette dipendenze del capo che elargisce posti al parlamento come premi di fedeltà a chi si dimostra più servizievole, specialmente se donne. Dicono le cronache che il sultano abbia gongolato di fronte alla sua reazione perché temeva peggio e, se lo dice lui che è un esperto, possiamo credergli. Ora con la benedizione del vostro solletico, può continuare nella sua lasciva intraprendenza e nella tratta delle minorenni da immolare sull'altare del tempio del suo narcisismo paranoico, a beneficio del paese di Berlusconistan, come la stampa inglese ha definito l'Italia.
Egregio sig. Cardinale, possiamo sperare ancora che i vescovi esercitino il servizio della loro autorità con autorevolezza, senza alchimie a copertura dei ricchi potenti e a danno della limpidezza delle verità come insegna Giovanni Battista che all'Erode di turno grida senza paura per la sua stessa vita: "Non licet"? Al Precursore la sua parola di condanna costò la vita, mentre a voi il vostro "tacere" porta fortuna.
In attesa di un suo riscontro porgo distinti saluti.
Genova 31 maggio 2009
Paolo Farinella, prete
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Gli argomenti della lettera sono più che legittimi. Ci si chiede in sintesi perchè la Chiesa abbia mantenuto su queste questioni un basso profilo.
La risposta che mi do è la seguente: la sempre più stretta connessione tra Stato e Chiesa tanto invocata dall'attuale pontefice è un'arma a doppio taglio.
Certo la Chiesa può sperare di intromettersi pesantemente della vita politica ma è irrealistico pensare che non accada anche il contrario. Ci sono molti interessi in gioco, interessi anche economici (vedi i finanziamenti alle scuole "paritarie", ad esempio.)
Il Vaticano di fatto ha accettato di farsi strumentalizzare pur di imporre le sue opinioni a tutti - credenti e non - e ora ne paga le conseguenze.
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Aggiornamenti.
Don Paolo Farinella torna a parlare: un suo scritto successivo alla lettera qui pubblicata è apparso su un blog di contro-informazione, "Tafanus"; per completezza riporto il testo, parzialmente emendato onde evitare flame di bassissima lega.
Il Coro dell’emulazione
Non so se avete notato che dopo la mia lettera, che una volta pubblicata, è diventata la «nostra lettera» (solo due contestazioni ho ricevuto), a distanza di tre settimane ora tutti chiedono che «La Chiesa parli», intendendo che devono parlare i vescovi e il Vaticano. Prima “Avvenire”, poi Famiglia Cristiana”, poi di nuovo “Avvenire”, insomma ora c’è la corsa a prendere le distanze e ad esigere chiarimenti. Con alcuni distinguo:
-1) I vescovi continuano a tacere e credo che si contorcono nell’incertezza perché è chiaro che se Berlusconi deve rispondere alle domande di Repubblica e della stampa estera, è anche vero che prima o poi i vescovi devono cessare di tacere per impossibilità ambientale: saranno costretti a parlare. Parlare oggi o domani però non è la stessa cosa che avere parlato tre settimane fa o un mese fa. Ora è facile, perché i fatti sono incontrovertibili e sempre più gravi perché riflettono una immondezza da caduta dell’impero che impone il «si salvi chi può».
-2) Qualsiasi parola dei vescovi, oggi, non ha più autorevolezza perché è una parola detta sotto la pressione dell’opinione pubblica che aggrava il silenzio fin qui perseguito con diabolica perseveranza. Da uomini di Dio (lasciamo perdere!!!) ci si sarebbe aspettato che avessero già usato il linguaggio della verità e della profezia. Hanno osservato il silenzio della convenienza e dell’interesse, perdendo la loro credibilità non solo come vescovi, ma anche come semplici credenti e cittadini.
-3) La corruzione regna sul governo e paraggi, attorno ad un uomo che crede di divertire ancora con le sue barzellette stantie che sono un’offesa continua alle donne. Resto allibito che le donne cattoliche e non possano semplicemente pensare di votare un lenone del genere [che continua] a parlare di «Dio Patria e Famiglia». I cattolici che lo hanno sostenuto e che lo sostengono (compreso Casini che fu complice per anni) sono responsabili del degrado morale di cui si lamentano. In una intercettazione dello scorso anno di un colloquio tra Belusconi e Saccà, il primo ebbe a dire (mi scuso con le donne, specialmente cattoliche) che «Le donne più son cattoliche più son troie». Sono le stesse giovani donne che egli ha portato in parlamento e/o al governo offrendo loro incarichi delicati? E’ lecito chiederci: per quali meriti? La dignità di parlamentare (rappresentante del popolo) o di governo (ministra) è un moneta di scambio per favori sessuali cattolici?
-4) Mille domande sorgono dal cuore: perche le donne cattoliche che sono in parlamento e al governo non hanno reagito e non hanno mai detto una parola sul disprezzo che il loro capo e padrone dimostra su di loro? Come può una cattolica che presiede il ministero per le pari opportunità non dire una sola sillaba a favore delle donne []? Il ministro che difende le prostitute contro il dominio dei maschi come fa a collaborare con il talebano Berlusconi che potrebbe stare a suo pieno agio solo nell’Iran di Ahmadinejad? La Gelmini [] che mette voti a tutti, che voto dà al capo del governo che dovrebbe essere uno specchio specchiato di esempio e di onestà? Si parla di droga e nessuno ha ancora smentito. Tutti coloro che brucerebbero vivi i tossicodipendenti, dove sono? Hanno perso la lingua? La corruzione regna al governo e in parlamento, dove siedono anche condannati per delitti di mafia con sentenza definitiva. Il parlamento, simbolo dell’autonomia di una Nazione ridotta ad «aula sorda e grigia, bivacco di manipoli» di profittatori e ruffiani.
-5) Era una esigenza di vita, ascoltare la voce di coloro che si definiscono «pastori» cioè custodi e guardiani del diritto e della legalità. Lo esigeva la coscienza e lo imponeva i continui interventi che i vescovi non esitano a fare per esigere il rispetto di quelli che loro ritengono «i principi» o i tanto declamati «valori» con cui cani e porci fanno i gargarismi dentro e fuori la Chiesa.
-6) La signora D’Addario, [] ha sfidato il tenutario dell’harem istituzionale ad andare in tribunale e a provare «il complotto». Chi si ricorda della campagna denigratoria contro Prodi fatta dal «Il Giornale» della famiglia di Berlusconi con l’affare «Mitrokhin», una colossale bufala inventata di sana pianta dalla commissione d’inchiesta per delegittimare Prodi, troppo onesto per «il ciarpame politico» di stampo berlusconiano. Non potendo dimostrare nulla, scomparve la commissione parlamentare e dal Giornale si aspettano ancora invano le scuse. []
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- Forse non tutti sanno che mercoledì 21 gennaio 2008, il cardinale Angelo Bagnasco, vescovo di Genova per il ciclo «Cattedrale aperta» ha organizzato la conferenza «Laicità e libertà religiosa» scegliendo come moderatore Maurizio Belpietro, Direttore di Panorama. Per questa presenza, molti di noi non andammo perché ritenevamo quella presenza come un insulto alla laicità e alla libertà di coscienza. Come può parlare di questi temi uno che è a stipendio fisso di un presidente del consiglio che non sa cosa sia la coscienza e della laicità ne fa marmellata da spalmare su ogni tartina che spezza con il potere religioso per averne in cambio il consenso. Il cardinale forse non si era conto che la scelta di una persona di quella stoffa e di quella dipendenza era una chiara dichiarazione di collocazione culturale (!?), politica e religiosa. Alla luce di questo, forse oggi si capisce perché il cardinale continua a tacere, alimentando così i sospetti di una connivenza con l’immoralità e il degrado legale che ormai dilaga inarrestabile come una frana imponente.
-8) Personalmente penso che D’Alema e Casini stiano lavorando gomito a gomito per prepararsi alla caduta ormai imminente di Berlusconi: resterà il berlusconismo senza Berlusconi che ormai anche tra i suoi comincia ad essere di peso. Da una parte la destra e la gerarchia cattolica stanno tramando come e con chi affrontare la sostituzione di Berlusconi; dall’altra D’Alema e Casini affilano le armi secondo la migliore tradizione catto-comunista (questa sì!), cioè sotto banco. Le alleanze fatte a Bari (città scelta a caso?) sono il sintomo di un inizio della fine e per l’altro verso la fine di un inizio. Staremo a vedere.
A tutte e a tutti un abbraccio. Paolo Farinella, prete - Genova
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Hai fatto bene a tagliare, già così i flame mi sembrano inevitabili...
Mille domande sorgono dal cuore: perche le donne cattoliche che sono in parlamento e al governo non hanno reagito e non hanno mai detto una parola sul disprezzo che il loro capo e padrone dimostra su di loro?Forse per lo stipendio da parlamentare?
Farinella ci ha visto giusto. Berlusconi non ha amici, seguaci, sostenitori. Ha solo stipendiati.
Non a caso i maggiori quotidiani italiani, riferendosi a Villa Certosa, hanno spesso usato il termine "corte".
(Non che tutto il centrodestra sia così ovviamente.)Le alleanze fatte a Bari (città scelta a caso?) sono il sintomo di un inizio della fine e per l?altro verso la fine di un inizio.Ehi Leonov ma sapevi che la D'addario e l'amica sono mie "compaesane"? Io avevo sempre pensato che Bari fosse un postaccio e invece hai visto quante attrazioni turistiche che abbiamo?
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Ciao, Fortunecat.
@fortunecat said:
Hai fatto bene a tagliare, già così i flame mi sembrano inevitabili...
La lettera è molto dura, ma argomenta alcune posizioni. Ho rimosso - mi sembrava doveroso - le accuse non provate (non le domande, che sono sempre lecite ai potenti), gli sfottò non costruttivi e alcune gratuità che nulla avrebbero aggiunto alla sostanza, con il rischio invece di sviare il discorso su cose tutto sommato marginali.
@fortunecat said:
Farinella ci ha visto giusto. Berlusconi non ha amici, seguaci, sostenitori. Ha solo stipendiati.
Questo è un problema serio, ma non riguarda solo il vertice del governo: il sistema elettorale delle liste bloccate (valido per tutto l'arco parlamentare) crea pericolosissimi rischi di sottomissione e di vincolo perpetuo al blocco di potere che sceglie e posiziona i candidati quasi fossero pedine degli scacchi.
Se il legislatore non è più responsabile di fronte all'elettorato, ma deve tutto ad una ristretta cerchia di persone, la Democrazia come sistema politico è ad un punto di non ritorno e va rimessa quanto prima sui giusti binari.
@fortunecat said:
(Non che tutto il centrodestra sia così ovviamente.)
Ne sono convinto, per fortuna. I valori della Destra storica sono ben lontani da quelli attuali.
Allo stesso tempo, ho parecchi dubbi sulla Sinistra, che in certi frangenti mi sembra non meno preoccupante e inquietante dei suoi avversari.
@fortunecat said:
Ehi Leonov ma sapevi che la D'addario e l'amica sono mie "compaesane"? Io avevo sempre pensato che Bari fosse un postaccio e invece hai visto quante attrazioni turistiche che abbiamo?
Permettimi allora di augurare a Bari di trovare quanto prima migliori testimonial.
Nulla contro le signore e le loro scelte, ma credo che la città possa esibire di meglio - lo stesso spero di Napoli, Palermo, Milano, Roma e tutti gli altri comuni.
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La CEI prende infine posizione con un esplicito e duro richiamo contro il "libertinaggio" proprio alla vigilia del G8.
Dopo l'intervento del Presidente dell'Episcopato Italiano Cardinale Angelo Bagnasco ("La Chiesa non può ignorare l'emergenza morale"), anche il Segretario CEI Mons. Mariano Crociata emette un comunicato.
Libertinaggio non è affare privato.
Le severe parole di Mons. Mariano Crociata, Segretario Generale della Conferenza Episcopale Italiana, hanno lasciato un duro segno ed il premier sta studiando di tutto per trovare una risposta capace di ribaltare questa critica situazione al grido di "Dobbiamo impedire che pure la Chiesa faccia parte dell'assedio".
E così per invertire il trend negativo sta cercando di strappare alla Santa Sede un incontro con il Papa dopo il summit dell'Aquila.
Siccome Ratzinger ha inserito nella sua agenda un colloquio con il presidente americano Barack Obama, Berlusconi sta tentando di ottenerne uno pure lui, ma al momento per il Pontefice pare non sia previsto uno spazio per il capo del governo italiano.
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Il Giornale, quotidiano di proprietà Berlusconi, lancia oggi per mano del direttore Feltri un duro attacco al direttore dell'Avvenire: "Boffo, il supercensore condannato per molestie".
Feltri accusa il direttore dell'Avvenire Boffo di una vicenda giudiziaria a sfondo sessuale che lo avrebbe coinvolto nel 2001.E' poi seguita la polemica:
Feltri:
"Il direttore dell Avvenire non ha le carte in regola per lanciare anatemi furibondi contro altri peccatori, veri o presunti, e neanche per tirare le orecchie a Berlusconi."Boffo:
"Evidentemente il Giornale di Vittorio Feltri sa anche quello che io non so, e per avvallarlo non si fa scrupoli di montare una vicenda inverosimile, capziosa, assurda."Mi sembra bassissimo il livello di un direttore di giornale che per difendere il proprio padrone attacca a livello personale il direttore di un altro giornale.
Che interessa ai cittadini cosa può aver combinato o subito Boffa nel 2001? E' un direttore di giornale, mica il Presidente del Consiglio.
Se anche Boffa fosse il peggiore dei peccatori, questo renderebbe meno grave l'immoralità e le menzogne del nostro Presidente?
Purtroppo è cosa ben diversa quando un Presidente del Consiglio mente sistematicamente ai cittadini.In un secco comunicato, la CEI Conferenza Episcopale Italiana conferma piena fiducia a Boffo: "Il plateale e ripugnante attacco a Dino Boffo sulla prima pagina de Il Giornale di oggi è una chiara intimidazione al direttore di Avvenire e a tutta la redazione del quotidiano ma anche un attacco alla libertà di pensiero e di stampa".