@max0005 said:
Questo è da sempre un grande dilemma con molte religioni che richiedono che si "abbandoni" il pensiero razionale per fidarsi ciecamente dei testi sacri. La fede sarebbe, per l'appunto, la capacità di fidarsi ciecamente di qualcosa anche quando va contro ogni regola del buon senso.
Alcune definizioni di fede:
"La fede è la risposta dell'uomo a Dio che gli si rivela e gli si dona, apportando nello stesso tempo una luce sovrabbondante all'uomo in cerca del senso ultimo della vita". [www.vatican.va/archive/catechism_it/p1s1c1_it.htm]
"Adesione religiosa a una verità rivelata non sensibilmente tangibile, persuasione dell'esistenza di un Dio". [://dizionari.corriere.it/dizionario_italiano/F/fede.shtml]
"La virtù teologale del cristiano per la quale "con l'aiuto della grazia di Dio, egli crede esser vere le cose da Dio rivelate non a causa della verità intrinseca delle cose stesse esaminate alla luce della ragione naturale, ma per la verità del Dio rivelante che non puo né ingannarsi né ingannarci"" [Concilio Vaticano].
"credenza ferma e certa che si fonda su un interiore convincimento o su un?adesione all?autorità di altri, senza bisogno di prove di fatto o di dimostrazioni logiche" [dizionario Sapere.it].
Analizzando queste definizioni direi ad un primo impatto che la fede certamente richiede di utilizzare funzioni psichiche diverse dalla logica/ragione ad esempio emozioni/sentimenti (non sensibilmente tangibile), ma guardando alla prima definizione colgo che una ricerca razionale/filosofica del senso della vita può portare alla fede in Dio:).
Inoltre a livello psicologico sappiamo che la nostra mente spesso aderisce all'autorità altrui per risparmiare razionalmente il tempo, p.e.: se vado da un pediatra non gli chiedo se possiede la laurea nè se le medicine prescritte sono realmente valide nel mio caso, mi fido evitando di perdere tempo a verificare razionalmente (avete visto il pediatra che da 19 anni lavorava senza titolo!:o).
ciao
marlomb