• Super User

    @bsaett said:

    All'interessante dibattito aggiungo un tassello di non poco conto.
    Il Tar del Lazio qualche giorno fa ha depositato una decisione dalla quale si ricava chiaramente che idratazione ed alimentazione non possono essere imposte a nessuno, che sia persona cosciente od incosciente, lucida o in stato vegetativo, il suo diritto non muta.
    Tutti devono vedere rispettate le proprie volontà in merito all'interruzione di terapie. Obbligarli è una violazione della Costituzione italiana.

    Una domanda: se una persona non è in condizione di esprimere la propria volontà (incosciente o "delirante") come si procede? Ho letto molte volte di persone "salvate" solo perché facessero causa agli ospedali (eg: Testimoni di Geova in caso di trasfusione di sangue) o "salvate" sotto pressione di persone vicine (genitori in caso di figli maggiorenni, amici, compagni...). In questi casi la legge cosa dice?


  • Super User

    ***La sentenza. **"I pazienti in stato vegetativo permanente che non sono in grado di esprimere la propria volontà sulle cure loro praticate o da praticare e non devono in ogni caso essere discriminati rispetto agli altri pazienti in grado di esprimere il proprio consenso, possono, nel caso in cui loro volontà sia stata ricostruita, evitare la pratica di determinate cure mediche nei loro confronti". *

    E ancora: il paziente "vanta una pretesa costituzionalmente qualificata di essere curato nei termini in cui egli stesso desideri, spettando solo a lui decidere a quale terapia sottoporsi". Il Tar, nella sentenza n. 8560/09.

    Questo è ciò che della sentenza è stato riportato da Repubblica (il link è sopra).

    :ciauz:


  • Super User

    Innanzitutto chiedo scusa a CherryBlossom, non avevo visto che già aveva inserito il riferimento alla sentenza (ho problemi di connessione in questi giorni).

    Per rispondere a Max, nel caso in cui la persona non sia in grado di esprimere la propria volontà si procede con una verifica della volontà presunta. In genere lo fa un tribunale, che sente testimoni e stabilisce, quindi, quale probabilmente sarebbe stata la volontà della persona nel caso in cui fosse stata in grado di esprimerla. Molto importante è il ruolo dei rappresentanti della persona (tutori, genitori).
    Praticamente quello che accadde per Eluana, dove il tribunale stabilì per presunzioni quale sarebbe stata la volontà della ragazza. Nel caso specifico la questione fu facilmente (si fa per dire, visto che ci sono stati almeno 4 gradi di giudizio per le opposizioni anche di politici) risolta in quanto Eluana qualche tempo prima dell'incidente, davanti ad un amico che era in coma vegetativo, disse che non avrebbe mai voluto vivere in quel modo, e che avrebbe preferito gli fossero staccati gli strumenti che la tenevano artificialmente in vita.

    Concordo con quanto detto sopra. Per me la scelta deve rimanere sempre al paziente, od eventualmente ai suoi rappresentanti, genitori in primo luogo. Nel caso non ce ne fossero il tribunale dovrebbe nominare dei curatori con l'incarico di indagare sulla volontà presunta. Per me è assurdo che si facciano leggi che risolvano questi casi ad un tanto al chilo, con pericolosissime generalizzazioni. Credo che la dignità di vita, e il dolore provato, sono cose estremamente soggettive, e solo il singolo individuo può decidere per se stesso, quando quel limite di dignità è stato superato. Non certo uno Stato che nulla sa dei sentimenti e delle emozioni del singolo. Ingabbiare sentimenti ed emozioni, dolore e dignità, è non solo anticostituzionale, ma è un modo evidente per negare l'importanza delle individualità.


  • Super User

    @bsaett said:

    Innanzitutto chiedo scusa a CherryBlossom, non avevo visto che già aveva inserito il riferimento alla sentenza (ho problemi di connessione in questi giorni).
    .

    🙂 Grazie della delicatezza.
    Intendevo solo dare una traccia alla domand di Max in attesa del tuo arrivo e della tua risposta competente.

    Condivido pienamente la tua analisi.
    Auspico -come mi pare di aver gia detto- solo ad avere maggiori informazioni.
    Per decidere della mia eventuale vita futura, sperando che lo Stato appunto me ne dia la possibilità- vorrei avere delle informazioni serene, non inficiate da casi singoli e urgenti (come le notizie avute in concomintanza del caso Englaro; dove i sentimenti esposti e partecipati, coprivano la possibilità di restare lucidi ed obiettivi).

    Quando i fatti diventano strumenti politici, si perde spesso il contatto con la realtà e le informazioni (la possibilità di analisi) ne pagano le conseguenze.

    :ciauz:


  • User Attivo

    @bsaett said:

    Concordo con quanto detto sopra. Per me la scelta deve rimanere sempre al paziente, od eventualmente ai suoi rappresentanti, genitori in primo luogo. Nel caso non ce ne fossero il tribunale dovrebbe nominare dei curatori con l'incarico di indagare sulla volontà presunta. Per me è assurdo che si facciano leggi che risolvano questi casi ad un tanto al chilo, con pericolosissime generalizzazioni. Credo che la dignità di vita, e il dolore provato, sono cose estremamente soggettive, e solo il singolo individuo può decidere per se stesso, quando quel limite di dignità è stato superato. Non certo uno Stato che nulla sa dei sentimenti e delle emozioni del singolo. Ingabbiare sentimenti ed emozioni, dolore e dignità, è non solo anticostituzionale, ma è un modo evidente per negare l'importanza delle individualità.

    Pienamente daccordo con te caro bsaett.:vai:

    Ad esempio, se io non sarò in grado di decidere se togliere la spina, i miei figli sanno già quali sono le mie volontà e se ci fosse una legge che mi desse la possibilità di metterlo per iscritto prima, i problemi sarebbero risolti definitivamente.

    Affermo che queste decisioni devono essere prese dai diretti interesati e non da leggi che, come dice bene bsaett, nulla sanno dei sentimenti e delle emozioni di chi strova di fronte a tali scelte.

    :ciauz:


  • Super User

    Ciao Zeitgeist_gt,

    credo che una legge generale debba esserci per evitare dei litigi lunghi mesi fra le varie "fazioni" che chiedono l'alimentazione/idratazione artificiale e quelli che vorrebbero "staccare la spina" ma questa legge dovrebbe solo stabile delle "regole generali" lasciando poi valutare i singoli casi alle persone vicine e allo staff di medici che hanno seguito il paziente. 🙂


  • Super User

    Ciao Max,

    una legge generale già c'è. C'è l?articolo 32, comma 2, della Costituzione, l?articolo 3 della carta dei diritti fondamentali dell?Unione Europea e l?articolo 1 della legge n. 180 del 1978 che prevedono tutti che ogni individuo ha il diritto di non essere obbligato ad un determinato trattamento sanitario (se non per disposizione di legge, secondo la nostra carta costituzionale), e quindi vi è un generale diritto di rifiutare i trattamenti sanitari, fondato sulla disponibilità del bene salute da parte del diretto interessato. Sulla base di queste norme si è deciso il caso Englaro.

    Poi vi era un disegno di legge che mirava a precisare le modalità dell'estrinsecazione della volontò, disegno di legge accontonato e mai più ripreso, in seguito alla vicenda di Eluana.

    A questo punto la mia personale opinione è che sia meglio non fare nulla, visto che si peggiorano le cose quando si fanno leggi strumentali. Meglio lasciare le cose come stanno.


  • Super User

    Ciao bsaett,

    visto come stanno le cose forse è davvero meglio lasciare le cose come stanno o, al limite, creare una legge "anti-legge" ovvero che indichi di valutare ogni singolo caso individualmente lasciando le decisioni alle persone che sono vicino al paziente e ai medici.

    Una domanda, pubblicizzare così tanto un singolo caso di un paziente (come nel caso di Eluana dove i notiziari ne hanno parlato per diversi giorni se non settimane) non è una violazione del diritto alla Privacy? Se io fossi nella posizione di chi si trova vicino al paziente non vorrei avere l'attenzione di tutto il paese puntata sul caso... :mmm:


  • Super User

    Ciao Max,

    discutere di privacy in relazione ad un caso che è andato dinanzi ad un tribunale è abbastanza complicato. Tieni presente che ad un certo punto, per quello che è stato detto, fu lo stesso Beppino Englaro a voler continuare la battaglia legale in nome e per conto dei tanti che si trovavano nella stessa posizione della figlia, quindi il caso assurse a paradigma e simbolo.
    La sentenza conclusiva è stata infatti, per quello che mi costa, l'unica in quella materia, in Italia. Forse per questo è stata violentemente contestata, perchè finalmente poneva un punto fermo.
    Quindi discutere di privacy in questa situazione è oltremodo complicato. Certo è che le foto di Eluana non sono state pubblicate proprio perchè sarebbe stata una grave violazione del diritto alla privacy. Solo il padre avrebbe potuto autorizzare. So che foto della ragazza furono scattate di nascosto.
    Comunque, quel che è certo in quella vicenda ci sono state molti comportamenti illeciti. Nei mesi successivi all'epilogo, i legali di Beppino Englaro hanno avuto molto da fare, proponendo querele e denunce contro tutti coloro che, a loro dire, hanno violato la privacy di Eluana, hanno diffamato Beppino, e per altri reati configurabili.
    Alcune sentenze a favore di Beppino si sono già avute. Alcuni noti giornalisti sono stati infatti condannati per diffamazione, per aver scritto di Beppino come fosse un "assassino". Ma credo che stiamo andanro OT.


  • User Attivo

    Alcuni esempi in merito alla libertà di scegliere in ambito sanitario:

    • fino agli anni 60 praticare l'aborto era illegale, salvo alcuni casi di handicap gravi, (anche se veniva tollerato con più libertà di oggi, considerata unica chance economica e/o morale per la donna incauta)
    • da quando esistono i vaccini alcuni stati come il nostro costringono di fatto a farli non permettendo l'accesso a scuola pubblica, (la medicina omeopatica li sconsiglia vivamente)
    • da pochi anni è stata introdotta la donazione degli organi per default (non siamo quindi liberi di donare, ma siamo liberi di rifiutarci di donare), i medici, infatti, la praticano per prassi a meno che uno non dichiari di non volere l'espiazione in caso di morte (questa dichiarazione a un iter abbastanza difficile e soprattutto a causa dei tempi veloci in cui bisogna decidere l'espiazione degli organi essa viene anche disattesa)
      Detto questo mi pare che la discussione abbia già evidenziato come la nostra Costituzione già copre il caso del testamento biologico, la ritengo pertanto inutile e forse dannosa perchè non ha un respiro futuro, voglio dire oggi spesso si vede gente che esce fuori dal coma, od anche le cellule staminali stanno rivoluzionando la medicina al punto di far pensare curabili malattie come quelle dei cerebrolesi, in particolare quelli da trauma.

    Infine porrei un problema:

    oggi la legge sull'aborto prevede che in caso di sicura nascita di un disabile (va specificata la tipologia di handicap), si possa abortire, in linea con il testamento biologico dovremmo eliminare tutti i disabili con malattie o lesioni traumatiche cerebrali irreversibili o invalidanti:o o siccome sono nati senza libertà di scegliere farli vegetare:o?

    ciao:ciauz:
    marlomb