@Vernade said:
fantastico era il mio professore
permettimi però un'osservazione
altrimenti il povero goethe si gira nella tomba.
sicuramente sei d'accordo, da grande perfezionista di stile
per quanto riguarda la tua traduzione..avrei da ridire in diversi punti.
landolfi coglie perfettamnete il ritmo dell'originale, tu con la tua smania di 'ricompattare' la poesia lo perdi.
può essere una versione più moderna, ma non rende lo stile del vecchio goethe (e lo stile viene sempre rispettato anche se /proprio perché più antico).
la traduzione di landolfi 'se fossi una donna di casa' è in sintonia con l'originale. la parola 'donna' è importante perchè 'donna di casa' si oppone implicitamente a 'donna di strada' che è la protagonista. e anche perché "häusliches Weib" è un' espressione sorprendentemente pudica per una prostituta. io non la tralascerei
lo stesso discorso vale per la parola "uomo". è il centro della poesia insieme a "donna" che hai tralasciato prima e a cui è speculare.
e fra 'preghiera' e la tua traduzione 'orazione' per quello che interpreto io (ma questo è sempre soggetto appunto a interpretazione personale) è preghiera... oltre alla traduzione letterale è anche quella che fa più senso per il suo campo semantico..
preghiera esprime meglio il quasi "augurio" della prostituta. "se fossi una donna di casa e avessi il bene materiale necessario per mantenermi in modo da non essere costretta a fare la prostituta onorerei il mio uomo.
perciò la parola 'preghiera' rende la doppia matrice semantica di "recitare una preghiera" (una ballata così pudica e sensibile per una prostituta, cantata fra ballate triviali da renderla quasi una'preghiera' ) e "pregare" nel senso di un desiderio sincero espresso in una canzoncina.
mein senf.
'il mio "senape" '.
Grazie per le correzioni ortografiche! Quelle interpretative è altra cosa? Mi è difficile spiegartelo perché già non me lo richiedi, espressamente, quindi penso che non ti interessi. Poi perché il tuo punto di partenza (che chiamo logico, di fondamento) è diverso dal mio, conseguentemente diverso il giudizio (che chiamo etico, di misura) e ancora diversa l?emozione (che chiamo estetica, di piacere).
In altre parole: convergo, non condivido, mi allontano? ? è il destino di ogni individualista.
La poesia (non solo) di un autore qualsiasi è per me oggetto/cosa/materiale ? niente di più o di meno. Che mi vale nel punto/attimo in cui mi trovo ? o non mi vale ? arricchimento, crescita, miglioramento. Voglio dire: con essa/poesia (ma potrebbe trattarsi di persona, evento, situazione?), mi rapporto, interagisco, m?arruffo, fino a forzarmi/sforzarmi di interiorizzarla o di rigettarla.
Non sono (come si dice) un sentimentale? Non sono (come si dice) un tradizionalista? Non sono (come si dice) un intellettuale?
Tu ? mi sembra ? hai probabilmente il ?culto? sedimentato di Goethe, il ?culto? nostalgico di Landolfi, magari anche il ?culto? episodico dell?epigramma che ho proposto in questo topic? Io sicuramente no.
A me succede di incontrare/non incontrare, di rapinare/essere rapinato, di dimenticarmi/ricordarmi?
(Ma guarda!? Goethe redivivo, il tuo Landolfi e tu stessa, se m?incontraste o aveste fra le mani i miei libri o che altro, fareste esattamente la stessa cosa.)
eu.ro