Ciao Lamboston,
Indubbiamente l'esistenza inconsistente è il problema del nostro secolo.
Quando conta più la forma che l'intelletto che fare?
Molti, troppi sono i corpi animati dall'ossessione per la bellezza ( fine a se stessa) e ai modelli precostruiti.
Stiamo diventando gli uomini e le donne che escono dalla pubblicità, le amebe che passano l'estate in spiaggia a fare i galletti-e... e che importa se oltre al corpo c'è un'anima pulsante, infondo in tv non traspare.
@lamboston said:
stessa non cura del corpo come della mente
tutti inesorabilmente dediti al far niente
al niente
all'apocalisse del fare, dell'essere
quasi non fosse davvero più importante esserci
quasi contasse solo contarsi
e gioire... “ma quale gioire! Neanche patire”
respirare, ecco amorfo respirare
il nulla che c'è attorno
Mai parole più vere, sei stato d'una tattilità impressionate.
qui da me la notte sul porto
ogni notte
dalla stessa ora che il sole calando comanda
appoggiati in file orizzontali
sui bordi delle barche da pesca
stanno i gabbiani in attesa
disciplinatamente in fila ad attendere
che si levi l'ancora
e la notte si gridano a vicenda
“crai crai crai”
domani si leva l'ancora e ancora
ci leveremo noi ad attendere che
“crai crai crai”
partita
la barca torni con doni e doni e doni
per noi e per i piccoli
e noi aspetteremo in volo
questo santo ritorno e
“crai crai crai”
il ritorno ci porterà
il senso a quest'attesa paziente
e ancora il sole calerà e si leverà
“crai crai crai”
Il mondo animale, riesce ad avere una visuale vera. Gli uomini hanno perso gli occhi, hanno pupille vuote e guardare oltre il proprio naso diventa sempre più difficile.
L'urlo dei gabbiani sul mattino che si leva e il nostro non comprendere la loro voce è una conseguenza della Natura che a noi si nega.
ed oggi?
In riva al mare
non già l'attesa di un domani non atteso
non già il riposo spensierato
di chi ha dato e attende il frutto
solo il “non pensato”
di una vita grigia e tutta uguale
Che ci attende in riva al mare?
Sappiamo ancora attenderci qualcosa?
Forse siamo troppo abituati alla nostra grigia vita da averne dimenticato i colori...
talvolta per ascoltare un “crai” liberatorio
m'alzo in piena notte
stanco ma non domo
vado al mio porto dai gabbiani
li cerco
e inizio un lento silente e assordante
“crai crai crai”
Ma c'è ancora qualcuno in grado di riconoscere i richiami che la Natura ci dona..
Chissà se un giorno questa sensibilità non sarà bagaglio di tutti.
Io lo spero di cuore.
Dafne