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in riva al mareciao Dafne e WWW e tutti gli amici! 
 di tanto in tanto, tra mille conti e riunioni, riesco a scrivere qualcosa che ho in cuore. Sto finendo una piccola suite di pensieri estivi e voglio regalarvi, per quanto valga, un'immagine:IN RIVA AL MARE donne ragazze uomini ragazzi 
 bimbi bimbe tutti inesorabilmente uguali
 tutti terribilmente cicciottelli o magrissimi
 tutti parenti e figli d'un dio minore
 fors'anche maggiore
 ma anch'egli terribilmente omologatostessa non cura del corpo come della mente 
 tutti inesorabilmente dediti al far niente
 al niente
 all'apocalisse del fare, dell'essere
 quasi non fosse davvero più importante esserci
 quasi contasse solo contarsi
 e gioire... ?ma quale gioire! Neanche patire?
 respirare, ecco amorfo respirare
 il nulla che c'è attornopar che nulla conti in questo mondo 
 se non guardarsi attorno
 fare tutti la stessa cosa
 quasi che ogni giorno fosse uguale
 plasticamente uguale all'altro
 quasi che si aspettasse la feria per
 attendere il lavoro e il lavoro
 per attender la feriaqui da me la notte sul porto 
 ogni notte
 dalla stessa ora che il sole calando comanda
 appoggiati in file orizzontali
 sui bordi delle barche da pesca
 stanno i gabbiani in attesa
 disciplinatamente in fila ad attendere
 che si levi l'ancora
 e la notte si gridano a vicenda
 ?crai crai crai?
 domani si leva l'ancora e ancora
 ci leveremo noi ad attendere che
 ?crai crai crai?
 partita
 la barca torni con doni e doni e doni
 per noi e per i piccoli
 e noi aspetteremo in volo
 questo santo ritorno e
 ?crai crai crai?
 il ritorno ci porterà
 il senso a quest'attesa paziente
 e ancora il sole calerà e si leverà
 ?crai crai crai?ma oggi tra gli uomini 
 neanche un ?crai? di speranza si leva
 in riva al mare
 su questa spiaggia dorata
 che ha contenuto e portato le speranze
 della donna- 
coperta del velo e della speranza dell'attesa*
- 
guardando il mare bruno e lontano*
 ad attendere che l'uomo 
 tornasse vivo e carico di frutti e d'amore dal mare
 per giungere in riva al mare
 a cantare della pesca e del buon pesce
 della giornata fruttuosa e a volte luttuosa
 ma ogni attimo carica di speranza
 rassegnata a volte... ma speranzaed oggi? 
 In riva al mare
 non già l'attesa di un domani non atteso
 non già il riposo spensierato
 di chi ha dato e attende il frutto
 solo il ?non pensato?
 di una vita grigia e tutta ugualeneanche più l'amore di essere più bella - 
vituperato edonismo oggi t'agogno*
 neanche più il vitellone cuccatore del riflusso 
 solo piattezzatalvolta per ascoltare un ?crai? liberatorio 
 m'alzo in piena notte
 stanco ma non domo
 vado al mio porto dai gabbiani
 li cerco
 e inizio un lento silente e assordante
 ?crai crai crai?Giulianova, due otto otto XXXI 19.15 
 
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Ciao Lamboston, 
 Indubbiamente l'esistenza inconsistente è il problema del nostro secolo.
 Quando conta più la forma che l'intelletto che fare?
 Molti, troppi sono i corpi animati dall'ossessione per la bellezza ( fine a se stessa) e ai modelli precostruiti.
 Stiamo diventando gli uomini e le donne che escono dalla pubblicità, le amebe che passano l'estate in spiaggia a fare i galletti-e... e che importa se oltre al corpo c'è un'anima pulsante, infondo in tv non traspare.@lamboston said: stessa non cura del corpo come della mente 
 tutti inesorabilmente dediti al far niente
 al niente
 all'apocalisse del fare, dell'essere
 quasi non fosse davvero più importante esserci
 quasi contasse solo contarsi
 e gioire... “ma quale gioire! Neanche patire”
 respirare, ecco amorfo respirare
 il nulla che c'è attornoMai parole più vere, sei stato d'una tattilità impressionate. qui da me la notte sul porto 
 ogni notte
 dalla stessa ora che il sole calando comanda
 appoggiati in file orizzontali
 sui bordi delle barche da pesca
 stanno i gabbiani in attesa
 disciplinatamente in fila ad attendere
 che si levi l'ancora
 e la notte si gridano a vicenda
 “crai crai crai”
 domani si leva l'ancora e ancora
 ci leveremo noi ad attendere che
 “crai crai crai”
 partita
 la barca torni con doni e doni e doni
 per noi e per i piccoli
 e noi aspetteremo in volo
 questo santo ritorno e
 “crai crai crai”
 il ritorno ci porterà
 il senso a quest'attesa paziente
 e ancora il sole calerà e si leverà
 “crai crai crai”Il mondo animale, riesce ad avere una visuale vera. Gli uomini hanno perso gli occhi, hanno pupille vuote e guardare oltre il proprio naso diventa sempre più difficile. 
 L'urlo dei gabbiani sul mattino che si leva e il nostro non comprendere la loro voce è una conseguenza della Natura che a noi si nega.ed oggi? 
 In riva al mare
 non già l'attesa di un domani non atteso
 non già il riposo spensierato
 di chi ha dato e attende il frutto
 solo il “non pensato”
 di una vita grigia e tutta ugualeChe ci attende in riva al mare? 
 Sappiamo ancora attenderci qualcosa?
 Forse siamo troppo abituati alla nostra grigia vita da averne dimenticato i colori...talvolta per ascoltare un “crai” liberatorio 
 m'alzo in piena notte
 stanco ma non domo
 vado al mio porto dai gabbiani
 li cerco
 e inizio un lento silente e assordante
 “crai crai crai”Ma c'è ancora qualcuno in grado di riconoscere i richiami che la Natura ci dona.. 
 Chissà se un giorno questa sensibilità non sarà bagaglio di tutti.
 Io lo spero di cuore.Dafne