Il sistema culturale ed economico ha sempre segnato e controllato le modalità dei rapporti fra uomini e donne. Siamo in un'epoca di grande transizione e trasformazione.
Il matrimonio ha perso la sua centralità: ci si sposa piu' per convenzione che per convinzione (per convenienza in qualche caso) considerato l'altissimo numero di separazioni e divorzi.
La gestione dei conflitti all'interno della coppia sembra arrivata ad un punto di non ritorno: ma il problema credo sia piu' complesso e sfaccettato.
Non viviamo un'epoca di amore (ammesso che sia mai esistita), ma di rappresentazioni drammaturgiche:
ci sono tanti uomini e tante donne, che simulano tutti i sentimenti ed emozioni possibili, senza viverne profondamente nessuno.
E su queste basi, non c'è rapporto, nè dialogo che può reggere.
L'atteggiamento relazionale tanto dell'uomo che della donna sta diventando situazionista, ondivago e provvisorio.
Un nomadismo dei sentimenti e dei rapporti, che porterà ad una configurazione sociale e relazionale inedita, ancor lontana dal poter essere definita e di cui oggi osserviamo l'estrema caoticità.