Ciao a tutti,
ho seguito la vicenda della modifica dell'art. 70 della legge sul diritto d'autore.
Il diritto d?autore nasce come disciplina di compromesso tra gli interessi degli autori, titolari dei diritti, e quelli della collettività, fruitori dei contenuti.
La versione attuale dell?articolo 70 recita: ?il* riassunto, la citazione o la riproduzione di brani o di parti di opera e la loro comunicazione al pubblico sono liberi se effettuati per uso di critica o di discussione, nei limiti giustificati da tali fini e purché non costituiscano concorrenza all?utilizzazione economica dell?opera; se effettuati a fini di insegnamento o di ricerca scientifica l?utilizzo deve inoltre avvenire per finalità illustrative e per fini non commerciali*?.
Questa norma contempera le esigenze della collettività con i diritti dell?autore, affermando la rilevanza di taluni interessi collettivi, come il diritto di critica, il diritto alla discussione, all?insegnamento e alla ricerca scientifica, rispetto al diritto patrimoniale dell?autore. Il confronto sulle opere letterarie, scientifiche e di altro tipo, la discussione su di esse, è infatti una pietra essenziale per lo sviluppo di una società.
Di recente la Commissione Cultura ha, però, approvato il testo di un emendamento all?art. 70 della Legge sul diritto d?autore, introducendo l'ormai famigerato comma 1 bis, come sopra riportato
In internet, quindi, potrebbero essere utilizzate solo porzioni di opere di bassa qualità (la versione originale della norma specificava che immagini a bassa risoluzione sono immagini a non più di 500 punti, e musiche di bassa risoluzione sono musiche con frequenza di campionamento non superiore a 8 kh), trasformando di fatto l?intera rete in una raccolta di contenuti di basso livello. Ancora una volta si parte dal presupposto che la rete sia il male, intrinsecamente pericolosa e popolata da criminali, per cui si impone di fatto a tutti, indiscriminatamente, una restrizione qualitativa all?utilizzo dei contenuti. È infatti difficile pensare che si possa correttamente discutere o studiare un?opera culturale solo osservandone una copia sbiadita di una sua porzione.
La cosa più grave è data dal fatto che nel primo comma dell'art. 70 si parla di "uso commerciale", laddove nel comma 1 bis si parla di "lucro". A differenza dell?uso commerciale, cioè lo sfruttamento economico dell'opera, il lucro può essere anche la semplice riproduzione della foto su un blog personale al solo fine di discutere di un opera, nel momento in cui il blog ospita pubblicità. Se sul blog c?è pubblicità, casomai necessaria per ripagare almeno in parte il costo dello spazio web, allora, secondo la SIAE c?è lucro, e quindi la SIAE è nel pieno diritto di chiedere migliaia di euro perché si è pubblicata quella foto sul blog, anche se il titolare del sito non prende nemmeno un euro !!!:x
Penso che già tutti conosciamo cosa è avvenuto al sito Homolaicus , all?autore del quale la SIAE ha chiesto migliaia di euro per ottenere l?autorizzazione alla pubblicazione di opere di pittori contemporanei, dove il blog aveva l?unico scopo di discussione critica sulle opere medesime e non certo scopo commerciale, però purtroppo conteneva pubblicità, e quindi l?autore aveva il suo ?lucro? secondo la SIAE.
Il risultato sarà che sui blog e in internet solo chi ha i soldi potrà permettersi di pubblicare foto di opere, chi può fare a meno della pubblicità, come ad esempio WikiPedia. Chi invece necessità di qual paio di euro mensili per pagarsi lo spazio web non parlerà più di opere, ma dovrà adattarsi a parlare di ben altro, di veline casomai ! La cultura la lasciamo agli altri, specialmente ai paesi esteri dove queste norme non esistono.
E? importante, infatti, notare che una normativa del genere si applica solo in Italia. Negli USA, ad esempio, vige il principio del fair use, che sostanzialmente consente la riproduzione di immagini ed opere, senza autorizzazione, purché tale riproduzione non limiti i diritti patrimoniali dell?autore, a condizione che sia per finalità di promozione del progresso della scienza e delle arti.
Abbastanza interessante notare le risposte della SIAE all'autore di Homolaicus.
In pratica gli hanno detto che per fare cultura senza pagare la SIAE può:
mettere le foto in uno spazio web con password;
iscriversi all'albo dei giornalisti ( i giornalisti possono fare cultura, gli insegnanti no !).