• Contributor

    @giorgiotave ha detto in La rivoluzione del Adv Cambierà tutto per non cambiare nulla:

    @kal cioè, il futuro che si prevede, è basato solo sulla pagina che si sta visitando?

    Sì.

    Il problema grosso che vedo è che per un targeting comportamentale che sia davvero efficace, serve che sia:

    1. "di massa" e che
    2. abbia una granularità sufficiente.

    Ma per essere di massa, in qualche modo va ad invadere la privacy di un grandissimo numero di persone. E la granularità per ovvi motivi è l'opposto della privacy.

    Per andare incontro alle esigenze di privacy (non solo del pubblico, ma anche delle autorità regolatorie!) puoi:

    1. scegliere di ridurre la granularità delle informazioni che vai a raccogliere... ma comunque un certo livello di invasione della privacy resta (vedi il "while imperfect" di cui sopra). Oppure puoi ridurlo al punto in cui diventa inservibile per fare targeting. Primo scenario in cui il targeting comportamentale muore.

    2. assieme o in alternativa, puoi scegliere di renderlo opt-in (invece che opt-out com'è in tutte le proposte finora)... ma in quel caso va a cadere il requisito "di massa". Altro scenario in cui il targeting comportamentale va di fatto a sparire.

    Lo scenario che vedo è che le proposte che vedremo saranno di fatto sempre sotto attacco e si costruiranno nuove proposte di standard sempre più "difensive", finché diventeranno di fatto inservibili per gli inserzionisti.

    L'unica opzione che rimarrà sul tavolo alla fine per me è quella del targeting contestuale... che non richiede alcuna profilazione dell'utente, ma semplicemente l'analisi del contenuto in pagina.

    E le pagine non in grado di generare valore contestuale... beh, rimarranno senza annunci (o con annunci generalisti)! Con un ovvio incentivo per gli editori a costruire del contenuto che sia "contestualizzabile".

    Che poi era quello che faceva il primissimo Adsense, se ricordi. Aranzulla per dire sul targeting contestuale c'ha costruito su tutto il suo progetto, all'epoca.


  • Moderatore

    @giorgiotave ha detto in La rivoluzione del Adv Cambierà tutto per non cambiare nulla:

    se ho capito bene il potere passa al Browser che in base ai siti che navighi stabilisce un interesse e lo aggancia alla pubblicità, ma non passa alcun dato ad altri server?

    in realtà leggendo la specifica è in base ai domini che navighi, ogni dominio verrà classificato autonomamente in base ad una categorizzazione generale che per ora si immagina sia la taxonomia IAB.
    FAcciamo un esempio
    le url
    www.sportwebsite.com
    www.sportwebsite.com/tennis
    verranno classificate come sport generico

    le url invece
    tennis.sportwebsite.com
    tennis.sportwebsite.com/wilbledon
    verrebbero classificate come tennis


  • Moderatore

    Intanto continuano gli annunci.
    The TradeDesk e Liveramp Annuncia EUID alternative ID basato su UniversalID 2.0 ma pensato per l'Europa e il GDPR
    https://www.engage.it/programmatic/targeting-the-trade-desk-lancia-con-liveramp-euid-un-nuovo-id-pensato-per-leuropa.aspx


    F 1 Risposta
  • Moderatore

    @giorgiotave @kal @juanin
    Intanto arriva finalmente la prima proposta da IAB project Rearc (ci hanno messo solo 2 anni, non molto)

    Seller Defined Audience

    Si sta definendo uno standard affinché il publisher (o il sito internet) possa creare delle audience e condividerle nel bitstream attraverso delle etichette.

    E' una proposta interessante perché si sposa abbastanza bene con Topics API di Google, permettendo anche al publisher di avere controllo e sfruttare i propri dati riportando un po' di potere in mano al proprietario del sito.
    Voi che ne pensate?


    juanin giorgiotave 2 Risposte
  • Admin

    @filtro mi pare un approccio interessante che come dice ha molto in comune con le topic API, ma qui si va a un livello successivo.

    Già solo con questo modello mi vengono in mente decine di microsegmentazioni utilissime a fini di advertising che ad oggi il mercato non è neanche lontanamento pronto ad utilizzare.

    Nel mondo dell'ADV ad oggi il targeting sensato è davvero sotto utilizzato e secondo me è li che c'è il vero valore di campagne a grande impatto creativo e data-driven.

    Questo potrebbe essere un punto di partenza...ma il punto di arrivo è nell'educazione di chi fa campagne con questo modello. Ad oggi quando gli hai dato l'unico, il gender e l'age di fatto hai coperto il 90%...ma è ovviamente una modalità un tanto al kilo.


  • Contributor

    Oh, finalmente qualcosa di interessante, credo che si stia andando nella direzione giusta.

    Con una proposta del genere, nel mercato RTB non ci sarebbero più i singoli utenti, ma le audience per publisher. E sia la responsabilità tecnica che quella legale della profilazione ricadrebbe in capo al singolo publisher, come è giusto che sia.

    In questo modo i publisher che riescono a segmentare meglio il LORO pubblico avranno anche un vantaggio competitivo sulla raccolta pubblicitaria, quindi è una cosa comunque che invita all'ottimizzazione ed alla meritocrazia, non è uno sdraiarsi tutti su soluzioni pre-masticate fatte da terzi (che ad oggi lato inserzionista hanno performance vergognose, di poco sopra al puro random).


  • Community Manager

    @filtro OHHHHHHHH CHE BELLA COSA

    abbiamo materiale per una live molto grossa su tutto :d:


    F 1 Risposta
  • Moderatore

    @giorgiotave quando vuoi 🙂


  • Moderatore

    @juanin @kal la soluzione è interessante ma secondo me potrebbe limitare di molto la monetizzazione di piccoli publisher se non si entra a far parte di consorzi.

    Anche per grossi publisher potrebbe essere in difficolta a creare audience numericamente interessanti. Quindi consorziassi potrebbe essere interessante.

    @kal secondo me questo non escluderà terza parti che possano supportare i publisher. Quale publisher anche di alto livello è pronto a fare questo lavoro? e chi ha già le tecnologie pronte?
    Le tecnologie pronte sono sempre in mano a a DSP e SSP e se sono un advertiser di chi mi fiderò di più: della audience fatte da una tecnologia che è stata di successo nel passato oppure fatte da un publisher senza esperienza?


    juanin kal 2 Risposte
  • Admin

    @filtro definiscimi piccoli? Perché anche oggi se sei troppo piccolo difficilmente stai in piedi con la pubblicità.


    F 1 Risposta
  • Contributor

    @filtro ha detto in La rivoluzione del Adv Cambierà tutto per non cambiare nulla:

    @kal secondo me questo non escluderà terza parti che possano supportare i publisher. Quale publisher anche di alto livello è pronto a fare questo lavoro? e chi ha già le tecnologie pronte?

    Sì, ma anche lì è eventualmente la terza parte che si raccoglie gli utenti e poi nel marketplace mette le audience e non gli utenti.

    Più incasinato lato privacy policy (nel senso che devi nominare anche la terza parte, raccogliere il consenso separatamente etc.) ma comunque fattibile senza scadere nel mercato delle vacche digitali già citato altre volte.


  • Moderatore

    @juanin facciamo un esempio con un sito che ha 5Milioni di utenti, facciamo per via ottimistica che riusciamo a profilare il 70% degli utenti, mi rimangono 3.5 Milioni di utenti, mettiamo che riesco a creare 35 audience diverse abbiamo una media di 100K utenti per audience, non è numero grandissimo e sono stato molto ottimistico sulla capacità di profilazione e con un numero basso di audience interessanti.
    La maggior parte dei publisher potrebbero far fatica a fare audience socio demo sul 50% degli utenti.

    C'è un GAP tecnologico non banale da riempire


    juanin 1 Risposta
  • Admin

    @filtro però ovviamente qui non si riduce tutto a un unico publisher. Tu popoli audience che da quello che leggo sono si per publisher, ma sono di fatto all'interno di un contenitore globale...quindi presumo che chi pianifica potrà andare a lavorare su una audience "shared" che avrà un volume collettivo.

    Poi se invece vuoi lavorare su segmenti più specifici è ovvio che il bacino si riduce, ma cosa ti aspetti? E' proprio questa la pubblicità iper targettizzata. Meno ciccia, ma più buona.

    Non vedo il problema se il sistema funziona come ho capito leggendo il documento. Lo standard dovrebbe mirare a questo.


    F 1 Risposta
  • Moderatore

    @juanin ni lo standard prevede gli stessi label, ma avrai provider diversi quindi in teoria tu potresti comprare il dato da un provider diverso.

    se guardi a pagina 14 del documento c'è un esempio di json che prende più provider nella stessa chiamata che inviano la stessa taxonomy id


    juanin 1 Risposta
  • Admin

    @filtro per me lo devono affinare. Così come descritto rischia solo di aggiungere entropia. Invece questa cosa funziona se a prescindere la provider l'audience può essere utilizzata.


    F 1 Risposta
  • Moderatore

    @juanin non so così facendo rischi di non poter controllare la qualità di un'audience vanificando il tutto.

    La realtà dei fatti di oggi è che testi le piattaforme che hanno audience che performano meglio o peggio: facciamo un esempio in casa google.
    Le performance del algoritmo di bidding delle audience di google ads vs DV360 è tutto a vantaggio del primo (tanto che so che dovrebbero lavorarci per unirli) ma se vai a vedere alcune audience di DV360 in Google ads non ci sono e quindi le testi per vedere se funzionano, ma poi scopri che in Xandr hanno delle audience simili a quelle di DV360 e testi anche quelle. Scopri che quelle di Xandr funzionano meglio, quindi usi Xandr come piattaforma per fare Advertising su quelle audience.

    Questo è il motivo per esempio perché The TradeDesk ha preso molto mercato in US. Se togli questa parte come fai a controllare le performance di un provider?


  • Admin

    @filtro e tu dici che il modo non si trova? Essendo tutto Open si possono anche esporre se vuoi essere dentro dei transparency report di efficacia, rating etc etc...

    E conoscendo un po' oramai questo mercato gli unici che veramente possono fare la differenza qualitativamente sono gli editori stessi. Perché se speri che terze parti siano davvero interessate a fare della qualità il loro punto di forza allora stiamo andando verso una idea sbagliata di come dovrebbero davvero funzionare le cose.

    Io ti dico la verità. In tutti questi anni ho trovato solo mediocrità ad essere buono riguardo i vari attori di questo mercato. Con un po' di astuzia e impegno in più si potrebbero ottenere risultati di ordini di magnitudo superiori all'attuale status quo.


    F kal 2 Risposte
  • Contributor

    Credo siano problemi molto relativi.

    Una volta che l'audience la metti sul mercato (al posto del singolo utente), ci puoi associare delle metriche come un quality score associato all'audience, un po' come si fa per giudicare la qualità delle liste di email (hard bounce, soft bounce, etc.).

    Lato piattaforma di distribuzione adv diventa facile e veloce capire quali sono le micro-audience "buone" e quelle meno buone, facendo eventualmente dei bundle... il tutto dovrebbe essere facilmente scalabile in modo automatizzato.

    Lato publisher vedo quindi l'incentivo a costruire delle buone audience, segmentate secondo la domanda e le aspettative di mercato. Il publisher stesso verrà premiato sulle piattaforme se ha segmentato bene e riuscirà a spuntare prezzi migliori.

    E così facendo rischiano anche di essere utili agli inserzionisti! Cosa inaudita ad oggi sinceramente, le audience per interesse fanno pena.

    Capisco i problemi che ha detto sopra @filtro e i numeri sono quelli.

    Ma quello che è davvero interessante non è la difficoltà iniziale... ma quello che promette a livello di status una volta che si raggiunge un equilibrio di mercato.

    Insomma, finalmente la direzione potrebbe essere quella giusta.


    F 1 Risposta
  • Moderatore

    @juanin si ma quanti editori pensi che siano migliori delle attuali terze parti?
    non fanno quello di lavoro.

    negli states iniziamo ad avere Disney, Walmart che stanno facendo qualcosa, ma i budget sono altri...


  • Contributor

    @juanin ha detto in La rivoluzione del Adv Cambierà tutto per non cambiare nulla:

    E conoscendo un po' oramai questo mercato gli unici che veramente possono fare la differenza qualitativamente sono gli editori stessi. Perché se speri che terze parti siano davvero interessate a fare della qualità il loro punto di forza allora stiamo andando verso una idea sbagliata di come dovrebbero davvero funzionare le cose.

    Quotone su questo. Le piattaforme sono interessate solo a far volume, un tanto al chilo. Perché questo è il modo in cui massimizzano la revenue: aumentando l'inventory.

    Lato editore la metrica principe è quella dell'RPM.


    F 1 Risposta