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@filtro Ok, mi devi perdonare se faccio confusione coi termini.
Però ammetterai che c'è confusione quando Google è SIA adnetwork (Google Ads) CHE adserver (DCM)?
Cosa impedisce a Google di dire: hey Google Ads, manda fuori ai client le richieste di asta per gli interest group COME SE biddassero (poniamo) 2x o 3x? E poi correggi di nuovo in entrata in modo che l'inserzionista comunque non paghi più di quando biddato e l'editore non si veda riconosciuto di più di quanto pattuito? Questo al solo scopo di prenotarsi tutto l'inventory?
Chiaro, l'editore ha sempre la facoltà di impostare i floor e quindi con questo in qualche modo l'editore si tutela (di fatto relegando il rimanente all'invenduto... come peraltro già succede ora).
A meno che non ci sia qualche meccanismo di trasparenza che m'è sfuggito.
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@kal DCM no è l'adserver per publisher, EX DCM è l'adserver per gli advertiser.
Per i publisher l'adserver è AdManager.
Le aste no avvengono nel adserver ma nel AdExchange.Dentro ad AdExchange non partecipa solo Google, ma tutte le SSP collegate e tutte le DSP collegate. (Ad Esempio Criteo partecipa dentro Adexchange di Google)
Perché Google dovrebbe far moltiplicare per 2 le aste per le audience?
A google come a tutti gli editori interessa che i cpm base delle aste aumentino quindi metto in competizione sullo stessa impression più elementi che vinca il targeting contestuale o che vinca la audience google e l'editore guadagnano uguale basta che il CPM sia alto.Per Google (e per tutte le adTech) è molto più interessante dare modo agli advertiser di targetizzare una impressione in diversi modi così ci sono più elementi in asta.
Facciamo un esempio anche lato search un errore che viene fatto da n mila specialisti campagne brand e campagne DSA
Prima della campagne DSA potevo entrare in un'asta solo scegliendo le keywords, oggi con DSA posso entrare in aste senza scegliere le keywords.
Uno degli errori che vedo più spesso fare è dimenticarsi di mettere il nome del brand come keyword negativa nelle campagne DSA. Magicamente quelle campagne hanno performance di conversione incredibili, in realtà tutte le conversioni arrivano da query brand che ho visto pagare con CPC 10 volte più alti delle campagne brand basate su keywords.Google senza inventarsi strani artifici da te descritti ha aumentato le revenue semplicemente aggiungendo elementi all'asta.
Stessa cosa con Interessi, remarketing, contestual targeting: ho 3 modi per andare in asta sulla stessa impressione, questo automaticamente aumenta il CPM di base del asta.
Stai cercando di immaginare fare truffaldini di Google o di altri, quando esistono modi molto più semplici per guadagnare di più sulla singola impressions.
L'audience targeting l'ho usato in modo profittevole, l'ho usato anche in Google Ads Display(è su questo il buon Tinti è maestro del display Network), l'ho usato in Adform, in Google DV360, certo non aveva obiettivi di performance, tranne in Adform che per un qualche motivo riesce a farmi pagare programmatic puro a cpc come Google Ads, ed ai tempi di iprospect qualche soddisfazione me la sono tolta con il team programmatic
1 Risposta -
@filtro ha detto in La rivoluzione del Adv Cambierà tutto per non cambiare nulla:
Stessa cosa con Interessi, remarketing, contestual targeting: ho 3 modi per andare in asta sulla stessa impressione, questo automaticamente aumenta il CPM di base del asta.
Stai cercando di immaginare fare truffaldini di Google o di altri, quando esistono modi molto più semplici per guadagnare di più sulla singola impressions.Io so solo che tutte le campagne che ho provato a far girare SOLO in contestuale, senza "targeting automatico", non hanno mai girato. E questo nonostante offerte alte e budget congrui.
Semplicemente non partono, fanno numeri ridicoli. Roba da 10% del budget giornaliero nonostante una strategia di offerta massimizza i clic (per la serie: bidda quel che ti pare ma falla girare).
Ne ho dedotto che fossero frenate a monte, per qualche motivo.
E questa cosa succede da quando Google ha iniziato a spingere forte sul targeting per interessi, diciamo dal 2015 in poi.
Questo punto comunque secondo me non descrive bene la situazione:
@filtro ha detto in La rivoluzione del Adv Cambierà tutto per non cambiare nulla:
A google come a tutti gli editori interessa che i cpm base delle aste aumentino quindi metto in competizione sullo stessa impression più elementi che vinca il targeting contestuale o che vinca la audience google e l'editore guadagnano uguale basta che il CPM sia alto.
Per Google (e per tutte le adTech) è molto più interessante dare modo agli advertiser di targetizzare una impressione in diversi modi così ci sono più elementi in asta.Il problema di base è che ci sono molte più impression da riempire che inserzionisti che le riempiano. Tu guardi solo la parte alta del mercato, con relativamente poche pagine competitive, dove quello che dici ha perfettamente senso... ma c'è una coda lunga enorme di pagine fuffa piene di annunci pubblicitari che totalizzeranno probabilmente il 99% dell'ad inventory.
Quelle pagine, se io andassi solo con il contestuale, non riceveranno MAI manco UNA impression di inserzionisti.
Quindi per Google è molto più utile ed interessante spammare in giro i miei annunci Display senza alcun riguardo per contesto e posizionamento, riempiendo così un inventory altrimenti invenduto.
Stessa cosa ad esempio succede con gli annunci nelle applicazioni mobile.
Un tempo era facile escludere le app dalle campagne Display (indispensabile se non vuoi bruciare tutto il budget pubblicitario sotto ai ditoni della gente che clicca per sbaglio). Oggi per escludere le app devi mettere a manina 800 spunte per escludere tutte le categorie una per una.
(almeno era così l'ultima volta che ho guardato)
Quindi ti contesto un po' il fatto che il primo interesse degli ad network sia quello di massimizzare il ritorno sulla singola impression.
Il primo interesse degli ad network (Google in testa) è e rimane quello di riempire l'inventory e non rimanere con gli spazi invenduti, con buona pace degli interessi degli inserzionisti. In misura minore sta cosa vale anche per gli editori oltretutto: per loro sarebbe oro poter andare 100% gestito e senza intermediari.
Il 90% del margine sta lì.
@filtro ha detto in La rivoluzione del Adv Cambierà tutto per non cambiare nulla:
L'audience targeting l'ho usato in modo profittevole, l'ho usato anche in Google Ads Display(è su questo il buon Tinti è maestro del display Network)
Non nego che ci possano essere dei modi per far girare delle campagne profittevoli anche con il targeting per audience. Ma sono eccezioni e non la regola.
F 1 Risposta -
@kal l'obiettivo degli adnetwork è soddisfare l'advertiser: la viewability è ad oggi più importante di molto altro.
preferisco non riempire un inventory se quella inventori non è di qualità, ad esempio oggi in DV360 posso mettere una regola che sotto una certa viewability media la campagna non deve erogare.In Google Ads, Google è in una situazione limite: va in asta a CPM nel Network (ora Adsense e Adex sono la stessa cosa) ma al advertiser fa pagare a CPC: il modello deve fare molta attenzione a dove mostrare gli annunci.
Stai disegnando Google e le SSP solo come delle arraffa soldi, mentre prima di tutto devono fare un lavoro di qualità altrimenti perdono clienti.
Stai valutando un sistema in base alla tua esperienza.
Il mercato va verso la qualità certo poi ci sono situazioni limite come in tutto, ma pensare che in base alla tua visione per quanto professionale, comunque limitata hai stabilito che il contestual targeting è bloccato e che il programmatic è una truffa (solo buono a fare impressions) io la trovo una visione distorta.
1 Risposta -
@filtro ha detto in La rivoluzione del Adv Cambierà tutto per non cambiare nulla:
Stai disegnando Google e le SSP solo come delle arraffa soldi, mentre prima di tutto devono fare un lavoro di qualità altrimenti perdono clienti.
Guarda, te la sposerei volentieri sta cosa... ma semplicemente non è vera. Non per Google perlomeno.
Google si trova da anni in una posizione dominante del mercato in cui riveste più ruoli contemporaneamente.
E' un monopolista di fatto o comunque ha posizioni enormemente dominanti nei mercati:
- dei motori di ricerca
- degli adserver (Ad Manager)
- della analitica digitale (GA)
- dei browser (Chrome)
- dei sistemi operativi mobile (Android)
- delle piattaforme video (quasi dimenticavo YouTube!)
E in ciascuno di questi settori ha attuato tattiche di abuso di posizione dominante che sono direi sotto agli occhi di tutti e non credo sia nemmeno in topic mettersi a snocciolarle tutte. Anzi no, una ci sarebbe da menzionare ed è l'accordo "Jedi Blue" che avrebbero fatto con Facebook nel 2018 per manipolare le aste a favore di quest'ultimo.
A proposito del fatto che Google non manipolerebbe mai le aste.
Tutto da dimostrare naturalmente, ma le accuse sono pesantine e minano a mio parere in modo molto forte la credibilità di Google stesso... anche perché ho letto dei timidi tentativi di difesa a livello di PR, ma nulla di davvero forte o convincente. Segno che si stanno preparando a difendersi in tribunale.
In generale l'idea di un Google buono al servizio di utenti ed inserzionisti è da mò che è tramontata.
E' una corporation e come tutte le corporation tiene in massimo conto solo una cosa: gli asset degli investitori. Il resto passa inevitabilmente in secondo piano.
E lo dico con la mano sul cuore eh, sono come molti qua dentro un early adopter della primissima ora.
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Nuovi importanti aggiornamenti
Più dettagli su FLOC e privacy sandbox
https://blog.google/products/chrome/privacy-sustainability-and-the-importance-of-and/Ed un sito tutto nuovo sulla privacy sandbox
Naturalmente abbiamo le prime osservazioni di tutto. Interessante l’analisi fatta da Lukas Olejnik su Twitter https://twitter.com/lukolejnik/status/1377274245684858885?s=21
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E siamo ai nuovi aggiornamenti da Google.
Viene presentato l'evoluzione di FLoC che sembra superare i limiti legati alla privacy sarà interessante osservar i commenti e le osservazioni delle prossime settimane ecco a voi Topics:
L'annuncio
https://blog.google/products/chrome/get-know-new-topics-api-privacy-sandbox/le specifiche tecniche
https://github.com/jkarlin/topics
1 Risposta -
Molto interessante, e sicuramente un passo importante nella direzione giusta. Molto valido l'approccio di trasparenza nei confronti dell'utente che è stato scelto che era uno dei grandi punti deboli di FLoC (gli ID delle coorti oggettivamente nun se potevano vedè).
Questa parte qua comunque mi ha fatto un po' sorridere:
While imperfect, this is clearly better for user privacy than cookies.
Che è un po' come ammettere che il targeting comportamentale nei network di terze parti non è tecnicamente possibile senza che in qualche modo la privacy dell'utente venga in qualche modo sacrificata, poco o tanto che sia.
(e come da copione, è giusto giusto una noticina in fondo al papiro)
Io ribadisco che non vedo un grande futuro nel targeting comportamentale fuori dai network di prima parte.
E non sono il solo a pensarla così, giusto stamani ho letto questo thread su Twitter con un sacco di riflessioni condivisibili:
https://twitter.com/thezedwards/status/1486007743408263168
contextual-only is the future of online advertising. imo the bidstream as we know it has ~18 months left.
Su questo punto ci metto la firma abbastanza tranquillamente.
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@filtro se ho capito bene il potere passa al Browser che in base ai siti che navighi stabilisce un interesse e lo aggangia alla pubblicità, ma non passa alcun dato ad altri server?
@kal cioè, il futuro che si prevede, è basato solo sulla pagina che si sta visitando?
Scusate se faccio queste domande, ho bisogno di semplificare un attimo la faccenda
F 2 Risposte -
@giorgiotave ha detto in La rivoluzione del Adv Cambierà tutto per non cambiare nulla:
@kal cioè, il futuro che si prevede, è basato solo sulla pagina che si sta visitando?
Sì.
Il problema grosso che vedo è che per un targeting comportamentale che sia davvero efficace, serve che sia:
- "di massa" e che
- abbia una granularità sufficiente.
Ma per essere di massa, in qualche modo va ad invadere la privacy di un grandissimo numero di persone. E la granularità per ovvi motivi è l'opposto della privacy.
Per andare incontro alle esigenze di privacy (non solo del pubblico, ma anche delle autorità regolatorie!) puoi:
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scegliere di ridurre la granularità delle informazioni che vai a raccogliere... ma comunque un certo livello di invasione della privacy resta (vedi il "while imperfect" di cui sopra). Oppure puoi ridurlo al punto in cui diventa inservibile per fare targeting. Primo scenario in cui il targeting comportamentale muore.
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assieme o in alternativa, puoi scegliere di renderlo opt-in (invece che opt-out com'è in tutte le proposte finora)... ma in quel caso va a cadere il requisito "di massa". Altro scenario in cui il targeting comportamentale va di fatto a sparire.
Lo scenario che vedo è che le proposte che vedremo saranno di fatto sempre sotto attacco e si costruiranno nuove proposte di standard sempre più "difensive", finché diventeranno di fatto inservibili per gli inserzionisti.
L'unica opzione che rimarrà sul tavolo alla fine per me è quella del targeting contestuale... che non richiede alcuna profilazione dell'utente, ma semplicemente l'analisi del contenuto in pagina.
E le pagine non in grado di generare valore contestuale... beh, rimarranno senza annunci (o con annunci generalisti)! Con un ovvio incentivo per gli editori a costruire del contenuto che sia "contestualizzabile".
Che poi era quello che faceva il primissimo Adsense, se ricordi. Aranzulla per dire sul targeting contestuale c'ha costruito su tutto il suo progetto, all'epoca.
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@giorgiotave ha detto in La rivoluzione del Adv Cambierà tutto per non cambiare nulla:
se ho capito bene il potere passa al Browser che in base ai siti che navighi stabilisce un interesse e lo aggancia alla pubblicità, ma non passa alcun dato ad altri server?
in realtà leggendo la specifica è in base ai domini che navighi, ogni dominio verrà classificato autonomamente in base ad una categorizzazione generale che per ora si immagina sia la taxonomia IAB.
FAcciamo un esempio
le url
www.sportwebsite.com
www.sportwebsite.com/tennis
verranno classificate come sport genericole url invece
tennis.sportwebsite.com
tennis.sportwebsite.com/wilbledon
verrebbero classificate come tennis
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Intanto continuano gli annunci.
The TradeDesk e Liveramp Annuncia EUID alternative ID basato su UniversalID 2.0 ma pensato per l'Europa e il GDPR
https://www.engage.it/programmatic/targeting-the-trade-desk-lancia-con-liveramp-euid-un-nuovo-id-pensato-per-leuropa.aspx
F 1 Risposta -
@giorgiotave @kal @juanin
Intanto arriva finalmente la prima proposta da IAB project Rearc (ci hanno messo solo 2 anni, non molto)Si sta definendo uno standard affinché il publisher (o il sito internet) possa creare delle audience e condividerle nel bitstream attraverso delle etichette.
E' una proposta interessante perché si sposa abbastanza bene con Topics API di Google, permettendo anche al publisher di avere controllo e sfruttare i propri dati riportando un po' di potere in mano al proprietario del sito.
Voi che ne pensate?
2 Risposte -
@filtro mi pare un approccio interessante che come dice ha molto in comune con le topic API, ma qui si va a un livello successivo.
Già solo con questo modello mi vengono in mente decine di microsegmentazioni utilissime a fini di advertising che ad oggi il mercato non è neanche lontanamento pronto ad utilizzare.
Nel mondo dell'ADV ad oggi il targeting sensato è davvero sotto utilizzato e secondo me è li che c'è il vero valore di campagne a grande impatto creativo e data-driven.
Questo potrebbe essere un punto di partenza...ma il punto di arrivo è nell'educazione di chi fa campagne con questo modello. Ad oggi quando gli hai dato l'unico, il gender e l'age di fatto hai coperto il 90%...ma è ovviamente una modalità un tanto al kilo.
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Oh, finalmente qualcosa di interessante, credo che si stia andando nella direzione giusta.
Con una proposta del genere, nel mercato RTB non ci sarebbero più i singoli utenti, ma le audience per publisher. E sia la responsabilità tecnica che quella legale della profilazione ricadrebbe in capo al singolo publisher, come è giusto che sia.
In questo modo i publisher che riescono a segmentare meglio il LORO pubblico avranno anche un vantaggio competitivo sulla raccolta pubblicitaria, quindi è una cosa comunque che invita all'ottimizzazione ed alla meritocrazia, non è uno sdraiarsi tutti su soluzioni pre-masticate fatte da terzi (che ad oggi lato inserzionista hanno performance vergognose, di poco sopra al puro random).
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@filtro OHHHHHHHH CHE BELLA COSA
abbiamo materiale per una live molto grossa su tutto
F 1 Risposta -
@giorgiotave quando vuoi
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@juanin @kal la soluzione è interessante ma secondo me potrebbe limitare di molto la monetizzazione di piccoli publisher se non si entra a far parte di consorzi.
Anche per grossi publisher potrebbe essere in difficolta a creare audience numericamente interessanti. Quindi consorziassi potrebbe essere interessante.
@kal secondo me questo non escluderà terza parti che possano supportare i publisher. Quale publisher anche di alto livello è pronto a fare questo lavoro? e chi ha già le tecnologie pronte?
Le tecnologie pronte sono sempre in mano a a DSP e SSP e se sono un advertiser di chi mi fiderò di più: della audience fatte da una tecnologia che è stata di successo nel passato oppure fatte da un publisher senza esperienza?
2 Risposte -
@filtro definiscimi piccoli? Perché anche oggi se sei troppo piccolo difficilmente stai in piedi con la pubblicità.
F 1 Risposta -
@filtro ha detto in La rivoluzione del Adv Cambierà tutto per non cambiare nulla:
@kal secondo me questo non escluderà terza parti che possano supportare i publisher. Quale publisher anche di alto livello è pronto a fare questo lavoro? e chi ha già le tecnologie pronte?
Sì, ma anche lì è eventualmente la terza parte che si raccoglie gli utenti e poi nel marketplace mette le audience e non gli utenti.
Più incasinato lato privacy policy (nel senso che devi nominare anche la terza parte, raccogliere il consenso separatamente etc.) ma comunque fattibile senza scadere nel mercato delle vacche digitali già citato altre volte.