Oggi si parla molto di creatività, probabilmente perchè questo aspetto trascurato educativamente nei secoli passati è diventato ora sinonimo di sopravvivenza, mi spiego:
la globalizzazione implica continuo arrivo di stimoli da contesti vicini e lontani
era dell'informazione implica avere continuamente a disposizione un numero d'informazioni superiori alle nostre capacità mnemoniche
flessibilità implica organizzazioni, mestieri, mercati in continuo dinamismo
in questo contesto si reputa
la creatività elemento determinante per affrontare la realtà.
La scuola passata è stata per lungo tempo basata su una didattica autoritaria, in quanto il contesto consentiva che una ricetta del docente basata su trasmissione di nozioni e consolidamento tramite esercizio pratico o sperimentale, fosse idonea a istruire cittadini autosufficienti.
La scuola degli ultimi 50 anni diventa invece attiva, pone attenzione al saper fare, ossia non si accontenta di trasmissioni di sapere, in cui il metodo autoritario è senz'altro efficiente, ma vuole le competenze (organizzare, classificare, associare, ...) sempre più complesse, per far questo apre all'alunno sfruttando le nuove conoscenze psicologiche, vedi la motivazione, i livelli cognitivi, ... piuttosto che il comportamento causa-effetto, inoltre apre all'ambiente familiare ed alla società (decreti delegati, consigli d'Istituto, ...), spingendo dall'esterno e dall'interno l'alunno alla conoscenza.
Gli ultimi anni della scuola pongono ora l'attenzione anche al saper essere, in particolare studi sulla creatività asseriscono che un clima democratico nella scuola e nella famiglia, un apertura al diverso proposto dall'alunno rispetto ad una bocciatura perchè non normale, determina l'humus in cui cresce la piantina della creatività. Molti poi gli studi sulle intelligenze, passando dalla vecchia intelligenza razionale alle intelligenze (emotiva, linguistica, artistica, ..., v.Goleman).
La mia opinione è che tutto va mantenuto e rielaborato in funzione del contesto, ovvero il modello autoritario la classica lezione cattedratica rimane il miglior modo per trasmettere nozioni di base utili a creare nell'alunno le basi su cui farsi una opinione sua; a questo deve seguire il modello cooperativo che incentiva l'alunno ad esprimere le sue opinioni da elaborare insieme a quelle del maestro, in un processo di osmosi cooperativa.
Il tutto può funzionare solo nel rispetto, ossia nella convizione del discente che il docente è autorevole (non sa tutto, ma sa come cercare le soluzioni, non la soluzione), e nella convinzione del docente che l'alunno è creativo ossia può tra cognizioni ricevute e vissuto elaborare nuove soluzioni.
ciao
marlomb