Buon pomeriggio
ho parlato con il commercialista, il quale mi ha fornito copia dei documenti che a novembre 2016 ha inviato all'agenzia delle entrate per rimediare all'errore commesso.
Il commercialista dice che la risposta verbale che il referente dell'A.E. mi ha dato (ovvero che chiuderà la mia pratica soltanto se l'unico ex socio rimasto paga i suoi debiti con il fisco) oltre a non avere senso (così come gentilmente mi avete confermato anche qui nel forum), rimane una risposta verbale.
In sostanza il commercialista sostiene che a seguito della sua istanza telematica, credo fatta tramite CIVIS come indicato nella lettere dell'agenzia delle entrate, è necessario attendere una risposta scritta da parte dell'A.E, e non verbale come quella che mi stata data dal referente dell'A.E.
Lui dice che non devo fare nulla se non aspettare.
Inoltre da quello che credo di aver capito il commercialista non ha fatto ricorso ma ha presentato:
"Richiesta di esercizio dell'autotutela" a mia firma nella quale io delego il commercialista a seguire tale pratica un elenco di file allegati (tramite CIVIS) di cui l'A.E. ha confermato l'acquisizione assegnando un numero di protocollo.E' corretto così oppure sarebbe stato più appropriato/efficace il ricorso alla commissione tributaria?
Io piuttosto che attendere volevo tornare dal referente dell'A.E. e dirgli che il commercialista attende una risposta scritta.
Che dite?
Grazie anticipatamente per i vostri commenti/suggerimenti.