• User

    Errore o malafede del commercialista?

    Buon pomeriggio,
    chiedo cortesemente un vostro consiglio in merito alla questione di seguito descritta:

    • l'agenzia delle entrate manda a mio nome una lettera perchè da un controllo incrociato non dovevo dichiarare il "coniuge a carico" per l'anno 2013.
    • io sono impiegato
    • mia miglie lavorava in una s.n.c. composta da 4 soci: (quello di maggioranza con il 40%, gli altri 3 soci con il 20%)

    Ovviamente durante gli anni in cui mia moglie ha lavorato non ho mai dichiarato il coniuge a carico.

    All'inizio di gennaio 2013 la società si sciogle con atto del notaio registrato.
    L'ex socio di maggioranza prosegue l'attività credo con una società individuale.

    Da febbraio 2013 quindi rimetto mia moglie a mio carico in quanto non lavora più.
    A fine 2016 ricevo questo accertamento da parte dell'A.E.

    I tre ex soci si recano dal commercialista e scoprono che questi per l'anno 2013 ha compilato il modello unico (che nessuno dei 3 ex soci ha mai ritirato) dichiarando un guadagno di 4.000 ? per i 3 soci al 20% e di 8.000 per il socio di maggioranza al 40% (tot 20.000 ? per la società).

    Il commercialista riferisce di avere commesso un errore perchè "ha dimenticato" lo sciglimento della società e nel giro di pochi giorni inoltrerà per via telematica all'A.E. una istanza (credo l'abbia chiamata così) in cui dichiarerà che l'importo complessivo di 20.000? (cioè la somma dei guadagni dei 4 soci) è a carico del solo ex-socio di maggoranza in quanto gli altri 3 ex-soci, avendo sciolto la società a inizio gennaio 2013, non hanno guadagnato nulla.

    Concludendo il commercialista dice ai 3 che hanno ricevuto la cartella dell'A.E. per coniuge a carico di non pagare e di attendere l'esito dell'istanza che lui ha inoltrato.

    Oggi, a distanza di oltre un mese, volendo chiarimenti precisi in merito, mi reco presso l'A.E. ed il referente mi informa di due cose:

    1. che la "dimenticanza" del commercialista guarda caso determina la suddivisione dei 20.000 ? di guadagno in 4 importi tali che nessuno dei 4 paghi imposte (dice che è previsto dalla legge per importi fino a 8.000 ?).

    2. che l'A.E. non accetterà l'istanza inoltrata dal commercialista fino a quando l'ex-socio di maggioranza non pagherà la quota d'imposta dovuta a seguito della correzione del suo reddito che passa da 8.000 ? a 20.000 ?.

    Se tale pagamento non avverrà, l'A.E. riterrà valide le 3 cartelle inviate per il recupero della quota "coniuge a carico" e pretenderà il pagamento di quanto dovuto.

    In quest'ultimo caso, l'A.E. mi ha detto che dovremo attendere la nuova cartella con importo maggiorato (visto che sono trascorsi i 30 gg entro i quali si poteva beneficiare della riduzione delle penali) e solo dopo il pagamento della cartella potremmo adire le vie legali contro il commercialista per recuperare tale cifra.

    Cosa ne pensate?
    Sono avvilito.

    Mi trovo a dover pagare per un errore del commercialista (o forse dovrei dire malafede per fare ottenere un basso guadagno al socio rimanente?).
    Purtroppo sono convito che l'ex socio di maggioranza non pagherà le inapsettate imposte dovutealla rimodulazione del suo gudagno (ho intuito che ha altri contenzionsi non pagati con l'A.E.).

    Vi ringrazio anticipatamente.


  • 1)Avete un "atto notarile" a sostegno vostro
    2)Il commercialista ha presentato una "dichiarazione infedele" (diciamo pure falsa) indicante soci inesistenti.
    Deduco che possiate fare ricorso alla commissione tributaria.
    Secondo me ci sarebbero gli estremi per ben altro che una richiesta di risarcimento.
    Verificate anche cosa risulta all'INPS, le posizioni dei soci uscenti in quale data risultano cancellate? potrebbe essere un altro puntello a vostro favore.


  • User

    Grazie per la risposta.
    In cosa consiste il ricorso alla commissione tributaria?

    E poi è corretto che l'agenzia delle entrate mi dica che annulla la mia pratica solo se il socio rimasto paga i relativi tributi?
    Non dovrebbero accettare la correzione del commercialista che dichiara che l'intero importo è a carico dell'unico ex socio rimasto?
    A sembra una ripicca nei miei confronti.

    Grazie ancora


  • In cosa consiste il ricorso alla commissione tributaria?
    **E' un normalissimo ricorso http://www.agenziaentrate.gov.it/wps/content/Nsilib/Nsi/Documentazione/Contenzioso/ricorso+tributario
    **
    E poi è corretto che l'agenzia delle entrate mi dica che annulla la mia pratica solo se il socio rimasto paga i relativi tributi?
    Non é per niente corretto.

    Non dovrebbero accettare la correzione del commercialista che dichiara che l'intero importo è a carico dell'unico ex socio rimasto?
    Doverebbero

    A sembra una ripicca nei miei confronti.
    Non é una ripicca, é solo che coloro che hai interpellato non vogliono "sporcarsi le mani e prendere decisioni"


  • Bannato Super User

    Buonasera @homer

    Se il professionista che la assiste è un commercialsta iscritto all'albo (e non un ragioniere o libero professionista o altra figura similare) avra per legge l'assicurazione che risarcisce dagli errori, dunque verifichi nell'albo dei commercialisti se il professionista che l'assiste in quando solo i commercialisti sono obbligati alla polizza assicurativa.

    Un Saluto


  • User

    Buona sera
    Vi ringrazio per le vostre preziose risposte.

    Ho verificato che lo studio del commercialista è presente nel sito dell'Ordine dei dottori commercialisti.

    Essendo quindi assicurato cosa dovrei fare, parlare con il commercialista e chiedere i danni?

    Perdonate la mia ignoranza in materia.
    Finora non ho mai avuto necessità di ricorrere ad avvocati o chiedere il risarcimento danni per cose simili.

    In merito al ricorso alla commissione tributaria, ho letto il link precedente.
    Se ho ben capito per avviare il ricorso devo essere assistito da un avvocato giusto?


  • Non occorre un avvocato, i commercialisti sono abilitati a rappresentare i loro clienti in commissione e (se degni del loro titolo) sanno bene come impostare il ricorso. Nel caso particolare l'interessato dovrebbe farlo senza spese da parte del suo cliente visto che il guaio lo ha causato lui.


  • User

    Grazie per i chiarimenti.
    Parlerò al commercialista.

    Buona giornata


  • User

    Buon pomeriggio
    ho parlato con il commercialista, il quale mi ha fornito copia dei documenti che a novembre 2016 ha inviato all'agenzia delle entrate per rimediare all'errore commesso.

    Il commercialista dice che la risposta verbale che il referente dell'A.E. mi ha dato (ovvero che chiuderà la mia pratica soltanto se l'unico ex socio rimasto paga i suoi debiti con il fisco) oltre a non avere senso (così come gentilmente mi avete confermato anche qui nel forum), rimane una risposta verbale.

    In sostanza il commercialista sostiene che a seguito della sua istanza telematica, credo fatta tramite CIVIS come indicato nella lettere dell'agenzia delle entrate, è necessario attendere una risposta scritta da parte dell'A.E, e non verbale come quella che mi stata data dal referente dell'A.E.

    Lui dice che non devo fare nulla se non aspettare.

    Inoltre da quello che credo di aver capito il commercialista non ha fatto ricorso ma ha presentato:

    • "Richiesta di esercizio dell'autotutela" a mia firma nella quale io delego il commercialista a seguire tale pratica
    • un elenco di file allegati (tramite CIVIS) di cui l'A.E. ha confermato l'acquisizione assegnando un numero di protocollo.

    E' corretto così oppure sarebbe stato più appropriato/efficace il ricorso alla commissione tributaria?

    Io piuttosto che attendere volevo tornare dal referente dell'A.E. e dirgli che il commercialista attende una risposta scritta.
    Che dite?

    Grazie anticipatamente per i vostri commenti/suggerimenti.