Dipende da quello che vendi in termini di servizi o prodotti. Se vendi la tua immagine a servizio di un'agenzia viaggi e l'agenzia paga il viaggio, saranno considerate come rimborso spese. Se il tuo blog è solo una vetrina per banner e spot pubblicitari, la vedo difficile giustificare le spese viaggi come inerenti la tua attività che non è vendere viaggi, ma semplicemente dare spazio pubblicitario ad imprese.

Cambia qualcosa se l'azienda a cui viene ceduto il dominio è straniera, magari extra UE?

Per gli Italiani preferisco il .it

Perché se devo dire ad una persona un nome di un dominio ed è Italiana, io penso che con il .it non dovrà fare alcuno sforzo di memorizzazione, con il .com invece dovrà ricordarsi che è .com

per vedere se il mio è pensiero comune o è una cavolata..

Tramite pec depositiamo atti giudiziari e i tribunali riconoscono senza alcun tipo di eccezione i termini temporali delle pec (termini giudiziari!).
Se ci fosse una contestazione sul diritto d'autore, si finirebbe nei tribunali. Gli stessi tribunali di cui sopra.
Controparte dovrebbe riuscire a provare un uso di quel testo antecedente alla PEC. Oppure dovrebbe fare querela di falso verso il gestore di posta elettronica, certificato dallo stato.
E se dovesse farlo: perizia sui server certificati

La registrazione di nomecittà.com come marchio è possibile, ma avresti una tutela pari a zero: si tratterebbe di un marchio debolissimo. Quoto Totinio che indirettamente ti suggerisce di registrarlo come marchio figurativo.

Di fatto sono tutte competenze che entrambi possiedono. La differenza non sta tanto nell'ordine di appartenenza ma alla preparazione personale del singolo professionista.

Grazie delle risposte ragazzi, fondamentalmente condivido le vostre opinioni.

@Norman said:

Barra indirizzo del browser -> scrivo Gt forum -> premo invio -> Google -> Link -> Premo sul link.

Il problema è quando il nome del dominio corrisponde esattamente a una key competitiva. Se uno la cerca su Google non è scontato uscire primi.

L'informativa occorre sempre se tratti dati personali. Nel caso della newsletter visto che è servizio chiesto dall'utente (esenzione criterio B), al momento dell'iscrizione, non occorre chiedere consenso per i cookie rilasciati. Però devi comunque indicare quali cookie sono, nell'informativa privacy.
Poi genericamente indichi quali dati vengono rilevati e chi li tratta, e rimandi all'informativa della terza parte.

Secondo me è un aspetto molto interessante della ricerca, tuttavia ad oggi non abbiamo nessuna certezza e nessuno ha fatto dei test seri.

La cosa importante è avere questo in mente

Se il progetto è serio e la città è tipo Londra e roba di questo tipo, non mi sembra altissimo

Perchè da quel che so, in caso di controlli, questi non possono essere effettuati a casa se appunto la sede dell'attività corrisponde alla residenza personale. Ma è ancora così se la mia residenza si sposta e l'azienda rimane comunque in una casa abitata da parenti e non quindi in un ufficio?
Non che abbia qualcosa da nascondere o da temere, ma vorrei evitare situazioni spiacevoli alla mia famiglia.

tutti corrono a chiedere la cancellazione dalle directory senza nemmeno aver capito se li penalizza. Non so come gestire il problema, mi fioccano richieste di rimozione ma non mi sanno nemmeno dare spiegazioni. Seo improvvisati.
Da parte mia ho sempre rispettato le regole che Google chiede, quelle del buonsenso, anzi di più perche i siti prima di essere pubblicati vengono davvero recensiti. Non chiedo ne soldi nè scambio link obbligatorio. E molti credono, pensano o solo sospettano che i miei link (nofollow) li penalizzino. Mah…

non saprei dove altro inserire il thread, in quale sezione insomma..

Sono tentativi di hacking e diffusione poi dei forum bucabili.

È una cosa molto normale...ma non chiedermi perché lo fanno

Prova a dare un occhio qui.

Personalmente io terrei l'impostazione "Titolo articolo | sottosezione | sezione" ma andrei a correggere i casi in cui c'è ripetizione (omettendo la cat. o la sottocat.).
Per gli articoli su cui punti maggiormente in ogni caso conviene non affidarsi a meccanismi automatici ma conviene sempre formulare title ad hoc.
Anche per quanto riguarda il 3° punto l'ideale sarebbe un template del tipo: titolo #categoria shortUrl

@Studio_Emmi said:

Bisogna anche dimostrare che c'è stata una prestazione di servizi (o cessione di beni).

Questo vale anche per prestazioni non professionali? Nel mio caso il pagamento proverrà da un sito di sondaggi pagati (un sito che ti invia questionari che loro useranno per i sondaggi e in cambio ti paga per le risposte) a cui mi sono iscritto da privato e che non credo si possa considerare prestazione professionale. Infatti l'avrei messo tra i "redditi altri" in caso di pagamento in denaro, ma nel caso fosse sotto altre forme di pagamento rispetto al denaro, vale sempre il discorso di sopra?

Grazie ancora

Ciao bud e grazie di aver condiviso tua soluzione, chiudo il post come risolto.

Maurizio ZioPal