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    Classe 1974, background profondamente scienti/informatico, abilmente condito da passione e transumanza umanistica a gogo.
    Un peccato, perché probabilmente sarebbe stato un buon programmatore. E’ dunque costretto a barcamenarsi fra velleità teatrali, solidità bittose, deliri pseudomusicali, radio, multimedia, riviste, video, web e quant’altro possa accendere il suo entusiasmo. Praticamente tutto.
    Qualcuno ha detto che avrebbe potuto far di meglio, crescendo. E’ già tanto che non abbia fatto di peggio. Negli ultimi 10 anni si è occupato principalmente di Web Marketing, Email Marketing e Sviluppo Web.

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    • [Acquisizioni] Growens group (Mailup) acquisisce Contactlab

      Contactlab, lo storico ESP italiano, creatura di Massimo Fubini, entra nel gruppo Growens (Mailup).
      Qui il comunicato: https://www.mailup.com/wp-content/uploads/2022/04/MailUp-e-Contactlab-annunciano-la-loro-integrazione.docx-1.pdf

      Contactlab negli anni si era mosso nelle fasce alte del mercato, andando a sposare sempre di più l'approccio consulenziale e di servizio, specie su grandi brand. Chiaramente questa integrazione sposta probabilmente il target medio di Mailup, riposizionandolo sul mercato italiano.
      Non è chiaro se il brand Contactlab continuerà ad esistere: nel comunicato si parla di "integration Mailup+Contactlab", di cui l'head diventerà appunto Massimo Fubini, fondatore ed attuale CEO di Contactlab (che per altro non so se è qui dentro, se ci fosse sarebbe interessante sapere quello che ci aspetta). È sicuramente una mossa interessante e che potrebbe rilanciare Mailup anche a livello internazionale con più spinta.

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    • RE: Il Garante Privacy del Belgio multa IAB Europa per 250.000€ a causa di TCF

      @kal è che il dato lo puoi anche vendere, è il consenso che non vendi. Nei fatti i dati, se lo specifichi nei termini, possono essere ceduti (a meno che non siano sensibili), ma poi chi li riceve, diventando titolare del trattamento, deve ottenere il consenso ex-novo, sottoponendo all'utente i termini del trattamento, le policy etc.

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    • RE: Il Garante Privacy del Belgio multa IAB Europa per 250.000€ a causa di TCF

      ho tentato di leggermi tutto, ma avete scritto uno sfracello. Io torno a ripetere quello che dicevo ancora nel 2018 quando è arrivato il GDPR: il gdpr è un backbone normativo, che stabilisce dei principi, assai generali e applicabili in mille maniere. Serviva una cosa, sola, a livello europeo, l'aggiornamento della direttiva ePrivacy, che, guarda caso, è al palo proprio perché non ne vengono a capo IN NESSUNA MANIERA. Questo agitarsi dei vari garanti dei singoli paesi è solamente MOAR CHAOS, senza dare soluzioni. Ha ragione @juanin quando dice che servono regole CHIARE e che permettano un modello di sviluppo tenendo conto del fatto che l'internet non è il giardino di casa dell'Europa. Poi possiamo litigare mille volte sul legalese: di fatto pure tutto l'email marketing, con il tracciamento singolo del comportamento dell'utente è non solo borderline, proprio illegale. Che famo? bruciamo Chrome [cit.] e scappiamo?

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    • RE: Gli NFT sono ovunque: voi come vi state approcciando?

      @gaetanocessati il mito della decentralizzazione è duro a morire, e in realtà con decentralizzazione molto spesso si intende "network di server". Mi stavo leggendo la documentazione per lanciare un nodo di Presearch. Già questo punto mi ha fatto accaponare la pelle:
      "This software is currently not open source and you are relying on our assurances that nothing malicious is happening underneath the hood. We promise that this is true, but the ability to verify it for yourself would currently be limited to packet sniffers and any other means that you have available to you. It is our intention to open source this software in the future, but we’re not there yet."
      Io ho l'impressione che la spinta del Web3.0 sia fortemente antitetica alla spinta originale dell'internet, dove condivisione e open source erano le parole fondamentali: stiamo andando in una direzione non nuova in assoluto (la condivisione della forza di calcolo è una idea vecchia quanto gli screensaver del progetto SETI, per intenderci), ma nuova nelle intenzioni e nelle premesse, tutte basate su reward di n-monete elettroniche. Ho l'impressione che tutto il techno-babbling che gira attorno a blockchain e crypto sia "il vestito nuovo dell'imperatore", i progetti di motori di ricerca basati su reti p2p esistono dal 2000, per intenderci (https://www.informationweek.com/it-life/startup-opencola-readies-new-p2p-search-engine)

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    • RE: 10 usi della tecnologia NFT che non posso fare con altro

      @simonmas quello che scrivi è interessante, al netto che una buona parte riguardano il collezionismo, comunque, che è un mercato che non possiamo pensare diventi il centro del mondo (e dell'internet di conseguenza). Al contrario la questione della proprietà digitale e degli smart contracts, che sicuramente sono interessanti. Ma il vero punto è che il boom degli NFT e delle criptovalute ad esso collegate è dovuto a speculazione, quando va bene, riciclaggio, quando va male.
      Poi rimane il fatto che comunque il costo computazionale e di conseguenza il costo energetico per tenere su questa baracca è insostenibile (https://www.wired.com/story/kazakhstan-cryptocurrency-mining-unrest-energy/) e genera già confiltti -veri, mica digitali- oggi.
      La sicurezza poi è tutta da dimostrare, visto che, appunto, di distribuito c'è ben poco in tutta questa faccenda, e già qualche giorno fa c'è chi craccava tranquillamente Opensea e ci faceva dei begli Ether, rubandoli a qualcun altro, e con la sicurezza che nessuno, ragionevolmente, possa scoprire chi sia stato. https://therecord.media/hacker-abuses-opensea-to-buy-nfts-at-older-cheaper-prices/

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    • RE: Gli NFT sono ovunque: voi come vi state approcciando?

      Io mi ritrovo appieno nel punto di vista di Moxie https://moxie.org/2022/01/07/web3-first-impressions.html, già citato sopra. Di fatto è - almeno per ora - una non rivoluzione, carica di premesse, di cui una su tutte - la decentralizzazione - è e rimane un miraggio. La centralità dei browser invece è un concetto fondamentale, e questo è un tassello che si aggiunge ai segnali di una possibile nuova Browser War.
      Vorrei segnalare, sempre su Web3, questo illuminante pezzo di Francesca Bria (@giorgiotave sarebbe bello averla al WMF!) https://the-crypto-syllabus.com/francesca-bria-on-decentralisation/, lunghissimo, ma che, oltre a tracciare una storia di un pezzo di rete importantissimo, spiega, molto puntualmente, limiti e potenzialità del Web3. Per come ho vissuto io la rete, per me tutto sta in questa frase "What I find so suspicious about DAOs and tokenisation and Web3 is the idea that they want to tie every institution to the logic of the stock exchange: if things work well, the value goes up – and this creates some kind of a disciplining mechanism."

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    • RE: Gli NFT sono ovunque: voi come vi state approcciando?

      un mercato per la compravendita di link verso repository terzi che ospitano opere digitali. Repository che possono saltare da un momento all'altro e che non danno alcuna sicurezza che il link contenuto nell'NFT abbia coerenza nel tempo. Cosa mai potrebbe andare storto?

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    • RE: Email Deliverability - Gmail anti-spam filter

      Guarda, ho lavora a lungo per un ESP, anche nella gestione clienti. La fatica maggiore che facevamo era nella selezione clienti: di base chiunque avesse più di 30/50k di indirizzi era sottoposto a uno screening feroce, compreso di limiti di invio iniziali e cluster di invio per vedere la reazione degli antispam e di eventuali spamtrap. E quando la lista superava i 500k, a meno di marchi e/o portali molto noti, comunque sottoposti a revisione feroce, dicevamo semplicemente "non ci interessa". Purtroppo il concetto di EMKTG come invio continuo di proposta commerciale a strascico non funziona più e crea molti più problemi di quelli che risolve. Altro discorso per il lavoro fondamentale di nurturing che solo con l'email si riesce a fare efficacemente, ma sono due livelli completamente diversi.

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    • RE: Email Deliverability - Gmail anti-spam filter

      @mirkomassarutto sìsì, non dico che non possa accadere, in casi estremi, come questo, ho semplicemente voluto puntualizzare che se si è arrivati a questo punto, sicuramente bisognerà cambiare server, ip, nomi dominio etc. Ma tutto questo potrebbe non bastare, e in ogni caso, potrebbe avere un effetto molto limitato nel tempo, se prima non si rivede l'impianto strategico che ha portato a questo problema.

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    • RE: Email Deliverability - Gmail anti-spam filter

      @mirkomassarutto ha detto in Email Deliverability - Gmail anti-spam filter:

      Se N persona segnalano la mail come spam finisci in spam a livello IP. Soluzione: cambia server!

      Non è propriamente né vero, né detto: ad esempio Cloudmark, filtro molto usato in italia, che lavora proprio sulle segnalazioni, non banna ip di invio, ma pezzi dell'email: https://emailmarketingblog.it/blog/2016/05/15/i-filtri-antispam-collaborativi-cloudmark, potrebbe essere l'intestazione, la firma, un link, l'indirizzo "fisico" messo in chiusura.
      Tutto questo proprio per evitare i salti di server tipici di chi invia massivamente con pochissima qualità.

      Purtroppo, o per fortuna, la risposta non è "cambia server", ma "cambia strategia".

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    • RE: Email Deliverability - Gmail anti-spam filter

      @daniele-resuli allora, i numeri sono decisamente poco invitanti. Considera che l'apertura ad oggi si usa soprattutto per capire la qualità globale dell'invio: scendere costantemente sotto il 20% vuol dire avere mano a mano problemi di deliverability, in una spirale che porterà gli invii ad essere globalmente considerati spam. Ma la domanda vera è: perché 600k al giorno? È necessario? Si potrebbe inviare una mail ogni 2/3 giorni? o addirittura una volta a settimana? il database è segmentato? Più volte hai accennato che le comunicazioni sono "poco interessanti", per cui è piuttosto normale che gli utenti non aprano, clicchino etc.
      Poi, dando per scontato che gli indirizzi siano raccolti in confirmed opt-in (mi piacerebbe vedere il portale, sono curioso 🙂 ), forse si usano Lead Magnet eccessivi e non "corretti"? (concorsi a premi slegati dall'oggetto delle comunicazioni etc)
      Insomma, ritengo che al tuo quesito iniziale non esista una risposta "tecnica", perché agli occhi di Google, e molto probabilmente anche degli altri provider, questi sono invii di qualità infima, per cui potenzialmente spam, ma debba esistere una risposta consulenziale, verso il cliente, tentando di far capire che la strategia che sta seguendo, non è applicabile ad oggi.

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    • RE: Substack annuncia il layout: arriva magazine!

      non male, ma lo preferisco duro e puro 😉 Comunque si vede che sta inseguendo Ghost

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    • RE: Email Deliverability - Gmail anti-spam filter

      @daniele-resuli un'altra domanda, che può aiutare a capire meglio il problema: come venivano gestiti gli invii? erano massivi o segmentati? che percentuali di apertura/click venivano registrate? verso gli altri provider?

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    • RE: Email Deliverability - Gmail anti-spam filter

      @daniele-resuli sette Milioni di contatti? double optin per comunicazioni commerciali? Guarda, secondo me è molto facile che questa lista sia strapiena di spamtrap e che il vostro cliente risulti stabilmente come spammer. Poi non sapendo chi è e la sua storia non posso metterci la mano sul fuoco, ma potrei scommetterci tranquillamente un po' di soldi. Secondo me messa così non è una situazione recuperabile.

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    • RE: Email Deliverability - Gmail anti-spam filter

      @daniele-resuli da quello che dici parrebbe che effettivamente gli invii che effettuate dai vostri ip abbiano una reputazione VERAMENTE molto bassa. Visto che siete ESP immagino che abbiate accesso ai postmaster tools e al relativo Feedback Loop implementato da Google https://support.google.com/mail/answer/6254652?hl=it
      In questi casi è di fondamentale importanza.
      Sarei però pronto a scommettere che il double opt-in di questi indirizzi non sia così "di ferro". Di quanti indirizzi stiamo parlando?

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    • RE: Email Deliverability - Gmail anti-spam filter

      @daniele-resuli ha detto in Email Deliverability - Gmail anti-spam filter:

      e in cui mi trovo è quella in cui Gmail ha deciso di blacklistare il mio dominio (e tutti i suoi ip dedicati), e l'unico form di richiesta di delisting sembra non aver effetto.
      Allora mi chiedo, chi vuole fare email marketing, come può cavarsela con Gmail?

      Scusa, ma sono stato un po' offline e ho letto solo ora il tuo post. Cosa ti fa pensare che Gmail abbia "blacklistato" il tuo dominio e gli ip dedicati? Considera che ad oggi i filtri antispam, specie quelli di Gmail, hanno un funzionamento completamente diverso e non si basano su "semplici" blacklist di ip, proprio perché molto spesso gli spammer veri le aggirano.
      Prima domanda: che ESP usi? come hai notato problematiche su Gmail?
      Seconda domanda: il tuo db come è stato raccolto? i tuoi utenti sono consapevoli di essere iscritti ad una lista?
      Terza domanda: che tipi di invii effettui? hai riscontri positivi? sono invii unicamente commerciali?

      Servono per lo meno queste informazioni, prima di poterti dare una risposta 🙂

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    • RE: Nuova guerra dei browser (partendo dalla Privacy) ?

      Safari però ha rinunciato al mercato extra-apple, per cui è legato a doppio filo alla penetrazione della piattaforma IOS/mac. Qui avevo scritto un po' di cose anche a riguardo, non so se possa interessare https://experimentia.substack.com/p/cookiegeddon-privacy-sandbox-floc
      Chrome non si muove, come detto, perché non può muoversi, al momento. Per altro è l'unico browser prodotto da una azienda che vive di pubblicità online. Insomma, secondo me i termini per una nuova browser war ci sono, ma manca un protagonista emergente vero. E no, non penso che Brave possa diventarlo.

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    • RE: Come raccogliere elenco potenziali clienti? Web Scraping è ancora utile?

      Guarda, chi mi conosce sa come la penso: fare scraping e invii a freddo NON è fare email marketing, legge o non legge. L'email marketing è marketing del consenso, senza di quello è solo il sopraccitato scassamento. Ti faccio un esempio: i "professionisti" che hai citato usano un dominio per inviare email (demcampagne.it) che non è lo stesso della firma in calce all'email (campagnedemitalia.it) questo per tentare - vanamente - di separare la reputazione del dominio di invio da quella del sito.
      Il primo dominio su web risponde così:
      Schermata 2021-12-13 alle 09.08.56.png
      Il secondo così:
      Schermata 2021-12-13 alle 09.09.12.png
      tutti e due senza uno straccio di https e vabbè, non commentiamo il resto. L'email marketing non serve per trovare a strascico nuovi clienti, ma per fare nurturing, inbound, conversione, mantenimento, upselling, crossselling su una base dati acquisita correttamente. Fare database building è la chiave, ed è COSTOSO: campagne ad hoc, landing page, lead magnet (usati accortamente), eventi fisici etc. Altrimenti è blackhat e come tale ti darà una montagna di problemi, non solo legali.

      postato in Web Marketing e Content
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    • RE: CMS Headless e Headless Commerce: lo scenario digital sarà sempre più "headless"?

      @alepom ho seguito il tuo intervento con interesse. Ritengo che, per come si muove il mercato, un approccio headless sarà per forza sempre più vincente (pensiamo anche solo le integrazioni con device wearable, oppure con Alexa e simili, o comunque con nuovi touchpoint che vengono continuamente generati).
      Chiaramente questo impone uno sforzo di ingegnerizzazione maggiore, che potrebbe essere un blocco per il mercato medio/piccolo: in questo senso è interessante la mossa di Shopify. Detto questo, adoro Ghost 🙂

      postato in CMS & Piattaforme Self-Hosted
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    • RE: Post Sms e Smconnect: grande assente, il digital marketing per Seniors e Elderly

      Metto qui un po' di risorse trovate, anche a mo' di segnalibro
      https://www.nytimes.com/2021/12/08/business/dealbook/marketing-older-people.html
      Articolo recentissimo, nulla di eclatante, ma come si diceva sopra "vendere agli old, senza dire che sono old".

      https://www.semrush.com/blog/7-tips-for-marketing-effectively-to-seniors/
      Qualche consiglio da Semrush, forse un pelo datato (è del 2017, forse sarebbe da rivedere la questione catalogo/volantino, anche se ha ancora una forza enorme)

      https://www.fastcompany.com/90341477/why-marketing-to-seniors-is-so-terrible
      Altro interessante articolo, specie con il riferimento al "multigenerational advertising", oltre che il ragionamento del perché i brand tendano ad investire maggiormente sulla comunicazione per le giovani generazioni, anche se la capacità di spesa è altrove.

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