Io mi ritrovo appieno nel punto di vista di Moxie https://moxie.org/2022/01/07/web3-first-impressions.html, già citato sopra. Di fatto è - almeno per ora - una non rivoluzione, carica di premesse, di cui una su tutte - la decentralizzazione - è e rimane un miraggio. La centralità dei browser invece è un concetto fondamentale, e questo è un tassello che si aggiunge ai segnali di una possibile nuova Browser War.
Vorrei segnalare, sempre su Web3, questo illuminante pezzo di Francesca Bria (@giorgiotave sarebbe bello averla al WMF!) https://the-crypto-syllabus.com/francesca-bria-on-decentralisation/, lunghissimo, ma che, oltre a tracciare una storia di un pezzo di rete importantissimo, spiega, molto puntualmente, limiti e potenzialità del Web3. Per come ho vissuto io la rete, per me tutto sta in questa frase "What I find so suspicious about DAOs and tokenisation and Web3 is the idea that they want to tie every institution to the logic of the stock exchange: if things work well, the value goes up – and this creates some kind of a disciplining mechanism."
aMorloi
@aMorloi
Classe 1974, background profondamente scienti/informatico, abilmente condito da passione e transumanza umanistica a gogo.
Un peccato, perché probabilmente sarebbe stato un buon programmatore. E’ dunque costretto a barcamenarsi fra velleità teatrali, solidità bittose, deliri pseudomusicali, radio, multimedia, riviste, video, web e quant’altro possa accendere il suo entusiasmo. Praticamente tutto.
Qualcuno ha detto che avrebbe potuto far di meglio, crescendo. E’ già tanto che non abbia fatto di peggio. Negli ultimi 10 anni si è occupato principalmente di Web Marketing, Email Marketing e Sviluppo Web.
I migliori post di aMorloi
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RE: Gli NFT sono ovunque: voi come vi state approcciando?
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RE: Il Garante Privacy del Belgio multa IAB Europa per 250.000€ a causa di TCF
ho tentato di leggermi tutto, ma avete scritto uno sfracello. Io torno a ripetere quello che dicevo ancora nel 2018 quando è arrivato il GDPR: il gdpr è un backbone normativo, che stabilisce dei principi, assai generali e applicabili in mille maniere. Serviva una cosa, sola, a livello europeo, l'aggiornamento della direttiva ePrivacy, che, guarda caso, è al palo proprio perché non ne vengono a capo IN NESSUNA MANIERA. Questo agitarsi dei vari garanti dei singoli paesi è solamente MOAR CHAOS, senza dare soluzioni. Ha ragione @juanin quando dice che servono regole CHIARE e che permettano un modello di sviluppo tenendo conto del fatto che l'internet non è il giardino di casa dell'Europa. Poi possiamo litigare mille volte sul legalese: di fatto pure tutto l'email marketing, con il tracciamento singolo del comportamento dell'utente è non solo borderline, proprio illegale. Che famo? bruciamo Chrome [cit.] e scappiamo?
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Paywall, Clickbait e modelli di business alternativi
Lancio qui una riflessione, sicuramente non nuova, ma vorrei sentire il vostro parere in merito. Oramai la totalità dei grandi quotidiani -nazionali e non- hanno adottato politiche estremamente serrate di paywall sugli articoli, rendendo di fatto indisponibili gli articoli stessi a chiunque non sia abbonato (a meno di sotterfugi di vario genere, sempre meno banali).
Per cui è evidente che il modello di business non possa più fare a meno di una componente forte derivata dagli abbonamenti. Nello stesso tempo però le stesse grandi testate continuano a vendere pubblicità (in maniera sempre più invasiva e alle volte davvero piuttosto imbarazzante, ma questo è un altro discorso), per cui hanno bisogno chiaramente di attirare traffico per generare visualizzazioni e click.
Questo comporta una combo micidiale per la qualità dell'informazione: clickbait (titolo fuorviante) + paywall (impossibilità di approfondire l'argomento).
Non è mia intenzione qui fare il moralista (anche se non è questione stretta di morale, ma alle volte di semplice decenza), ma tentare di capire insieme a voi se esistono effettivamente, soprattutto per i grandi gruppi editoriali, strade alternative per garantire una sostenibilità dei progetti insieme ad un approccio più etico all'informazione.
Nel caso mi piacerebbe avere esempi: in Italia mi viene in mente il Post, che ha un modello di abbonamento senza paywall che semplicemente abbatte la pubblicità, rende disponibili newsletter dedicate agli abbonati e spinge sul concetto di crowdfunding (è un progetto in cui credo -> lo sostengo), sicuramente un modello di business ammirevole ma ritengo non replicabile a livelli più massicci (Repubblica, La Stampa, il Corriere etc). -
IOS 15 e impatto su aperture email: cosa dicono i vostri dati?
Salve a tutti, come è risaputo ormai da tempo (e se ne è discusso anche al WMF) col rollout di IOS15, Apple ha introdotto un layer di protezione della privacy, per cui, unicamente per chi usa l'applicazione Mail (anche su Mac), il programma si occupa di scaricare il contenuto dell'email, comprensivo di immagini, indipendentemente dall'apertura dell'email stessa.
Questo, in soldoni, significa che uno dei dati fondamentali, usato spesso anche come trigger processi di automazione, potrebbe risultare completamente falsato.
Alcuni ESP si stanno attrezzando per consentire ai sender l'individuazione di questi dati, togliendo quindi l'apertura automatizzata effettuata da Mail dal conteggio delle aperture, sostituendolo con un dato desunto in varia maniera, chiaramente approssimativo e non legato al singolo utente.
Negli invii degli ultimi tempi ho notato senza dubbio un certo impatto di queste aperture automatizzate, anche se ho il dubbio che ancora si debba arrivare a regime.
Da quel che so Magnews, Sendinblue e Voxmail hanno comunicato di aver effettuato modifiche ai propri software per sistemare i dati delle aperture, mentre non mi pare che al momento Mailchimp o Mailup abbiano fatto nulla in merito. Qualcuno ha notato effetti sui propri invii? Come prevedete di modificare le automation che abbiano trigger basati sulle aperture? #aperture #ios15 #privacy -
Post Sms e Smconnect: grande assente, il digital marketing per Seniors e Elderly
Salve a tutti, sono stati quattro giorni fantastici, ricchi di spunti in ogni direzione... o quasi.
So che non è fascinoso o particolarmente "sexy", ma oramai dobbiamo fare i conti anche con utenti che non sono più giovani o che sono proprio anziani, ma che continuano ad avere esigenze, ne hanno di nuove, hanno fra le mani smartphone, smartv e, fra le cose da non dimenticare, hanno anche spesso un certo potere di spesa.
Avrebbero bisogno di una comunicazione pensata per loro, di strategie ad hoc, di ecommerce e siti ad hoc, o per lo meno che li tengano in considerazione. Il ché non vuol dire necessariamente pensare -solo- all'accessibilità, ma ad un pensiero a 360 gradi. Un paio d'anni fa ho seguito un redesign ed un replatform di una directory di case di riposo, il cui target erano evidentemente i caregiver, le persone -mogli, mariti, fratelli, figli non certo più giovani- che devono prendersi carico di chi, purtroppo, non è più autosufficiente. Abbiamo fatto un lavoro certosino, prediligendo un certo tipo di approccio comunicativo, un font studiato appositamente per facilitare la lettura, evitato di mettere testo sopra le immagini, accorciato il più possibile i percorsi, evitato popup o fancyness inutili. Chiaramente, purtroppo, il cliente ha ritenuto il tutto troppo poco "sexy", procedendo in una direzione completamente diversa, a mio parere - e a parere pure dei dati in nostro possesso - completamente errata. Comunque, la riflessione è: esistono ormai i nativi digitali, ma siamo entrati nella fase dei Senior digitalizzati, come ci attrezziamo? Cominciamo a parlarne? -
[Acquisizioni] Growens group (Mailup) acquisisce Contactlab
Contactlab, lo storico ESP italiano, creatura di Massimo Fubini, entra nel gruppo Growens (Mailup).
Qui il comunicato: https://www.mailup.com/wp-content/uploads/2022/04/MailUp-e-Contactlab-annunciano-la-loro-integrazione.docx-1.pdfContactlab negli anni si era mosso nelle fasce alte del mercato, andando a sposare sempre di più l'approccio consulenziale e di servizio, specie su grandi brand. Chiaramente questa integrazione sposta probabilmente il target medio di Mailup, riposizionandolo sul mercato italiano.
Non è chiaro se il brand Contactlab continuerà ad esistere: nel comunicato si parla di "integration Mailup+Contactlab", di cui l'head diventerà appunto Massimo Fubini, fondatore ed attuale CEO di Contactlab (che per altro non so se è qui dentro, se ci fosse sarebbe interessante sapere quello che ci aspetta). È sicuramente una mossa interessante e che potrebbe rilanciare Mailup anche a livello internazionale con più spinta. -
RE: Come raccogliere elenco potenziali clienti? Web Scraping è ancora utile?
Guarda, chi mi conosce sa come la penso: fare scraping e invii a freddo NON è fare email marketing, legge o non legge. L'email marketing è marketing del consenso, senza di quello è solo il sopraccitato scassamento. Ti faccio un esempio: i "professionisti" che hai citato usano un dominio per inviare email (demcampagne.it) che non è lo stesso della firma in calce all'email (campagnedemitalia.it) questo per tentare - vanamente - di separare la reputazione del dominio di invio da quella del sito.
Il primo dominio su web risponde così:
Il secondo così:
tutti e due senza uno straccio di https e vabbè, non commentiamo il resto. L'email marketing non serve per trovare a strascico nuovi clienti, ma per fare nurturing, inbound, conversione, mantenimento, upselling, crossselling su una base dati acquisita correttamente. Fare database building è la chiave, ed è COSTOSO: campagne ad hoc, landing page, lead magnet (usati accortamente), eventi fisici etc. Altrimenti è blackhat e come tale ti darà una montagna di problemi, non solo legali. -
RE: Gli NFT sono ovunque: voi come vi state approcciando?
un mercato per la compravendita di link verso repository terzi che ospitano opere digitali. Repository che possono saltare da un momento all'altro e che non danno alcuna sicurezza che il link contenuto nell'NFT abbia coerenza nel tempo. Cosa mai potrebbe andare storto?
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RE: Telegram 8.2: richieste di accesso e altro ancora.
Ascoltando @florin88 sia dal vivo, sia intercettando i suoi post in giro per la rete, si ha la sensazione netta che Telegram stia diventando sempre di più un mezzo "totale", non un "semplice" instant messenger. Per certi versi, vista l'apertura della piattaforma alle integrazioni, la sua vocazione alle micro-community (quasi un antisocial da certi punti di vista, ma è una idea mia su cui ragiono da tempo, magari ne parliamo a quattrocchi), mi ricorda una certa spinta anarchica della rete degli anni novanta (e infatti ha i suoi lati oscuri, come vediamo anche dalle cronache di queste settimane).
Forse davvero una delle poche novità rilevanti di questi ultimissimi anni. -
RE: IndexNow: nuovo protocollo di Bing e Yandex
@giorgiotave mah, davvero. Le parole riportate nell'articolo, che danno il titolo all'articolo stesso sono
We’re encouraged by work to make web crawling more efficient, and we will be testing the potential benefits of this protocol.
Il che non vuol dire che lo testeranno, ma che semplicemente valuteranno i potenziali benefici che indexnow potrebbe apportare. Come dire, mi pare un po' pochino.
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RE: Il Garante Privacy del Belgio multa IAB Europa per 250.000€ a causa di TCF
@kal è che il dato lo puoi anche vendere, è il consenso che non vendi. Nei fatti i dati, se lo specifichi nei termini, possono essere ceduti (a meno che non siano sensibili), ma poi chi li riceve, diventando titolare del trattamento, deve ottenere il consenso ex-novo, sottoponendo all'utente i termini del trattamento, le policy etc.
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RE: Paywall, Clickbait e modelli di business alternativi
In realtà Google sta tentando di mettere in piedi una risposta, con un piano finanziario piuttosto cospicuo
https://screenrant.com/google-news-showcase-curated-content-subsidized-paywall-access/
È una soluzione che è attiva anche in Italia, https://news.google.com/showcase, e che dà agli editori la possibilità di monetizzare i contenuti -completi- offerti.
Come l'articolo però fa notare, se da una parte questo sembra effettivamente l'uovo di colomboWhat Google is instituting is a solution, in theory, to both sides' problems. Publishers receive funding and are able to create content without having to worry whether or not it's eye-catching enough for readers to invest in. Readers, meanwhile, get access to a greater selection of news and content without necessarily having to pay for it, with the possibility that the information they find will eventually inspire them to subscribe and support news outlets and publishers on their own.
Consentendo agli utenti di accedere a contenuti completi e di qualità e sollevando gli editori dall'urgenza di creare contenuti acchiappaclick o fuorvianti, ci sono dubbi che possa essere un percorso sostenibile a lungo termine:
For the time being, it seems like a strategy that may help matters, although, without question, there are concerns over the longevity of a plan like this. It certainly feels like Google is attempting to boost the journalism industry and give it the tools it needs to eventually thrive (again) on its own. If the massive financial stake that Google has in the matter is softened over time, though, will Google News Showcase have influenced enough readers to individually support publications for them to survive without Google's backing? It's the outcome that Google and its hundreds of partner publications will be hoping for, but only time will tell if that ends up being the case.
Il concetto è: se diamo in mano totalmente a Google le chiavi finanziarie del mercato dell'informazione, abituando l'utente alle modalità di lettura decise da Google stesso, chi è l'editore di chi? Chi potrà sopravvivere senza il foraggio di Google? L'articolo fa intendere che l'intenzione sarebbe quella di convincere poi gli utenti a sostenere autonomamente le testate che soddisfano le loro necessità, ma mi sembra piuttosto utopico.
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RE: Inviare Mailing List
Salve @ricsca5.
Diciamo che probabilmente la questione è malposta e ingenerata da una pratica deleteria delle Camere di Commercio. Senza addentrarsi nei meandri del GDPR e della gestione dei dati personali, per cui anche considerando che l'email raccolte possano essere tutte non-personali (per cui non riferite ad un nome.cognome o cose simili), inviare comunicazioni a email di cui non si sia raccolto preventivamente il consenso è Spam, e come tale punito duramente da provider e sistemi di invio massivo (come Sendinblue, Mailchimp, Magnews, MAilup, etc .etc.).
L'email marketing non è pensato per agganciare potenziali clienti sparando nel mucchio, ma per fare nurturing, per post-selling, cross-selling, per accompagnare per mano chi ci ha dato il consenso alla comunicazione, trasformandolo non solo in cliente, ma magari anche in ambassador.
Peggio ancora se le email sono pec: tieni presente che email (smtp) e pec, pur assomigliandosi, sono due protocolli diversi, che non c'entrano nulla l'un con l'altro, per cui la maggior parte dei sistemi di invio massivo non contemplano neanche l'invio verso pec, che è uno standard italiano.
Non solo: la pec è il corrispettivo di una raccomandata tracciata, con un valore legale: mandare comunicazioni commerciali via pec è quanto meno discutibile.
Come sempre capita è utile porsi la domanda "che obiettivi voglio raggiungere?" - se l'obiettivo è quello di far conoscere un nuovo progetto, probabilmente ci si deve affidare ad una campagna di Adv su Linkedin, oppure su Google ads, impostare landing page finalizzate alla raccolta di email, fare insomma database building "sano", poi subito dopo partire con una strategia di email marketing che faccia tesoro dei dati raccolti nel processo di cui sopra.
Sì, è vero, è un processo normalmente costoso e non immediato, ma le scorciatoie possono fare davvero molti danni -
RE: Non comprate i linketti, bimbi...
@kal ha detto in Non comprate i linketti, bimbi...:
una buona analisi delle parole chiave (incentrata sugli intenti di ricerca)
un'architettura del contenuto efficace
una buona strategia di contenuto
un buon contenutoQuesta discussione è ritornata a galla, e devo dire che il 99% dei ragionamenti fatti "non comprate linketti" e strategia suggerita di conseguenza, potrebbe essere trasposta in ambito email marketing come "non comprate liste" e di conseguenza coro di "eh ma come fai?" e risposta
- analisi
- strategia
- contenuto
- verifica
"Eh, ma ci vuole fatica e tempo". Eh, beh, sì. Come in tutto.
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RE: Il Metaverso: cosa ne pensate?
@giorgiotave mah. sono un vecchio appassionato di Cyberpunk, e chiaramente l'idea di un Cyberspazio "vivibile" mi ha sempre affascinato. Ho però sempre trovato le implementazioni 3d molto lontane dall'idea che avevo in merito. Fin da Second Life (che nonostante tutto vive e funziona ancora) mi è sempre sembrato che l'idea di un uso massiccio di tecnologia per simulare la fisicità del mondo fosse uno sforzo un po' assurdo (avviso, faccio della filosofia): Gibson in neuromante definisce il cyberspazio in questa maniera:
«Cyberspazio: un'allucinazione vissuta consensualmente ogni giorno da miliardi di operatori legali, in ogni nazione, da bambini a cui vengono insegnati i concetti matematici... Una rappresentazione grafica di dati ricavati dai banchi di ogni computer del sistema umano. Impensabile complessità. Linee di luce allineate nel non-spazio della mente, ammassi e costellazioni di dati. Come le luci di una città, che si allontanano [...].»Che è tutto fuorché dei poligoni messi a simulare l'avatar di chi ci sta di fronte. Sostanzialmente era l'idea che l'interazione uomo macchina diventasse così profonda da permettere all'uomo di fondersi con il flusso di dati informatico (che in quella finzione diventava infatti poi pericoloso proprio per questo). Le visioni attuali, anche quelle avveneristiche presentate da mister Zuck, sono pensate come un enorme videogioco, molto immersivo, visto come un mercato di beni digitali (quindi una estensione di tanti attuali videogiochi, ne più, ne meno): in questo concordo con Vincos, non si può parlare di Metaverso, parlando di una "semplice" piattaforma proprietaria. Continuo a ritenere molto più interessante e realistico l'avvento di una Augmented Reality pervasiva, come immaginato ancora qualche anno fa:
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RE: Inviare Mailing List
@danielegm come dicevo non è questione "semplicemente" di GDPR, ma di pratica dell'email marketing: l'invio di email non richieste - per cui senza consenso preventivo - è spam e i filtri antispam oggigiorno ci mettono davvero poco a capire che l'invio è di questo tipo. Cosa si rischia? semplicemente che qualsiasi tipo di email inviata che abbia un link o un riferimento al progetto a cui tenete tanto venga considerata d'ora in poi spam e quindi non arriverà mai a destinazione. Le soluzioni tecniche non impediscono questo: addirittura le soluzioni professionali a pagamento fanno uno screening preventivo sugli indirizzi che caricate e sui primi invii effettuati, proprio perché i danni che è possibile fare con questo tipo di invii è notevolissimo. Quanto alla soluzione Aruba di base è pensata per necessità saltuarie e minime e non è da considerarsi una vera soluzione professionale: è un supporto di base.
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RE: CMS Headless e Headless Commerce: lo scenario digital sarà sempre più "headless"?
@alepom ho seguito il tuo intervento con interesse. Ritengo che, per come si muove il mercato, un approccio headless sarà per forza sempre più vincente (pensiamo anche solo le integrazioni con device wearable, oppure con Alexa e simili, o comunque con nuovi touchpoint che vengono continuamente generati).
Chiaramente questo impone uno sforzo di ingegnerizzazione maggiore, che potrebbe essere un blocco per il mercato medio/piccolo: in questo senso è interessante la mossa di Shopify. Detto questo, adoro Ghost -
RE: Nuova guerra dei browser (partendo dalla Privacy) ?
Safari però ha rinunciato al mercato extra-apple, per cui è legato a doppio filo alla penetrazione della piattaforma IOS/mac. Qui avevo scritto un po' di cose anche a riguardo, non so se possa interessare https://experimentia.substack.com/p/cookiegeddon-privacy-sandbox-floc
Chrome non si muove, come detto, perché non può muoversi, al momento. Per altro è l'unico browser prodotto da una azienda che vive di pubblicità online. Insomma, secondo me i termini per una nuova browser war ci sono, ma manca un protagonista emergente vero. E no, non penso che Brave possa diventarlo. -
RE: Anche Twitter dice addio ad AMP
Penso che l'abisso dell'inutilità di AMP si sia toccata con la bellissima idea di AMP Email. Per fortuna finita subito nel dimenticatoio. https://developers.google.com/gmail/ampemail
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RE: Mailchimp
@giovanna-0 purtroppo se li hai cancellati definitivamente, non puoi reimportarli:
MailChimp prima della cancellazione ti avverte più volte di questo fatto.
L'opzione di cancellazione definitiva è riservata a questioni legate alla GDPR:Delete a contact to permanently remove all of their personal information from your audience. This action cannot be undone. In most cases, if you have outdated or inactive contacts that don’t interact with your campaigns, you should choose to archive them. Delete contacts for General Data Protection Regulation (GDPR) purposes only.
In pratica Mailchimp ti dà un modo per eliminare definitivamente questi dati, come richiesto dal GDPR nel caso che l'utente lo richieda direttamente, oppure finito il termine temporale del trattamento.
In questo caso, giustamente, Mailchimp poi non ti consente di reimportare i contatti, ma solo l'utente stesso può chiedere di reiscriversi direttamente, tramite modulo (e auspicabilmente confirmed opt-in).
Qui trovi la pagina di assistenza di Mailchimp in merito.
https://mailchimp.com/help/delete-contacts/ (purtroppo non c'è in italiano).