- Home
- Categorie
- Digital Marketing
- Content Marketing
- Siti per article marketing
-
di positivo c'è che si cominci a parlare di article marketing, che è diverso dalla segnalazione in una directory.
spesso riscrivo o miglioro le recensioni ricevute, quando ho tempo.
-
@uale75 said:
Io mi trovo molto bene con questo http://comunicati-stampa.blogspot.com/ (pr 5) scrivo comunicati stampa aziendali che spesso vengono "catturati" dalle news di google!
ciao!
Ciao Uale75 e Benvenuto (a?) nel Forumm GT,quello è per i Comunicati Stampa, appunto, invece loro parlano di articoli veri e propri
-
I titolari dei servizi di Article Marketing dovrebbero iniziare a stringere partnership con altri portali per la ripubblicazione di alcuni articoli (o tutti) e poi mettere queste partnership in Calce in Home Page per poter aver fiducia.
Se so che un articolo scritto nel sito di Rinzi mi girerà in altri X siti allora sono più stimolato.
Io proverei a vedere di iscrivere il sito agli aggregatori di "notizie articoli", tipo http://riassunto.jsk.it/ (ce ne sono tanti).
In questo modo si avrebbe una certa visibilità.
Purtroppo non tutti sanno scrivere bene o hanno voglia e quindi dovremmo sfruttare il tempo a spiegare come scrivere anche. Come andare a capo, come mettere un link, come mettere un grassetto, come usare un'immagine e via dicendo...per rendere il nostro articolo molto accattivante.
E' proprio vietata l'autopromozione nei link, perchè altrimenti meno gente li ripubblica.
Poi vedrei di stringere partnership con siti del settore per avere visibilità.
http://www.alverde.net/ in home ha gli RSS di molti.
C'è un punto molto forte poi da toccare e che andrebbe discusso magari al convegno: siccome il punto trainante di questi siti sono i webmaster/seo, quanto questo target oggi è preparato a questo?
Secondo me in Italia dovremmo spingere nei siti di Article Marketing il tipo di scrittura di un articolo di ottimo livello.
Hey, lo so che non è facile gestire un sito di questo genere ragazzi. Infatti apprezzo molto questi nuovi siti che offrono delle linee guida ed una moderazione suigli articoli.
Il passo successivo sarebbe mostrare un bell'articolo di esempio, scritto bene, con i link e grassetti ai posti giusti. Con un elenco di cose da non fare e cose da fare quando si scrive.
IMHO
-
E se si facesse un sito di article marketing generale e N siti satelliti molto settoriali che ripubblicano gli articoli di una determinata categoria?
In questo modo si partirebbe con
- N siti che ripubblicano gli articoli (la gente è piu stimolata a scrivere)
- Altri siti settoriali potrebbero riutilizzare gli articoli vedendo come usarli
che ne dite?
-
Un attimo però.. bisogna un po chiarire anche cosa si intende per Article Marketing.
Article Marketing non è semplicemetne mettere un proprio articolo su dei siti (in molti casi non eccellenti, per non dire spazzatura - in particolare mi riferisco a quelli in lingua inglese, quelli in lingua italian sono un numero irrisorio - ) fatti appositamente per inserire articoli e rivolti a webmaster bramosi di ottenere link con poco sforzo.
E non credo che aiuti il fatto che poi un articolo sia replicato su altri siti simili in automatico...Da questo punto di vista sono ottimi gli interventi di FradeFra. L'Article Marketing non si fa solo per la link popularity e aggiungo richiede molti sforzi per la ricerca della Qualità, sia in fase di scrittura sia in fase di distribuzione.
Puntare su questo sistema richiede trovare dei "posti" opportuni dove proporre gli articoli. E i posti migliori non sono quelli dei siti che si autoproclamano di "Article Marketing".Vi faccio un esempio, diversi mesi fa ho scritto un articolo turistico su di un aspetto particolare della Toscana. Mi sono messo a girare per trovare qualche sito buono dove proporre tale articolo.
Ho trovato un sito che mi ha pubblicato l'articolo e che ha tutti i link con il tag NOFOLLOW che però mi porta un centinaio di visite al mese e ci sono state pure diverse conversioni!Diversi anni fa quando lavoravo per una piccola ma famosa Internet Company un paio di miei articoli furono pubblicati anche da Punto-Informatico...
In Italia quindi Article Marketing si può fare, scrivendo dei buoni articoli (come evidenziato in molti post precedenti) e poi cercando dei Blog, dei Forum, dei siti, ecc ecc ecc che siano strettamente attinenti all'argomento trattato nell'articolo. A tali siti si può proporre l'articolo e se è di buona qualità saranno ben lieti di accettarlo, lasciando anche dei link.
In questo modo si ottengono molti vantaggi
- Se pubblicano il link, per prima cosa si hanno visite,
- se poi il link è anche "pulito" si può migliorare la link popularity sia quantitativamente sia qualitativamente
- se non pubblicano il link si diffonde pur sempre conoscenza su qualche particolare aspetto (Un marchio, una nuova funzionalità, un nuovo prodotto, un qualcosa di unico, .... che poi magari si riesce a rintracciare facilmente tramite query sui motori )
-
Da questo punto di vista sono ottimi gli interventi di FradeFra. L'Article Marketing non si fa solo per la link popularity e aggiungo richiede molti sforzi per la ricerca della Qualità, sia in fase di scrittura sia in fase di distribuzione.
Luca, come detto in altre occasioni deve esserci la volonta, da parte di chi gestisce il servizio, di NON pubblicare ciò che non si ritiene validoIn Italia quindi Article Marketing si può fare, scrivendo dei buoni articoli (come evidenziato in molti post precedenti) e poi cercando dei Blog, dei Forum, dei siti, ecc ecc ecc che siano strettamente attinenti all'argomento trattato nell'articolo. A tali siti si può proporre l'articolo e se è di buona qualità saranno ben lieti di accettarlo, lasciando anche dei link.
cercare... si riuscire a pubblicare un proprio articolo su un sito dedicato all'argomento porta sicuramente i sui vantaggi
non sempre però si riesce a trovarlo, avere un Contenitore diviso in aree tematizzate che a sua volta rende distribuibili gli articoli è senza dubbio comodo
-
@luca: trovo molto interessante il tuo intervento. a volte ci si focalizza su alcune forme di diffusione perchè più dirette e pertinenti, ma bisogna sempre stare attenti al target di utenti...
-
Ragazzi , sono un convinto sostenitore dell'article marketing ma mi sto accorgendo che la situazione è abbastanza triste
I siti su cui si dovrebbero inserire gli articoli non funzionano un gran che
...A parte quello di Rinzi , con cui mi sono trovato bene subito e si riesce a collaborare , gli altri hanno alcuni problemi e spesso passa molto tempo senza che si possa sapere nulla riguardo la pubblicazione degli articoli / comunicati ... questa cosa scoraggia abbastanza chi vuole partecipare
Insomma, capisco che non sia una cosa semplicissima da gestire/organizzare ,ma secondo me bisognerebbe che anche gli organizzatori ci credessero un pò di più
Scrivo questo come critica costruttiva perchè mi piacerebbe poter utilizzare maggiormente questa risorsa che trovo decisamente più utile e interessante del semplice scambio di link e simili ...
-
@Giorgiotave said:
Sto preparando il tutto per creare un sito di Article Marketing in Italiano, con registrazione. Il Dominio è un sottodominio di GT a PR 5
molto interessante Giorgio, mi interessa personalmente per i miei articoli
-
@"Robyweb" said:
I siti su cui si dovrebbero inserire gli articoli non funzionano un gran che...
... A parte quello di Rinzi , con cui mi sono trovato bene subito e si riesce a collaborare , gli altri hanno alcuni problemi e spesso passa molto tempo senza che si possa sapere nulla riguardo la pubblicazione degli articoli / comunicati ... questa cosa scoraggia abbastanza chi vuole partecipareAd esempio?... quali altri siti di article marketing non funzionerebbero?
Cordialmente,
Stuart
-
@robyweb said:
Ragazzi , sono un convinto sostenitore dell'article marketing ma mi sto accorgendo che la situazione è abbastanza triste
I siti su cui si dovrebbero inserire gli articoli non funzionano un gran che
...A parte quello di Rinzi , con cui mi sono trovato bene subito e si riesce a collaborare , gli altri hanno alcuni problemi e spesso passa molto tempo senza che si possa sapere nulla riguardo la pubblicazione degli articoli / comunicati ... questa cosa scoraggia abbastanza chi vuole partecipare
Insomma, capisco che non sia una cosa semplicissima da gestire/organizzare ,ma secondo me bisognerebbe che anche gli organizzatori ci credessero un pò di più
Scrivo questo come critica costruttiva perchè mi piacerebbe poter utilizzare maggiormente questa risorsa che trovo decisamente più utile e interessante del semplice scambio di link e simili ...
Stay Tuned...
-
@Stuart said:
Ad esempio?... quali altri siti di article marketing non funzionerebbero?
Cordialmente,
StuartChiedo scusa Stuart hai ragione , avrei dovuto fare degli esempi
Dunque per esperienza personale (poi magari sono io che sono sfortunato ..)
http://www.articolando.com/ qui ho provato due volte ad iscrivermi e ho ricevuto la mail per attivare l'account ma non funziona (anche provando a farselo rispedire) ho mandato una mail per chiedere informazioni manon ho ricevuto risposta ...
http://www.hellodir.com/articoli-guide/ qui mi sono iscritto ho inserito un paio di articoli (un paio di settimane fa) , in attesa che venissero moderati , ora non li trovo più sul mio account , non mi hanno comunicato nulla , ho mandato una mail ma ancora nessuna risposta ...
http://www.messaggiamo.com/ questo ha pochissime categorie e risulta difficile inserire un articolo a tema
Ripeto che non scrivo questo tanto per criticare ma per partecipare all'argomento in modo attivo ...
-
Uno dei motivi per cui l'Article Marketing in Italia non funziona è proprio questo. Dietro a questi siti non c'è quasi mai una società, una associazione o un gruppo con possibilità finanziarie o tempo (almeno questo).
Sono quasi sempre esperimenti di un webmaster che pensa di diventare ricco con l'advertising sulla base dei contenuti inseriti da altri. Quando poi si rende conto che il tutto porta via molto tempo, piano piano molla.Se fate una ricerca, infatti, di siti se ne trovano. Quasi tutti desolatamente vuoti.
Fare un sito di article-marketing non significa solo preparare una piattaforma. Ci vuol ben altro. La piattaforma è il minimo!
-
@"fradefra" said:
Uno dei motivi per cui l'Article Marketing in Italia non funziona è proprio questo. Dietro a questi siti non c'è quasi mai una società, una associazione o un gruppo con possibilità finanziarie o tempo (almeno questo).
Sono quasi sempre esperimenti di un webmaster che pensa di diventare ricco con l'advertising sulla base dei contenuti inseriti da altri. Quando poi si rende conto che il tutto porta via molto tempo, piano piano molla. Assolutamente d'accordo.Anche se non sono molto favorevole a considerare indissolubile il binomio **possibilità finanziarie = successo **visto che nel bene e nel male tutti abbiamo assistito a fenomeni diametralmente opposti.
Il motivo principale per cui l'article marketing in italia, allo stato attuale delle cose, non decollerà mai è un altro. E' stato "importato" in modo sbagliato, in ritardo di almeno 2 anni, e rivolgendosi ad un tipo di publisher, i webmaster, più incline al vampirismo e al parassitismo che non alla condivisione e al piacere di scrivere.
Il termine "sito di/per article marketing" poi, nasce da un gigantesco malinteso. L'article marketing è una strategia di incremento popolarità che sfrutta i siti che permettono la pubblicazione e la ripubblicazione di articoli. Definire il proprio sito "di/per article marketing", è come dire che Google è un sito SEO. Viene confusa la causa con l'effetto, una metonimia, insomma.
Attualmente, chi coltiva l'hobby di scrivere, che ha qualcosa da dire, che vuole dimostrarsi esperto di un particolare campo o disciplina, impiega dai 2 ai 4 minuti per aprirsi un blog. Non va certo su fastpopularity.com, articolista.com o articolando.com. Primo perchè non ci arriva (nè dai motori di ricerca, nè da banner, nè da link...). Secondo perchè una volta sul sito legge di popolarità dei link, promozione siti internet, pochi articoli di qualità, moltissimi comunicati stampa e passa oltre.
Alla base del successo di siti come **Isnare **(esempio) c'è stato il sapersi porre come trait d'union tra tutte quelle persone che sapevano e volevano scrivere di qualcosa, ma non avevano tempo di gestire un blog o un sito personale, e tutti quei webmaster in cerca di contenuti liberi da particolari copyright da ripubblicare nei propri siti.A mio parere, in Italia, un sito non può nascere come "sito di article marketing", perchè attirerà solamente webmaster. Può diventarlo però: immaginiamo che DOMANI Corriere.it e Repubblica.it permettano ad utenti registrati di inserire articoli con permesso di ripubblicazione.
Senza finalità becere quali la link popularity, pagerank e facezie simili. Solo per il "gusto" di scrivere su Repubblica o Corriere. In meno di una settimana centinaia di abituali fruitori di questi giornali online diventerebbero "giornalisti", sceglierebbero accuratamente gli argomenti di cui parlare, curerebbero grammatica, sintassi e ortografia e soprattutto lo farebbero svincolati da qualsiasi interesse che non sia quello di scrivere qualcosa che in moltissimi leggeranno.E' la (quantomeno apparente) mancanza di fini diversi dal farsi conoscere come esperto che ha fatto la fortuna dei siti di news/articoli oltreoceano. In italia ogni articolo viene scritto e sottoposto agli admin dei siti di article marketing [sic] infarcito di link, con un registro linguistico spesso troppo promozionale e autocelebrativo, e ciò incide innanzitutto sul reale livello di expertise mostrato, sulla qualità degli scritti e, conseguentemente, azzera le possibilità di ripubblicazione degli stessi (perchè mai un wm dovrebbe ripubblicare gratuitamente quella che è di fatto la pubblicità di un concorrente?).
Venuta meno la ripubblicazione degli articoli (seppur permessa e caldeggiata), viene meno la mission del sito. Il quale alla fine si ritrova ad essere poco più di una web directory.
Cordialmente,
Stuart
-
@Stuart said:
Assolutamente d'accordo.
Anche se non sono molto favorevole a considerare indissolubile il binomio **possibilità finanziarie = successo **visto che nel bene e nel male tutti abbiamo assistito a fenomeni diametralmente opposti.
Il motivo principale per cui l'article marketing in italia, allo stato attuale delle cose, non decollerà mai è un altro. E' stato "importato" in modo sbagliato, in ritardo di almeno 2 anni, e rivolgendosi ad un tipo di publisher, i webmaster, più incline al vampirismo e al parassitismo che non alla condivisione e al piacere di scrivere.
Il termine "sito di/per article marketing" poi, nasce da un gigantesco malinteso. L'article marketing è una strategia di incremento popolarità che sfrutta i siti che permettono la pubblicazione e la ripubblicazione di articoli. Definire il proprio sito "di/per article marketing", è come dire che Google è un sito SEO. Viene confusa la causa con l'effetto, una metonimia, insomma.
Attualmente, chi coltiva l'hobby di scrivere, che ha qualcosa da dire, che vuole dimostrarsi esperto di un particolare campo o disciplina, impiega dai 2 ai 4 minuti per aprirsi un blog. Non va certo su fastpopularity.com, articolista.com o articolando.com. Primo perchè non ci arriva (nè dai motori di ricerca, nè da banner, nè da link...). Secondo perchè una volta sul sito legge di popolarità dei link, promozione siti internet, pochi articoli di qualità, moltissimi comunicati stampa e passa oltre.
Alla base del successo di siti come **Isnare **(esempio) c'è stato il sapersi porre come trait d'union tra tutte quelle persone che sapevano e volevano scrivere di qualcosa, ma non avevano tempo di gestire un blog o un sito personale, e tutti quei webmaster in cerca di contenuti liberi da particolari copyright da ripubblicare nei propri siti.A mio parere, in Italia, un sito non può nascere come "sito di article marketing", perchè attirerà solamente webmaster. Può diventarlo però: immaginiamo che DOMANI Corriere.it e Repubblica.it permettano ad utenti registrati di inserire articoli con permesso di ripubblicazione.
Senza finalità becere quali la link popularity, pagerank e facezie simili. Solo per il "gusto" di scrivere su Repubblica o Corriere. In meno di una settimana centinaia di abituali fruitori di questi giornali online diventerebbero "giornalisti", sceglierebbero accuratamente gli argomenti di cui parlare, curerebbero grammatica, sintassi e ortografia e soprattutto lo farebbero svincolati da qualsiasi interesse che non sia quello di scrivere qualcosa che in moltissimi leggeranno.E' la (quantomeno apparente) mancanza di fini diversi dal farsi conoscere come esperto che ha fatto la fortuna dei siti di news/articoli oltreoceano. In italia ogni articolo viene scritto e sottoposto agli admin dei siti di article marketing [sic] infarcito di link, con un registro linguistico spesso troppo promozionale e autocelebrativo, e ciò incide innanzitutto sul reale livello di expertise mostrato, sulla qualità degli scritti e, conseguentemente, azzera le possibilità di ripubblicazione degli stessi (perchè mai un wm dovrebbe ripubblicare gratuitamente quella che è di fatto la pubblicità di un concorrente?).
Venuta meno la ripubblicazione degli articoli (seppur permessa e caldeggiata), viene meno la mission del sito. Il quale alla fine si ritrova ad essere poco più di una web directory.
Cordialmente,
StuartQuando ce vo', ce vo'!
-
@stuart said:
Il motivo principale per cui l'article marketing in italia, allo stato attuale delle cose, non decollerà mai è un altro. E' stato "importato" in modo sbagliato, in ritardo di almeno 2 anni, e rivolgendosi ad un tipo di publisher, i webmaster, più incline al vampirismo e al parassitismo che non alla condivisione e al piacere di scrivere.
Più che in modo sbagliato direi in ritardo.
Per me intervenire in questo topic rimane difficile senza fare riferimenti al progetto che gestisco e cercherò di intervenire nel modo più disinteressato possibile, ma allo stesso tempo il punto di vista di chi è dall'altra parte e che sa (perchè vede anche quello che non supera l'approvazione) credo sia utile.
Parli di webmaster vampiri... credo sia normale rivolgersi prima a chi ha maggiori interessi per poi arrivare anche a chi non sa gestire un blog ma vuol scrivere sul web di cani, cucina, storia.
I testi proposti dai vampiri (da te così definiti) non dovrebbero superare l'approvazione e quindi essere pubblicati , parlando dei numeri che conosco meno del 10 % dei testi proposti non viene pubblicato poichè non idoneo...
@stuart said:
In italia ogni articolo viene scritto e sottoposto agli admin dei siti di article marketing [sic] infarcito di link, con un registro linguistico spesso troppo promozionale e autocelebrativo
come detto prima sta a chi gestisce il servizio fare da filtro e come ho già detto ti parlo di numeri reali la percentuale è sempre stata molto bassa e si sta avvicinando allo 0.
@stuart said:
Venuta meno la ripubblicazione degli articoli (seppur permessa e caldeggiata), viene meno la mission del sito.
è una tua interpretazione? ovvio che se si parla di un servizio nuovo per l'Italia i web master italiani dovranno abituarsi all'idea di aver testi per i propri siti e blog a portata di mano e i servizi che dicono di offrire tale possibilità dovranno svilupparla, diamogli tempo il lavoro (se buono) porterà i suoi frutti
@fradefra said:
Sono quasi sempre esperimenti di un webmaster che pensa di diventare ricco con l'advertising sulla base dei contenuti inseriti da altri.
Permettetemi di dirlo, proprio per questo non ho utilizzato sistemi di advertising (domani non so che dirti), ti dirò di più poche ore fa ho proposto visibilità gratuita ad un progetto che mi ha colpito
-
Rinzi, quando parlavo di webmaster che pensano di diventare ricchi con l'advertising basato su contenuti inseriti da altri, ovviamente non intendevo te. Prova ne è... che nel tuo sito ho inserito vari articoli
-
Uhm...
credo si sia partiti con il piede sbagliato.A parte che non ho definito i webmaster dei "vampiri". O meglio, non con un'accezione necessariamente negativa. L'inclinazione al vampirismo è quella *forma mentis *tipica di chi, per necessità, è portato a sfruttare fino all'osso gli strumenti online che possono portargli popolarità, possibilmente senza ricambiare.
Il che non è necessariamente un male, anzi (chi promuove il proprio sito DEVE essere un po' vampiro).
Mi stupisce solo che, visto che anche tu ti occupi di SEO, questa definizione causi tutto questo sdegno. Se mi chiamassero "vampiro", lo considererei un complimentoIn ogni caso, se pensi che la mia definizione sia eccessivamente impietosa, senza dover tirare fuori numeri e grafici a torta così cari ai web marketeer, puoi provare a mettere per una settimana i nofollow ai link in uscita su articoli e profili dei publisher e farlo ben presente in home page
@"Rinzi" said:
Per me intervenire in questo topic rimane difficile senza fare riferimenti al progetto che gestisco e cercherò di intervenire nel modo più disinteressato possibile, ma allo stesso tempo il punto di vista di chi è dall'altra parte e che sa (perchè vede anche quello che non supera l'approvazione) credo sia utile. E' proprio ciò che volevo evitare, non a caso ho citato i siti di articl....ops, di pubblicazione e ripubblicazione articoli che conosco, incluso uno che, sporadicamente -e per puro diletto-, mi ritrovo ad editare.
Perchè è l'approccio generale che sta alla base che, a mio parere, è errato, non il tuo sito in particolare che, per inciso, tra quelli citati è quello, al momento, sviluppato meglio.Quella che sembrava una critica, in realtà era anche largamente una autocritica.
@"Rinzi" said:
credo sia normale rivolgersi prima a chi ha maggiori interessi per poi arrivare anche a chi non sa gestire un blog ma vuol scrivere sul web di cani, cucina, storia. Sicuramente.
Ma non credo sia l'unica via percorribile. Anzi, è necessario che chi opta per questo target sia in grado di cambiare rotta in tempi brevi onde evitare di rimanere vittima della natura stessa del progetto (=sito per webmaster).Ad esempio, un sito multiautore, con un numero iniziale limitato e selezionatissimo di publisher che, ottenuta popolarità e autorevolezza, "apre" le porte ad altri autori che già conoscono alla perfezione linee editoriali e argomenti, potrebbe fare grande successo (in termini di numero articoli e qualità degli stessi), raccogliere scrittori appassionati, rimanendo comunque uno strumento utilizzabile dai webmaster.
Solo un esempio, chiaramente.
@"Rinzi" said:
I testi proposti dai vampiri (da te così definiti) non dovrebbero superare l'approvazione e quindi essere pubblicati , parlando dei numeri che conosco meno del 10 % dei testi proposti non viene pubblicato poichè non idoneo... Strano, io per il 90% degli articoli in Review passo tra i 10 minuti e la mezz'ora per correggere typos, qual'è, fà, o, ??????, ripetizioni, anacoluti e, da adesso in poi, bannerò coloro che inviano un articolo inconsistente che termina con: "prosegui la lettura dell'articolo clicca qui".
@"Rinzi" said:
è una tua interpretazione? ovvio che se si parla di un servizio nuovo per l'Italia i web master italiani dovranno abituarsi all'idea di aver testi per i propri siti e blog a portata di mano e i servizi che dicono di offrire tale possibilità dovranno svilupparla, diamogli tempo il lavoro (se buono) porterà i suoi frutti Io te lo auguro, sinceramente
Cordialmente,
Stuart
-
@Stuart said:
Il che non è necessariamente un male, anzi (chi promuove il proprio sito DEVE essere un po' vampiro).
mi sono spiegato male.. solo un malinteso... ora leggo il resto
-
@Stuart said:
In ogni caso, se pensi che la mia definizione sia eccessivamente impietosa, senza dover tirare fuori numeri e grafici a torta così cari ai web marketeer, puoi provare a mettere per una settimana i nofollow ai link in uscita su articoli e profili dei publisher e farlo ben presente in home page
se ho parlato di numeri è semplicemente perchè ragiono meglio con dati reali :), da 'vecchio' informatico è più forte di me...
la bontà del link interessa una fetta degli utenti... l'altra fetta è/sarà più interessata a promuovere la propria immagine o al solo scrivere