• User Newbie

    Ciao a tutti, qui su LinkedIn ho provato a sintetizzare la questione, corroborando la mia personalissima (e dunque altrettanto discutibile) lettura con quanto emerge nella puntata di #Garantismi dedicata al tema, che credo sia - al momento - la fonte più autorevole di cui disponiamo visto che vede l'autore Matteo Flora a confronto con Guido Scorza componente del collegio del Garante per la protezione dei dati personali.


  • Contributor

    Grazie del parere! Mi permetto di chiosare su questo punto:

    In concreto, se nella privacy policy (che i miei utenti devono leggere e approvare), spiego per filo e per segno come stanno le cose e perché ho scelto di usare ad esempio Google Analitics, e i miei utenti acconsentono al trasferimento proposto, posso ritenermi "in regola" o no?

    Se spieghi davvero quali sono i rischi (ovvero: "il Governo USA può identificarti come individuo ed accedere ai tuoi dati personali"), chi sarebbe mai così pazzo da cliccare su "Accetto"?


    S 1 Risposta
  • User Newbie

    @kal 😅 in effetti è stata grosso modo questa l'obiezione dei miei colleghi al legale: come fai ad informare un utente del fatto che hai deciso, consapevolmente, di utilizzare un sistema che mette a rischio la sicurezza dei loro dati personali?


    kal 1 Risposta
  • Contributor

    @simbon la riposta dovrebbe essere ovvia.

    E lo dico con la morte nel cuore, dato che personalmente adoro Google Analytics (Universal) come strumento... ma stiamo arrivando a passi da gigante alla resa dei conti.

    Gli USA rivedranno la loro legislazione per garantire sicurezza ai dati dei cittadini EU?

    Lo vedremo, anche se personalmente non sono pronto a scommetterci.


    S 1 Risposta
  • User Newbie

    @kal Il problema è che non ci sono altre vie d'uscita. O gli USA "si arrendono" e rinunciano alla possibilità di accedere ai dati dei cittadini europei (magari mantenendo la possibilità di accedere ai dati dei loro cittadini? Certo creerebbe una disparità di trattamento difficilmente giustificabile) o l'Europa cede in parte alle velleità di controllo USA (magari andando a dettagliare le clausole di "permesso all'accesso dei dati dei cittadini europei", ma anche qui non mi sembra una soluzione semplice). Nel frattempo alcune aziende (cito come esempio il caso MailChimp, visto che è un'altra delle aziende coinvolte nelle sentenze post-Schrems II) si stanno organizzando per creare data center basati in Europa, ma si tratta di iniziative sporadiche, costose, e lunghe nei tempi di realizzazione, che non possono rappresentare una soluzione generalizzata, anche perché fanno ricadere sui privati (per quanto con spalle larghe) i costi di una mancata decisione politica.


    F kal 2 Risposte
  • Moderatore

    @simbon il problema non è data center in Europa ma aziende europee se quei data center sono di proprietà di un’azienda americana si torna al punto precedente


  • Contributor

    @simbon come dice @filtro la questione non si risolve solo con un datacenter su suolo EU.

    Serve proprio che l'azienda non sia soggetta al Diritto USA.


  • User Attivo

    @simbon ha detto in Google Analytics è illegale in EU?:

    iao a tutti, qui su LinkedIn ho provato a sintetizzare la questione, corroborando la mia personalissima (e

    ooook... alternativa? proposte? suggerimnenti?

    esiste sempre un "qualcosa di diverso"...

    altrimenti torniamo in casa come nel 2000... ma mi chiedo come funzionerà ADS e FB....


    F kal 2 Risposte
  • Moderatore

    @mirkomassarutto c’é un vuoto legale, quindi non c’é molto da fare o si colma il vuoto legale oppure internet per l’Europa diventa ingestibile perché dovremmo avere tutte aziende europee che ad oggi non esistono e ci vorranno decenni prima che crescano aziende paragonabili. Tutto l’adv mainstream escluso Criteo sarebbe illegale


  • Contributor

    @mirkomassarutto ha detto in Google Analytics è illegale in EU?:

    ooook... alternativa? proposte? suggerimnenti?

    1. Matomo On Premise (soluzione valida da subito per siti di piccole dimensioni, l'ho testato sul mio sito personale ed in un caso sul campo con un cliente, funziona)
    2. Fathom Analytics (sono canadesi, non USA, e gestiscono il traffico EU con una CDN su cloud EU. Non l'ho mai testato.)
    3. Spostare il tracciamento lato server e ripulire lì le hit da ogni dato personale (complicato da fare, non è per tutti)

    F 1 Risposta
  • Contributor

    Segnalo varie considerazioni fatte da Romain Robert, Direttore di Programma per NOYB: https://www.linkedin.com/posts/romain-robert-68456021_gdpr-googleanalytics-activity-6891310811868917760-k50k


  • Moderatore

    @kal stai guardando la punta del
    Problema e non l’orizzonte. Google analytics è solo la punta dell’ iceberg non il problema. Puoi anche installare matomo on premise e gestirti tutto sui tuoi server, ma praticamente qualunque tool di advertising anche in contextual targeting è illegale, perché trasferirà un ip in US, ma anche un sito internet che non ha un hosting gestito da un’azienda Europea è illegale.

    O trovano un accordo tra eu e US o internet come è oggi semplicemente non può esistere in Europa

    Sono state presentate 101 istanze da noyb in giro per l’Europa, 4 solo in Italia e per ora sappiamo il risultato di 2 e non saranno tutte contro GA, avrà preso in considerazione anche altro sicuramente. Aspettiamo, ma la soluzione non è tool diversi ma un accordo EU e US


    kal 1 Risposta
  • User Newbie

    Condivido, è questo il punto: serve un accordo EU-USA che permetta il transito di dati, non ci sono altre soluzioni reali, e non ci sono reali alternative (giustamente come evidenzia anche @filtro nemmeno il data center europeo di un'azienda soggetta a diritto USA è davvero sufficiente, come non sono sufficienti le soluzioni "Società X Ireland"). Ma la domanda allora è: nel frattempo cosa facciamo (nelle nostre aziende e/o per i nostri clienti)? Assodato che non è seriamente pensabile la dismissione totale di punto in bianco di tutte le piattaforme basate in USA, e non ci sono "valide alternative europee" per tutto, resta comunque da capire come gestire questa situazione nell'immediato. Ancora una volta rimando alle affermazioni di Scorza (componente del Garante per la protezione dei dati personali italiano): “La vera partita, la più importante di tutte, si sta giocando ormai da qualche mese tra la Commissione Europea e il governo di Washington, perché nel dialogo tra questi due governi occorre trovare delle soluzioni che rendano nuovamente possibile, in condizioni di sicurezza nella dimensione della privacy, il trasferimento dei dati verso gli Stati Uniti d’America, essendo evidente che questo stato di cose per un verso è incompatibile con il GDPR per l’altro verso è semplicemente incompatibile con il funzionamento di internet, e quindi non è uno stato di cose che può durare nel tempo. I negoziati sono in uno stato avanzato, quindi l’auspicio è che si arrivi a una soluzione il prima possibile”. Quindi in pratica: tocca aspettare, sperando che l'accordo arrivi presto. Solo che anche questa è una toppa abbastanza posticcia: e se qualcuno presentasse denuncia al garante competente? Il garante competente non potrebbe far altro che constatare l'irregolarità. Dice ancora Scorza: “Dobbiamo ricordarci che abbiamo davanti una partita straordinariamente importante, una partita che ha il suo vero epilogo in un accordo tra Europa e Stati Uniti che garantisca la libera circolazione dei dati, non c’è un altro epilogo al quale si possa ambire diverso da questo. Ma è una partita che nei 90 minuti ha per presupposto che le autorità per la protezione dei dati fischino un po’ di falli, che non risolveranno il destino della partita, ma che vanno fischiati perché tanto dicono le regole”. Quindi, non solo tocca aspettare, ma sperare di non essere tra i falli fischiati. Tutto abbastanza precario per i miei gusti, anche perché all'orizzonte non si vede una data precisa per la sottoscrizione di un nuovo accordo (e, aggiungo, non riesco a immaginare la forma di questo accordo).


  • Contributor

    @filtro ah ne sono ben conscio. Ma il mio dipartimento non comprende ancora le relazioni diplomatiche 😂

    Lato tool invece qualcosa si può fare.


    F 1 Risposta
  • Moderatore

    @kal e come fai advertising? Solo criteo?


    kal 1 Risposta
  • Contributor

    @filtro ha detto in Google Analytics è illegale in EU?:

    @kal e come fai advertising? Solo criteo?

    Per l'ADV visto che stai usando una piattaforma terza c'è solo una soluzione fattibile: spostare il tracciamento conversioni lato server (e levare lì i dati personali passibili di digital fingerprint ovvero indirizzo IP e User Agent).

    È complicato, specie se fatto su larga scala e a livello PMI. Ma secondo me è comunque il caso di iniziare a pensarci.

    Siamo già in ritardo di quasi due anni.


    F 1 Risposta
  • Moderatore

    @kal senza un identificativo e senza tracciare l’utente non tracci nulla, quindi dato personale, se passa da US siamo punto e a capo.


    kal 1 Risposta
  • Contributor

    @filtro qua andrebbe fatta fare la consulenza da un legale per farsi la proverbiale botte di ferro... ma da quanto ho capito il problema non sta tanto nell'identificativo pseudonimo, quanto proprio nella capacità della piattaforma di fare digital fingerprint a partire da un insieme di dati.

    Il solo cid (o gclid, fbclid etc.) non dovrebbe costituire un problema per l'esportatore di dati, se conferito da solo.

    A quel punto la palla della privacy finisce completamente nel campo dell'importatore e dei SUOI dati di prima parte (a cui eventualmente i garanti privacy potranno indagare la legittimità, ma a quel punto non ci riguarda più).


    F 1 Risposta
  • Moderatore

    @kal come ti ripeto da giorni il tuo ragionamento è troppo di parte. Il digita fingerprinting senza ip non lo fai a livello di utente salvo tu non abbia un altro identificativo. (Alla fine è quello che dice anche il garante, ma dimenticandosi che se spengo adv in ga non ho il synch con il resto è quindi decade il fingerprinting sui singoli dati di ga) se tu hai un gclid che collega ogni click ad un cookie di prima parte di google, o Facebook, o LinkedIn, colleghi quel singolo click all’utente della piattaforma di advertising che essendo di proprietà di azienda US ha esportato i dati e siamo punto a capo. Sposti il colpevole, ma non il problema


    kal 1 Risposta
  • Contributor

    @filtro sì, effettivamente nel caso del gclid/fbclid che viene generato lato piattaforma il problema rimane. L'unico modo veramente "pulito" di attribuire le conversioni è lato analytics come si faceva una volta, passando la keyword nel target URL e monitorando a valle. Dicendo quindi completamente addio a tutte le strategie di bidding automatico.

    Qua serve sicuramente più tempo per capire che fare.

    È anche vero che per ora sotto il fuoco di fila c'è solo GA, gli altri tracker sono solo a rischio potenziale. Almeno fino al prossimo provvedimento...

    Ma comunque:

    @filtro ha detto in Google Analytics è illegale in EU?:

    Sposti il colpevole, ma non il problema

    Dovrebbe essere proprio questo l'obiettivo 😀

    Le multe se le deve prendere Google che se le merita tutte, non noi!


    F 1 Risposta