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- Page Experience di Google: sarà una botta di visibilità!
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@juanin Grazie mille per la risposta completa ed esaustiva. E' anche l'esatto mio pensiero.
Ho l'impressione che nel corso degli anni la tecnologia ha preso sempre di più il sopravvento sulla qualità del contenuto. Tralasciando gli aspetti monopolistici, di interesse e cose simili, credo sia anche dovuto al fatto che gestire la tecnologia è estremamente più semplice che gestire la qualità effettiva del contenuto.
Questa situazione mi ricorda quando dovevo cercare una ditta su PAGINE GIALLE cartaceo di una volta: per forza di cose l'occhio ti cadeva sul BOX pubblicitario più grande quando magari, l'artigiano che faceva il lavoro veramente a regola d'arte, aveva a disposizione solo una riga tra mille e.. con nome e telefono, stop.
Ecco, la sfida di oggi di Google secondo me è proprio questa: se il lavoro dell'artigiano è il più a regola d'arte, quest'informazione deve essere trasmessa all'utente a prescindere dalla tecnologia e senza tecnologia. Nell'esempio: come posso accorgermi dell'artigiano invece che del box?
E' questa informazione che ancora oggi in qualche modo manca, in qualche modo non è percepita o è percepita non quanto dovrebbe esserlo. Ed è così, forse, perché in gran parte non si è ancora in grado di fare questa lettura.
Dal mio punto di vista la tecnologia non ha nulla a che fare con la qualità di un contenuto. Possono certamente coesistere, ma le vedo sempre due entità separate anche quando coesistono.
In un mondo dove spesso la qualità viene messa da parte a favore dell'affare - e in generale del prezzo più basso - trovo difficile che possa avvenire un cambiamento importante in merito. Anche perché il cambiamento importante - almeno dal mio punto di vista - può arrivare solo da chi esegue le ricerche e non da chi ha il monopolio.
E' anche vero però che a domanda Google risponde: e se quello che cerchi è TOP in mille posti non può di certo proporteli tutti e mille in un sol colpo d'occhio. E qui tocco un altro punto secondo me molto importante: non basta la tecnologia, non basta la qualità di un contenuto, ci vogliono anche le capacità di saper cercare a regola d'arte. In merito gli algoritmi dovrebbero tenere enormemente conto dei comportamenti di quegli utenti che leggono, cliccano, e permangono su link che si trovano a... pagina 50
Solo chi sa cercare a regola d'arte VINCE. Più persone cercano a regola d'arte più si "costringono" gli algoritmi a favorire la qualità. E perché no, forse sarebbe utile mettere a tempo - a prescindere dalla tecnologia - le prime posizioni: una sorta di TURNOVER DEMOCRATICO.
1 Risposta -
@domenico-pacifico guarda secondo me la tecnologia può assolutamente contribuire a rendere un contenuto più di qualità di un altro. E questo è vero in tanti casi.
Faccio qualche esempio che va ovviamente mescolato con il contenuto e la progettazione dello stesso:
- data viz fatta a dovere
- esperienze immersive
- strumenti di ricerca che funzionano meglio di altri
- accorgimenti di microinteraction quasi impercettibili, ma che fanno differenza sul day by day usage
- usabilità dei form e feedback validazione superiore
- velocità di una pagina certo. Importantissima. Se un sito è lento diventa a volte inutilizzabile.
- il fatto che la ux sia ottimizzata per il device che viene usato
etc etc.... e questa è tutta roba che compete come diciamo sì al contenuti, sì alla progettazione, ma anche allo stack tecnologico.
La tecnologia invece diventa un "unfair advantage" quando la rendi abilitante e obbligatoria quando potresti ottenere lo stesso risultato anche con altre tecnologie.
Il problema secondo me qui è principalmente questo.
Sono invece molto d'accordo sul fatto che "bisogna saper cercare", ma è anche vero che Google utilizza già gli intenti, dove clicchi, come fai query refinement, bla bla bla e lo fa da anni. Poi riuscire appieno a comprendere è ovviamente una impresa molto difficile, ma Google riesce a far scalare abbastanza bene l'oggettivizzazione di parametri che sono prettamente soggettivi il più delle volte.
Ricordiamoci anche che ci sono aspetti di personalizzazione che entrano e entreranno sempre di più in gioco quindi in parte l'obiettivo del motore è già quello di soddisfare quanta più domanda possibile nel modo migliore possibile.
Anche Google Ads in fin dei conti sebbene sia pubblicità si basa comunque su parametri che cercano di dare una valenza al contenuto e non meramente chi più paga più vince.
Quindi io sono critico sì su quelle scelte che mettono tecnologie piuttosto che altre e fanno calpestare i piedi alla rilevanza, ma in generale la tecnologia svolge un ruolo fondamentale per definire un ottimo prodotto alla pari della ux e del contenuto. Il web marketing è in generale un settore dove conoscere la tecnologia e proporre ottima tecnologia è fondamentale.
Sulla selezione del miglior risultato invece non è semplice. A volte non c'è un migliore in assoluto perché il migliore o meno può dipendere anche da questioni prettamente personali.
1 Risposta -
@giorgiotave grazie mille, ho visto anche il video commentato su YouTube. Se il blog è già in AMP ci sono altre ottimizzazioni da fare?
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@juanin Anche se ti può sembrare strano - per quello che ho detto in precedenza - concordo sul discorso che hai fatto sulla tecnologia.
Probabilmente sono di vecchio stampo: per me un buon articolo è un buon articolo scritto anche su un post-it.
E' chiaro che tutto l'elenco che hai fatto e ancora di più aiuta notevolmente il contenuto: è solo che le pratiche descritte nell'elenco - e questo probabilmente è un mio limite - non le riesco ad inquadrare nella cerchia della "qualità del contenuto" ma piuttosto in un contorno.
Posso avere una UX sbalorditiva, una velocità alla superman, posso rispettare tutte le direttive internazionali e mixare tutto alla perfezione con il contenuto ma... se un articolo è un flop, è un flop a prescindere da tutto il contesto tecnologico. E ciò non avviene al contrario. Se un articolo è ben fatto - io - me lo leggo anche a 56K e con una grafica del medio evo.
Quello che sto notando in generale - mia opinione - è che tutto è troppo concentrato ad inseguire la qualità che tu hai ben descritto. Per ovvie ragioni. E quando leggo un contenuto e mi accorgo di questa pratica mi da fastidio: faccio fatica a trovare la naturalezza di un contenuto, quella naturalezza che era presente prima dell'era di internet.
Sembra che oggi il primo pensiero di chi lavora nel mondo del web - discorso molto generale - sia quello di "comparire in prima pagina" e non quello di fare un buon contenuto. E se questo è vero, è perché è il sistema che si è creato che ha spinto a fare ciò.
Certamente è vero che "migliore" è personale. Ma è altrettanto vero che nelle prime pagine si trovano spesso castronerie. Per migliore intendo un'area ben ampia, non una linea, e quasi sempre per entrare in quell'aerea devo viaggiare su diverse pagine.
Capisco anche tutte le personalizzazioni che sono in campo e che presto entreranno in campo e sempre più sofisticate ma... sempre tante pagine devo navigare per trovare il contenuto che mi accontenta.
D'altronde inghippo principale che vedo è questo: se una parola è in 10 milioni di contenuti, come si può solo pensare che il miglior contenuto si trova nelle prime pagine? Nessuna tecnologia sarà in grado di risolvere questo problema - altra mia visione e mio limite. Diciamo che per questioni di comodità e di tempo a vincere sono sempre quasi i primi risultati: ma non ne faccio una vittoria per questioni di qualità.
p.s. ti parlo da puro navigatore/lettore. Il mio mestiere è tutt'altro che il tuo. Però queste sono le sensazioni che ho a pelle.
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@giorgiotave @kal a proposito della situazione questo post include dichiarazioni abbastanza eloquenti
An engineer at a major news publication who asked not to be named because the publisher had not authorized an interview said Google’s size is what led publishers to use AMP.
oppure
Matt Dorville, SEO manager for BuzzFeed, said he’s “skeptical” about using AMP once Google stops requiring it for the top stories carousel. He plans to do extensive testing to ensure abandoning the format doesn’t kill the site’s traffic and will monitor the choices of other major players who use AMP, like Axios and The Guardian.
e poi
“You never really want to be the first person out the gate making these changes,” he said.
Mi sembra abbastanza evidente che AMP sia stata sin dall'inizio una imposizione.
@domenico-pacifico invece riguardo al tuo discorso ho aperto una nuova discussione qui; sarebbe carino avere degli esempi concreti.
1 Risposta -
@juanin ha detto in Page Experience di Google: sarà una botta di visibilità!:
Mi sembra abbastanza evidente che AMP sia stata sin dall'inizio una imposizione.
Un'abuso di posizione dominante, chiaro e semplice. Non è sorprendente che sia sotto l'occhio dell'antitrust.
1 Risposta -
La FAQ ufficiale di G, veramente basica, pubblicata ieri
support.google.com/webmasters/thread/86521401
1 Risposta -
@maxxg guarda caso pubblicizzano AMP pure lì.
Ogni occasione è buona
2 Risposte -
@juanin infatti l'insistenza sul potersi garantire le performance via amp e l'unico punto rilevante (in negativo) di queste faq
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@juanin ha detto in Page Experience di Google: sarà una botta di visibilità!:
@maxxg guarda caso pubblicizzano AMP pure lì.
Ogni occasione è buona
E pure sul blog ufficiale giusto giusto poche ore fa.
EDIT: con Wilander su Twitter che non le manda molto a dire https://twitter.com/johnwilander/status/1334976360826064897
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In America appaiono già i primi "bollini di qualità"?
https://www.seroundtable.com/google-page-experience-indicator-30546.html
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Taggo #corewebvitals