Scusate...a nessuno è mai capitato di fare un sito senza nessun form di acquisizione dati utente? La privacy in questo caso va indicata lo stesso sul sito?

Grazie

@webbondo said:

Ciao a tutti,

mi è sorto un dubbio riguardo la privacy policy da inserire nei siti (e che ovunque viene definita con "obbligatoria" in tutti i siti web)

Ho realizzato un sito dove non è presente nessun form di contatto (e nessun altro tipo di form in cui vengono raccolti i dati utente).

E' un semplice sito vetrina. In questo caso...è veramente necessaria la pagina con la privacy policy?

Una nota, il sito monta lo snippet di google analytics (in modalita statistica aggregata) e per il quale è presente la pagina di cookie policy. Potrebbe per questo essere necessaria la privacy policy?

grazie a tutti

Intanto vi ringrazio per le risposte.

Effettivamente anche io con la keyword segnalata non vedo più il sito bongkeng.com. Sta di fatto che in realtà google comunque non lo sta penalizzando. ne è la prova il fatto che se io cerco
" Avv Stefano Toniolo Associato " compare ancora questo maledetto sito.

Questo è solo un esempio, ho visto che usa anche dati di psicologi, dottori, psicoterapeuti, solo per generare traffico verso le sue pagine (che contengono tralaltro materiale pornografico nella home page).

Non capisco perchè google dopo le mie segnalazioni non abbia penalizzato il sito.

A parte la segnalazione cosa posso fare?

grazie

Anche io sono esattamente nella tua situazione, solo Analytics installato: ho letto che se è configurata la raccolta dei dati demografici e sugli interessi allora la cosa cambia ma nello specifico anche io non so come comportarmi

Ciao a tutti,
anche a me un cliente mi ha commissionato una campagna promozionale per il pranzo di natale e cenone di capodanno (con solo una settimana di anticipo rispetto all'evento!).

Pensavo di puntare su promoted post su facebook ed eventualmente sulla creazione di una newsletter (il cliente ha un sito web e una pagina facebook).
Sono scettico sull'utilizzo di una campagna Adwords per una sola settimana.
Avete qualche altro consiglio?
Grazie mille.

Controlla la differenza dei risultati su browser diversi e in condizione di loggato o non loggato. Io ad esempio su IE loggato con un account relativo ad una azienda locale, vedo risultati delle mappe.

Grazie per l'aiuto, però a questo punto, oltre a rimuovere il trattino e sostituirlo con i due punti, ha anche invertito il title...mette prima il nome dell'attività e poi la chiave?

Anche io suggerisco Pinterest, ricordando però di mettere un watermark in sovraimpressione sulle immagini con magari l'url del sito in modo che, se vengono condivise, sia più facile che gli utenti arrivino al sito.

I 4.000 euro però non li dedurrai tutti insieme ma in base all'ammortamento (circa 25% annuo).

È necessario che ci dici di che sito si tratta.

Confermo quello che dice Federico.

E' meglio mettere: "Auto Usate Milano - NomeBrand" o "Auto Usate Milano | NomeBrand".

Google valuta in ordine di priorità le parole chiave e questo probabilmente inoltre influenza anche il CTR perchè l'utente, leggendo prima le kw che sta cercando, è più intenzionato a cliccare in quanto trova subito il contenuto di interesse.

In ogni caso, se il cliente vuole vedere il suo brand, esso deve stare entro le 12 parole iniziali: la parte del title successiva viene interpretata da Google come parte del body della pagina - assimilandolo al resto del contenuto.

A livello commerciale, inoltre, segnalo che molti fornitori per poter accedere al listino "rivenditori" chiedono espressamente di inoltrare visura camerale dove si evinca chiaramente l'attività svolta dalla ditta (attività commerciale di rivendita). Nel caso qui in discussione, trattandosi di attività di web agency, credo che più fornitori non consentirebbero l'accesso a tali "listini".

Google non usa i dati di Analytics come fattore di ranking.
Potrebbe usare i dati che raccoglie direttamente dalla pagina della ricerca, ad esempio, se fai una ricerca per "patate fritte" ti viene fuori la pagina di Google con i suoi bei 10 risultati (escludiamo adesso i risultati sponsorizzati, le mappe, ecc. ecc).

Adesso clicca sul primo risultato; Google ovviamente sa che hai premuto sul primo risultato e anche a che ora.
Poi torna indietro e clicca un altro risultato; anche in questo caso Google sa che hai premuto un altro sito, a che ora e visto che la sessione è sempre la stessa può mettere in correlazione i due click.

Questo è solo un esempio di dati comportamentali che Google può ricavare senza attingere da Analytics.
In particolare il tempo tra il primo click sul primo risultato scelto e il ritorno in serp si chiama dwell time e di sicuro sappiamo che è un fattore usato da Bing.

Per questo motivo è plausibile che anche Google utilizzi il dwell time o qualcosa di simile.

Valerio Notarfrancesco

Ho trovato la soluzione da solo

Lo scambio link non è penalizzante in quanto tale, solo che quei link valgono poco in termini di link popularity.

Cosa diversa per i siti che vendono link e di cui Google sa della loro attività. In quel caso parte una penalizzazione vera e propria.

Inoltre tieni presente che un conto sono i tuoi link verso l'esterno ed un altro quelli di altri siti verso di te (i backlinks).

La link popularity viene aumentata dai backlinks di qualità ovvero provenienti da siti a tema con il tuo.

L'idea migliore sarebbe che il tuo link (quello che punta a te) fosse posizionato in una pagina a te dedicata, con un po' di testo attorno. Quello che poi tu farai per i tuoi fornitori è un altro discorso.

Se non c'è un'attività concordata tra voi, potresti usare il nofollow, così non sarebbe un vero e proprio scambio link "penalizzante". Oppure puntate a pagina diverse, ovvero

Tu hai il link nella pagina A e punti alla pagina X del tuo fornitore il quale punta alla pagina B del tuo sito.

In generale far parte di una lista di link, ad esempio far parte di una pagina dedicata allo scambio link, davvero non serve a niente.