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    • Che Web marketing vogliamo per il futuro?

      Stiamo cercando di adattare il Web Marketing alla nuova emergenza, ma così facendo forse stiamo perdendo un'opportunità enorme di cambiare.

      Per la prima volta il sistema economico è in una situazione di reset mondiale e anche le aziende di marketing, a parte approfittare dell'emergenza, poco fanno per rinnovarsi e molto invece fanno per stringere il cappio attorno al collo del consumatore.

      Questo atteggiamento miope, a mio parere, derivato dall'avidità presuppone che la crisi economica mondiale non influenzi i consumi e che basti profilare di più il cliente, bombardandolo con sconti e promozioni per risolvere il problema.
      Altraa strada è quella, con l'Intelligenza Artificiale, di creare una profilazione del cliente, chiamato "personas", per offrirgli continuamente contenuti che lo tengano incollato ai vari canali social di marketing in modo da stimolare il suo desiderio inconscio di acquisto.

      Questi meccanismi che riducono le persone a dei numeri e che usano stratagemmi pscicologici spesso efficaci, a mio parere, sono, per un futuro non molto lontano, delle degenerazione perdenti.

      Chi ci casca finirà, nonostante le tecnologie sempre più avanzate, di dover spendere sempre più soldi per profilare sempre più clienti (dato che le possibilità di spesa si stanno già riducendo), tramite professionisti sempre più specializzati o algoritmi dei quali non si potrà più fare a meno, creando una dipendenza ed un circolo vizioso in caduta libera.

      Ma questa non è l'unica strada. Possiamo anche vedere le nuove prospettive senza l'ansia di fare soldi che ci provocherà solo frustrazione, vista la situazione, cercando nuove forme più sane di fare marketing.

      A partire dai professionisti, che possono decidere di seguire sempre meno le regole imposte da Google e company, creando strade alternative, tutti hanno il potere di creare cambiamento.
      Come successe per l'olio di palma che i consumatori non volevano più, costringendo i produttori di cibo ad adeguarsi, Nicolas Taleb, nel suo interessantissimo libro "Il cigno nero" ci dimostra che un piccolo numero tra il 5 e il 10% di persone ben distribuite sul pianeta ed intransigenti, possono costringere grandi aaziende ad operare, per convenienza, cambiamenti di mercato nei prodotti offerti.

      In questo forum, Giorgio e i suoi collaboratori haanno creato uno spazio dove la condivisione, la discussione e la consapevolezza generate aiutano aa produrre questo cambio di visione, senza passare da nessun social.

      Mi è sembrato che molti tecnici del web si preoccupino solo di fare il loro, senza porsi troppe domande sull'etica e sulla prospettiva del loro lavoro.

      Per chi lavoriamo realmente, per noi stessi o per le big company?

      Chi è responsabile di quello che succede su internet?

      Che conseguenze ha questo tipo di marketing?

      Poche volte si sente parlare di questo e troppo spesso la risposta è banalmente "che ci posso fare?" o "non mi interessa, perché non è il mio ambito".

      Questo secondo me è un errore di valutazione.

      In passato si univa allo studio tecnico, lo studio della filosofia, che era alla fine un modo occidentale per riportare l'essere umano al saggio aforisma "Conosci te stesso".
      Per non farla troppo lunga, portare una community a riflettere sulle conseguenze del marketing, positive e negative, potrebbe essere parte integrante della formazione e creare una prospettiva efficace a lungo termine per tutto il settore del marketing.

      Veniamo alle prospettive. Perché cambiare se, nonostante la privacy, il marketing ha sempre funzionato bene così?

      Tante volte siamo stati abituati, quando Internet era un luogo più libero, a esplorare gli aggiornamenti tecnici e le evoluzioni dei servizi con il grande entusiasmo che ancora questo forum questo porta alla luce.

      Ultimamente però, per me, non è più così da anni.

      Non seguiamo più gli aggiornamenti con spirito critico, ma ci limitiamo a prenderne atto cercando di correre dietro a complessità sempre maggiori, fino a che forse un algoritmo di AI non ci sostituirà, senza renderci conto che ci siano autodistruggendo.

      Non vediamo più l'assurdità di questa rincorsa che forse avidamente troviamo anche inevitabile. Una persona in un commento ai video di Giorgio mi ha risposto ingenuamente che il bello di Google è che mentre lui fa grandi affari, anche noi possiamo guadagnarci un po', qundi il benessere era distribuito.

      Vi sembra proporzionale la distribuzione, ma soprattutto, qual'è il prezzo neanche troppo nascosto che paghiamo?

      La nuova visione di marketing quindi prevederebbe di coinvolgere anche chi fa web marketing a dare un taglio etico al proprio lavoro.

      Possiamo influenzare e come, i produttori di servizi?

      Quali servizi sono davvero utili per migliorare la vita e quelli invece ci usano per raccogliere dati e farci diventare marionette?

      Cosa significa fare marketing in un periodo di recessione e crisi mondiale?

      Quanto durerà questa invasione della privacy prima che una regolamentazione o una rivolta digitale basata magari su nuove tecnologie come la Blockchain ne facciano crollare l'efficacia?

      Se non iniziamo a dare una risposta a queste domande, siamo sicuri che il lavoro di web marketing non finirà in fumo per la sua inutilità in questo approccio estremo di profilazione e parametrizzazzione?

      Stiamo perdendo una grande occasione di guardare al futuro in maniera diversa e rendere il marketing efficace perché etico, sostenibile e naturale.

      Un approccio più semplice, meno frenetico, più umano dove l'economia è uno strumento di benessere e non una caccia esasperata al cliente affinchè abbia quanto di più superfluo esiste in vendita, non aiuterebbe anche le aziende a rendere il commercio orientato verso il benessere ed il progresso?

      Amazon sale in borsa e vende azioni, ma nel frattempo il giorno del Black Friday 15 paesi fanno scioperi (https://www.zeusnews.it/n.php?c=28480).

      Intanto le stesse compagnie pagano sempre meno tasse, fintanto che non interviene la legge, anche se molti, Amazon stesso in primis, si oppone, come succede in Francia. Quanto potrà durare l'arroganza e l'avidità di queste compagnie?
      È durata a lungo, ma la situazione sta inevitabilmente cambiando, tra tasse, antitrust (https://24plus.ilsole24ore.com/art/perche-l-antitrust-usa-e-pronta-colpire-anche-facebook-dopo-google-AD8nbX3), problemi di privacy e crisi.

      E nonostante purtroppo l'ignoranza e l'inconsapevolezza porti a dire che in Italia l'82% degli italiani è disposta a condividere dati personali in cambio di sconti (https://www.macitynet.it/l82-degli-italiani-e-disposto-a-condividere-i-dati-personali-in-cambio-di-sconti-online/), quanto può durare questo meccanismo?
      È evidentemente un circolo vizioso - meno soldi -> più sconti -> meno privacy -> meno soldi per eccesso di marketing fatto o subito - ma chi lavora nel settore può contribuire a romperlo, assecondando quella che, secondo me, è già la tendenza attuale.

      Questa la situazione economica in un articolo del Sole 24ore (https://24plus.ilsole24ore.com/art/sale-marea-debito-globale-oggi-vale-quasi-quattro-volte-pil-ADO1kn3😞
      Sale la marea del debito globale: oggi vale quasi quattro volte il Pil
      A settembre nuovo record pubblico-privato: 272mila miliardi $, pari al 365% del valore aggiunto 2020. La corsa alle politiche anti pandemiche ha aumentato di 11mila miliardi l’esposizione degli Stati.

      E allora perché non facilitare questo cambiamento e, in più non investire personalmente o sostenendo aziende che investono in progetti evolutivi e che portano davvero benessere per tutti, anziché dare soldi ad Amazon comprando le sue azioni e contribuendo a rovinare un'economia basata sull'inessenziale, sul consumismo sfrenato, oramai fuori moda, e su una visione cieca, dove il profitto è l'unica cosa che conta e vale la pena investire solo dove può essere massimizzato.
      Ma se il sistema ecnoomico crolla, nessuno si salverà.

      Perché non valorizzare innovazioni come queste, che sono senza dubbio profittevoli, anche se meno delle azioni di Google:

      https://www.futuroprossimo.it/2020/11/bioo-energia-dai-microbi-del-suolo-con-batterie-biologiche-sara-una-svolta/

      https://www.futuroprossimo.it/2020/11/una-super-spugna-fatta-con-scarti-di-cozze-puo-darci-un-mare-pulito/

      https://www.futuroprossimo.it/2020/11/idrogeno-da-rinnovabili-con-le-microonde-verso-una-batteria-istantanea/

      Queste innovazioni non fanno nenache notizia nel grande pubblico e tanto meno tra gli esperti di marketing, perché siamo troppo impegnati ad osservare inutili numeri e statistiche sui Web Core Vitals di Google o a fare soldi lavorando sempre di più, come criceti nella ruota, per mantenere un benessere decandente, con tecnologie vecchie.
      La maggior parte delle innovazioni sono finanziate dai colossi per fare soldi.
      Tesla fa macchine elettriche per ricchi, quando la rivoluzione della mobilità elettrica potrebbe essere una rivoluzione, oltre che un business globale.

      I Core Vitals sono altri, legati alla nostra sopravvivenza non a quella di Google.

      Goolge fa un nuovo sistema operativo, ma ancora abbiamo auto e case preistoriche. Nuove tecnologie nascono per creare una vita più naturale e meno schiava del denaro e delle sue disuguaglianze, ma noi siamo troppo presi dall'ultimo post di Facebook che sicuramente ci cambierà la vita.....

      Riprendiamo a cercare nuove soluzioni, a confrontarci su come cambiare senza adattarci a quello che ci viene solo propinato dai colossi del web, perché nel breve termine può apparire utile, ma nel lungo, sono convinto che non lo sarà.

      postato in GT Fetish Cafè
      A
      andreabo
    • RE: Gli ex YouTubers si stanno cullando sugli allori di Twitch?

      @giorgiotave Mi permetto di aggiungere due punti:

      • come favorire l'interazione fuori dalla diretta (cosa che su Youtube funzionava molto meglio e, con i suggerimenti di Youtube, dava anche la possibilità di confrontare i contenuti di altri Creator).

      • Come difendersi dalla censura o dal blocco, spesso immotivato delle piattaforme.

      Sarebbe, secondo me, anche utile capire se è necessario per forza che tutto si monetizzabile.

      Non si può parlare di vera condivisione se il contenuto è sempre un guadagno, perché il motore diventa quello economico.
      Se non ci fosse monetizzazione, si riuscirebbe a portare avanti, per chi ovviamente è interessato, una politica di distribuzione libera e gratuita di contenuti di qualità??

      Chiediamocelo... 😉

      postato in YouTube
      A
      andreabo
    • Alternative a Google: come procedere per cambiare la SEO e il Web Marketing?

      Sottopongo alcune domande a tutti coloro che vorranno partecipare.
      Sappiamo tutti che trovare alternative a Google e agli altri Big Tech per il social marketiing è molto difficile, però se ci sono delle strade possibili bisognerebbe non solo parlarne ma anche pubblicizzarle.

      Nel Forum ho trovato solo due o tre discussioni su alternative, tra cui quella di @kal su Matomo, che però era orientata a riportare tutti i dati a Google per l'elaborazione, ma devo dire che non credo di aver mai visto un intervento, neanche al Web Marketing Festival dove si parlasse di alternative.

      1. Esistono delle alternative Google nel marketing?
        E fino a che punto sono applicabili e possono servire per renderti quasi autonomo?

      2. Esistono delle alternative ai Social maggiori utilizzati per il Marketing?

      3. C'è la possibilità di fare un marketing efficace senza diventare schiavi degli ADV che tra l'altro portano a dubbi risultati a meno che non vengano fatti copiosi investimenti?

      postato in SEO
      A
      andreabo
    • RE: Google si mette a fare Consulenza. 39€ per 50 minuti.

      @giorgiotave Ciao,

      direi che era prevedibile. Quando tutto diventa marketing, chi gestisce il servizio monopolista, prima o poi si prende tutto.

      Proprio per questo, a mio parere, dovremmo evitare di seguire in maniera ossessiva i parametri di G, perché piano piano ci sta spingendo verso il dargli una mano ad eliminarci.
      Ma il motivo principale non è questo. Secondo me non è necessario, etico e costruttivo assecondare un'azienda che estremizza il marketing per un consumismo ossessivo, soprattutto con una cirsi economica mondiale alle porte.

      Chi lavora in questo mondo potrebbe unirsi e collaborare per diffondere l'idea di iniziare a boicottare lentamente i servizi di G e compagnia, limitando l'uso di quelli a pagamento il più possibile.

      Credo che la crisi stia evidenziando un ritorno al consumo locale, soprattutto per certi settori.

      Inoltre tempo fa facesti un sondaggio per chiedere su quali aziende avremmo voluto investire, con una sola opzione di scelta. Mi ricordo che nel commento al sondaggio tu sponsorizzasti Amazon.
      Personalmente obiettai che la scelta avrebbe dovuto considerare non solo il rendimento, ma anche l'etica e la prospettiva, in quanto Amazon paga pochissime tasse e quando rischia di vedersi costretta a pagarle, afferma di volerle scaricare sul consumatore.
      Ora Amazon è sotto inchiesta e, per quanto questo non farà forse un grande danno alla sua immagine e al suo rendimento a breve e medio termine, credo che a lungo termine il danno arriverà.
      Ci sono già delle librerie locali che si stanno associando per battere amazon sul suo servizio.
      A mio parere quindi l'etica diventa anche un paramentro di rendita per gli investitori nel lungo termine, quanto meno in questa situazione di cambiamento che offre anche prospettive positive.

      Il cambiamento può e dovrebbe partire da noi se vogliamo che sia positivo.

      postato in Internet News
      A
      andreabo
    • RE: Lo stato della legislazione e della regolazione del mercato in EU e nel mondo per i servizi digitali

      Come vedono secondo voi gli operatori del Web Marketing queste mosse?

      1. Una scocciatura perché non ci permetteranno (forse) di usare le ultime funzionalità di Google Analytics 4.

      2. Una cosa che non mi intressa e non mi riguarda finché non sono costretto a cambiare il mio modo di lavorare e fare soldi come consulente.

      3. Un atto di responsabilità non solo collettiva, ma anche personale, che potrebbe anche influire sul mio modo di lavorare, non solo facendomi decidere di non usare cetre nuove implementazioni di Google e company, ma anche, in prospettiva, non perdere tempo e soldi, anche dei clienti, in evoluzioni del marketing che poi verranno invalidate da regole sempre più stringenti e da proteste di massa sempre più aggressive contro monopolio e mancanza di privacy.

      Io, come si può intuire, propendo per l'ultima 😉

      Grazie @kal per l'interessante dibattito!

      postato in Web Marketing e Content
      A
      andreabo
    • RE: Shaking the cushions, ovvero: decenni di reputazione buttati nel cesso per Google

      @giorgiotave ha detto in Shaking the cushions, ovvero: decenni di reputazione buttati nel cesso per Google:

      @andreabo ha detto in Shaking the cushions, ovvero: decenni di reputazione buttati nel cesso per Google:

      In tutto questo io non ho visto un solo dibattito su questo forum che parlasse di alternative.

      Apri un'altra discussione. Non puoi pretendere attenzione sul tema se non lo crei, qui si parla di altro.

      E per quanto, per te, siano collegate Andre, per tanti non lo sono. Perché non credono in quanto stai dicendo, consci di una qualcosa che riguarda un'Internet che non c'è più. La gente non la spostiamo noi, la spostano altre persone.

      È un altro tema, si apre un dibattito su un'altra cosa, andiamo fuori tema qui dopo 2 post.

      Fatto 🙂 Se le persone che sono intervenute qui volessero dire la propria, sarebbe molto interessante, dato che sicuramente sono molto più esperte di me.

      @kal In effetti hai degli articoli dove parli di alternative, ma alla fine si ritorna sempre a Google per l'analisi dei dati, anche se tu stesso dici che per la maggior parte dei siti medio piccoli tutti gli strumenti di Google sono superflui.

      Mi chiedo perché non se ne parli mai nelle conferenze del WMF o non ci siano strategie alternative studiate per un Web Marketing più libero dalle Big Tech.

      Ho sempre sentito dire da @giorgiotave che il Marketing sta diventando sempre più complesso e inevitabilmente più costoso, ma è davvero così oppure è così perché Google vuole così per spennare meglio i suoi Fans?
      Obiettivamente devo dare merito a @kal che sosotiene che la maggior parte dei siti non abbia bisogno di grande elaborazione dei dati, soprattutto se sono siti medio-piccoli e immagino che comunque le ridotte capacità di investimento rendano sempre poco utili grandi strategie di marketing, perchè la visibilità è un conto, ma le conversioni sono ben altro affare.

      Quindi perché non si cercano strade alternative ad un marketing fatto soloo per far fare affari lucrosi e illegalli alle grandi compagnie?

      Ora @giorgiotave dice che molti non sono interessati all'etica, ma per forza di cose saranno interessati al cambiamento quando sarà inevitabile.

      Chiudo dicendo che Google fa schifo, ora lo dicono tutti, ma Google è li grazie a chi lo usa, esattamente come nella politica i personaggi sono eletti dalla gente che li vota.

      Quindi forse bisognerebbe dire che la maggior parte della gente che lavora nel web fa schifo perché ha accettato un compromesso fingendo di non sapere.

      Google fa in grande quello che molti fanno in piccolo o che farebbero se avessero i guadagni di Google, perché l'indifferenza all'etica, al rispetto e alla libertà è la prima e la più grave complice dell'internet di merda al quale siamo giunti oggi.

      Quindi ve bene parlare di Google adesso, ma iniziamo anche a parlare di come uscire da questa situazione e per questo c'è bisogno del contributo di tutti.

      @giorgiotave dice spesso che la gente non la spostiamo noi, ma non sono d'accordo.
      Si inizia da qui, poi si passa al festival, poi si contagia qualcun'altro e dopo come diceva Taleb, mi sembra in Antifragile, basterebbe un 10% di ribelli fortemente resistenti sufficientemente distribuiti per portare ad un inevitabile cambiamento.
      Ad esempio iniziando rinunciare a qualche servizio gratuito di Google, Amazon, ecc...

      La discussione la trovate qui:

      https://connect.gt/topic/250840/alternative-a-google-come-procedere-per-cambiare-la-seo-e-il-web-marketing?_=1696869245574

      Contribuite e diffondete.
      Grazie

      postato in SEO
      A
      andreabo
    • RE: Inrupt di Tim Berners-Lee - Si può fare?

      Allora aggiungo un'altra notizia BOMBA!

      Il neonato social WeMe, che si propone come un sostituto di Facebook, e che sembra si stia piano piano diffondendo uscendo dall'anonimato, ha come menbro del Comitato Consultivo proprio Tim Berners-Lee! 🙂

      https://mewe.com/home/static/MeWe-Advisory-Board.pdf

      Diffondete e provatelo, magari riusciamo a dargli visibilità.
      Io mi iscriverò i prossimi giorni.
      Ovviamente la privacy è garantita al 100%.

      https://mewe.com/

      postato in Internet News
      A
      andreabo
    • RE: Lo stato della legislazione e della regolazione del mercato in EU e nel mondo per i servizi digitali

      @kal Ciao,

      complimenti per la ricerca. Ma non ti aspettare interventi o dibattiti qui.

      La maggior parte dei frequentatori del forum sono smanettoni ansiosi di seguire quello che Google e compagnia dicono pur di fare soldi e agiscono in maniera totalemente priva di capacità critica ed etica.

      I post. che hanno più successo sono quelli che ti svelano come fare le impostazioni tecniche per migliorare le prestazioni del tuo sito o risolvere problemi nella maniera più da segaioli possibile :d:
      Oppure quali nuove rivoluzionarie vie di comunicazione marketing puoi sfruttare per vendere di più spendendo budget assurdi assumendo una squadra di lavoro per "adeguarsi" ai tempi.

      Però grazie. Io apprezzo molto questo genere di informazione.

      postato in Web Marketing e Content
      A
      andreabo
    • RE: Shaking the cushions, ovvero: decenni di reputazione buttati nel cesso per Google

      @kal ha detto in Shaking the cushions, ovvero: decenni di reputazione buttati nel cesso per Google:

      @cutoff ha detto in Shaking the cushions, ovvero: decenni di reputazione buttati nel cesso per Google:

      ma chi sta investendo soldi su Google non fa ogni tanto una ricerca e si vede il suo sito dove non c'entra nulla?

      Io lo faccio tutti i giorni ed è di volta in volta sempre più difficile da gestire 😞

      Con le nuove campagne "Performance Max" poi non si capisce più niente, non hai più alcun controllo su dove appare il tuo annuncio.

      Sono molto popolari perché sono "facili"... segui il setup tecnico e fa tutto lui. Vedo ancora troppi professionisti appecoronati su sta cosa, come se i soldi che gli sono stati affidati dai loro clienti non contassero poi così tanto.

      @kal Cosa ti aspettavi da un marketing che diventava sempre più complesso e costoso per il cliente? Che accadesse per beneficienza?

      Con l'AI in Photoshop puoi eliminare persone e sfondi con un click ma con Google l'unica cosa che spariscono con un click sono i tuoi soldi e quelli del cliente! 😉

      Sei sorpreso?

      postato in SEO
      A
      andreabo
    • RE: Il “Metodo Taverniti” (l’unione fa la forza)

      @andrea-sebastiani Bellissimo articolo, che personalmente condivido.

      Per la situazione in cui siamo adesso, però, secondo me manca un alemento che non si può più tralasciare: l'etica.

      Tutti gli ambiti sono connessi e le scelte che facciamo hanno sempre più peso, soprattutto se le facciamo uniti nell'intento.

      L'intento appunto, quale dovrebbe essere?

      Perché se vogliamo un internet migliore, un pubblico più consapevole, una migliore qualità del nostro lavoro e di quello dei nostri clienti, insomma una prospettiva basata sull'idea di miglioramento, la qualità e l'angolazione dei punti di vista che condividiamo non è un fattore superfluo, anzi, diventa fondamentale.

      @giorgiotave sa bene la stima che ho per lui e non mi impegnerei a fare critiche costruttive se non fosse perché ritengo che le critiche siano più utili dei complimenti per potersi migliorare.

      Qundi tornando ai contenuti che vogliamo divulgare per questa prospettiva di miglioramento comune, non possiamo prescindere di avere un'ottica più ampia possibile e valutare bene se davvero l'origine dei miglioramenti sia effettivo e non sia macchiato da un benessere ottenuto a scapito di qualcun'altro, cosa che non è per nulla etica.

      E senza etica non possiamo parlare di migllioramento, se non per noi stessi. Ma questa non è la prospettiva che vedo io e che penso voglia Giorgio.

      Faccio un esempio semplice: se tutti i negozi della nostra città venissero messi sotto attacco da un grande marchio di distribuzione e vendita merci, tipo una Coop o Esselunga o Conad, per intenderci, che con politiche di prezzo non trasparenti nè concorrenziali strozzasse le piccole attività, ci troveremmo che molte sarebbero costrette a chiudere o a svendersi al marchio dominante.
      Se noi seguissimo il marketing per questa azienda, potremmo anche essere contenti del "successo" delle nostre strategie, ma il prezzo sarebbe che molti altri ne verrebbero dannegiati.
      Avere tutti i negozi della città con un solo proprietario ci farebbe dubitare sulla trasparenza e reale convenienza dei prezzi, sulle condizioni di lavoro dei dipendenti, sulla pericolosità di avere un solo interlocutore e sulla forza di pressione politico/economica che esso potrebbe produrre per difendere i suoi interessi contro quelli delle persone normali o più deboli.

      Saremmo contenti di questo?

      Potremmo parlare di successo della conoscenza sulle strategie che creiamo per favorire il successo?
      O meglio, saremmo davvero sicuri che sono le nostre strategie ad avere successo?

      E nel lungo termine che conseguenze potrebbero portare alla qualità della vita della città dove noi stessi viviamo?

      Se non ci poniamo queste domande, o siamo ingenui o siamo stupidi.

      Concludo con un articolo che contiene un interessantisimo report sulle VERE politiche e strategie di marketing di Amazon:

      https://www.economicliberties.us/our-work/understanding-amazon-making-the-21st-century-gatekeeper-safe-for-democracy/

      Con queste Amazon è riuscito a diventare quello che è, non banalmente con le strategie di marketing che ci raccontano e che possiamo conoscere, perché molte hanno prodotto anche esperimenti disastrosi e molte invece sono sommerse perché illegali.

      Quindi quando "studiamo", non dimentichiamo di studiare anche quello che ci è scomodo da sapere e da dire, perché va contro i nostri interessi, o finiremo per vendere la nostra reputazione a qualche compagnia Tech o peggio favorire comportamenti devastanti per la collettività, solo perché non ne conosciamo i lati oscuri e non ci siamo preoccupati di farlo.

      Di Google studiamo anche questi aspetti:
      https://www.punto-informatico.it/project-bernanke-il-segreto-di-google-per-ladv/

      E quando "divulghiamo", non dimentichiamoci che potremmo anche dire che, ad esempio, usiamo Twitch, ma non siamo daccordo con le politiche che Amazon adotta per tutte le categorie di lavoratori che contribuiscono alla sua ricchezza, non solo i Creator, ma anche a tutti quelli che pagano tasse che Amazon non paga.

      postato in YouTube
      A
      andreabo
    • Google sta fallendo come Meta?

      Mi sono sempre chiesto perché @giorgiotave avesse scritto un libro su Google, proprio lui che ha sempre fatto tantissimo per un internet migliore e per dare risorse gratuite (come il nuovo corso HTML per SEO), in questo momento storico, dove lasciarsi sedurre dal potere del lato Oscuro della Forza delle Big Tech centralizzate e monopoliste non solo è in controtendenza, ma è anche, a mio parere, poco lungimirante.

      Il suo famoso concetto di Google Liquido. è stato il cavallo di troia per cedere alle. lusinghe di Google, senza vedere il risvolto profondamente negativo che ha nei confronti dei diritti delle persone, della privacy ecc.

      Basandomi sull'idea che Google la fa da padrone solo perché ad oggi non esistono ancora alternative di Analytics gratuite valide, anche a causa della mancanza di una vera rivoluzione economica del mercato internet che è appena all'inizio e molto acerba (vedi problemi con le blockchain e le crypto che ancora, pur essendo uno strumento rivoluzionario, vengono usate e soffrono degli stessi problemi dell'economica centralizzata classica), e prendendo spunto da discussioni qui presenti e da notizie economiche, mi chiedo e chiedo alla community a @giorgiotave e tutti i lavoratori del suo team, che ne pensano ddi un futurio nel medio termine senza Google o comunque con un enorme ridimensionamento ddello stesso ed un. ritorno ad una economia come prima fatta di piccole/medie eccellenze aziendali che si sosterranno senza una lotta per il potere e l'avidità di controllo e risorse, ma in una sinergia distribuita.

      Alcuni articoli qui dei quali vorrei sapere in quanti ne erano a conoscenza, quindi multe, come in realtà le Big Tech fanno soldi con appalti pubblici o privati per la politica, lo Stato e le sue economie di guerra (e mi verrebbe da dire in proporzione per commessa fanno molti più soldi che per Google ADS per la vendita di prodotti), ecc... :

      • https://www.macitynet.it/google-paghera-risarcimento-privacy-milionario-in-usa/

      • (lo stretto legame tra Big Tech e spionaggio)

      • https://www.futuroprossimo.it/2022/11/la-caduta-degli-dei-big-tech-frana-e-con-lei-una-certa-visione-di-societa/

      • https://www.wired.it/article/fediverso-internet-social-network-privacy/

      E per finire un consiglio per gli acquisti di Natale all'inventore del micorchip, l'italiano Faggin:

      https://www.amazon.it/Irriducibile-coscienza-computer-nostra-natura-ebook/dp/B0BBKVHVWJ

      Sarebbe possibile fare un sondaggio su GT connect su tema in oggetto???

      Grazie

      Andrea

      postato in Internet News
      A
      andreabo
    • RE: Shaking the cushions, ovvero: decenni di reputazione buttati nel cesso per Google

      @kal Ho come l'impressione che in fondo loro sapessero qualcosa.

      Ma se non si azzarderanno a fare nulla o avessero chiuso un occhio, non ti viene il sospetto che abbiano paura che gli si ritorca contro perché anche loro hanno molti scheletri nell'armadio?

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      andreabo
    • RE: Gli ex YouTubers si stanno cullando sugli allori di Twitch?

      Ciao Andrea,

      curioso, ma quasi prevedibile che nessuno che si occupa di marketing sia intervenuto per commentare.
      Ai markettari interessa la grana, non l'etica.
      Ai nerd interesssano gli algoritmi, non le conseguenze che portano.
      Ai Creator, di nuovo, interessa la grana, non il valore di quello che fanno o avere un atteggiamento critico nella prospettiva.

      Triste, ma ho l'impressione che sia quasi un aassioma.

      Andrea

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      andreabo
    • RE: Alternative a Google: come procedere per cambiare la SEO e il Web Marketing?

      @giorgiotave ha detto in Alternative a Google: come procedere per cambiare la SEO e il Web Marketing?:

      Ciao @andreabo
      aspetta!

      Nel marketing! Ah no questo cambia tutto, io avevo capito alternative a Google come motore di ricerca o creazione di social per poi spostare le persone a usarli, come è connect.gt

      Se il focus è il marketing senza i BIG ci divertiamo alla grande 🙂

      Mi confermi che è così e che ho capito bene, solo ORA, la tua discussione?

      CONFERMO! Scusa il ritardo, ma ovviamente di motori di ricerca ce ne sono anche altri, ma se attorno non ci fosse tutto l'introito pubblicitario dubito che Google sarebbe diventato il primo.

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      andreabo
    • RE: Alternative a Google: come procedere per cambiare la SEO e il Web Marketing?

      @kal ha detto in Alternative a Google: come procedere per cambiare la SEO e il Web Marketing?:

      @andreabo ha detto in Alternative a Google: come procedere per cambiare la SEO e il Web Marketing?:

      Hai preso un pezzo della mia risposta e l'hai completamente decontestualizzato.
      Tutto il resto della strategia e dello stimolare una visione alternativa?

      Mi spiace se ho citato solo quel punto... il fatto è che sul resto è totalmente irrealistico.

      Ad esempio quando scrivi:

      @andreabo ha detto in Alternative a Google: come procedere per cambiare la SEO e il Web Marketing?:

      Perché invece non smettere di incensare Google in conferenze e libri e dire: "noi facciamo così, perché siamo costretti, ma si potrebbe anche fare diversamente, spendendo meno soldi.

      Perché non spendi meno soldi. Anzi in generale ne spendi DI PIÙ.

      Le piattaforme offrono dei servizi alle aziende che sono comodi e convenienti. Si avvantaggiano delle economie di scala e anche della loro posizione dominante (abusandone spesso e volentieri).

      Ti faccio un esempio... è vero che Matomo "è gratis" come ha ricordato anche @valijolie... ma non è gratis. Richiede un hosting e il tempo prezioso di un tecnico per la sua installazione e manutenzione. Per me Martino è gratis perché mi arrangio ed uso lo stesso hosting del mio sito web che fa pochissime visite e chiede zero risorse. Ma per un'azienda non è gratis, anche se magari "costa comunque poco"... è più di zero. E la cosa è doppiamente vera se il sito è grosso... lì entra anche la valutazione del dimensionamento, manutenzione e sicurezza del server che può essere una voce di spesa non triviale.

      A parte che poi alle conferenze moltissimi colleghi parlano regolarmente di privacy. Ed alcuni hanno fatto anche un bel cambiamento su questo, ad esempio @filtro un tempo "parlava solo di Google" come dici tu.

      L'ultima volta che l'ho sentito ad un convegno era il Search Marketing Connect e parlava di MMM, Marketing Mix Modeling... che è una roba avanzata di analisi statistica dell'apporto dei vari canali alla revenue aziendale, che ha il grosso pregio di non toccare manco un dato personale e non fornire nessun dato a nessuna piattaforma, dato che lavora sulle correlazioni multivariate in un ambiente di elaborazione dati di prima parte.

      Insomma, ci sono un milione di validi motivi per continuare ad usare le piattaforme, il primo dei quali è economico.

      E non puoi chiedere ad un'azienda di ragionare con altro che non sia la convenienza... è il capitalismo! La nostra economia funziona così! Ci piaccia oppure no, ci siamo dentro e con questa dobbiamo campare.

      Poi oh, un giorno qualcuno inventerà dei sistemi distribuiti che sono ANCHE economicamente vantaggiosi (e non sono invece uno schema truffa come gli NFT).

      Quando succederà sarò il primo a festeggiare.

      @kal Non ho capito allora il tuo punto.
      Hai detto che nel lungo termine il sistema di marketing che tende a svincolarsi da Google e creare un rapporto diretto con il consumatore rende di più, anche se necessita di più impegno.
      Poi adesso scrivi che Google, anche se ti truffa, ti fa risparmiare.
      Quindi secondo te coosa conviene fare per un'azienda medio piccola, che direi che sono la maggioranza in Italia?

      Sicuramente Google può farti lavorare su economie di scala, ma siamo sicuri che non ci siano veramente alternative o semplicemente ci siamo abituati con Google e quindi purtroppo non le valutiamo?

      Nelle conferenze dici che tanti parlano di privacy, ma ne parlano negli eventi di Web Marketing o neglii eventi dedicati alla privacy?
      Perchè secondo me le due cose sono strettamente correlate, nel senso che è inutile dire alle persone di limitiare i permessi di Google e installare una VPN con filtri se tanto poi dall'altro lato si incentiva l'uso di Google.
      È come dare un colpo al cerchio ed uno alla botte..inutile oltre che ipocrita, perché non porta a nessuna consapevolezza e nessun cambiamento.

      Quindi ad esempio questo MMM perché non potrebbe essere più economico o diffuso dell'uso delle piattaforme?

      Detto questo gli NFT non sono l'unico sistema distribuito presente. Il meccanismo basato sulla blockchain è alla base del Web 3 e non solo.
      Ci sono già prodotti paralleli di youtube e ce ne sono anche di analytics e non credo che la loro complessità sia superiore ai nuovi modelli predittivi di Google, solo che non ci sono abbastanza tutoria 😉 e persone che ne parlano, perché cavalcare il successo di Google è molto più semplice fingendo di ignorare le conseguenze che porta.

      Quello che ho scritto a @giorgiotave che mi ha risposto che "Se il focus è il marketing senza i BIG ci divertiamo alla grande", ma poi nei video continua a non parlarne, ad incensare Dio Google e a dire che non ci sono vere alternative, è il motivo per cui il danno continua ad essere alimentato.
      Sappiamo tutti che l'unico vero cambiamento è quello che parte dal basso se ognuno fa la sua parte.

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      andreabo