Stiamo cercando di adattare il Web Marketing alla nuova emergenza, ma così facendo forse stiamo perdendo un'opportunità enorme di cambiare.
Per la prima volta il sistema economico è in una situazione di reset mondiale e anche le aziende di marketing, a parte approfittare dell'emergenza, poco fanno per rinnovarsi e molto invece fanno per stringere il cappio attorno al collo del consumatore.
Questo atteggiamento miope, a mio parere, derivato dall'avidità presuppone che la crisi economica mondiale non influenzi i consumi e che basti profilare di più il cliente, bombardandolo con sconti e promozioni per risolvere il problema.
Altraa strada è quella, con l'Intelligenza Artificiale, di creare una profilazione del cliente, chiamato "personas", per offrirgli continuamente contenuti che lo tengano incollato ai vari canali social di marketing in modo da stimolare il suo desiderio inconscio di acquisto.
Questi meccanismi che riducono le persone a dei numeri e che usano stratagemmi pscicologici spesso efficaci, a mio parere, sono, per un futuro non molto lontano, delle degenerazione perdenti.
Chi ci casca finirà, nonostante le tecnologie sempre più avanzate, di dover spendere sempre più soldi per profilare sempre più clienti (dato che le possibilità di spesa si stanno già riducendo), tramite professionisti sempre più specializzati o algoritmi dei quali non si potrà più fare a meno, creando una dipendenza ed un circolo vizioso in caduta libera.
Ma questa non è l'unica strada. Possiamo anche vedere le nuove prospettive senza l'ansia di fare soldi che ci provocherà solo frustrazione, vista la situazione, cercando nuove forme più sane di fare marketing.
A partire dai professionisti, che possono decidere di seguire sempre meno le regole imposte da Google e company, creando strade alternative, tutti hanno il potere di creare cambiamento.
Come successe per l'olio di palma che i consumatori non volevano più, costringendo i produttori di cibo ad adeguarsi, Nicolas Taleb, nel suo interessantissimo libro "Il cigno nero" ci dimostra che un piccolo numero tra il 5 e il 10% di persone ben distribuite sul pianeta ed intransigenti, possono costringere grandi aaziende ad operare, per convenienza, cambiamenti di mercato nei prodotti offerti.
In questo forum, Giorgio e i suoi collaboratori haanno creato uno spazio dove la condivisione, la discussione e la consapevolezza generate aiutano aa produrre questo cambio di visione, senza passare da nessun social.
Mi è sembrato che molti tecnici del web si preoccupino solo di fare il loro, senza porsi troppe domande sull'etica e sulla prospettiva del loro lavoro.
Per chi lavoriamo realmente, per noi stessi o per le big company?
Chi è responsabile di quello che succede su internet?
Che conseguenze ha questo tipo di marketing?
Poche volte si sente parlare di questo e troppo spesso la risposta è banalmente "che ci posso fare?" o "non mi interessa, perché non è il mio ambito".
Questo secondo me è un errore di valutazione.
In passato si univa allo studio tecnico, lo studio della filosofia, che era alla fine un modo occidentale per riportare l'essere umano al saggio aforisma "Conosci te stesso".
Per non farla troppo lunga, portare una community a riflettere sulle conseguenze del marketing, positive e negative, potrebbe essere parte integrante della formazione e creare una prospettiva efficace a lungo termine per tutto il settore del marketing.
Veniamo alle prospettive. Perché cambiare se, nonostante la privacy, il marketing ha sempre funzionato bene così?
Tante volte siamo stati abituati, quando Internet era un luogo più libero, a esplorare gli aggiornamenti tecnici e le evoluzioni dei servizi con il grande entusiasmo che ancora questo forum questo porta alla luce.
Ultimamente però, per me, non è più così da anni.
Non seguiamo più gli aggiornamenti con spirito critico, ma ci limitiamo a prenderne atto cercando di correre dietro a complessità sempre maggiori, fino a che forse un algoritmo di AI non ci sostituirà, senza renderci conto che ci siano autodistruggendo.
Non vediamo più l'assurdità di questa rincorsa che forse avidamente troviamo anche inevitabile. Una persona in un commento ai video di Giorgio mi ha risposto ingenuamente che il bello di Google è che mentre lui fa grandi affari, anche noi possiamo guadagnarci un po', qundi il benessere era distribuito.
Vi sembra proporzionale la distribuzione, ma soprattutto, qual'è il prezzo neanche troppo nascosto che paghiamo?
La nuova visione di marketing quindi prevederebbe di coinvolgere anche chi fa web marketing a dare un taglio etico al proprio lavoro.
Possiamo influenzare e come, i produttori di servizi?
Quali servizi sono davvero utili per migliorare la vita e quelli invece ci usano per raccogliere dati e farci diventare marionette?
Cosa significa fare marketing in un periodo di recessione e crisi mondiale?
Quanto durerà questa invasione della privacy prima che una regolamentazione o una rivolta digitale basata magari su nuove tecnologie come la Blockchain ne facciano crollare l'efficacia?
Se non iniziamo a dare una risposta a queste domande, siamo sicuri che il lavoro di web marketing non finirà in fumo per la sua inutilità in questo approccio estremo di profilazione e parametrizzazzione?
Stiamo perdendo una grande occasione di guardare al futuro in maniera diversa e rendere il marketing efficace perché etico, sostenibile e naturale.
Un approccio più semplice, meno frenetico, più umano dove l'economia è uno strumento di benessere e non una caccia esasperata al cliente affinchè abbia quanto di più superfluo esiste in vendita, non aiuterebbe anche le aziende a rendere il commercio orientato verso il benessere ed il progresso?
Amazon sale in borsa e vende azioni, ma nel frattempo il giorno del Black Friday 15 paesi fanno scioperi (https://www.zeusnews.it/n.php?c=28480).
Intanto le stesse compagnie pagano sempre meno tasse, fintanto che non interviene la legge, anche se molti, Amazon stesso in primis, si oppone, come succede in Francia. Quanto potrà durare l'arroganza e l'avidità di queste compagnie?
È durata a lungo, ma la situazione sta inevitabilmente cambiando, tra tasse, antitrust (https://24plus.ilsole24ore.com/art/perche-l-antitrust-usa-e-pronta-colpire-anche-facebook-dopo-google-AD8nbX3), problemi di privacy e crisi.
E nonostante purtroppo l'ignoranza e l'inconsapevolezza porti a dire che in Italia l'82% degli italiani è disposta a condividere dati personali in cambio di sconti (https://www.macitynet.it/l82-degli-italiani-e-disposto-a-condividere-i-dati-personali-in-cambio-di-sconti-online/), quanto può durare questo meccanismo?
È evidentemente un circolo vizioso - meno soldi -> più sconti -> meno privacy -> meno soldi per eccesso di marketing fatto o subito - ma chi lavora nel settore può contribuire a romperlo, assecondando quella che, secondo me, è già la tendenza attuale.
Questa la situazione economica in un articolo del Sole 24ore (https://24plus.ilsole24ore.com/art/sale-marea-debito-globale-oggi-vale-quasi-quattro-volte-pil-ADO1kn3
Sale la marea del debito globale: oggi vale quasi quattro volte il Pil
A settembre nuovo record pubblico-privato: 272mila miliardi $, pari al 365% del valore aggiunto 2020. La corsa alle politiche anti pandemiche ha aumentato di 11mila miliardi l’esposizione degli Stati.
E allora perché non facilitare questo cambiamento e, in più non investire personalmente o sostenendo aziende che investono in progetti evolutivi e che portano davvero benessere per tutti, anziché dare soldi ad Amazon comprando le sue azioni e contribuendo a rovinare un'economia basata sull'inessenziale, sul consumismo sfrenato, oramai fuori moda, e su una visione cieca, dove il profitto è l'unica cosa che conta e vale la pena investire solo dove può essere massimizzato.
Ma se il sistema ecnoomico crolla, nessuno si salverà.
Perché non valorizzare innovazioni come queste, che sono senza dubbio profittevoli, anche se meno delle azioni di Google:
Queste innovazioni non fanno nenache notizia nel grande pubblico e tanto meno tra gli esperti di marketing, perché siamo troppo impegnati ad osservare inutili numeri e statistiche sui Web Core Vitals di Google o a fare soldi lavorando sempre di più, come criceti nella ruota, per mantenere un benessere decandente, con tecnologie vecchie.
La maggior parte delle innovazioni sono finanziate dai colossi per fare soldi.
Tesla fa macchine elettriche per ricchi, quando la rivoluzione della mobilità elettrica potrebbe essere una rivoluzione, oltre che un business globale.
I Core Vitals sono altri, legati alla nostra sopravvivenza non a quella di Google.
Goolge fa un nuovo sistema operativo, ma ancora abbiamo auto e case preistoriche. Nuove tecnologie nascono per creare una vita più naturale e meno schiava del denaro e delle sue disuguaglianze, ma noi siamo troppo presi dall'ultimo post di Facebook che sicuramente ci cambierà la vita.....
Riprendiamo a cercare nuove soluzioni, a confrontarci su come cambiare senza adattarci a quello che ci viene solo propinato dai colossi del web, perché nel breve termine può apparire utile, ma nel lungo, sono convinto che non lo sarà.