@cutoff La decentralizzazione non è utopia, è già qui.
Basta non parlare sempre solo di Google (come fa non solo @giorgiotave, ovviamente) e avere uno sguardo più critico.
https://www.guerredirete.it/il-futuro-dei-social-e-decentralizzare/
@cutoff La decentralizzazione non è utopia, è già qui.
Basta non parlare sempre solo di Google (come fa non solo @giorgiotave, ovviamente) e avere uno sguardo più critico.
https://www.guerredirete.it/il-futuro-dei-social-e-decentralizzare/
@kal Costa, ma di più di usare solo Google ADV?
O è solo perchè ci vuole più lavoro, ma anche con il rischio di avere poi più clienti?
@kal ha detto in Alternative a Google: come procedere per cambiare la SEO e il Web Marketing?:
@andreabo ha detto in Alternative a Google: come procedere per cambiare la SEO e il Web Marketing?:
Qualsiasi sistema che mira a liberarsi dalla dipendenza di Google, o solo questo ha detto costi così alti?
È una regola generale.
Questo perché Google è una piattaforma... ed in quanto tale offre servizi su una scala grandissima, generando economie di scala e risultando MOLTO conveniente.
Ma infatti questo discorso non riguarda solo Google, ma tutte le piattaforme.
- Booking nel settore turismo.
- Facebook/Instagram/TikTok per tutti quei business che hanno vantaggi nel raggiungere le audience per interesse.
- Amazon per il settore ecommerce.
- Android/Apple per il settore mobile app.
E potrei continuare, ma penso ci siamo capiti.
Il punto è che in ciascuno di questi casi... appoggiarsi alle piattaforme è facile e conveniente.
- È facile e conveniente per un hotel usare Booking come piattaforma per ottenere prenotazioni.
- È facile e conveniente per una ditta del settore fashion appoggiarsi a Facebook/Instagram/TikTok per promuovere i propri prodotti.
- È facile e conveniente per un venditore appoggiarsi ad Amazon per vendere prodotti.
- È facile e conveniente per uno sviluppatore di giochi su cellulare appoggiarsi agli store di Android e Apple per vendere i propri giochi.
Hai capito quale è il punto?
Non è un discorso di parlare bene o male... quando parliamo di aziende, di business che creano prodotti investendo DENARO e li vendono in cambio di DENARO... la variabile DENARO capisci anche tu che è la cosa principale.
E l'altra cosa è la variabile TEMPO, che come ben sappiamo... è DENARO.
È il discorso del sistema capitalistico che citava sopra @valijolie.
Piaccia o non piaccia, ci siamo dentro.
Come fare a uscirne?
Dobbiamo diventare attivisti e dedicare il nostro tempo ad una causa superiore. Non è una cosa per tutti. Abbiamo tutti le bollette da pagare.
È roba per santi, geni o per filantropi.
Ma la strategia mista che hai citato tu, non quella da 10.000 euro al mese, ma quella che può andare bene a una piccola/media impresa, che sono sicuramente la maggioranza in Italia, hai detto che nel lungo termine funziona meglio e non mi sembra che sia più costosa.
Forse apparentemente più complessa, ma buttare dentro soldi sulle varie piattaforme non credo sia comunque una strategia che si può fare semplicemente se poi si vuole recuperare l'investimento fatto, giusto?
Quindi le tua strategia mista funziona o non funziona?
Perché mi sembra tutto molto contraddittorio!
Grazie
@cutoff ma alla fine anche @giorgiotave difende sempre Google! Non fa che continuare a parlarne come se fosse l'unico e non ci fossero alternative, anche solo parziali.
Cito un articolo: "Alphabet è crollata del 10% dopo che i ricavi di Google Cloud hanno mancato (di poco, per la verità) le stime. Tuttavia, Alphabet ha dichiarato che le entrate pubblicitarie sono state migliori del previsto nel terzo trimestre, ma questo al mercato non è bastato."
Chissà da dove sono venute le entrate pubblicitarie che hanno quasi salvato il bilancio
Cito:
"Il modello imprenditoriale di Google è spionistico". Il motore di ricerca? Un colossale strumento di sorveglianza di massa, l'incarnazione dei più foschi incubi totalitaristici. Sono le tesi al centro del libro di Julien Assange che parte dal racconto dell'incontro tra il creatore di Wikileaks e l'amministratore delegato di Google Eric Schmidt avvenuto nel 2011 in Inghilterra.
Temi ripresi da Assange in una recente intervista alla BBC, nella quale ha paragonato il motore di ricerca Google all'NSA, l'Agenzia americana per la sicurezza. Google, ha dichiarato Assange, "fa più dell'80% del fatturato raccogliendo informazioni sulle persone, aggregandole, archiviandole e classificandole. Costruisce profili della gente per poterne prevedere gli interessi e il comportamento e vende questi profili principalmente alle agenzie di pubblicità".
Google "È parte costituente dell'industria (americana, n.d.t.) della difesa con un ruolo ufficiale dal 2009", secondo Assange che ha aggiunto che "a livello istituzionale Google è profondamente implicato nella politica estera degli Stati Uniti".
(.....)
"Per assicurarsi il dominio del mercato globale, un monopolio di servizi internet americano non può limitarsi a fare il proprio lavoro, disinteressandosi della politica. L'egemonia economica e strategica degli Stati Uniti diventa un pilastro essenziale della sua capacità di dominare il mercato. Cosa deve fare una megacorporation per conquistare il mondo? Deve diventare una parte dell'"impero del bene" originario.
"Ma la forza della sua immagine positiva («qualcosa di più di una semplice impresa») si deve in parte proprio alla sensazione che Google non si comporti come una qualsiasi multinazionale grande, grossa e cattiva. La sua politica di adescare gli utenti con la promessa di gigabyte di "archiviazione gratuità" serve a dare l'impressione che sia disposta a regalarci qualcosa, in contrasto col principio imprenditoriale della ricerca del profitto. Tutto ciò favorisce la visione di Google come impresa essenzialmente filantropica - una macchina magica presieduta da esseri visionari ultraterreni - intenzionata a creare un futuro utopistico. L'azienda appare molto interessata a diffondere quest'immagine di sé, finanziando iniziative volte a sviluppare la "responsabilità d'impresa" per produrre "cambiamento sociale", sul modello di Google Ideas. Ma come dimostra quest'ultima, i suoi sforzi "filantropici" aumentano in modo imbarazzante la sua vicinanza al lato imperialista del soft power americano. Si pensi a cosa accadrebbe se fossero i mercenari della sicurezza come la Blackwater/Xe Services/Academi a condurre un progetto del genere di Google Ideas. Google invece, in qualche modo, ha ottenuto carta bianca."
@giorgiotave sei ovviamente un divulgatore di internet e web marketing, ma non sarebbe il caso di iniziare a guardare in modo un po' più ampio e complesso quello che succede a Google, anziché vedere solo il lato tecnologico e poi cadere dal pero quando si scopre che Google ruba?
Perché sono convinto che verranno fuori cose ben peggiori prima o poi che porteranno problemi per tante persone e chi ha diffuso il verbo di Google senza troppi scrupoli, per quanto piccolo, sarà ritenuto complice, giustamente, perché chi fa informazione ha una responsabilità verso il suo pubblico e non può permettersi di dire: "non lo sapevo".
@giorgiotave ha detto in Alternative a Google: come procedere per cambiare la SEO e il Web Marketing?:
Ciao @andreabo
aspetta!Nel marketing! Ah no questo cambia tutto, io avevo capito alternative a Google come motore di ricerca o creazione di social per poi spostare le persone a usarli, come è connect.gt
Se il focus è il marketing senza i BIG ci divertiamo alla grande
Mi confermi che è così e che ho capito bene, solo ORA, la tua discussione?
@giorgiotave ma il tuo contributo dov'è finito?
@kal ha detto in Alternative a Google: come procedere per cambiare la SEO e il Web Marketing?:
Intanto ti rispondo su questa al volo perché è facile:
@andreabo ha detto in Alternative a Google: come procedere per cambiare la SEO e il Web Marketing?:
Quindi ad esempio questo MMM perché non potrebbe essere più economico o diffuso dell'uso delle piattaforme?
Perché è statisticamente significativo solo A PARTIRE da investimenti pubblicitari nell'ordine di grandezza di 10.000€ di investimenti pubblicitari AL MESE, in su.
In pratica non è applicabile per gli small business, nè ora, ne mai.
Qualsiasi sistema che mira a liberarsi dalla dipendenza di Google, o solo questo ha detto costi così alti?
Infine quando può durare una strategia dove spingi sempre sulle ADV di Google?
Mediamente fino a quanto mesi può rendere prima che il mercato, soprattutto in una situazione di crisi ne diventi resistente?
@kal ha detto in Alternative a Google: come procedere per cambiare la SEO e il Web Marketing?:
@andreabo ha detto in Alternative a Google: come procedere per cambiare la SEO e il Web Marketing?:
Hai preso un pezzo della mia risposta e l'hai completamente decontestualizzato.
Tutto il resto della strategia e dello stimolare una visione alternativa?Mi spiace se ho citato solo quel punto... il fatto è che sul resto è totalmente irrealistico.
Ad esempio quando scrivi:
@andreabo ha detto in Alternative a Google: come procedere per cambiare la SEO e il Web Marketing?:
Perché invece non smettere di incensare Google in conferenze e libri e dire: "noi facciamo così, perché siamo costretti, ma si potrebbe anche fare diversamente, spendendo meno soldi.
Perché non spendi meno soldi. Anzi in generale ne spendi DI PIÙ.
Le piattaforme offrono dei servizi alle aziende che sono comodi e convenienti. Si avvantaggiano delle economie di scala e anche della loro posizione dominante (abusandone spesso e volentieri).
Ti faccio un esempio... è vero che Matomo "è gratis" come ha ricordato anche @valijolie... ma non è gratis. Richiede un hosting e il tempo prezioso di un tecnico per la sua installazione e manutenzione. Per me Martino è gratis perché mi arrangio ed uso lo stesso hosting del mio sito web che fa pochissime visite e chiede zero risorse. Ma per un'azienda non è gratis, anche se magari "costa comunque poco"... è più di zero. E la cosa è doppiamente vera se il sito è grosso... lì entra anche la valutazione del dimensionamento, manutenzione e sicurezza del server che può essere una voce di spesa non triviale.
A parte che poi alle conferenze moltissimi colleghi parlano regolarmente di privacy. Ed alcuni hanno fatto anche un bel cambiamento su questo, ad esempio @filtro un tempo "parlava solo di Google" come dici tu.
L'ultima volta che l'ho sentito ad un convegno era il Search Marketing Connect e parlava di MMM, Marketing Mix Modeling... che è una roba avanzata di analisi statistica dell'apporto dei vari canali alla revenue aziendale, che ha il grosso pregio di non toccare manco un dato personale e non fornire nessun dato a nessuna piattaforma, dato che lavora sulle correlazioni multivariate in un ambiente di elaborazione dati di prima parte.
Insomma, ci sono un milione di validi motivi per continuare ad usare le piattaforme, il primo dei quali è economico.
E non puoi chiedere ad un'azienda di ragionare con altro che non sia la convenienza... è il capitalismo! La nostra economia funziona così! Ci piaccia oppure no, ci siamo dentro e con questa dobbiamo campare.
Poi oh, un giorno qualcuno inventerà dei sistemi distribuiti che sono ANCHE economicamente vantaggiosi (e non sono invece uno schema truffa come gli NFT).
Quando succederà sarò il primo a festeggiare.
@kal Non ho capito allora il tuo punto.
Hai detto che nel lungo termine il sistema di marketing che tende a svincolarsi da Google e creare un rapporto diretto con il consumatore rende di più, anche se necessita di più impegno.
Poi adesso scrivi che Google, anche se ti truffa, ti fa risparmiare.
Quindi secondo te coosa conviene fare per un'azienda medio piccola, che direi che sono la maggioranza in Italia?
Sicuramente Google può farti lavorare su economie di scala, ma siamo sicuri che non ci siano veramente alternative o semplicemente ci siamo abituati con Google e quindi purtroppo non le valutiamo?
Nelle conferenze dici che tanti parlano di privacy, ma ne parlano negli eventi di Web Marketing o neglii eventi dedicati alla privacy?
Perchè secondo me le due cose sono strettamente correlate, nel senso che è inutile dire alle persone di limitiare i permessi di Google e installare una VPN con filtri se tanto poi dall'altro lato si incentiva l'uso di Google.
È come dare un colpo al cerchio ed uno alla botte..inutile oltre che ipocrita, perché non porta a nessuna consapevolezza e nessun cambiamento.
Quindi ad esempio questo MMM perché non potrebbe essere più economico o diffuso dell'uso delle piattaforme?
Detto questo gli NFT non sono l'unico sistema distribuito presente. Il meccanismo basato sulla blockchain è alla base del Web 3 e non solo.
Ci sono già prodotti paralleli di youtube e ce ne sono anche di analytics e non credo che la loro complessità sia superiore ai nuovi modelli predittivi di Google, solo che non ci sono abbastanza tutoria e persone che ne parlano, perché cavalcare il successo di Google è molto più semplice fingendo di ignorare le conseguenze che porta.
Quello che ho scritto a @giorgiotave che mi ha risposto che "Se il focus è il marketing senza i BIG ci divertiamo alla grande", ma poi nei video continua a non parlarne, ad incensare Dio Google e a dire che non ci sono vere alternative, è il motivo per cui il danno continua ad essere alimentato.
Sappiamo tutti che l'unico vero cambiamento è quello che parte dal basso se ognuno fa la sua parte.
@kal ha detto in Alternative a Google: come procedere per cambiare la SEO e il Web Marketing?:
@andreabo ha detto in Alternative a Google: come procedere per cambiare la SEO e il Web Marketing?:
Quindii alla paarte dove tu chiudi frettolosamente il discorso dicendo che la pubblicità si fa dove c'è mercato, è un po' come dire, sappiamo che la banca ruba ma ai clienti diciamo che non ci sono alternative migliori
Qua sbagli, è mio dovere fartelo presente.
Fare marketing dove ci sono gli utenti significa che il cartellone lo posizioni in piazza o sulla strada maestra, non in un cortile o una via di campagna.
È un discorso PRATICO.
Se non capisci questa cosa è meglio proprio non parlare di marketing.
Ok, questo era giustamente chiaro anche prima, ma il discorso non era questo.
Hai preso un pezzo della mia risposta e l'hai completamente decontestualizzato.
Tutto il resto della strategia e dello stimolare una visione alternativa?
@kal ha detto in Alternative a Google: come procedere per cambiare la SEO e il Web Marketing?:
@andreabo ha detto in Alternative a Google: come procedere per cambiare la SEO e il Web Marketing?:
quando fai dei seminari pubblici che non riguardano il lavoro professionale, parli ogni tanto del fatto che tu la pubblicità la blocchi e che si potrebbe magari avere un meccanismo di marketing differente?
Questa è semplice: dal palco parlo solo dell'argomento in oggetto. Quando sono sul palco a parlare, la mia faccia è il mio brand professionale e non mi permetto divagazioni (punto 1. e 2. non li interseco, come detto sopra). Vado a parlare di una cosa e mi attengo a quella cosa.
Quando poi scendo dal palco ne parlo eccome (ed è in quel contesto che mi arrivano le battute dei colleghi... "ma come non fai link building?!?" oppure "ma come blocchi gli annunci?!?" etc.).
Ad ogni modo visto che l'argomento è "Si può fare marketing usando piattaforme non mainstream?"
E la risposta per me è "Sì", ma con un importante, IMPORTANTISSIMO punto che non possiamo eludere.
Ovvero che il marketing lo fai dove c'è il pubblico.
Quindi se il tuo pubblico sta su una piattaforma... tu non puoi proprio prescindere dalla piattaforma per le tue attività di marketing.
Se il tuo pubblico usa Google, devi fare marketing su Google.
Se il tuo pubblico usa Facebook, devi fare marketing su Facebook.
Se il tuo pubblico usa TikTok... ci siamo capiti.
E le piattaforme sono sempre chiuse. Sono una cosa diversa dall'Open Web.
Quindi secondo me il discorso è Marketing sulle piattaforme VS Marketing sull'Open Web.
Si può fare marketing sull'Open Web?
Anche qui, per me sì... ed è un discorso di strategia che passa NECESSARIAMENTE per una disintermediazione della propria base clienti riguardo alle piattaforme.
Qualunque azienda passi sotto le mie cure riceve sempre la raccomandazione strategica iniziale di fare pubblicità sulle piattaforme... con l'obiettivo principale di:
- ottenere il contatto diretto del cliente
- da lì in avanti, fare tutti gli sforzi di contatto diretto utili a mantenere attiva la base clienti
E questo non ti permette di svincolarti dalle piattaforme, bada bene. Le piattaforme esisteranno finché la gente le usa, non si scappa.
Ma uno sforzo costante di disintermediazione è la strategia che in assoluto paga meglio sul lungo periodo.
Questo senza farsi accecare dall'idealismo, ma con un approccio pragmatico nel pieno interesse delle aziende con cui lavoriamo.
Poi vabbè, non tutti seguono questa strada perché è faticosa e costosa... e troverai sempre molto rumore in giro con professionisti che usano le piattaforme in modo acritico.
Quindi probabilmente la sensazione sarà sempre un po' quella di uno strapotere delle piattaforme... che effettivamente monopolizzano il discorso pubblico.
Ovviamente nessuno ti chiederebbe di uscire dagli schemi durante una conferenza, però è curioso che non ci siano mai conferenze dove gli stessi autori parlano anche apertamente di privacy e dei problemi associati al marketing che loro stessi fanno.
Perchè non lo proponete ogni tanto? Magari in condivisione con altri esperti.
Perché non credo che il tema delle conferenze vi venga sempre imposto.
È ovvio che attirerebbe meno l'attenzione del pubblico, forse...
Ma penso che inserire una pulce nell'orecchio più spesso non sarebbe né vano, né così compromettente.
Al contrario bisogna sempre subire una situazione che in 10 anni tecnologicamente è sicuramente cresciuta, ma per tutto il resto è degenerata ad un livello infimo.
Perché nessuno si lamenta? Anche @giorgiotave stesso per anni ha sottolineato solo i lati positivi o quasi, accettando che il marketing dovesse per forza essere sempre più complesso e costoso.
Perché non c'è insofferenza a tutto questo?
Quindi alla parte dove tu chiudi frettolosamente il discorso dicendo che la pubblicità si fa dove c'è mercato, è un po' come dire, sappiamo che la banca ruba ma ai clienti diciamo che non ci sono alternative migliori.
Perché invece non smettere di incensare Google in conferenze e libri e dire: "noi facciamo così, perché siamo costretti, ma si potrebbe anche fare diversamente, spendendo meno soldi.
Magari tu lo fai anche in pubblico, ma non ricordo di averne sentiti molti ultimamente, tutti troppo preoccupati di segiure i cambiamentii di Google e compagnia.
Se la disintermediazione rende di più nel lungo periodo, vuole dire che probabilmente non è la strategia più costosa.
Nel breve e medio periodo invece cosa succede?
Che anche negli ultimi anni, dove penso fosse abbastanza evidente che era insostenibile una crescita continua, l'unca strategia che immagino molti abbiano trovato per risolvere il problema della crisi sia il fare sempre più pubblicità con l'ideale della crescita infinita e del consumismo eterno.
È direi evidente che non è così.
Quindi quale sarebbe stata la strategia di marketing migliore nel breve e medio termine avendo comunque una visione di prospettiva?
Perché non penso che tutte le aziende pensino: "intanto vendo il più possibile poi al massimo cerco clienti in Cina o fallisco." Giusto?
@valijolie Grazie del sito, moolto interessante!
È oramai risaputo che quando vuoi fare ricerche approfondite DuckDuckGo, ma anche addirittura Bing o Yandex funzionano mille volte meglio di Google.
Per quanto riguarda le app da telefono, solo sugli android è come dici, ma non sempre per comodità, anzi crredo sia molto spesso anche per ignoranza.
Drive e Meet si possono sostituire facilmente, Calendar non ho ancora provato, ma la nuova app di sms "internet" fa veramente pena e infatti si può sostituire facilmente con una semplicissima app che gestisce gli sms tradizionali.
Gmap è comodo per i luoghi ma la navigazione è imprecisa e insopportabile.
Non fosse per il traffico a volte e per i luoghi, il classico navigatore sarebbe molto meglio se ci fosse una app per smatphone.
Quindi penso che molte cose non vengano cambiate perché le persone non hanno le competenze e la voglia di farlo, ma non perché davvero siano comode.
@kal ha detto in Shaking the cushions, ovvero: decenni di reputazione buttati nel cesso per Google:
@andreabo ha detto in Shaking the cushions, ovvero: decenni di reputazione buttati nel cesso per Google:
Ho come l'impressione che in fondo loro sapessero qualcosa.
Alcuni? È altamente probabile, ad esempio tra i top del top e tra i concorrenti diretti (Amazon sopra a tutti, dato che è SIA un inserzionista CHE un concorrente diretto di Google).
Ma ci sono sicuramente un gran numero di inserzionisti global di grosso calibro (sopra citavo Booking) che mi aspetto siano sufficientemente grossi per avere una reazione... ma non abbastanza grossi da riuscire ad intrallazzare tète a tète, per così dire.
Alcuni come Booking potrebbero considerarlo un danno collaterale necessario o inevitabile in una situazione di monopolio.
Sempre che non abbiano accordi sottobanco. L'omertà secondo me è molto diffusa.
@kal Ho come l'impressione che in fondo loro sapessero qualcosa.
Ma se non si azzarderanno a fare nulla o avessero chiuso un occhio, non ti viene il sospetto che abbiano paura che gli si ritorca contro perché anche loro hanno molti scheletri nell'armadio?
@kal ha detto in Shaking the cushions, ovvero: decenni di reputazione buttati nel cesso per Google:
@cutoff ha detto in Shaking the cushions, ovvero: decenni di reputazione buttati nel cesso per Google:
ma chi sta investendo soldi su Google non fa ogni tanto una ricerca e si vede il suo sito dove non c'entra nulla?
Io lo faccio tutti i giorni ed è di volta in volta sempre più difficile da gestire
Con le nuove campagne "Performance Max" poi non si capisce più niente, non hai più alcun controllo su dove appare il tuo annuncio.
Sono molto popolari perché sono "facili"... segui il setup tecnico e fa tutto lui. Vedo ancora troppi professionisti appecoronati su sta cosa, come se i soldi che gli sono stati affidati dai loro clienti non contassero poi così tanto.
@kal Cosa ti aspettavi da un marketing che diventava sempre più complesso e costoso per il cliente? Che accadesse per beneficienza?
Con l'AI in Photoshop puoi eliminare persone e sfondi con un click ma con Google l'unica cosa che spariscono con un click sono i tuoi soldi e quelli del cliente!
Sei sorpreso?
@valijolie ha detto in Shaking the cushions, ovvero: decenni di reputazione buttati nel cesso per Google:
@cutoff ha detto in Shaking the cushions, ovvero: decenni di reputazione buttati nel cesso per Google:
Dopo che è stato cancellato, anzi è stato chiesto da parte di Google la cancellazione dell'articolo da Wired. https://twitter.com/megangrA/status/1711035354134794529
Ciao
stavo per riportare lo stesso thread!Oltre alla fatto che Google ha chiesto di cancellare l'editoriale di Wired ci sono due passaggi interessanti:
Secondo le testimonianze del processo, Google lo ha fatto [trasformare le query non commerciali in $] con il nome in codice Project Mercury. Come affermato in tribunale, "Uno degli obiettivi del Progetto Mercury era aumentare le richieste commerciali".
https://twitter.com/megangrA/status/1711035369980826051in tribunale abbiamo sentito parlare di un documento del 2019 (che non è stato pubblicato, grrr) creato dal team di ricerca (non dal team pubblicitario) sugli "obiettivi per una crescita delle query commerciali OKR". Quel documento contiene "un esempio dei modi in cui i team di ricerca e annunci collaborano per aumentare le query commerciali e migliorare l'esperienza commerciale"
https://twitter.com/megangrA/status/1711035371478274382
https://edition.cnn.com/2023/10/02/tech/microsoft-warning-google-search-monopoly/index.html
@kal ha detto in Alternative a Google: come procedere per cambiare la SEO e il Web Marketing?:
Nell'attesa di avere anche io il chiarimento chiesto da @giorgiotave che mi sembra necessario per essere proprio sicuri sicuri, provo a dare comunque un po' di quelli che per me sono punti fermi.
- c'è la mia opinione personale
- c'è la mia opinione professionale
- ci sono le cose che è giusto fare per etica personale
- ci sono le cose che è necessario fare per dovere professionale
Per quanto mi riguarda, cerco sempre di distinguere 1) e 2) tant'è che ad esempio uso abitualmente due browser: uno con adblocker per la navigazione personale... ed uno senza adblocker per gestire tutte le attività professionali.
Più persone mi hanno dato dell'ipocrita, che proprio per il fatto che faccio la pubblicità dovrei evitare di bloccarla.
Su questo dico: COL CAVOLO.
Proprio perché so come viene fatta la pubblicità online LA BLOCCO.
E aggiungo: se la pubblicità online venisse fatta come dico io, non ci sarebbe bisogno di bloccarla, perché sarebbe pure utile. Ma non è così e quindi sticazzi, beccatevi sto adblock. La prossima volta magari imparate.
Il punto 3) e il punto 4) invece si intersecano necessariamente: nel momento in cui ho un incarico professionale (come SEO o come gestore di analytics o campagne su Google Ads), il mio dovere mi impone di considerare le soluzioni disponibili sul mercato, perché il mio mestiere è far trovare i prodotti e i servizi dei miei clienti ai loro potenziali clienti quando usano il motore di ricerca.
Non si scappa da qui.
L'unica cosa che limita questa mia visione è la mia etica personale. Ad esempio non tratto proprio donnine e casinò. Chi ha meno scrupoli di me lo fa, ma io lì traccio la mia linea. Ci sono poi mille altre cose forse più sfumate che comunque ricadono in questa casistica.
Questo per dire che come professionista ho dei doveri verso i miei clienti (mi pagano per questo!) e non ho una specifica agenda politica da spingere (non sono un attivista).
Ma sono sempre pronto a considerare alternative se mi permettono di raggiungere gli stessi obiettivi.
Scolpiti nella pietra questi che per me sono punti cardinali, aspetto @andreabo che ci chiarisca meglio lo scopo della discussione
Tutto molto chiaro, ma mi chiedo perché i tecnici queste cose non le pubblicizzino...
Io non ti do dell'ipocrita, però ti chiedo, quando fai dei seminari pubblici che non riguardano il lavoro professionale, parli ogni tanto del fatto che tu la pubblicità la blocchi e che si potrebbe magari avere un meccanismo di marketing differente?
Ti faccio un esempio baanalizzaando e sintetizzando un po' come vedo io l'evoluzione del marketing:
In principio, correggetemi se sbaglio, si pagava per avere visibilità, ma poi il cliente doveva provare il prodotto e farti pubblicità. Se il tuo prodotto costava troppo per il suo valore o faceva schifo o veniva prodotto dalla mafia o dai bambini in asia, magari avresti fatto molto fatica a venderlo lo stesso.
Oppure, il personaggio pubblico che faceva involontariamente l'influencer era comunque un personaggio particolare per doti, uuno sportivo eccezionale, un artista geniale, uno scienziato speciale.
Adesso abbiamo la Ferragni....non aggiungo altro.
Quindi dopo Amazon, Google e Instagram il fare pubblicità è diventato solo uun gioco per ricchi.
Chi ha più soldi riesce sempre ad avere più visibilità, a fare concorrenza sleale di prezzi e molto spesso l'immagine è più importante della qualità, tanto che dopo la favoletta del venire incontro alle vere esigenze del cliente a cui tutti abbiamo creduto, ci siamo resi conto che in realtà la pubblicità induceva esattamente come prima esigenze inutili al pubblico per una infinita vendita e corsa al consumismo.
Già anni fa a @giorgiotave contestavo il fatto che questo modus operandi non avrebbe mai potuto andare avanti all'infinito, perché alla prima crisi, di cui già si iniziavano ad intravvedere gli effetti, sarebbe miseramente crollato.
Il fatto quindi che le aziende spendessero di più in pubblicità, non solo non era giusto eticamente, ma era anche stupido, perché le e ci abituava a credere che quel meccanismo perverso fosse la strada giusta o inevitabile da perseguire nel marketing, ovviamente sempre a discapito delle libertà delle persone.
Era necessario arrivare aad uno scandalo di questa portata per rendersi conto che tutto era non solo marcio, ma come già dicevo, che nel lungo termine insostenibile anche economicamente?
E il fatto che fosse insostenibile lo hanno dimostrato le stesse aziende che per problemi diretti di introiti, ma anche indiretti di interessi personali sempre dovuti alla crisi in corso, hanno iniziato a fare un gioco talemente sporco che sono finiti sotto un processo colossale.
Non vi sembra che sia tutto collegato???
@giorgiotave ha detto in Alternative a Google: come procedere per cambiare la SEO e il Web Marketing?:
Ciao @andreabo
aspetta!Nel marketing! Ah no questo cambia tutto, io avevo capito alternative a Google come motore di ricerca o creazione di social per poi spostare le persone a usarli, come è connect.gt
Se il focus è il marketing senza i BIG ci divertiamo alla grande
Mi confermi che è così e che ho capito bene, solo ORA, la tua discussione?
CONFERMO! Scusa il ritardo, ma ovviamente di motori di ricerca ce ne sono anche altri, ma se attorno non ci fosse tutto l'introito pubblicitario dubito che Google sarebbe diventato il primo.
@giorgiotave ha detto in Shaking the cushions, ovvero: decenni di reputazione buttati nel cesso per Google:
@andreabo ha detto in Shaking the cushions, ovvero: decenni di reputazione buttati nel cesso per Google:
In tutto questo io non ho visto un solo dibattito su questo forum che parlasse di alternative.
Apri un'altra discussione. Non puoi pretendere attenzione sul tema se non lo crei, qui si parla di altro.
E per quanto, per te, siano collegate Andre, per tanti non lo sono. Perché non credono in quanto stai dicendo, consci di una qualcosa che riguarda un'Internet che non c'è più. La gente non la spostiamo noi, la spostano altre persone.
È un altro tema, si apre un dibattito su un'altra cosa, andiamo fuori tema qui dopo 2 post.
Fatto Se le persone che sono intervenute qui volessero dire la propria, sarebbe molto interessante, dato che sicuramente sono molto più esperte di me.
@kal In effetti hai degli articoli dove parli di alternative, ma alla fine si ritorna sempre a Google per l'analisi dei dati, anche se tu stesso dici che per la maggior parte dei siti medio piccoli tutti gli strumenti di Google sono superflui.
Mi chiedo perché non se ne parli mai nelle conferenze del WMF o non ci siano strategie alternative studiate per un Web Marketing più libero dalle Big Tech.
Ho sempre sentito dire da @giorgiotave che il Marketing sta diventando sempre più complesso e inevitabilmente più costoso, ma è davvero così oppure è così perché Google vuole così per spennare meglio i suoi Fans?
Obiettivamente devo dare merito a @kal che sosotiene che la maggior parte dei siti non abbia bisogno di grande elaborazione dei dati, soprattutto se sono siti medio-piccoli e immagino che comunque le ridotte capacità di investimento rendano sempre poco utili grandi strategie di marketing, perchè la visibilità è un conto, ma le conversioni sono ben altro affare.
Quindi perché non si cercano strade alternative ad un marketing fatto soloo per far fare affari lucrosi e illegalli alle grandi compagnie?
Ora @giorgiotave dice che molti non sono interessati all'etica, ma per forza di cose saranno interessati al cambiamento quando sarà inevitabile.
Chiudo dicendo che Google fa schifo, ora lo dicono tutti, ma Google è li grazie a chi lo usa, esattamente come nella politica i personaggi sono eletti dalla gente che li vota.
Quindi forse bisognerebbe dire che la maggior parte della gente che lavora nel web fa schifo perché ha accettato un compromesso fingendo di non sapere.
Google fa in grande quello che molti fanno in piccolo o che farebbero se avessero i guadagni di Google, perché l'indifferenza all'etica, al rispetto e alla libertà è la prima e la più grave complice dell'internet di merda al quale siamo giunti oggi.
Quindi ve bene parlare di Google adesso, ma iniziamo anche a parlare di come uscire da questa situazione e per questo c'è bisogno del contributo di tutti.
@giorgiotave dice spesso che la gente non la spostiamo noi, ma non sono d'accordo.
Si inizia da qui, poi si passa al festival, poi si contagia qualcun'altro e dopo come diceva Taleb, mi sembra in Antifragile, basterebbe un 10% di ribelli fortemente resistenti sufficientemente distribuiti per portare ad un inevitabile cambiamento.
Ad esempio iniziando rinunciare a qualche servizio gratuito di Google, Amazon, ecc...
La discussione la trovate qui:
Contribuite e diffondete.
Grazie
Sottopongo alcune domande a tutti coloro che vorranno partecipare.
Sappiamo tutti che trovare alternative a Google e agli altri Big Tech per il social marketiing è molto difficile, però se ci sono delle strade possibili bisognerebbe non solo parlarne ma anche pubblicizzarle.
Nel Forum ho trovato solo due o tre discussioni su alternative, tra cui quella di @kal su Matomo, che però era orientata a riportare tutti i dati a Google per l'elaborazione, ma devo dire che non credo di aver mai visto un intervento, neanche al Web Marketing Festival dove si parlasse di alternative.
Esistono delle alternative Google nel marketing?
E fino a che punto sono applicabili e possono servire per renderti quasi autonomo?
Esistono delle alternative ai Social maggiori utilizzati per il Marketing?
C'è la possibilità di fare un marketing efficace senza diventare schiavi degli ADV che tra l'altro portano a dubbi risultati a meno che non vengano fatti copiosi investimenti?
@kal È vero, ma secondo te come mai sei tra i pochi che ne parlano e nonostante questo praticamente non si capisce se vedi o proponi delle alternative.
Il punto è questo, che praticamente tutti fanno i sorpresi, come se nessuno potesse immaginare la verità, cioè che Google come tutte le altre Big Tech e non solo, è esclusivamente una macchina da soldi senza nessuna etica.
Non ha mai fatto dei prodotti per aiutare le persone, se non a scopo pubblicitario o per accaparrarsi quote di mercato a scapito di altri e poi avere un vantaggio competitivo con la dinamica dell'offrire un servizio gratis.
In tutto questo io non ho visto un solo dibattito su questo forum che parlasse di alternative.
E anche adesso non ce ne sono, se non erro, e tutti immagino stiano solo pensando a come saltare fuori dalla barca che affonda, fortunati che i clienti non ne capiscono nulla e quindi non sanno quanto sono stati presi in giro e quanti soldi inutili hanno speso.
La mia domanda, alla quale praticamente nessuno qui ha avuto il coraggio e l'onestà intellettuale di rispondere, è: non ci si sarebbe potuti muovere prima di arrivare a questo punto?
Perché questa, secondo me è l'unica vera domanda da porsi se vogliamo che l'errore non si ripeta e vogliamo estendere il meccanismo di cambiamento anche alle altre aziende che fanno la stessa cosa.
Un po' offtopic? Io non credo così tanto.
E mi piacerebbe avere la risposta di @kal e di @giorgiotave in primis.
Grazie
@cutoff ha detto in Shaking the cushions, ovvero: decenni di reputazione buttati nel cesso per Google:
@andreabo che fatti proponi?
Semplice, iniziare a parlare di alternative, studiarle, provarle.
Exit strategy.
E poi agire.
Anziché esplorare i dettagli dell'ultimo aggiornamento di Google, che tanto serve solo per credere di non stare prendendo per il culo i clienti mentre Google lo mette tranquillamente in quel post a tutti, soprattutto i super tecnici strategici che si bevono qualsiasi cazzata e si sprecano in grandi conferenze.
@kal perché non mi hai risposto sulle alternative a GA4?
E iniziare anche a parlare un po' di etica e privacy.