• User

    Dopo aver letto tanti topic..ora ne capisco meno di prima :bho:

    Per gli esperti, o meglio chi ne ha capito qualcosa...potete perfavore fare uno schema a livello pratico della differenza che c'è tra il vecchio regime e la nuova finanziaria?

    Ad esempio se io fatturo 1000 euro netti al mese, cosa succedeva prima e cosa succede adesso con la contabilità? Insomma un esempio di fattura...

    E poi, quando si apre la partita iva, l'agenzia delle entrate rilascia un depliant informativo su tutte le procedure da fare e come farle?!

    Perdonatemi, ma sono piu confusa che mai :dull:

    Lo so che è un lavoraccio...ma credo che in molti ve ne saranno grati!


  • Bannato User Newbie

    @fedclaud said:

    l'art. 5, c. 2, del Testo Unico Iva (D.P.R. 633/72) stabilisce che tali rapporti non "si considerano effettuate nell'esercizio di arti e professione...................
    rese da soggetti che non esercitano per professione abituale altre attività di lavoro autonomo".

    Quindi se svolgi anche attività di lavoro autonomo, i co.co.co. sono attratti nella sfera di applicazione dell'iva.
    Aggiungerei, però, che una circolare della stessa agenzia specifica che questa "attrazione" si concretizza se l'attività co.co.co. rientra fra le prestazioni proprie dell'attività di lavoro autonoomo svolta.
    Ad esempio: hai due contratti per un progetti di sviluppo software (diciamo perchè sei laureato in informatica o comunque sei esperto nel settore), indi apri anche la partita iva come consulente informatico o attività similare.
    In questo caso anche il rapporto co.co.co. o pro. diventa di lavoro autonomo ai fini dei redditi e dell'iva.

    Spero di essere stato chiaro 😮

    Torno su una questione che mi sta molto a cuore. Vorrei aderire al forfettone ma vorrei prima capire come si inquadreranno i miei redditi a progetto in questo discorso. La risposta di Fedclaud mi ha chiarito i dubbi, e da quello che leggo l'unica possibilità che ho è tentare di differenziare i contenuti dei contratti a progetto riportando mansioni che si discostino il più possibile rispetto all'attività professionale. 😄

    Posso comunque mantenerli in essere con la medesima retribuzione le medesime ritenute e il medesimo netto attuale, giusto?

    Seconda domanda, scusate se scema ma la piva mi è sconosciuta:
    ragionando a progetto o a occasionale io sapevo che da un certo lordo il mio netto era X. Leggendo i post mi sembra di capire che il forfettone, sostanzialmente, funziona come collaborazioni a progetto: quali diversi "assilli"/oneri/tasse dovrei tenere in considerazione se aderissi?

    grazie davvero a tutti


  • User Attivo

    @brucomela said:

    Torno su una questione che mi sta molto a cuore. Vorrei aderire al forfettone ma vorrei prima capire come si inquadreranno i miei redditi a progetto in questo discorso. La risposta di Fedclaud mi ha chiarito i dubbi, e da quello che leggo l'unica possibilità che ho è tentare di differenziare i contenuti dei contratti a progetto riportando mansioni che si discostino il più possibile rispetto all'attività professionale. 😄

    Posso comunque mantenerli in essere con la medesima retribuzione le medesime ritenute e il medesimo netto attuale, giusto?

    Seconda domanda, scusate se scema ma la piva mi è sconosciuta:
    ragionando a progetto o a occasionale io sapevo che da un certo lordo il mio netto era X. Leggendo i post mi sembra di capire che il forfettone, sostanzialmente, funziona come collaborazioni a progetto: quali diversi "assilli"/oneri/tasse dovrei tenere in considerazione se aderissi?

    grazie davvero a tutti

    In sostanza, bisogna stare attenti a non superare i limiti previsti (30.000 di ricavi e/o compensi, 15.000 nei tre anni per i beni strumentali) e a non effettuare attività od operazioni per le quali il regime stesso non può essere applicato (attività con regimi speciali, esportazioni, cessioni di immobili, spese per dipendenti, ecc....).
    Il regime prevede numerose semplificazioni ed esoneri da adempimenti: non devi tenere le scritture contabili, nè registrare le fatture o i corrispettivi, niente dichiarazione e comunicazione iva; niente studi di settore; ecc...
    Devi solo conservare e numerare le fatture di acquisto.
    Si continuano a certificare i corrispettivi (scontrino o ricevuta fiscale) e sulle fatture emesse, oltre a non applicare più l'iva, occorre inserire la dicitura che trattasi di "operazione effettuata ai sensi dell'art. 1, comma 100, della L.F. 2008".
    L'iva sugli acquisti diventa indetraibile e, quindi, costo.
    Sul reddito conseguito, al posto dell'irpef, sarà dovuta l'imposta sostitutiva del 20% (non saranno dovute le addizionali e l'irap). I contributi previdenziali dovuti in base a disposizione di legge sono deducibili dal reddito determinato con tale regime (quindi l'imposta sostitutiva va applicata sul reddito al netto di tali contributi).
    Tale reddito non partecipa alla formazione del reddito complessivo (in sede di dichiarazione dei redditi), però se ne tiene conto ai fini delle detrazioni per carichi di famiglia.

    Ecc.............................

    Vi sono molte altre cose da considerare, ma nel forum trovi le risposte a quasi tutti i quesiti, anche se vi sono ancora dubbi su alcuni punti.

    Tieni presente che per questo regime vige il "principio di cassa" e che sui compensi dei professionisti dovrebbe continuare ad applicarsi la ritenuta di acconto (spero per loro che l'ADE dica il contrario).
    :ciauz:


  • Bannato User Newbie

    ciao fedclaud e grazie ancora...avrai ormai capito che fiscalmente sono ignorantissimo e quindi ti chiedo: perchè speri che per i professionisti NON si continui ad applicare la ritenuta d'acconto?

    .."principio di cassa" non è italiano :), cosa significa in volgare?

    faccio un esempio x vedere se ho capito:

    fatturato annuo 20000, supponiamo niente costi
    ritenuta d'acconto versata 4000
    supponiamo che ci sia un 23% di inps - che se capisco quello che mi dici si applica sui 16000 restanti - a spanne sono 3680 euro
    domanda: vado a credito di 320 e non ho altre ritenute, funziona così?
    Se è così a me sembra una buona cosa, ma forse qualcosa mi sfugge...

    ultima: supponiamo che oltre i 20 di fatturato, ne ho 15 da lavori a progetto. Se riesco a indicare nel progetto una tipologia di attività che non è affine a quella per cui fatturo, allora quelli non si computano per il superamento della soglia, corretto?

    ...se scopro che ci sto capendo resto incredulo! 😉


  • User Attivo

    @brucomela said:

    ciao fedclaud e grazie ancora...avrai ormai capito che fiscalmente sono ignorantissimo e quindi ti chiedo: perchè speri che per i professionisti NON si continui ad applicare la ritenuta d'acconto?

    .."principio di cassa" non è italiano :), cosa significa in volgare?

    faccio un esempio x vedere se ho capito:

    fatturato annuo 20000, supponiamo niente costi
    ritenuta d'acconto versata 4000
    supponiamo che ci sia un 23% di inps - che se capisco quello che mi dici si applica sui 16000 restanti - a spanne sono 3680 euro
    domanda: vado a credito di 320 e non ho altre ritenute, funziona così?
    Se è così a me sembra una buona cosa, ma forse qualcosa mi sfugge...

    ultima: supponiamo che oltre i 20 di fatturato, ne ho 15 da lavori a progetto. Se riesco a indicare nel progetto una tipologia di attività che non è affine a quella per cui fatturo, allora quelli non si computano per il superamento della soglia, corretto?

    ...se scopro che ci sto capendo resto incredulo! 😉
    I professionisti, soprattutto quelli con propria cassa, se hanno anche costi, con la deducibilità dei contributi, andrebbero sempre a credito con scarsa possibilità di compensazione.

    I calcoli da te fatti non sono del tutto esatti.

    Se hai 20.000 di ricavi (su cui hai subito ritenute per 4.000), senza costi, e durante lo stesso hanno hai pagato, per esempio, 3.000 di contributi inps, avrai un'imposta sostitutiva del 20% su 17.000 pari a ?. 3.400. Da questa scomputando i 4000 di ritenute sarai a credito di ? 600.

    Se tutto ciò supponiamo sia avvenuto nel 2008 (e per semplicità supponiamo che non hai versato nessun acconto sui contributi inps) nel 2009 dovrai versare i contributi inps nella misura del 24,72% di ?. 20.000 (ossia il reddito prodotto nel 2008). Ecco che in questo caso il credito torna utile per compensare il versamento dei contributi.
    Ma per chi ha una propria cassa questo finora non è possibile.
    ..E' un'ingiustizia però.........! 😢

    Per quanto riguarda l'altro discorso, dovrebbe comunque trattarsi di attività non rientrante nella sfera di competenza della professione di lavoro autonomo che svolgi.
    :gthi:


  • User

    @fedclaud said:

    Tale reddito non partecipa alla formazione del reddito complessivo (in sede di dichiarazione dei redditi), però se ne tiene conto ai fini delle detrazioni per carichi di famiglia.

    Per fortuna che almeno queste detrazioni (art. 12 del T.U.I.R.) sono state incluse.
    Se eliminassero anche la ritenuta d'acconto (che inutile complicazione!!!) questo nuovo regime sarebbe davvero una piccola rivoluzione


  • User Attivo

    @renoir said:

    Per fortuna che almeno queste detrazioni (art. 12 del T.U.I.R.) sono state incluse.
    Se eliminassero anche la ritenuta d'acconto (che inutile complicazione!!!) questo nuovo regime sarebbe davvero una piccola rivoluzione

    Se fossero almeno più precisi e tempestivi nel legiferare, dando ai contribuenti la possibilità di decidere con calma e a ragion veduta
    sarebbe ancora meglio.
    E gli acconti?
    Ho sentito dire che un cantone svizzero ha stabilito un'aliquota unica per tutti.
    Pensate 1,5%!!!!!!!!!!! Sarà vero?
    Ma forse pretendo troppo.


  • User Newbie

    ciao a tutti,
    in un post precedente affermate che "la ritenuta d'acconto è prevista solo per i professionisti e non per le ditte individuali".
    Io, avendo aperto P.IVA nel 2007 come "Ditta individuale-Altre attivita connesse all'informatica" non mettevo la ritenuta d'acconto in fattura.
    Dunque, se passo al nuovo regime dei minimi non devo inserire la RA ??


  • User Attivo

    @j-andrea said:

    ciao a tutti,
    in un post precedente affermate che "la ritenuta d'acconto è prevista solo per i professionisti e non per le ditte individuali".
    Io, avendo aperto P.IVA nel 2007 come "Ditta individuale-Altre attivita connesse all'informatica" non mettevo la ritenuta d'acconto in fattura.
    Dunque, se passo al nuovo regime dei minimi non devo inserire la RA ??
    Se la tua attività è di impresa e non di lavoro autonomo non si deve effettuare la ritenuta di acconto.
    Questa è prevista per l'esercizio di arti e/o professioni e per alcune altre attività di impresa.
    Ciao.


  • User Newbie

    ricapitolando:

    a) meglio dedurre i costi per intero che scaricare l'iva; esempio: in regime normale compro un oggetto da 100 euro su cui pago 20 euro di iva, poi quei 20 euro li recupero alla prima fattura che emetto sottraendoli all'iva da versare.
    in sostanza, ho speso 100 euro.
    in regime dei minimi, compro un oggetto da 100 euro su cui pago 20 euro di iva, ma deduco l'intero costo dell'oggetto dal reddito. se non l'avessi dedotto, avrei dovuto pagare il 20% di imposta sostitutiva su quella cifra non dedotta, ovvero 24 euro.
    in sostanza, ho speso 96 euro.

    b) il credito irpef lo si accumula soprattutto se si fattura a titolari di partita iva. fatturando a privati, la ritenuta d'acconto non si applica, per cui solo sul reddito imponibile occorre pagare l'imposta sostitutiva che e' quella effettiva; quindi il credito irpef puo' essere bilanciato totalmente se si fattura solo a privati e non si hanno spese deducibili.
    in questo modo non occorrera' chiedere rimborsi irpef.

    c) per avere in tasca 1000 euro al mese, al netto di cassa di previdenza (per gli architetti come me (2% su cui spetta rivalsa sul cliente + 10% soggettivi) e tasse (20%), in regime dei minimi dovro' fatturare:

    compenso: 1389 euro +
    2% inarcassa: 55 euro=
    1444 euro-
    rit. acconto: 278 euro=
    da pagare: 1166 euro

    in modo tale che, detratto il 10% dal compenso (altra aliquota inarcassa) ottenga il reddito imponibile, pari a 1250 euro, su cui applicare l'imposta sostitutiva del 20% ovvero 250 euro, e giungere quindi ai fatidici mille euro.

    rimane pero' il fatto che, fatturando ad un professionista, l'imposta l'ho gia' pagata con la ritenuta d'acconto, e anche piu' del dovuto, per la precisione 28 euro in piu'. alla fine dell'anno sono 336 euro a credito che posso recuperare chiedendo il rimborso. non mi e' chiaro ancora se posso utilizzare il credito anche per i versamenti inarcassa o no, qualcuno sa dirmelo?

    mi sapete confermare o smentire questi ragionamenti? a breve dovro' aprire partita iva in sostituzione del mio scarso (e scaduto) contratto a progetto. finora guadagnavo 750 euro puliti al mese, vorrei averne almeno mille e voglio essere sicuro sulla cifra da proporre come fattura mensile. ovvio che, se il conteggio a 1444 - RA e' giusto io partiro' chiedendone almeno 1500, tanto poi gia' me lo vedo che con la contrattazione si scendera' alquanto.
    fortunatamente ho ancora qualcosa su cui giocare: un minimo di spese (poca roba a dire il vero) e l'agevolazione inarcassa per i nuovi iscritti sotto i 35 anni, per cui quel 10% si dimezza (pur facendomi in questo modo alzare l'imponibile...)
    senza contare poi il fatto di non esser vincolato da contratto e quello di potermi permettere, se capitasse, qualche lavoretto "in proprio".


  • Consiglio Direttivo

    @alemelo said:

    ricapitolando:

    a) meglio dedurre i costi per intero che scaricare l'iva; esempio: in regime normale compro un oggetto da 100 euro su cui pago 20 euro di iva, poi quei 20 euro li recupero alla prima fattura che emetto sottraendoli all'iva da versare.
    in sostanza, ho speso 100 euro.
    in regime dei minimi, compro un oggetto da 100 euro su cui pago 20 euro di iva, ma deduco l'intero costo dell'oggetto dal reddito. se non l'avessi dedotto, avrei dovuto pagare il 20% di imposta sostitutiva su quella cifra non dedotta, ovvero 24 euro.
    in sostanza, ho speso 96 euro.

    Ciao alemelo e Benvenuto nel Forum GT
    non è proprio esatto...
    se in regime normale compri un oggetto da 100 euro su cui paghi 20 euro di iva, l'iva te la scarichi per intero; i rimanenti 100 euro te li deduci dal reddito e, supponendo che rientri nel primo scaglione, ti incidono per il 23%, quindi quell'oggetto in realtà ti è costato 77 euro 😉

    Infatti, in presenza di molte spese da scaricare, il regime dei contribuenti minimi non è proprio conveniente!

    @alemelo said:

    b) il credito irpef lo si accumula soprattutto se si fattura a titolari di partita iva. fatturando a privati, la ritenuta d'acconto non si applica, per cui solo sul reddito imponibile occorre pagare l'imposta sostitutiva che e' quella effettiva; quindi il credito irpef puo' essere bilanciato totalmente se si fattura solo a privati e non si hanno spese deducibili.
    in questo modo non occorrera' chiedere rimborsi irpef.

    diciamo di si; il problema sta infatti a chi fattura solo a possessori di partita iva!

    @alemelo said:

    compenso: 1389 euro +
    2% inarcassa: 55 euro=
    1444 euro-
    rit. acconto: 278 euro=
    da pagare: 1166 euro
    ....
    rimane pero' il fatto che, fatturando ad un professionista, l'imposta l'ho gia' pagata con la ritenuta d'acconto, e anche piu' del dovuto, per la precisione 28 euro in piu'. alla fine dell'anno sono 336 euro a credito che posso recuperare chiedendo il rimborso. non mi e' chiaro ancora se posso utilizzare il credito anche per i versamenti inarcassa o no, qualcuno sa dirmelo?

    sulla nota di fattura hai calcolato l'inarcassa come il 4%.... 🙂
    (si vocifera in giro che probabilmente il contributo soggettivo passerà dal 10% al 15%, e l'integrativo dal 2% al 4% - naturalmente non è nulla di ufficiale e la certezza si potrà avere solo quando uscirà sul sito di inarcassa :gtsad:)

    ricorda inoltre che se fatturi ad un iscritto inarcassa il contributo integrativo non devi inserirlo, e quindi diventa una spesa a tuo carico!

    Per quanto riguarda l'utilizzo del credito per i versamenti inarcassa temo che ad oggi non si possa fare!

    ciao :ciauz:


  • User Newbie

    ooops!

    non credevo che, oltre a scaricare l'iva si deducesse anche la rimanenza...

    per il 4% si',ho commesso un semplice errore aritmetico. a forza di leggere dell'inps m'e' rimasto in testa...!

    quello che mi chiedevo, a questo punto, e':
    visto che io fatturero' solo a una persona, iscritto inarcassa e titolare di partita iva (un altro architetto, insomma) lui dei compensi pagati a me cosa deduce?
    insomma, se nel corso di un anno io gli fatturo per 20000 euro, lui deducetutti i 20000 come spese per l'attivita' o sono solo uscite?
    perche' su quei 20000 euro che io eventualmente gli vado a chiedere, devo tener di conto che lui, se li deduce, non ci paghera' le tasse (al 27 come minimo visto quanto fattura) ovvero 5400 euro...!

    e' che a volte, passando da un misero contratto a progetto, ci si fanno problemi perche' sembra di dover chiedere compensi, in confronto, esorbitanti.
    poi se uno va a vedere chiede anche poco...!

    grazie e ciao

    Ale-


  • User

    @fedclaud said:

    I professionisti, soprattutto quelli con propria cassa, se hanno anche costi, con la deducibilità dei contributi, andrebbero sempre a credito con scarsa possibilità di compensazione.

    I calcoli da te fatti non sono del tutto esatti.

    Se hai 20.000 di ricavi (su cui hai subito ritenute per 4.000), senza costi, e durante lo stesso hanno hai pagato, per esempio, 3.000 di contributi inps, avrai un'imposta sostitutiva del 20% su 17.000 pari a ?. 3.400. Da questa scomputando i 4000 di ritenute sarai a credito di ? 600.

    Se tutto ciò supponiamo sia avvenuto nel 2008 (e per semplicità supponiamo che non hai versato nessun acconto sui contributi inps) nel 2009 dovrai versare i contributi inps nella misura del 24,72% di ?. 20.000 (ossia il reddito prodotto nel 2008). Ecco che in questo caso il credito torna utile per compensare il versamento dei contributi.
    Ma per chi ha una propria cassa questo finora non è possibile.
    ..E' un'ingiustizia però.........! 😢

    fedclaud, non so se hai ancora pazienza ma non capisco (colpa mia tu sei bravissimo) :vai:

    ...io sto cercando di immaginare diciamo approssimativamente quanto mi resterebbe in tasca del fatturato annuo. Tu mi parli di inps al 24,72% sui 20.000 ipotizzati: ok arrotondiamo a 5000 euro questa cifra.

    Domanda: questi 5000 euro sono ulteriori detrazioni rispetto alla ritenuta del 20% o si andrà a vedere se sono a debito o a credito rispetto a quanto ho già versato in ritenuta?

    Intendo dire nella mia stupidità fiscale: ho fatturato 20000, di questi un 9000 circa (tra 20% e INPS) li consegno, oppure un 4-5000 circa saranno quelli da sottrarre (giusto a spanne, solo per avere un ordine di grandezza di quel che rimane!).

    Per quanto riguarda l'altro discorso, dovrebbe comunque trattarsi di attività non rientrante nella sfera di competenza della professione di lavoro autonomo che svolgi.

    intendi dire che se non riesco a differenziare i contratti a progetto pre-esistenti per tipologia di attività rispetto a quella da professionista, non posso nemmeno mantenerli in essere?! :crying:


  • User Newbie

    salve a tutti, ma secondo voi un medico che effettua ricevute esenti iva art. 10, può usufruire di questo regime???. Deve emettere una fattura indicando operazione effettuata ai sensi dell'art. 1 comma 100 Legge finanziaria 2008, visto che il titolo di esenzione non è + art. 10 ma un'altro???. Grazie per la risposta.


  • User

    Ciao ragazzi,
    come sempre vi seguo con interesse assoluto, considerando che questo nuovo regime lascia ancora molte perplessità...

    Una curiosità: ho letto che alcuni di voi indicano l'apposizione del bollo sulle fatture superiori a 77,47 Euro.
    Il mio commercialista dice che non serve.

    In effetti, l'operazione non è esente da IVA ma sono io a non applicare l'iva perché sono in regime speciale
    Tanto che nessuno di quelli che aderisce agli altri regimi agevolati (tipo quello del 10%) l'ha mai messo sto bollo.

    Che ne dite?


  • User Newbie

    Il bollo viene emesso in quanto la prestazione è esente Iva, come per le ricevute e per le quitanze del dottore. Il regime sostitutivo 10% applica l'iva invece. Sono d'accordo sul mettere il bollo in quanto la Legge prescrive che per le quitanze e le fatture dove non viene indicata l'iva si applica la marca da bollo per importi superiori ad euro 77,47.


  • User

    @druir said:

    Ciao ragazzi,
    come sempre vi seguo con interesse assoluto, considerando che questo nuovo regime lascia ancora molte perplessità...

    Una curiosità: ho letto che alcuni di voi indicano l'apposizione del bollo sulle fatture superiori a 77,47 Euro.
    Il mio commercialista dice che non serve.

    In effetti, l'operazione non è esente da IVA ma sono io a non applicare l'iva perché sono in regime speciale
    Tanto che nessuno di quelli che aderisce agli altri regimi agevolati (tipo quello del 10%) l'ha mai messo sto bollo.

    Che ne dite?
    La marca ci va. Infatti, gli unici casi in cui non va apposta la marca da bollo sono le fatture di esportazione e quelle relative a cessioni intracomunitarie.
    Per tutte le altre operazioni, sia esenti, sia esclue che non imponibili, deve essere apposta la marca (naturalmente sopra i 77,47 euro).
    A questo aggiungo una uguale risposta ricevuta ad un convegno.
    Infine ricordo che il regime che tu chiami del "10%" (che immagino sia quello previsto dall'art. 13 L.388/2000) ha l'IVA, quindi la questione del bollo non si pone. Non ci va! :wink3:


  • User Attivo

    @bruco_mela said:

    fedclaud, non so se hai ancora pazienza ma non capisco (colpa mia tu sei bravissimo) :vai:

    ...io sto cercando di immaginare diciamo approssimativamente quanto mi resterebbe in tasca del fatturato annuo. Tu mi parli di inps al 24,72% sui 20.000 ipotizzati: ok arrotondiamo a 5000 euro questa cifra.

    Domanda: questi 5000 euro sono ulteriori detrazioni rispetto alla ritenuta del 20% o si andrà a vedere se sono a debito o a credito rispetto a quanto ho già versato in ritenuta?

    Intendo dire nella mia stupidità fiscale: ho fatturato 20000, di questi un 9000 circa (tra 20% e INPS) li consegno, oppure un 4-5000 circa saranno quelli da sottrarre (giusto a spanne, solo per avere un ordine di grandezza di quel che rimane!).
    Risposta:
    Supponiamo, per comodità, che nell'anno 2008 tu abbia versato contributi previdenziali per ?. 5000.
    Hai un reddito da regime dei minimi di ?. 20.000 su cui sono state trattenute ritenute a titolo di acconto per ?. 4.000.
    Di imposta sostitutiva dovresti pagare il 20% x (20.000 - 5.000) = ?. 3.000.
    Poichè hai già subito ?. 4.000 di ritenute non dovrai versare niente, anzi avrai un credito verso l'erario di ?. 1.000 (da sfruttare in compensazione).
    Quindi, in tasca ti dovrebbe rimanere:
    netto percepito (20.000-ritenute 4.000) = 16.000 meno
    contributi versati ?. 5.000 meno
    tasse dovute ?. 3.000 più
    tasse già versate con la ritenuta ?. 4.000
    totale in tasca = 12.000 (di cui 1.000 come credito di imposta).

    intendi dire che se non riesco a differenziare i contratti a progetto pre-esistenti per tipologia di attività rispetto a quella da professionista, non posso nemmeno mantenerli in essere?! :crying:
    Risposta:
    I contratti a progetto li potrai comunque mantenere in essere, ma si modificherà il tipo di rapporto, nel senso che non potrebbero più configurarsi come rapporto assimilato a quello di lavoro dipendente bensì come rapporto di prestazione professionale (il committente non ti dovrebbe fare più il cedolino, ma saresti tu a fargli la fattura).

    Risposte all'interno.
    Ciao


  • User

    grazie fedclaud, finalmente chiara anche la parte fiscale!

    per la parte dei contratti a progetto invece...beh, immagino che dovrò ridiscutere le cifre...o sostanzialmente se prendessi il lordo che attualmente paga l'azienda potrei limitarmi a fatturare quella cifra?

    grazie ancora


  • User

    Un saluto a tutta la comunità, visto il luogo dove posto, potete comprendere che ho dei dubbi sul nuovo regime fiscale, molti sono stati risolti leggendo i vostri interventi, ma ci sono altri che devo ancora chiarire. A tutto ciò premetto che sono un lavoratore dipendente e che sto valutando l'ipotesi di avviare un'attività (non in conflitto con la posizione occupata in azienda) come libero professionista nel campo della consulenza informatica e dello sviluppo sia web, che windows-based. Di seguito elenco i miei dubbi:

    1- Esiste una tabella o in generale della documentazione, da cui poter apprendere le percentuali di deducibilità?

    2- Quando presenterò la dichiarazione dei redditi, dovrò compilare due dichiarazioni, ossia 730 per lavoro dipendente e Unico per lavoro Autonomo?

    3- E' possibile svolgere l'attività da libero professionista in casa? Se sì, occorre qualche dichiarazione particolare?

    Nella speranza di chiarire questi concetti,vi ringrazio anticipatamente.