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- Non comprate i linketti, bimbi...
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@isotopia ha detto in Non comprate i linketti, bimbi...:
Come può Google (o un umano) decidere senza errore se i link inseriti siano frutto di una collaborazione o meno?
Scritto sopra. Non è il singolo link, ma la campagna di link building... Google ha la mappa del Link Graph dell'intera internet.
È perfettamente in grado di riconoscere:
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i siti che vendono link
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i siti che acquistano i link sui siti che vendono link
Non c'è bisogno di analizzare il singolo link, se hai accesso alla mappa dell'intera internet. Ti basta analizzare i pattern ricorrenti come la velocità di accumulo dei link, il fatto che ci siano alcuni siti che accumulano link verso risorse esterne sempre nello stesso modo, che siti completamente differenti abbiano in comune sempre lo stesso gruppo di altri siti che linkano sempre con lo stesso pattern di cui sopra, etc.
(sì, nonostante tutti gli sforzi dei SEO, le PBN non sono mai veramente "private" per Google)
C'è solo un problema di scala dovuto alle risorse computazionali necessarie, che hanno risolto brillantemente con i classificatori basati su reti neurali, con Panda prima e Penguin poi e negli ultimi anni con tutti i successivi Core Update.
@seowebcoach ha detto in Non comprate i linketti, bimbi...:
Detto questo io sono tra quelli che, se pur centellindandoli, li acquista all'occorrenza... non me ne voglia @kal
Ah, ma io non sono nessuno per giudicare!
Mi siedo qua tranquillo, se poi qualcuno si fa male non dite che non vi avevo avvisato!
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Pensavo che dopo il June Core Update non avrei dovuto fare altri aggiornamenti... mi sbagliavo.
Mi sbagliavo di brutto
1 Risposta -
@kal porca miseria!
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@giorgiotave ha detto in Non comprate i linketti, bimbi...:
@kal porca miseria!
Il tutto praticamente solo RIMUOVENDO una svalangata di linketti piazzati a pagamento (tra applicazione del rel nofollow/sponsored + aggiornamento del file Disavow).
Devo ammetterlo: è andato del tutto oltre le mie pur rosee aspettative.
1 Risposta -
@kal ha detto in Non comprate i linketti, bimbi...:
Il tutto praticamente solo RIMUOVENDO una svalangata di linketti piazzati a pagamento (tra applicazione del rel nofollow/sponsored + aggiornamento del file Disavow).
Ciao Kal,
puoi darmi una delucidazione, hai contattato i siti che ti linkavano e gli hai fatto mettere il tag nofollow/sponsored?
1 Risposta -
@sermatica non l'ho fatto io nello specifico ma sì, per una buona metà dei link è stato così.
Per i siti per cui non è stato possibile si è andati di Disavow.
Una roba anche abbastanza semplice, il grosso del lavoro è stato fatto in fase di studio per capire quali erano link buoni (forse l'1% nel caso specifico ad essere generosi) e quali i link prezzolati.
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Piccolo teaser del mio intervento al Search Marketing Connect di venerdì 3 dicembre...
Il primo che indovina cosa sono i pallini verdi e quelli rossi vince una citazione live!
2 Risposte -
@kal MALEDETTO
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@giorgiotave ha detto in Non comprate i linketti, bimbi...:
@kal MALEDETTO
Naturalmente io non dico nulla di nulla, LO DOVETE SEGUIRE PER FORZA.
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@kal ha detto in Non comprate i linketti, bimbi...:
una buona analisi delle parole chiave (incentrata sugli intenti di ricerca)
un'architettura del contenuto efficace
una buona strategia di contenuto
un buon contenutoQuesta discussione è ritornata a galla, e devo dire che il 99% dei ragionamenti fatti "non comprate linketti" e strategia suggerita di conseguenza, potrebbe essere trasposta in ambito email marketing come "non comprate liste" e di conseguenza coro di "eh ma come fai?" e risposta
- analisi
- strategia
- contenuto
- verifica
"Eh, ma ci vuole fatica e tempo". Eh, beh, sì. Come in tutto.
1 Risposta -
@amorloi ha detto in Non comprate i linketti, bimbi...:
"non comprate liste"
Eh sì. Non sono specialista di mail marketing, ma ad occhio comprare liste è la strada più breve per farsi bannare il server di invio (o al meglio a non vederne consegnata manco una).
Anche perché i provider ci mettono 3 nanosecondi a capire che stai utilizzando la solita lista svenduta ai 4 venti.
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Ciao Martino,
i pallini verdi sono i siti della PBN.
I pallini rossi sono i siti che hanno fatto link Building.P.s.
Ok lo ammetto sono al Search Connect...
2 Risposte -
@sermatica grande!
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@sermatica ha detto in Non comprate i linketti, bimbi...:
Ciao Martino,
i pallini verdi sono i siti della PBN.
I pallini rossi sono i siti che hanno fatto link Building.P.s.
Ok lo ammetto sono al Search Connect...HAHAHAH
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Devo dire che questa è per me una delle discussioni più utili sul forum, e le varie risposte date da esperienze diverse sono preziose. La rileggo spesso.
Non avendo ancora abbonamenti ai tools utilizzati da molti di voi ed avendo diversi domini esteri sto provando Seranking e oltre ai miei siti sono andato a vedere cosa fanno altre aziende e ovviamente sono andato a vedere i loro backlinks. In un settore molto marginale, dedicato al B2B ho visto che in effetti i backlink di un sito anche se pochi raccontano molte storie, si vedono i link acquistati (e se lo capisco io figuriamoci G) ma soprattutto come dice Kal si vedono le campagne.
Però ho anche visto che ci sono molti backlink "involontari" che hanno più che un senso. Anzi.
Sopratutto cataloghi PDF e schede tecniche contenenti link al proprio sito caricati su piattaforme condivise, presentazioni Powerpoint di eventi/aziende/prodotti che hanno un link, piccoli tutorial, etc...
Contenuti sparsi che non sono acquisti di link ma sono condivisione di risorse. Lo scopo di condividere pdf aziendali può essere ad esempio quello di mandare mail più leggere evitando l'invio di allegati o l'archiviazione ripetuta di allegati identici nel costoso spazio cloud dei Crm. La creazione del backlink non era lo scopo.
Evitando di "creare uno schema" può essere un metodo alternativo, ammetto che non ci avevo pensato anche se adesso che lo so ho scoperto che dietro già ci vive un mondo.
1 Risposta -
@simoneflo ottima osservazione questa sui PDF!!
Ricordiamoci che Google ha confermato che i link nei PDF passano Pagerank:
In effetti i PDF si prestano bene ad essere distribuiti in modo "caotico" come descrivi... e finiscono per diventare fonte di backlink una volta che vengono pubblicati online. Un'ottima strategia di link building basata sul contenuto e 100% "sicura"!
Ovviamente nei PDF ci deve essere contenuto buono e non fuffa, l'obiettivo dovrebbe essere quello di farli pubblicare spontaneamente a terzi!
Nel momento in cui fai una "campagna di link building" basata sui PDF siamo punto e d'accapo
Non è il formato il punto della questione: è la strategia di distribuzione.
Una strategia prezzolata è visibilissima.
1 Risposta -
@kal ha detto in Non comprate i linketti, bimbi...:
Non è il formato il punto della questione: è la strategia di distribuzione.
Condivido appieno!
Pensate che questa dei PDF la porto in giro da più di 15 anni con il caso di studio del venditore di bulloni Oppo, che nei primi anni 2000 fino al 2015 circa è rimasto posizionato perché aveva dei gran PDF, fatti per il proprio pubblico e condivisi ovunque.
Io spiego questa cosa con la distribuzione dei link, facendo finta che la tipologia di siti siano le nazioni e che tutte le tipologie di siti siano il mondo. Puoi fare tutti gli article marketing che vuoi, ma sempre in una nazione rimani.
Ci dovrei fare un video pubblico
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Mi immetto in quest discussione
riportando il link di Marie Haynes
https://www.mariehaynes.com/disavow-blacklist-tool/Lei vendeva una lista, sempre aggiornata, di siti che rilasciavano link tossici.
Ha smesso di venderla
notando che il lavoro di Disavow che faceva, con buoni risultati, in passato
oggi non era più così efficace.In pratica negli anni passati, il lavoro di disavow gli portava notevoli vantaggi.
Ora non più.La conclusione a cui giunge, è che il machine learning di Google sia arrivato ad un grado abbastanza avanzato nel riconoscimento automatico di quali link siano buoni e quali siano cattivi.
In soldoni conferma quello che si è scritto sopra, "Non comprate linketti, bimbi..." che Google se ne accorge e nella migliore delle ipotesi li ignora...
2 Risposte -
@luca ha detto in Non comprate i linketti, bimbi...:
La conclusione a cui giunge, è che il machine learning di Google sia arrivato ad un grado abbastanza avanzato nel riconoscimento automatico di quali link siano buoni e quali siano cattivi.
Io al Search Marketing Connect del 2015 dissi proprio questa cosa. E nel 2018 qui possiamo vedere come hanno iniziato a farlo con i comunicati stampa.
Quindi stiamo ipotizzando che siamo davvero arrivati a questo livello? Sarebbe veramente figo
1 Risposta