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- SEO semantica : esiste davvero ?
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SEO "semantica" = dati strutturati. In sé e per sé la SEO "semantica" non esiste, al massimo è il web semantico. È un terreno di discussione piuttosto spinoso perché come già detto da @kal si fa moltissima confusione con gli argomenti relativi alle "keyword semantiche", ai "contenuti semantici" e quant'altro, ma sono concetti che non hanno alcun significato in realtà. La semantica applicata alla SEO riguarda l'utilizzo dei dati strutturati, o markup semantico, che, semplicisticamente parlando, ha una duplice funzione:
- l'attivazione dei cosiddetti "rich snippets" in SERP (prendi come riferimento assoluto il mondo delle ricette, per esempio... una SERP di una ricetta è piena di risultati organici che usano dati strutturati, fondamentali anche per la voice search);
- la comprensione delle relazioni tra diverse entità di un contenuto... sempre semplicisticamente parlando, "lasagna" può essere due cose, il cibo o l'attaccante dell'udinese. Tramite i dati strutturati puoi dire al motore di ricerca che il tuo "lasagna" su cui hai costruito un contenuto non è il primo piatto, ma è l'attaccante dell'udinese, che magari nella stagione 2018 ha fatto X gol in Serie A. Metti in relazione queste due entità, così il motore di ricerca sa che stai parlando di Kevin Lasagna, e non della lasagna vegetariana, per esempio. E se su Google cerchi "attaccante udinese che nella stagione 2018 ha fatto X gol in Serie A", lui saprà risponderti Kevin Lasagna. È un esempio semplicistico, perché naturalmente Google non necessita di un'etichetta di dati strutturati per capire questa cosa, ma è per farti capire
Come detto da Martino, il contenuto deve essere comprensibile per gli utenti, in base al tuo target. Implementando i dati strutturati puoi "aiutare" il motore di ricerca a determinare specifiche relazioni tra le entità, nel caso ce ne fosse bisogno. In questo caso ne trarrebbe vantaggio l'indicizzazione del contenuto.
G 1 Risposta -
@AndreaPatrignani La SEO Semantica non esiste (come non esiste il SEO Copywriting, tra le altre cose).
Esiste, sì, la Semantica Web... di cui parlai in vari speech ormai molti anni fa.
Parliamo di Semantica Logica, che riguarda le relazioni tra documenti che compongono un sito web e il web in generale.
In questo caso parliamo di Ontologia, Tassonomia, Linked data e Structured Data.Parliamo, poi, di Semantica Lessicale... per cui entriamo in quello che è la SEO On Page, che non è solo questione di keyword nel Title Tag o nell’H1, ma anche di struttura del contenuto, di Entity Salience e molte altre cose ancora.
Se senti qualcuno che dice che fa SEO Semantica... scappa!!!!
1 Risposta -
@giuplata ridurre la web semantics ai dati strutturati e come ridurre un buon piatto di spaghetti alla lista dei prodotti che si devono usare...
1 Risposta -
@gfiorelli1 ha detto in SEO semantica : esiste davvero ?:
Entity Salience
Sì, questa è effettivamente una cosa molto interessante!
Anche se è una cosa molto lato Motore di Ricerca e molto poco lato sito web. Il rischio è di trattarla come una Keyword Density glorificata.
Se inizi ad ottimizzare il tuo testo per la "Entity Salience"... la stai prendendo dal lato sbagliato!
G 1 Risposta -
@gfiorelli1 Oh no, il mio intento non era questo, ma era per semplificare il concetto di web semantica applicata alla SEO perché c'è tutto un mondo complesso dietro, che forse trascende dalla SEO di per sé. Per il resto, sottoscrivo parola per parola.
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@kal ovviamente
Però in realtà la Entity Salience è semplicemente scrivere di una cosa mantenendo un contesto coerente intorno a quella cosa.
Per esempio, se io scrivo su Iron Man, allora parlerò di Marvel, Stan Lee, Tony Stark, Pepper Potts, Civil War e altre cose ancora (magari anche dell'ultima stagione di Fortnite), e cercherò di non mettere troppo peso su altre entità del mondo Marvel, perché se dedicassi troppo spazio a Thor, Hulk, Capitan America, la Vedova Negra, Occhio di Falco e Nick Fury, probabilmente sembrerà che sto parlando degli Avengers delUCM e non di Iron Man. E così lo intenderebbero sia Google che i lettori.
1 Risposta -
@gfiorelli1 chiaro, tutto si può riassumere con: tieni saldo l'argomento e non divagare.
Insomma: roba da tema delle superiori, dai.
G 1 Risposta -
@kal beh... considerando che Google è a livelli di comprensione di un bimbo di 3a elementare, è già tanto
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Grazie a tutti per la stimolante conversazione. Proprio oggi qui su connect.gt ho pubblicato un articoletto contiguo a questa tematica
connect.gt/topic/243534/tool-ai-based-per-l-ottimizzazione-on-page-e-analisi-delle-serp
in cui riprendo la famosa affermazione di Bill Slawski: "LSI keywords do not use LSI, and are not keywords.”@kal fa bene a sottolineare come di dovrebbe piuttosto parlare di Markup semantico:
markup HTML semantico: https://developers.google.com/style/semantic-tagging
markup semantico tramite microdati: https://en.wikipedia.org/wiki/Microdata_(HTML)Sono assolutamente d'accordo e mi piacerebbe molto sapere se qualcuno qui ha fatto dei test aggiungendo agli articoli microdati relativi alle entità (per esempio vari id thing all'interno dello schema Article).
Come scritto giustamente da @giuplata, Google è perfettamente in grado di disambiguare semplicemente da informazioni contestuali esplicite, ma quindi questo tipo di microdati possono avere una reale influenza al fine del posizionamento? Come dicevo mi riferisco a microdati relativi a entità citate nel testo non a quelli più "generici" pensati per i rich snippet (come FAQ) o per l'E-A-T (come person e organization), tanto per fare esempi facili, o a tipologie di contenuto specifiche (come le ricette).
Plugin come Wordlift, al quale qui su connect si è accennato ma che mi pare nessuno abbia testato, servono proprio a semplificare l'inserimento di questi microdati dedicati alle entità (non solo thing, ma anche person, inteso come persona di cui si parla nell'articolo e non come autore dell'articolo stesso, e decine, anzi centinaia di altri).
Ieri ho letto la loro documentazione ufficiale (docs.wordlift.io/_/downloads/en/latest/pdf/) e mi è sembrato molto interessante, al punto da meritare una prova approfondita su un set di articoli per vedere che succede.
Vi farò sapere.
1 Risposta -
@MaxxG ricordo una meravigliosa invettiva, su Twitter, del buon Bill Slawski, contro un blog post di un importante tool SEO internazionale (di cui non faccio il nome) che citava l'uso delle LSI keyword nell'ambito della SEO "semantica", riprendendo a sua volta un altro contenuto di Brian Dean, che poteva in effetti essere considerato come fuorviante
La mia idea è che l'utilizzo di questi termini, tecnicamente scorretti, da parte dei divulgatori abbia il solo scopo di comunicare un concetto che ai più (anche addetti ai lavori probabilmente) potrebbe suonare molto astratto e di difficile interpretazione. Tuttavia è giusto che qualcuno faccia chiarezza. Il punto per me è: quanti significati di contesto riusciamo a declinare coerentemente attorno una specifica keyword, tra loro correlati? Come diceva @kal, senza fare voli pindarici, si tratta semplicemente di focalizzare l'argomento. Parlare di una argomento specifico senza divagare, e magari creare collegamenti con altri contenuti che hanno un nesso semantico. Parlare "fortemente" di una cosa e al massimo approfondirla con altri contenuti ad essa correlata.
@MaxxG ha detto in SEO semantica : esiste davvero ?:
ma quindi questo tipo di microdati possono avere una reale influenza al fine del posizionamento?Secondo me: teoricamente e ufficialmente no, almeno non direttamente. Poi c'è tutta la questione dei vettori di contesto, della metodologia di catalogazione dei contenuti da parte del motore di ricerca in fase di indicizzazione, e allora magari qui possono esserci ricadute indirette sul posizionamento, ma solo in ottica di interpretazione di un contenuto in base ad una determinata query. Quindi la risposta sarebbe no, ma meglio usarli il più possibile.