• Super User

    @AmbraRichiedei said:

    avere una partita iva non è un buon motivo per aumentare i prezzi
    Ciao a tutti!

    Certo Ambra, giusto. Avere partita iva è solo sinonimo di professionalità e dà al cliente maggiori "garanzie" e vantaggi (può scaricare i costi).

    Da professionista con p.iva, però, ti assicuro che i costi di gestione, tassazione et similia sono altissimi. Questo non vuol dire che bisogna aumentare i prezzi, ma quando faccio un preventivo devo tenere in considerazione anche queste variabili. Se un articolo costa al cliente, che so, 20? a me ne restano 10?...

    Chi invece lavora con ritenuta d'acconto percepisce di più perché non ha costi e tasse a cui dover far fronte.

    Ti auguro tanta fortuna con gli studi e con la tua incipiente carriera da copywriter!


  • Super User

    @AmbraRichiedei said:

    • avere una partita iva non è un buon motivo per aumentare i prezzi rispetto a chi non ce l'ha: un mio amico è assunto come copy in agenzia e (come tutti i dipendenti) prende quasi la metà dello stipendio lordo, l'altra la dà allo stato. Per i liberi professionisti è solo più lampante quanto si debba dare allo Stato perchè sono loro stessi a crearsi la "busta paga". Sul fatto che siano troppi i soldi da dare si può discutere, ma questo è un altro discorso! 😉

    Quello che si intende è che ci si fa pagare di più di chi lavora in "nero" (che non pagano tasse), non rispetto ai dipendenti 😉

    Edit: Valentina mi ha preceduto e ha spiegato in modo molto più chiaro ciò che volevo dire io 🙂


  • User Attivo

    Certo, non metto in dubbio che ci siano moltissime spese! Volevo però ricordare la maggioranza delle persone che comunque vedono ridotto il compenso della loro prestazione da detrazioni ingenti e di cui spesso ci si dimentica perchè si va a vedere solo il netto dello stipendio!

    Buona fortuna e buon lavoro anche a te!


  • Super User

    Sì, sì Ambra. Prima di lavorare con p.iva ho avuto anche io i miei contratti e vedevo il lordo dimezzarsi in un netto "pietoso". Però un libero professionista, credimi, ha tanti altri costi quali: spese di gestione (commercialista), corrente, connessione internet, formazione, etc...

    E quando si fa un preventivo si deve, ahinoi, tenerne conto. Tutto qui.

    Che poi il servizio svolto al cliente sia un'altra cosa, che dipenda dalla qualità del lavoro, dall'esperienza del copy è indiscusso. Però subentrano per forza di cose altri fattori.


  • User Attivo

    @Gibbo89 said:

    chi lavora in "nero" (che non pagano tasse)

    Sì certo, io facevo riferimento a quella parte dei lavoratori onesti (userò questo aggettivo anche se più che valutare l'onestà bisognerebbe parlare di persone in regola ed evasori perseguibili) con partita iva, non prendevo in considerazione i "fuori legge"..


  • Consiglio Direttivo

    Ciao AmbraRichiedei
    Secondo me non possono essere paragonati il lavoro dipendente e quello autonomo. C'è da considerare infatti che dietro ad un lavoratore dipendente c'è sempre un datore di lavoro, che imporrà i prezzi calcolando il salario del dipendente più le spese generali e gli utili di impresa.
    E' quindi normalissimo che i compensi di un lavoratore autonomo, o di un'impresa siano superiori.

    Inoltre, non è vero che un professionista non possa essere pagato "ad ore"; se lo fanno gli avvocati, gli ingegneri, gli architetti, ecc, che hanno le vacazioni contemplate nell'onorario professionale, non vedo perchè non possa farlo un copywriter. 🙂


  • User Attivo

    Ad esempio, io ho un fratello violinista e quando suona lo pagano in modo diverso se fa il primo violino o se suona nell'orchestra, ma se per prepararsi il pezzo gli ci son volute 10 prove o 100, questo non fan la differenza. Che sia giusto o sbagliato si può discutere, ma nei lavori creativi è così: dipende dal progetto/obiettivo/incarico che ti hanno assegnato. Avvocati, ingegneri, ecc ecc seguono altre regole e altri prezzi. Non so se ha senso fare paragoni..


  • Consiglio Direttivo

    Scusa ma non concordo.
    Intendi dire che Ingegneri e Architetti non fanno un lavoro creativo e che non hanno bisogno di aggiornamenti e preparazione dietro?
    Con tutto rispetto credo che stai sopravvalutando la professione del copywriter; ovviamente ogni opinione è lecita. 🙂


  • Super User

    Vero. Ogni opinione è lecita e stiamo camminando su un campo minato in questo momento.

    Suggerirei di continuare sulla questione che più interessa tutti, credo.

    Qualcun altro ha dei range di prezzo da proporre per i servizi di copywriting?


  • ModSenior

    Vista la sua figura, un'interessante punto di vista sulla questione ce l'ho dà un post dello scorso gennaio di Luisa Carrada, professionista indiscussa del testo e portabandiera del settore: mestierediscrivere.splinder.com/post/23956952/la-dura-dolce-vita-del-copywriter-freelance

    E' piuttosto lungo, più lungo dei suoi soliti post che sono già di per sè lunghi, ma ne vale la pena come tutto quello che Lei scrive.

    Valerio Notarfrancesco


  • User Attivo

    No, no infatti ho chiarito che non sono una copywriter, sono valutazioni su ciò che è emerso fino ad ora. 🙂 Considero ingengeri e altri come diversi perchè loro hanno un albo, delle regole, dei tariffari nazionali e sicuramente una tutela maggiore rispetto ai lavori di cui parlo io (tra cui ad esempio copy e musicista): questi si devono "arrangiare" e crearsi non solo tariffari ma a volte anche il lavoro stesso; è per quello che credo non si possano fare paragoni.

    Sottolineo ancora come le mie siano considerazioni, non critiche! So che tendo a scrivere/parlare in un modo che viene spesso inteso come polimico, ma davvero era solo un confronto pacifico!:)


  • User Attivo

    Ringrazio Valerio per lo spunto e chiarirò proprio con una citazione del post quello che ho espresso malamente io rispetto a cosa penso del compenso nel lavoro creativo.:)

    [...quota "a progetto". Io ho sempre fatto così, istintivamente, perché mi è sempre sembrata la soluzione più professionale. Non vendo parole a peso, vendo me stessa, le mie letture, la mia attenzione, la mia esperienza, la mia pazienza, e il tempo che ci metto riguarda solo me stessa. Al cliente interessa il risultato e, quotando a progetto, il suo risultato diventa anche il mio....]

    cit da:
    mestierediscrivere.splinder.com/post/23956952/la-dura-dolce-vita-del-copywriter-freelance


  • Super User

    Ambra, non preoccuparti. Nessuno pensa tu sia stata polemica, anzi... Lo scambio di idee e opinioni è sempre auspicabile in un forum. E il mio scopo nell'aprire questo thread era proprio quello di mettere in correlazione più campane. Quindi tranquilla! 😉


  • ModSenior

    Mi compiaccio che il riferimento all'articolo della Carrada sia stato utile, tuttavia adesso vorrei scongiurare una cosa che secondo me sarebbe commercialmente pessima per i nostri copy.

    Luisa Carrada è Luisa Carrada e si può permettere di impostare il suo lavoro in quel modo, lavoro che va ben oltre la sola scrittura dei contenuti ma che abbraccia tutta le gestione della comunicazione di un'azienda o di un ente pubblico.

    Io che non sono un copy ma che commissiono i lavori ai copy come tantissimi professionisti e web agency qui, trovo si comodo avere una stima globale ma ho anche necessità di una valutazione granulare (ore/pagine/cartelle) per poter pianificare i miei progetti.

    Ecco perché la scorsa settimana avevo scritto di essere d'accordo con Lorenzo-74 su come impostare il proprio onorario, cioè mi riferisco a questo post:
    @lorenzo-74 said:

    Cara Valentina e cari Copywriters,
    se posso permettermi, da non copywriter, vi consiglio comunque di tenere in considerazione anche gli onorari classici dei professionisti... visto che come copywriters siete professionisti anche voi. Ossia:

    Onorari a percentuale - (o a parola o a numero di battute, ecc per il vostro caso); ossia quello che state stilando; 😉
    **
    Onorari a vacazione** - in ragione del tempo impiegato;

    Onorari a discrezione - secondo criterio del professionista.

    Agli onorari aggiungerei anche le spese, valutabili in una percentuale forfettaria sull'importo della prestazione.

    Credo, infatti, che per non svilire il lavoro intellettuale che c'è dietro non tutto sia riconducibile ad onorari a percentuale, seppur essi rivestano indubbia importanza.
    🙂
    Poi auguro a tutti di eguagliare la bravura e il successo commerciale di Luisa Carrada e arrivare ad applicare solo la terza modalità di valutazione, anzi, per quanto mi è possibile mi impegno affinché questo possa accadere, ma prima bisogna poter esprimere il valore del proprio lavoro in un'unità di misura comoda e comprensibile sia per se stessi sia per i propri clienti.

    Valerio Notarfrancesco


  • Super User

    Valerio e Lorenzo74, vi quoto in tutto e per tutto.


  • User Attivo

    Ciao a tutti, interessantissima come discussione. Non so se vi può tornare utile questo tariffario: internos.it/tariffe-seo-copywriting.html


  • Moderatore

    L'articolo mi sembra molto interessante.

    Valentina, visto che questa sezione non ce l'ha ancora, che ne dici di creare una discussione in rilievo dove fare una raccolta di link rilevanti come questo?


  • Super User

    Certo, possiamo creare questa sezione. Anche sul web ci sono tante risorse preziose. Grazie per il suggerimento Lazzo!


  • User

    Domandati se :
    hai competenze SEO
    hai competenze di comunicazione e marketing
    hai collaborazione con altri siti divisi per settore.

    Se la risposta è SI i prezzi che hai indicato "potrebbero" essere giustificati.
    Se la risposta è no, credo che per una collaborazione continuata sono prezzi fuori mercato.


  • User

    Buongiorno a tutti, vorrei esprimere la mia opinione su una discussione che mi sta particolarmente a cuore.
    Come già detto, è innegabile che il lavoro del copywriter in Italia (tolte poche, pochissime mosche bianche) è estremamente sottopagato.
    Spesso non si valuta il fatto che dietro ad un testo ben scritto c'è un grande lavoro di ricerca, di formattazione, di fantasia.
    Per quanto riguarda un piano tariffario di categoria, il discorso si fa spinoso.
    Dato per scontato che uniformare le tariffe è impensabile, bisogna partire dal presupposto che il copywriter è un professionista, e come tale deve coprire delle spese, le quali incidono sui prezzi.
    In linea di massima una tariffa oraria penso sia più appropriata come "standard" di retribuzione.