• Super User

    Una postilla: avete mai fatto caso al fatto che "l'attività di creare pagine web" in inglese si dice authoring? 🙂

    tr.v. au·thored, au·thor·ing, **au·thors **


  • Super User

    Non sono tanto sicuro che la creazione di contenuti originali sia un parametro che possa influenzare direttamente il grado di autorevolezza.

    Per esempio, alcuni siti e blog che riportano teorie legate a fantasiosi anche se avvincenti "complotti planetari" sono, diciamo, originali rispetto alle aree tematiche in cui si collocano (tipicamente politica e sociologia per intenderci) ciònonostante non diresti, suppongo, che siano particolarmente autorevoli.

    Almeno non tutti 🙂 và.

    P.S. Complimenti per il nuovo avatar... ma sei un idiota-fan di Von Trier o solo un'idiota?
    Joking, sorry... 😄


  • Bannato Super User

    > cosa fareste voi, se foste un motore di ricerca, per ricavare (algoritmicamente) l'autorevolezza di una pagina web

    Confronterei il numero dei backlinks con quelli di pagine simili di altri siti, verificando l'autorevolezza dei siti linkanti a prescindere dal tema da essi trattato.
    Per bilanciare il risultato della ricerca con altri eventuali siti competiror, ricercherei la data in cui venne pubblicata la pagina in esame. (Una pagina in rete da meno tempo non siginifica che sia meno autorevole)

    Dalla pagina in esame e da quelle da essa linkate sia internamente che in siti esterni, verificherei la presenza di words e acronimi relazionati semanticamente con i contenuti della pagina e procederei con una verifica per stabilire la pertinenza con i backlinks trovati poco sopra.

    Mi chiederei ci sono siti .edu e .gov tematizzati con le words estrapolate in precedenza, che linkano questa pagina ?

    Valuterei positivamente la presenza di interazione con gli utenti.

    Procederei con la verifica della partita iva del sito e/o di tutti i dati presenti nella pagina.

    Queste le prime cose che mi sono venute alla mente.

    🙂


  • Super User

    @beke said:

    Per esempio, alcuni siti e blog che riportano teorie legate a fantasiosi anche se avvincenti "complotti planetari" sono, diciamo, originali rispetto alle aree tematiche in cui si collocano (tipicamente politica e sociologia per intenderci) ciònonostante non diresti, suppongo, che siano particolarmente autorevoli.

    Almeno non tutti 🙂 và. Concordo. Hai detto giustamente: "originali [e autorevoli, aggiungo io] rispetto alle aree tematiche in cui si collocano". La rilevanza e autorevolezza sono, insomma, quasi sempre riferite a un contesto, o a un'area di riferimento. Penso esistano pochi siti dotati di rilevanza e autorevolezza assolute, cioè riferite all'intero Web (mi viene in mene il sito del W3C, e pochi altri). Esistono però moltissimi siti rilevanti e autorevoli nella loro "nicchia". Allo stesso modo accade nel "mondo reale": essere autorevoli in senso assoluto è possibile, ma prima devono farti Papa. 😄 Altrimenti rimarrai un tuttologo. Esistono invece molte persone autorevoli nel proprio campo (es., Margherita Hack è un'autorevole astronoma).

    P.S. Complimenti per il nuovo avatar... ma sei un idiota-fan di Von Trier o solo un'idiota? Grazie. Sono un (senza apostrofo) idiota-fan del cinema danese. 🙂


  • Super User

    Vorrei soffermarmi brevemente su uno degli indicatori di autorevolezza citati sopra da LowLevel: le co-citazioni. E lo faccio con un semplice esempio.

    Poniamo che leggendo un paper sui motori di ricerca vi capitasse di incontrare nei riferimenti bibliografici questo gruppo di tre citazioni:

    E se foste un motore di ricerca, come vi comportereste?


  • Super User

    Terminato il panino meditativo (burp)....

    @"Everfluxx" said:

    Poniamo che leggendo un paper sui motori di ricerca vi capitasse di incontrare nei riferimenti bibliografici questo gruppo di tre citazioni:

    Non a caso una delle tante tecniche un tempo in uso tra i seo (oggi infinitamente meno efficace) per dare un po' di autorevolezza ai propri siti era quello di costruire un sito satellite, una finta directory o pseudo expert-site e inserire una serie di link a risorse universalmente riconosciute come autorevoli, E in mezzo link a loro siti.

    Esempio iperbolico:

    deviantART: where ART meets application!
    Adobe
    www.tonyzozzone.it/risorse_grafiche_gratis.html
    http://www.wrc.org

    L'esempio fatto da Everfluxx pone quindi le basi per un'ulteriore caratteristica dell'AUTOREVOLEZZA: **la capacità di trasmettere autorevolezza.

    **Nello specifico, se trovo scritto "the DEFINITIVE...." sul sito di un webmaster principiante, penserò ad un claim pubblicitario. Il mio click sarà eventualmente stimolato dalla curiosità. Se invece trovo scritto "The Definitive Google Ranking strategy guide" su un paper ufficiale di Google, i miei filtri mentali saranno abbattuti, e cliccando sul link accetterò qualsiasi boiata io legga. Accetterò la risorsa come autorevole perchè mi è stata proposta da una risorsa che io giudico autorevole.


    Un'altra caratteristica dell'autorevolezza è il non bisogno di un contradditorio o una fonte di sostegno, perchè l'autorevolezza riconosciuta conferisce di per sè lo status di "fonte".

    Esempio pratico e veloce.

    Se Stuart dice: "Il meta refresh "0" è trattato da Google come una redirect 301", terminato il delirio delle risate isteriche, gli viene chiesta la fonte, eventuali test a supporto della tesi, esempi pratici, link di riferimento, brevetti registrati ecc ecc..
    Se LowLevel dice "Il meta refresh "0" è trattato da Google come una redirect 301" basta così. <<L'ha detto LowLevel >> è GIA' una fonte. Perchè tutti sanno che è uno studioso, si conoscono le sue infinite competenze, e si sa che parla a ragion veduta 🙂

    Ciò che l'autorità afferma diventa automaticamente fonte. Non vi è bisogno di compiere a ritroso tutti i passi che hanno portato a tale affermazione.


    I motori di ricerca hanno tutto l'interesse a presentare all'utente risorse autorevoli e a mio parere, visto l'enorme numero di risorse presenti sul web, utilizzano quel concetto tutto umano dell'**autorevolezza relativa **o di nicchia (vedi l'esempio di Margherita Hack, fatto da Everfluxx).

    Ad esempio, Photoshop è universamente noto come il migliore programma di editing di grafica raster. Strano però che il sito Adobe.com non compaia nella top 50 della query "raster" http://www.google.com/search?hl=en&lr=&safe=off&rls=GGGL%2CGGGL%3A2006-11%2CGGGL%3Aen&q=raster&btnG=Search

    Credo però che se il sito Adobe.com creasse una pagina o un insieme di pagine relativo e specifico alla grafica raster, in breve tempo verrebbe proposto da Google tra i risultati.

    Una risorsa sul web che voglia diventare "autorevole", deve prima affermarsi come tale (presentare contenuti), poi starà alla web's opinion (backlink, citazioni ecc ecc..) eleggerla come tale o meno.

    Meine zwei piotten (:D)

    Cordialmente,
    Stuart


  • Super User

    @Everfluxx said:

    Concordo. Hai detto giustamente: "originali [e autorevoli, aggiungo io] rispetto alle aree tematiche in cui si collocano". Specifico meglio il mio pensiero: intendevo dire che, nell'area tematica delle teorie cospirazioniste, un sito o blog che presenti una teoria originale, magari dando vita a un nuovo "filone", potrebbe acquisire uno status di risorsa web autorevole, ma sempre riferito a quella specifica nicchia, e non ovviamente all'ambito più generale (quello della teoria politica/sociologica). Concordo perciò con Beke sul fatto che dalla produzione di contenuti originali non discenda automaticamente l'autorevolezza. Diciamo che l'originalità/novità (o ancora meglio, innovatività) dei contenuti è una proprietà necessaria, ma non sufficiente di per sé, per poter essere giudicati un sito autorevole. Siete d'accordo?


  • Super User

    @"Everfluxx" said:

    intendevo dire che, nell'area tematica delle teorie cospirazioniste, un sito o blog che presenti una teoria originale, magari dando vita a un nuovo "filone", potrebbe acquisire uno status di risorsa web autorevole, ma sempre riferito a quella specifica nicchia, e non ovviamente all'ambito più generale Certo. La discriminante non è l'innovazione, ma il presentare fatti e affermazioni che siano comunemente accettate come vere.

    Ad esempio , per quanto riguarda l'11 Settembre, la risorsa più autorevole è questa: National Commission on Terrorist Attacks Upon the United States
    perchè descrive la versione ufficiale e comunemente accettata dei fatti.

    I siti cospirazionisti hanno anche loro gli esponenti più autorevoli di altri, ma sono detentori di un'autorevolezza relativa. Non fosse altro che per il fatto che ogni sito cospirazionista cita il sito sopra come "FONTE" (non avviene il contrario): seppur originali e suggestive, le loro tesi hanno bisogno di un punto da cui partire.

    Cordialmente,
    Stuart


  • Super User

    @Stuart said:

    ulteriore caratteristica dell'AUTOREVOLEZZA: la capacità di trasmettere autorevolezza.
    [...]
    l'autorevolezza riconosciuta conferisce di per sè lo status di "fonte".

    Concordo al 100%.

    Certo. La discriminante non è l'innovazione, ma il presentare fatti e affermazioni che siano comunemente accettate come vere.

    Ad esempio , per quanto riguarda l'11 Settembre, la risorsa più autorevole è questa: National Commission on Terrorist Attacks Upon the United States
    perchè descrive la versione ufficiale e comunemente accettata dei fatti.
    Uhm. Non sono così sicuro sul fatto che il sito della National Commission si possa definire una risorsa autorevole perché la sua versione dei fatti è quella comunemente accettata: probabilmente è vero il contrario, e cioè che la versione ufficiale dei fatti presentata dalla National Commission è comunemente accettata come veritiera perché proviene da una fonte accreditata come tale (la National Commission, appunto). E' una definizione ricorsiva/tautologica di autorevolezza, me ne rendo conto. Ma è proprio così che funziona, IMHO.

    Non sono nemmeno molto convinto del fatto che autorevolezza coincida con veridicità ("presentare fatti e affermazioni comunemente accettate come vere"). Ad esempio, se io dico "D'estate, quando fa molto caldo e si suda molto, bisogna bere molta acqua", quest'affermazione --pur veritiera e comunemente accettata, in quanto parte del cosiddetto "buon senso comune"-- non fa di me un medico autorevole.


  • Super User

    @"Everfluxx" said:

    Non sono nemmeno molto convinto del fatto che autorevolezza coincida con veridicità ("presentare fatti e affermazioni comunemente accettate come vere"). Ad esempio, se io dico "D'estate, quando fa molto caldo, bisogna bere molta acqua", quest'affermazione --pur veritiera e comunemente accettata, in quanto parte del cosiddetto "buon senso comune"-- non fa di me una persona autorevole. Non posso darti torto, ma mi sono espresso malissimo 🙂

    Per "verità" intendo un'informazione che viene accettata senza (o con pochissimi) filtri.

    Se dici che d'estate bisogna bere molta acqua non diventi una persona autorevole, perchè fai tua una conoscenza che fa parte del "senso comune" (ed è il senso comune in questo caso ad essere fonte). C'è chi prima di te e prima di me ha constatato che bevendo molta acqua si bilancia la dispersione di liquidi corporei che in estate è massima. Tu citi questa conoscenza, non la stai producendo.

    Se ho il raffreddore, ti chiedo un parere e tu mi rispondi "Devi tirare una testa forte contro il muro" mi metto a ridere.
    Se vado dal medico -giudicandolo un autorità, relativamente alla cura del mio raffreddore- e mi dice di tirare una testata contro il muro, probabilmente lo farò.

    In poche parole, la persona riconosciuta come autorevole, la verità non la dice, la produce (autore di verità).

    Cordialmente,
    Stuart


  • Super User

    @Stuart said:

    Se ho il raffreddore, ti chiedo un parere e tu mi rispondi "Devi tirare una testa forte contro il muro" mi metto a ridere.
    Se vado dal medico -giudicandolo un autorità, relativamente alla cura del mio raffreddore- e mi dice di tirare una testata contro il muro, probabilmente lo farò.
    In poche parole, la persona riconosciuta come autorevole, la verità non la dice, la produce (autore di verità). Non so Stu.
    In realtà mi fiderei di quell'ipotetico medico, non tanto per la sua nuovissima cura contro il raffreddore (devo ricordarmi di provarla quest'inverno :D), quanto perchè anni di studi, e riconoscimenti ufficiali gli hanno conferito lo status di persona in grado di effettuare diagnosi e proporre rimedi appropriati.

    E' una questione di fiducia (trust) ed in genere la fiducia si genera in campi dove le innovazioni sono poche e le conferme invece molte.

    Se poi, una persona di provata fiducia propone una innovazione su questa discende la fiducia accordata per altri motivi al suo autore.

    Ma quella è una conseguenza, non una causa.


  • Super User

    @"beke" said:

    In realtà mi fiderei di quell'ipotetico medico, non tanto per la sua nuovissima cura contro il raffreddore (devo ricordarmi di provarla quest'inverno :D), quanto perchè anni di studi, e riconoscimenti ufficiali gli hanno conferito lo status di persona in grado di effettuare diagnosi e proporre rimedi appropriati. L'esempio era chiaramente e volutamente esagerato 🙂
    Personalmente non sbatterei il mio bellissimo viso contro il muro neanche se lo leggessi su un trattato del compianto Dottor Barnard

    Non a caso però ho specificato che quel medico lo ritenevo un'autorità ("... Se vado dal medico -giudicandolo un autorità, relativamente alla cura del mio raffreddore....").

    Ed è molto interessante ciò che dici, perchè conferma che lo status di autorità sorge in capo alla persona (o al sito) a seguito del r*iconoscimento delle sue competenze

    *E mi viene in mente un'altra caratteristica dell'autorevolezza: la certezza della figura autorevole. Della persona autorevole si conoscono opere, studi, affermazioni, biografia. Non solo azioni quindi, ma il riconoscimento delle stesse.

    Da un punto di vista dei motori di ricerca, perchè i domini .gov, .edu, .mil beneficiano di un "trust" maggiore? Perchè non sono registrabili da chiunque, ma solo da organi autorizzati e registrati. Vi è la certezza della titolarità: organi governativi nel caso dei gov, accademici nel caso degli edu.

    E le informazioni contenute in un sito .edu provengono da fonti certe e autorevoli (le Università).

    Sto andando molto a stream of consciousness nei post, perdonatemi imprecisioni e ingenuità (eventuali!) 😉

    Cordialmente,
    Stuart


  • Super User

    @beke said:

    E' una questione di fiducia (trust)
    Hai centrato il nocciolo della questione: autorevolezza e trust, intesa come affidabilità (l'esser degni di fiducia: trustworthiness) e credibilità, sono infatti quasi sinonimi. Però c'è una sfumatura: si potrebbe dire che la fiducia o credibilità che viene accordata a una fonte è una conseguenza della sua autorevolezza che -ribadisco- è quasi sempre una competenza contestuale, cioè riferita a uno specifico dominio di conoscenza.

    Tornando all'aspetto di autorevolezza come proprietà autoriale, ovverosia come caratteristica propria dell'autore e della produzione di contenuti, a mio avviso l'autorevolezza dipende anche da due dati oggettivi (condizioni necessarie ma non sufficienti): il primo è la quantità di contenuti prodotti dall'autore su un determinato argomento; il secondo è il grado di specializzazione dell'autore.

    Infatti, difficilmente si potrebbe definire "un'autorità in materia" un autore che avesse scritto un solo articolo o trattato su un determinato argomento (le eccezioni esistono, ma sono quelle che hanno fatto la storia della scienza); e poiché è umanamente molto difficile essere "autorità assolute" (l'onniscienza essendo una proprietà divina), solitamente questo status viene attribuito a persone che hanno devoluto un'intera vita allo studio di una sola materia, spesso molto specifica.

    ** Lo stesso vale anche sul Web.** Immaginiamo per un attimo che i motori di ricerca non esistano (it's easy if you try). 🙂 Come faremmo per giudicare l'autorevolezza di una pagina o sito su un determinato argomento? Un buon indicatore (che utilizzo abitualmente quando devo fare una valutazione "spannometrica" dell'autorevolezza di una risorsa web) potrebbe essere la quantità di pagine del sito che parlano di quell'argomento. Un altro indicatore che utilizzo quotidianamente è lo spettro di topic trattati dal sito: più lo spettro di argomenti è ampio, minore è il livello di specializzazione (competenza specifica) del sito, e minore sarà la mia percezione della sua autorevolezza su quello specifico argomento.

    Sono abbastanza sicuro che anche i motori di ricerca fanno questo tipo di valutazione per misurare il grado di autorevolezza di una risorsa web su un determinato topic.


  • User Attivo

    Everfluxx scrive:

    "L'autore non si limita a produrre contenuti; l'autore, così facendo, fa accadere cose, e produce effetti sulla realtà. Questo si applica benissimo alla produzione letteraria, ma vale anche sul Web: se io pubblico un post che nessuno leggerà, o creo un link che nessuno seguirà, non potrò certo dire che il mio articolo o il mio link siano "autorevoli"."

    Riporto per comodita' cosa risposto su un altro forum riguardo a questo intervento: http://www.giorgiotave.it/forum/posizionamento-nei-motori-di-ricerca/14788-google-e-un-mistero.html

    L'aspetto "interessante" della faccenda e' che da tempo si discute-ragiona tra cio' che "esiste e non esiste" sul web e non solo, senza tuttavia trovare una linea di pensiero predominante.

    Chi ritiene che qualcosa solo se reso pubblico-reale (grazie ad un link, ad una citazione, al passaparola...) possa-debba essere considerato e chi ritiene che il fatto stesso che esista (anche se nessuno ne fosse a conoscenza) comporti la tua teoretica (e pratica) accettazione.


    Si consideri che, man mano, sul web ci saranno sempre piu' contenuti di natura artificiale, spesso prodotta dinamicamente, senza che nessuno lo sappia, pensiamo anche solo alla classica pagina dinamica creata al volo in base ad una data richiesta di un utente.

    Si consideri che prima di mettere online un sito molti wm lo "lavorano" online senza renderlo noto.

    Si consideri che molti contenuti esistono ma sono preclusi ai motori o agli utenti, magari perche' protetti attraverso autenticazione o robots, etc.

    Per non parlare di chi usa l'ftp per fare dei backup, backup di documenti personali (e che tali dovrebbero rimanere) e non.


    Non e' tanto importante capire se un motore possa o debba lecitamente spiderizzare il "sommerso", ma se il sommerso possa essere veramente considerato tale, ed in caso di risposta affermativa se lo sia sempre o a seconda dei casi.

    Puo' sembrare una discussione fine a se stessa o molto teorica e poco pratica, ma purtroppo o perfortuna non e' cosi'.

    E' un argomento complesso, credo se ne dibattera' a lungo nei prossimi anni.


    Per far capire una delle tante implicazioni si pensi ad un programma che registri automaticamente migliaia di domini, crei contenuto artificiale per ogni dominio e non renda noto a nessuno (motore compresi) l'esistenza dei suddetti domini.

    Se un motore trovasse per "sbaglio" uno di questi siti e lo spiderizzasse si potrebbe parlare di spam da parte del wm o piuttosto-viceversa di una sorta di "lecita intrusione" da parte del motore... motore che pertanto-di conseguenzza, essendo l'unico responsabile di quanto viene da lui spiderizzato e presentato nelle sue serp diverrebbe a sua volta causa, e non piu' effetto, dello spam?


    E' la distorsione tra cosa c'e' ma non si vede, cosa c'e' e si vede, cosa non c'e' ma si ipotizza possa esserci.

    E' il bosco degli orrori.


  • Super User

    @Everfluxx said:

    ...si potrebbe dire che la fiducia o credibilità che viene accordata a una fonte è una conseguenza della sua autorevolezza che -ribadisco- è quasi sempre una competenza contestuale, cioè riferita a uno specifico dominio di conoscenza.Questo è senz'altro vero nel mondo reale.
    Diplomi, lauree, master e quant'altro servono ad informare sul grado di competenza e conseguentemente di "autorevolezza" di una persona relativamente ad un ambito specifico, anche se di ampiezza variabile.
    C'è da sottolineare che questi riconoscimenti ufficiali, che a tutti gli effetti ci permettono (in teoria :D) di evitare una vera e propria fase di investigazione, hanno una validità perchè a loro volta sono "rilasciati" da entità che godono di "fiducia" o "autorevolezza".
    Ma allora... dove comincia questa "autorevolezza"? 🙂

    @Everfluxx said:

    ** Lo stesso vale anche sul Web.** Immaginiamo per un attimo che i motori di ricerca non esistano (it's easy if you try). 🙂 Come faremmo per giudicare l'autorevolezza di una pagina o sito su un determinato argomento? Un buon indicatore (che utilizzo abitualmente quando devo fare una valutazione "spannometrica" dell'autorevolezza di una risorsa web) potrebbe essere la quantità di pagine del sito che parlano di quell'argomento. Un altro indicatore che utilizzo quotidianamente è lo spettro di topic trattati dal sito: più lo spettro di argomenti è ampio, minore è il livello di specializzazione (competenza specifica) del sito, e minore sarà la mia percezione della sua autorevolezza su quello specifico argomento.Se qualcuno dovesse fare una valutazione su un sito web avendo a disposizione soltanto il sito stesso e basse conoscenze specifiche sull'argomento trattato è probabile che, consciamente o meno, seguirebbe il percorso da te indicato... ma rischierebbe di prendere delle grosse cantonate.
    L'autorevolezza dedotta in base a "quantità di pagine del sito che parlano di quell'argomento" e "spettro di topic trattati dal sito" è, in fin dei conti, un nuovo parametro "on-site" (quindi, tra l'altro facilmente mistificabile in ambito SEO, anche automaticamente).

    Il vero problema mi sembra invece essere questo: è possibile che l'autorevolezza possa essere una "proprietà autoriale" spontanea (cioè, non "ricevuta")?
    Insomma, relativamente a quanto rilevavo a proposito della prima citazione: è possibile che la catena di propagazione dell'autorevolezza inizi dall'autore dell'oggetto la cui autorevolezza dobbiamo misurare?
    E se la risposta è "si" è possibile in tutti i casi o solo in alcuni?

    Io credo che per tirare le fila di questo problema si debbano iniziare a scindere gli "algoritmi" degli essere umani da quelli dei motori di ricerca, perchè entrambi si basano su "capacità" e dati di partenza propri della razza a cui appartengono e molto diversi fra loro.

    Ma per adesso mi rimetto in ascolto.


  • Super User

    Autorevolezza per i motori:

    tra tutte le cose dette mi sembra non si sia accennato alla misurazione della fidelizzazione degli utenti di un sito e cioè quante volte l'hanno visitato ed ogni quanto tempo (questo ritengo dipenda dalla tipologia).

    Autorevolezza per l'utente:

    Qui le cose si complicano ed un bel "dipende" (alla Giorgio :2: ci va a pennello.

    Il mio parere è che per l'utente potrebbe essere auterovole un qualsiasi sito che in un dato momento ha soddisfatto una sua richiesta e faccio un esempio.

    Cerco su un motore di ricerca una casa in affitto nella mia città. Tra i risultati spulciati molto probabilmente considererò il sito più fornito di annunci e di servizi di ricerca accessori quello più auterovole per l'argomento "case in affitto" nella mia città: molto probabilmente ci tornerò volentieri "direttamente" e lo segnalerò a qualche amico.

    TUtta questa storiella per dirvi che il contenuto utile di qualità etc.... potrebbe non portare autorevolezza e "viceversa" ;)....

    Concludendo....l'autorevolezza per l'utente non è data dal contenuto in sè in maniera assoluta, ma da ciò che questo contenuto riesce a "trasmettere" o "risolvere".... potrebbe teoricamente anche trattarsi di contenuto "duplicato" ma utile in una determinata occasione....

    so di essermi spiegato di cacca e mi scuso...spero però di aver reso un minimo l'idea 😉