• Moderatore

    La rivoluzione del Adv Cambierà tutto per non cambiare nulla

    Google il 22 Gennaio ha presentato il primo test della nuova infrastruttura adv
    https://ads-developers.googleblog.com/2021/01/announcing-new-real-time-bidding.html

    Spariranno i cookie per introdurre la Privacy Sandbox e verrà creata una nuova infrastruttura alla base del advertising.
    I dettagli tecnici li trovate du GitHub, oggi è un momento storico a mio parare.
    https://github.com/WICG/turtledove/blob/master/FLEDGE.md


    kal 1 Risposta
  • Contributor

    @filtro ma ho capito bene ed è solo per Chrome, giusto?

    Safari e Firefox come si comportano?


    F 1 Risposta
  • Moderatore

    @kal è una proposta potranno implementarlo tutti. Sì vedrà. Penso che FireFox seguirà essendo una proposta di standard Safari vedremo, ma comunque ci si sta muovendo per rispettare la privacy quindi potrebbe accettarlo, ma in IAB project Rearc Apple e Firefox non mi sembrano presento


    kal 1 Risposta
  • Contributor

    @filtro essendo una proposta di Google, dubito che Safari e Firefox seguiranno.

    Per ragioni diverse, entrambi sono in guerra con Google... E con l'adtech in generale.

    Vedremo come si evolve la cosa, ma come ho detto in passato, non la vedo affatto bene per il RTB/Programmatic Adv in generale...


    F 1 Risposta
  • Moderatore

    @kal Apple e FireFox non sono in guerra con l'AdTech, affermare questo significa non volere vedere cosa è veramente possibile fare di border line con i 3rdParty cookie, con Digital FingerPrints, con IDFA/AAID e con l'identificativo univoco di una smartTV. (il prossimo ad essere colpito secondo me)


    F 1 Risposta
  • Moderatore

    @kal Ad esempio Apple supporta qualcosa di simile a privacy sandbox per la parte di click attribution
    https://webkit.org/blog/8943/privacy-preserving-ad-click-attribution-for-the-web/

    Sicuramente non sta mettendo le sue migliori menti a supportare advertising, ma non lo ha nemmeno fatto quando si è acquistata un'azienda di advertising per appStore.


    kal 1 Risposta
  • Contributor

    @filtro stanno ciascuno provando a definire un suo standard, ma dubito proprio che collaboreranno.

    Apple è in guerra con l'adtech eccome, perché Google è il suo concorrente diretto sugli OS mobile e quindi usano quello che hanno (ovvero Safari) per limitare la posizione dominante di Google.

    Apple s'è comprata l'azienda di adv, ma appunto la usa all'interno del suo giardino recintato. Non hanno velleità di sparare banner in giro per l'universo internet.

    Per ora, almeno.

    Però che stiano contrastando Google mi pare palese.

    Così come Firefox, per ragioni differenti.

    E per quanto riguarda

    @filtro ha detto in La rivoluzione del Adv Cambierà tutto per non cambiare nulla:

    cosa è veramente possibile fare di border line con i 3rdParty cookie, con Digital FingerPrints, con IDFA/AAID e con l'identificativo univoco di una smartTV. (il prossimo ad essere colpito secondo me)

    Questa è esattamente la roba che è stata resa possibile dall'ecosistema adtech attuale...


    F 1 Risposta
  • Moderatore

    @kal Apple l'ha chiusa l'azienda di advertising, ha tenuto solo la piattaforma di advertising sulla search di AppStore (che usa IDFA e first party data).

    Abbiamo visioni molto diverse, il tempo ci mostrerà cosa succederà


    kal 1 Risposta
  • Contributor

    @filtro io tengo d'occhio l'altra campana, se guardi cosa posta John Wilander su Twitter capisci che la politica generale è di assoluta ostilità verso la visione tracking-centrica di Google.

    Non è un'ostilità aperta, ma si capisce bene tra le righe.

    Ad esempio, post tipo questo:

    https://twitter.com/johnwilander/status/1166507622415007744?s=19

    C'è Wilander che fa il puntiglioso e Schuh che non la prende affatto bene e risponde in modo piccato, salvo poi correggersi successivamente.

    Se sai leggere tra le righe, in questa discussione c'è tutto.


  • Moderatore

    @kal Ognuno tra le righe vede quello che vuole: io non ci vedo nulla relativo al Advertising, ma un'attenzione molto puntigliosa sulla privacy.

    L'articolo indicato (lo riporto) https://stratechery.com/2019/privacy-fundamentalism/

    parla di tutti i problemi relativi al tracking è Schuh nel tweet dice "we're preventing" riferendosi alla privacy sandbox, come se fosse già attivo, potremmo tradurlo in un stiamo evitando, una dichiarazione molto molto forte. In realtà la privacy sandbox non c'è ancora, Chrome lascia più o meno tracciare tutto e giustamente Willander, il primo ad essere attaccato indirettamente da Schuh, risponde ad oggi non fate nulla. Schuh ha cercato di apparire pro privacy già oggi, ma non è così, ed ha attaccato ITP che invece già protegge oggi.

    Non vedo altro tra le righe, il problema è sempre il tracking e la privacy, ad oggi la privacy sanbox non esiste, e non c'è ancora un modo oggettivo per dire che rispetterà la privacy, sicuramente Safari, se mai lo implementerà, sarà l'ultimo browser a supportare il tutto dopo un'attenta analisi che aiuterà a migliorare lo standard


    kal 1 Risposta
  • Contributor

    @filtro ha detto in La rivoluzione del Adv Cambierà tutto per non cambiare nulla:

    io non ci vedo nulla relativo al Advertising, ma un'attenzione molto puntigliosa sulla privacy.

    Dai, sono due facce della stessa medaglia!

    La privacy sui dati utente a fronte dell'utilizzo degli stessi associati ai cookie di identificazione e profilazione da parte dei network pubblicitari.

    La partita è questa qua e son sicuro che lo sai bene quanto me.

    Google ci ha investito un botto nel decennio appena trascorso e quindi giustamente porta acqua al suo mulino provando a settare lo standard per una tecnologia che permetta la gestione della privacy ma non ammazzi al tempo stesso il suo modello di business.

    Sicuro sarà qualcosa da tenere ben monitorato nei prossimi diciamo 12-18 mesi.


    F 1 Risposta
  • Moderatore

    @kal sono la faccia della stessa medaglia oggi. Se advertising e privacy vengono divisi sono due elementi distinti, il problema è che l'infrastruttura del advertising può ledere la privacy ad oggi.

    Se la proposta andrà a buon fine a quel punto Apple dovrà trovare un buon motivo per non implementarla perché la privacy sarà rispettata.
    Il problema vero sarà: la proposta della nuova infrastruttura rispetterà veramente la privacy del utente, ma vuol dire spostare il tema da advertising a privacy vera


    kal 1 Risposta
  • Contributor

    @filtro c'è sul tavolo il tema della raccolta del consenso, che poi è quello su cui tutti i maggiori player stanno provando a imporre il loro standard.

    Giusto poco fa ho visto quello che offre Brave... che sta facendo capolino come piccolo player super rispettoso della privacy (sulla carta).

    Non è certo un caso che Brave fin da subito sul suo sito web presenti una sezione "Advertising", con tanto di case studies: https://brave.com/brave-ads/casestudies/

    In sostanza Brave spacca tutto il modello mettendo l'utente dentro un paradigma di pubblicità "opt-in", che è una cosa senza dubbio rivoluzionaria.

    E' chiaro che il browser è diventato il campo da gioco in cui l'intero ecosistema adtech si ritrova a giocare la partita degli standard.

    Google sta proponendo il suo standard, e fra parentesi: ad oggi mi sembra che lo chiamino "esperimento" dicendo "aderite al nostro esperimento"... quando in realtà quello che intendono è "questa è la nostra proposta di standard, aderite numerosi così possiamo farlo diventare standard de facto".

    Ma al netto di tutto, non è affatto detto che riesca ad imporlo.

    Anche Apple sta seguendo la sua strada sostanzialmente tracciata con ITP prima e con l'identificativo dispositivo nelle App, che agisce fin da subito ed in modo drastico: basti vedere che è successo proprio nelle settimane scorse quando Facebook si è ritrovata a dover rivedere le finestre di attribuzione.

    Google ha dalla sua una posizione dominante, ma ha anche l'ostilità aperta degli editori che fanno azione di lobbismo sul legislatore (occhi puntati sull'Australia, perché rischiamo di trovarci davanti al primo caso in cui Google sceglie di spegnere completamente l'intero motore di ricerca!!), la rivalità accesa di altre big tech (Apple in testa per l'appunto) e la spada di damocle delle investigazioni antitrust.

    Una partita non facile da giocare a mio parere.


  • Moderatore

    @kal no non è esperimento e non è uno standard di Google. E' una proposta di standard creata dal gruppo di lavori di IAB project rearc
    https://iabtechlab.com/project-rearc/

    La proposta sviluppata da Google viene da una discussione in cui hanno partecipato Criteo, Adroll, Facebook, ecc ecc. ed hanno implementato l'ultima specifica proposta della tecnologia si chiama TERN
    https://github.com/WICG/turtledove/blob/master/TERN.md
    che è stata migliorata dallo scorso anno con discussioni aperte a tutti i partner ed una proposta firmata da nextroll non di google, tra gli autori c'è anche un Italiano Valentino Volonghi

    E' qualcosa di molto più ampio non è un esperimento di google. Ma Google è la prima a mettere a disposizione dei partner una pezzo di AdExchange che funziona su questa nuova proposta di standard.

    Il tema della raccolta del consenso è al di fuori di questo al momento, TCF2.0 è lo standard riconosciuto da tutti i player ad oggi. Che Brave provi a fare qualcos'altro è interessante, ma lo standard è TCF supportato da tutti

    Lo standard Tern prende in considerazione questi 3 elementi

    • Delivery del annuncio
    • Creazione delle audience
    • Tecnologia di Bidding

    il come l'utente dia il consenso è al di fuori di questo standard e che verrà preso in considerazione per farlo funzionare, ma non fa parte di esso.


    kal 1 Risposta
  • Contributor

    @filtro ha detto in La rivoluzione del Adv Cambierà tutto per non cambiare nulla:

    TCF2.0 è lo standard riconosciuto da tutti i player ad oggi

    Ok, TCF2.0 è lo standard stabilito a livello di consorzio/associazioni di categoria.

    Ma Privacy Sandbox (di cui si parla nel post che hai segnalato all'inizio) è uno standard di Google/Chrome... non mi pare che gli altri vendor di browser abbiano dato seguito alla cosa negli stessi termini e nemmeno con qualcosa di analogo.


    F 1 Risposta
  • Moderatore

    @kal privacy sandbox è una proposta di Google dove risiedono i dati di navigazione, ma la specifica Ternn non usa la privacy sandbox: il concetto di interest Group funziona senza privacy sandbox.

    Il punto nevralgico di tutto è che l'asta è dentro il browser: assunto molto molto forte.
    E il supporto degli interest group sia supportata dai browser, ma interest group non è uguale a privacy sandox sono elementi diversi


    F kal 2 Risposte
  • Moderatore

  • Contributor

    @filtro ha detto in La rivoluzione del Adv Cambierà tutto per non cambiare nulla:

    Il punto nevralgico di tutto è che l'asta è dentro il browser: assunto molto molto forte.

    Non a caso la mia primissima domanda è stata: e gli altri browser che fanno?

    Per il momento implementano sistemi di mitigazione del tracciamento tramite 3rd party cookie (ITP per Safari / OTP per Firefox) quando non addirittura provano a cambiare del tutto paradigma (Brave) e nel frattempo stanno a guardare Google (unico big tech che è sia proprietario di un browser che di un network pubblicitario) che si mette d'accordo con il resto della industry.

    E non senza rogne per quest'ultimo per quanto riguarda gli aspetti di regolazione del mercato (vedi ad esempio la storia di Jedi Blue)

    Io rimango comunque molto curioso di vedere come si evolve. Anche se la pubblicità display lato editore non è il mio mestiere (alla fine attingo solo come inserzionista per conto dei clienti), penso che sì... siamo di fronte ad un cambiamento epocale che però è ben lungi dall'essere concluso.

    Siamo ancora in mezzo al guado.


    F 1 Risposta
  • Moderatore

    @kal privacy sandbox è un progetto portato a livello di W3C non è un progetto google centrico.


    kal 1 Risposta
  • Contributor

    @filtro ha detto in La rivoluzione del Adv Cambierà tutto per non cambiare nulla:

    @kal privacy sandbox è un progetto portato a livello di W3C non è un progetto google centrico.

    Hmmm. Non mi pare.

    Sul loro blog quelli di Chromium scrivono:

    Fortunately, we have received positive feedback in forums like the W3C that the mechanisms underlying the Privacy Sandbox represent key use-cases and go in the right direction.
    https://blog.chromium.org/2020/01/building-more-private-web-path-towards.html

    Che insomma, mi sembra un gran bel giro di parole 🤣 ma non direi che sia abbastanza per concludere che si tratta un progetto portato a livello di W3C come standard proposal.

    Qualcuno all'interno del W3C gli ha detto informalmente che "va nella direzione giusta" e bona lì.

    È e resta 'na roba proprietaria.

    EDIT: addirittura sulla pagina ufficiale di presentazione del progetto scrivono:

    How to participate

    In general, we welcome the community to give feedback by filing issues on explainers hosted on Github, via the blink-dev intent posts or in any relevant standards body. For ads focused API proposals in particular. we encourage you to give feedback on the web standards community proposals via GitHub and make sure they address your needs. And if they don’t, file issues through GitHub or email the W3C group.
    https://www.chromium.org/Home/chromium-privacy/privacy-sandbox

    (grassetto mio)

    Che è in pratica un invito a fare lobbying sul W3C.


    F 1 Risposta