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    I migliori post di Simonmas

    • 10 usi della tecnologia NFT che non posso fare con altro

      giorgio mi ha chiesto di scrivere 10 usi della tecnologia NFT che non posso fare con altro. non sono un esperto di NFT, quindi mi sembra fuori luogo che debba farlo io, ma...

      1. posso comprare un oggetto digitale (un disco, un libro, una foto) e rivenderla. cosa che non posso fare in nessun altro modo (nota bene: se compro un disco digitale da itunes, e te lo rivendo, sto infrangendo la legge. se pensi che "vabbè, ma tanto lo fanno tutti", allora davvero stiamo parlando del nulla. o la legge esiste, o allora vale anche spacciare eroina davanti alle scuole.)

      2. posso, per esempio, creare un oggetto, e inserire una royalties, di modo che quando tu lo rivenderai, io percepirò una percentuale del tuo prezzo di vendita. per sempre. immagina di comprare un mio disco oggi, che non sono nessuno. a 10 euro. tra 5 anni, sono diventato "bigger than jesus". a parte il fatto che probabilmente potrai venirmi a bussare a casa e ti riconoscerò per nome e cognome come uno che ha creduto in me quando gli altri mi facevano le pernacchie, tu potrai rivendere il disco. al prezzo che il mercato decide di pagare. per esempio 10000 euro. prova a farlo con un mio disco digitale. se trovi qualcuno tanto cretino da darti quei soldi per un file che potresti aver scaricato su un network P2P, assicurati che non voglia comprare un pezzo di colosseo, ne sto vendendo qualcuno.

      3. ti vendo un quadro, abbinato ad un NFT. domani te lo rubano. dopodomani trovi il quadro in vendita dal rigattiere. vai con i carabienieri, il tuo NFT e la denuncia di furto e te lo riporti a casa. buona fortuna a farlo con un certificato di autenticità, che può essere fasificato in 2 secondi (HEY! anche il ladro può aver fatto un NFT falso. certo. perccato che il tuo ha data di mintaggio precedente, e può essere fatto risalire a me, che sono l'artista del quadro).

      4. ha mai sentito i produttori di olio lamentarsi perchè importanti player del mercato vendono come olio extravergine d'olive italiane un olio che non è di olive italiane, o peggio ancora un mix di oli? io sono in puglia, li sento almeno 2 volte l'anno. il mercato è praticamente in ginocchio e se chiudono le aziende produttrici d'uva qui, in soldoni possiamo dire addio all'olio made in italy. ma io consumatore come faccio a sapere da dove vengono le olive dell'olio che compro? boh. mi devo fidare, ed in mancanza di nomi, l'olio truffaldino è uguale a quello buono, per i non esperti. enter NFT. mi metti un codice QR, associato con l'NFT che ha seguito le olive in ogni passaggio di mano. ovviamente è sempre possibile fare maneggi strani... ma è più facile capire che qualcosa non va (altrimenti non ci sarebbe bisogno di bolle d'accompagnamento della merce sui camion, no?) quello che l'NFT da, rispetto a quello che c'è ora, ancora una volta, è l'immediata possibilità di controllare il certificato da dove viene e chi lo ha emesso. anche da parte del compratore. cosa che oggi non può succedere.

      5. magic the gathering. un mercato di collezionismo che vale miloni. che accade quando stampano una nuova espansione? arriva uno con un camion da una "stamperia amica" e si fa un carico di box set trafugati, che rivenderà a prezzi inferiori a quelli fatti ai grossisti. io sono la wizard of the coast: come faccio a beccare la stamperia dove succede questo? potrei associare ad ogni stamperia un tipo di NFT, così da capire dove c'è la falla (a meno che non sia TUTTO il personale ad essere truffaldino... ma ti invito a leggere How Music Got Free, un libro che racconta come una decina di persone in un centro di duplicazione CD piratava il 70-90% dei CD all'inizio degli anni 2000).

      6. sempre magic: non tutti sanno che le carte sono segnate, per proteggere gli acquirenti ad truffe lapalissiane. immaginiamo che questo sistema (che fa acqua da tutte le parti) sia sostituito da un NFT, e che io acquirente possa rendermi conto facilmente che il primo possessore della carta non è la wizards of the coast, che dovrebbe averla prodotta, ma joe banana.

      7. io creo un videogame. te lo do gratis. se vuoi combattere il mostro di fine livello, hai bisogno della spada, che ti vendo io in NFT. perchè in NFT? perchè ci sono stati numerosi casi in passato in cui un gioco è stato craccato e inondato di oggetti "unici", tutti fasulli.

      8. ho un negozio online su etsy, vendo immagini digitali. tu le compri, ti apri il tuo negozio online altrove, mi fai un copyright strike su etsy. etsy mi chiude preventivamente il negozio e lascia a me e a te il compito di dirimere la questione. vai su reddit, ci sono abbastanza casi così da essere un problema. se etsy proteggesse con degli NFT ogni oggetto venduto, smetterebbe di fregarsene e di punire innocenti. (basterebbe anche che etsy accettasse uno qualsiasi modo di verificare che un oggetto è stato depositato in uno degli uffici appositi. solo che depositare un'immagine all'ufficio brevetti americano costa, se non ricordo male, 20 dollari. mintare un NFT su opensea con polygon è gratis. per dire).

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      S
      Simonmas
    • RE: Il problema del Clickbait

      @giorgiotave l'unico feedback che posso darti è che è un problema reale e che, a mio avviso, al momento non è risolvibile, almeno finchè gli algoritmi non impareranno a non parlare il clickbiatese.

      Nel mio settore (la divulgazione musicologica) non esiste altro: se non fai clickbait ("LA SCALA CHE HA RIVOLUZIONATO LA MUSICA!!!" o "COME I BLACK SABBATH HANNO CAMBIATO LA STORIA DELLA MUSICA IN 3 MINUTI") non esisti o quasi. La cosa è aggravata dal fatto che molti di quelli che utilizzano questo tipo di contenuti vogliono quel tipo di contenuti, ossia a loro non frega nulla di avere una storia di come una determinata scala abbia concorso a portare novità, ed in che modo, o che i black sabbath hanno fatto questo e quello che magari è culminato con la canzone X. I fruitori vogliono credere che basta svegliarsi la mattina, e... GENIO! BAM! ed hai fatto la storia.

      Immagino che altri settori subiscano la stessa sorte. Non interessa sapere qual è una dieta bilanciata, ma LA DIETA!, non interessa sapere una delle ricette migliori per cucinare il pollo, ma NN KREDERAY MAY KWESTO POLLOH SI SCIOGLI IN BOKKA KLIKKA KWY X SAXE KOME!, eccetera. In questo senso, il clickbait è uno specchio amaro della nostra società.

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      S
      Simonmas
    • Google Liquido: una provocazione

      Sto leggendo (da creator, non da esperto SEO), il libro di Giorgio Taverniti, Google Liquido. Ho mandato una provocazione a Giorgio che mi ha detto di postare sul forum, per far partire una discussione. Ecco qui il post.

      Giorgio non apprezza (a ragione) chi pensa di fare SEO usando il trucchetto di "dove piazzo la parola chiave?" o quello di ripetere 80 volte lo stesso concetto in 10 modi diversi: bisogna creare delle risorse pensate per le persone, scritte per le persone, per risolvere i loro problemi.

      Cosa serve per fare questa risorsa ed essere "scoperti" da Google?

      Prima di tutto, una signora immagine, almeno una: "[...] ora è il caso che le immagini vengano scelte da persone che conoscono il linguaggio della fotografia. L'immagine non è più qualcosa di correlato ma è l'articolo stesso. L'immagine, insieme al titolo, oggi per alcune risorse è l'elemento che decreta il successo o il fallimento di quello che abbiamo prodotto." Ok, segno: fotografo, o diritti per l'uso di fotografie d'autore.

      Dobbiamo anticipare e soddisfare i bisogni di chi cerca, ogni post deve avere uno scopo preciso. E questo scopo, la "risposta" che la persona cerca, "deve essere subito visibile senza che la persona effettui, per esempio, uno scroll della pagina. [...] Le informazioni vanno messe in alto. Subito." Ok, segno: trattare ogni argomento in due parole, dando La Verità (TM) immediatamente e poi, al limite, spiegarla.

      Dobbiamo avere una pagina dedicata all'autore del contenuto, per comunicare ai Quality Rater che abbiamo autorevolezza, e "l'autorevolezza si aumenta con i link: più riceviamo link da siti importanti, più saremo autorevoli agli occhi del motore di ricerca." Ok, segno: mettere il curriculum online ed avere link da università, giornali, grossi siti (ma se questi vogliono darmi un link... non facevano prima a dirmi: "ciccio, vieni a lavorare da noi" o "ciccio, il tuo prodotto lo distribuisco io"? voi mettereste un link ad un vostro competitor, così, a cuor leggero?! e perchè dovrebbero farlo gli altri?)

      E non dobbiamo "sottovalutare la Quantità: [...] Come è possibile essere competenti senza aver trattato molte volte quel tema?" Ok, segno: se ho studiato un argomento per 30 anni, ma faccio una risorsa oggi, sono meno autorevole di uno che ha fatto 400 post dicendo idiozie.

      Non so voi, ma io sento puzza di trucchetto. Non come "dove piazzo la parola chiave?", no... Un trucchetto molto più complesso, che invece del "SEO" che ti racconta di scrivere cane 30 volte nell'articolo, ha bisogno anche di un team di persone che si occupano di SEO, ognuna specializzata in Settori (e-commerce, editoria), Zone (Discover, Maps), Aree di intevento (sever-codice, contenuti-chiave), e Materie affini (analitica, UX): "tutte le specializzazioni richiedono molta pratica e spesso implicano progressi che si fanno un passo alla volta".

      Opinioni, però una cosa è certa: alla fine Google ha messo al centro la persona! ...o forse no: "Nel corso degli ultimi anni l'influenza nella home di YouTube dei contenuti prodotti dai canali che seguiamo è diminuita tantissimo" perchè "le persone non usano le iscrizioni in modo corretto." E questo chi lo dice? Non posso decidere io, come usare l'iscrizione? Magari non faccio binge watching, come "la gente", ma voglio vedere che cosa fa quel creator, magari un video ogni 3. Invece Google non me lo fa mai vedere, e quindi, OVVIAMENTE finisce che vedo un video e basta, malgrado l'iscrizione. Un bel bias di conferma con cui Google può dire: "vedi? non sei un utente interessante, non usi bene l'iscrizione!"

      Un dubbio: e se malgrado i proclami, Google, i suoi algoritmi, e le sue intelligenze artificiali ci diano non quello che vuole la gente, ma quello che loro pensano che "la gente" voglia? Oppure, meglio ancora, quello che secondo loro la gente deve volere?

      Che accade se io sono una minoranza che non è "la gente"? Devo morire male e scomparire? I miei euro non valgono nulla? Il mio tempo è carta straccia?

      Ma non è colpa di Google, per così dire: "Tutte le piattaforme di Social Media hanno virato negli ultimi anni, dando più potere agli algoritmi e meno alle persone."

      Magari è colpa del search o di YouTube. Roba vecchia. Google Discover, che è nuovo, andrà diversamente, no? No: "I contenuti proposti [...] non sono risorse, sono contenuti, e per la maggior parte di scarsa qualità e molto clickbait. Ovviamente è una fase di passaggio, ma sarà una fase lunga: il clickbait è quasi endemico."

      E certo, Giorgio, che la spazzatura è quasi endemica e che nel 2022 pensa ancora a fregare il sistema col trucchetto di "dove metto la chiave". Se viene premiata per farlo e punita se non lo fa...

      Google fa come chi dice che da domani dieta ed esercizio fisico, e poi lo trovi a ingozzarsi di cibi cancerogeni spaparanzato sul divano. Mentre c'è la fase di passaggio, e mentre gli algoritmi imparano che cosa vuole "la gente", la gente impara cosa volere da Google, ed acquisisce aspettative. Se io imparo che se clicco 10 link su Discover, trovo spazzatura, capirò che l'undicesimo è una risorsa fatta col cuore?

      E come arriva la risorsa fatta con il cuore, al pubblico, se io devo avere un fotografo, un team di esperti SEO, un publicista, un grafico, eccetera, per fare questa benedetta risorsa?

      Alla faccia della rete meritocratica, aperta, che mette tutti allo stesso livello. É come se aprissi un panificio nel 1984. Si, ok, magari nella strada dove apro il panificio lo sanno che faccio bene il pane... ma meglio spendere qualche milioncino di pubblicità per stabilirlo nel quartiere. E se voglio andare a livello nazionale, ho bisogno di decine di milioni. Se poi voglio competere con Mulino Bianco...

      Il pensiero positivista ed ottimista di Giorgio, aimè, si scontra poi con la realtà dei fatti.

      Non è che la gente non legge su internet perchè scriviamo male gli articoli, è che la gente è abituata a trovare roba scritta con i piedi... e continuerà a trovarla.

      Cos'è la SEO, in due parole? Che vuol dire credere in dio? Chi ha ucciso JFK? PErchè si sono sciolti i Beatles? Dovete spiegarlo in 3 righe, senza far riferimento a quello che c'è dopo, perchè google mi ha insegnato che se non ho la risposta sul significato della vita in 2-3 righe, allora mi state riempiendo di fuffa inutile. Tanti auguri e tanti saluti alla vostra professionalità: se avete studiato tanti anni un argomento, mi piace pensare che non possa capirlo io, fresco fresco, leggendo due righe.

      Non è che chi fa una risorsa (più o meno grossa) vince, ma chi ha vinto ha fatto una risorsa. Non è lo stesso.

      Chiudo qui, perchè il post è già chilometrico, ma se volete, nel mio piccolissimo, posso parlare della risorsa che ho creato io e vediamo cosa non è andato bene, sia per errori miei, sia perchè "google non ha capito il mio progetto" (anche questa citazione viene dal libro... ma non era la gente a doverlo capire?!)

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      S
      Simonmas
    • RE: Gli NFT sono ovunque: voi come vi state approcciando?

      @kal

      visto che vuoi il flame... ti rispondo a tono.

      ti rendi conto che quando dici che sarai contento che quando la bolla si sgonfierà, stai dicendo che sarai contento che quando delle persone che probabilmente non possono accedere ad altri investimenti perchè non ne hanno le possibilità finanziarie probabilmente si troveranno rovinate? non ti vergogni? o sei così sprovveduto da pensare che chi la bolla l'ha provocata possa rovinarsi con degli NFT?

      parli di tulipani... ma sai di cosa stai parlando? non mi pare. nè nel caso dei tulipani, nè nel caso di NFT.

      inoltre, ogni volta che c'è una nuova tecnologia si parla di scam, di bolla, di usi impropri. ricordo quando se ne parlava citando internet, i negozi online, i blog, gli youtuber... ogni volta, chi valeva e ha lavorato seriamente, ha fatto i milioni. o i miliardi, in certi casi. tutti quelli che non hanno fatto niente perchè aspettavano che la bolla scoppiasse, si sono fatti una bella risata alla faccia di chi ci è rimasto... e hanno perso il treno, salvo ricredersi dopo.

      come se prima degli NFT (o le criptovalute, o la seo, o youtube, o internet, eccetera eccetera) non ci fossero mafiosi, ladri, truffatori, manipolatori, gente che si buttava a capofitto sperando di diventare "RYKKO SUBYTOOOOO!", eccetera.

      postato in Internet News
      S
      Simonmas
    • RE: Curiosità: ma far partire una class action nei confronti di un colosso come Google, cosa richiede?

      @quelgareth Ti porto la mia esperienza in una situazione che potrebbe essere simile.

      Io sono autore di brani musicali. Un paio d'anni fa, mi arrivò a casa una lettera che mi avvertiva di una class action in corso contro spotify, che aveva preso ed uploadato "alcuni miei brani" (in realtà, poi si è scoperto che erano TUTTI) insieme a quelli di altri musicisti, senza chiedere alcun permesso e senza pagare alcun diritto.
      Ho partecipato, cosa che è stata totalmente gratuita, e la cosa è andata a buon fine: ho avuto dei soldi, meno una percentuale che ha trattenuto lo studio che stava curando la class action.

      Risponderei quindi che la class action è una cosa fattibilissima. Si dovrebbe partire da uno zoccolo duro di persone o attività che si recano da un avvocato e fanno presente la situazione. Non può essere una persona o poche persone. Deve venir fuori che c'è un problema con un gruppo ampio di persone, meglio ancora una categoria. Poi si procede... come? Beh, se io avessi dovuto anticipare le spese agli avvocati americani, avrei pensato ad una truffa, o, semplicemente, non avrei aderito, perchè nelle mie previsioni più rosee immaginavo di fare pochi euro... e non è andata così. (no, non mi sono comprato una villa. nemmeno una casa. nemmeno un'auto. non vado oltre! 😄 )

      Quindi bisognerebbe trovare qualcuno che lavora senza chiedere anticipi, oppure qualcuno che si accontenta dell'anticipo offerto dallo "zoccolo duro" e che si adoperi per trovare e contattare altri potenziali clienti, perchè ovviamente, in una class action, il numero può fare la differenza.

      É un processo molto lungo e le incognite sono numerosissime. Nel mio caso, mi contattarono quando un giudice aveva già ammesso la possibilità che la class action potesse andare in aula... ed anche così, ci sono voluti 18-20 mesi per avere la sentenza finale. Ed era un caso di violazione eclatante del diritto d'autore. Nel caso che tu descrivi, non so se le ragioni di chi muove la class action sia tanto evidente: bisognerebbe stabilire che google non ha oggettivamente rivali tra i motori di ricerca, che l'atteggiamento di google ha creato danni oggettivi all'attività dei tuoi amici, che non ci siano altri mezzi pubblicitari che possano arrivare tanto quanto google (e qua son dolori, se trovi il giudice che accetta che si poteva fare pubblicità su facebook)...

      postato in Consulenza Legale e Professioni Web
      S
      Simonmas
    • RE: 1 canale per 2 lingue o 2 canali monolingua?

      poi, a parte (senò veniva una cosa in 15 volumi...), dirò due cose sulla confusione nella testa dei creator: ce n'è e molta. ma, se intendo quello che pensi, non è per i motivi che hai in testa.

      ci sono creator che iniziano pensando di fare milioni manipolando i vari algoritmi... e quelli sono un caso a parte.

      poi ci sono quelli che lo fanno per passione, o perchè si sono rotti di spiegare 800 volte la stessa cosa agli amici :d:

      per me, se una ricerca SEO mi dicesse che invece di fare, che ne so "copyright nella musica: cos'è, come funziona, e come impatta la tua vita" dovrei fare "il mistero della morte di jimi hendrix" o "pentatonalità nei primi 3 dischi dei police", allora forse ci penserei. se invece mi dicesse di fare "quel giorno che jim morrison cambiò la musica con un rutto!!!!UNOUNDICI!!!111" o altre schifezze che vedo avere una valangata di click, non me ne fregherebbe nulla. non ho dedicato la mia vita a qualcosa per farci due lire a forza di boutade da localini di quart'ordine e titoli clickbait. pazienza se il pubblico vuole (come voleva) quello. 🙂

      la confusione c'è, quindi, perchè non c'è trasparenza dall'altra parte.

      i social (e quindi youtube) sono un cartellone pubblicitario. tu hai mai sentito di uno che affitta i cartelloni pubblicitari senza che ti dica chiaramente che temi non vanno trattati, che se fai X ti tirano giù il cartellone, che se anche hai fatto tutto a stranorma di legge possono alzarsi la mattina e mandarti un copyright strike senza alcuna base, che il cartellone lo vedrà solo parte del pubblico a loro insindacabile giudizio e che tu non puoi sapere questo giudizio su cosa si basa, oggi?

      è ridicolo. il fatto che nessuno lo dica chiaramente, per me, indica solo quanto diamo per scontato il fatto che ci sarà sempre qualche cretino (io per primo) che ci intratterrà o ci informerà gratis, mettendo la sua professionalità al nostro servizio per un like ogni tanto ed un grazie quando proprio ci ricordiamo 🙂

      postato in YouTube
      S
      Simonmas
    • Il congresso americano pone riparo ai danni degli algoritmi...

      ...e come al solito, si ride tantissimo, se è vero quello che c'è scritto in quest'articolo.

      in breve, e magari per chi non conosce l'inglese:

      • la nuova legge in discussione non interessa alcun algoritmo che sia basato sulla ricerca di parole specifiche o che "protegga i bambini" (chi decide che lo faccia rimane un mistero).
      • colpisce gli algoritmi "che determinano l'ordine o la maniera in cui le informazioni sono fornite ad un utilizzatore su una piattaforma internet, basate [...] su dati specifici dell'utente che non sono stati espressamente forniti dall'utente alla piattaforma per questo scopo" (per cui, per esempio, un sito non può automaticamente mostrarvi la versione mobile del sito, a meno che voi non accettiate di fornire esplicita autorizzazione a farlo. Ma qui, altro colpo di genio: anche se date questa autorizzazione, la legge proibisce ad un algoritmo di fare deduzioni sul device con cui l'utente si è connesso al sito, quindi dovete chiedere manualmente di vedere il sito mobile, in modo da avere la peggior user experience da anni. diventa anche illegale offrirmi tot articoli gratis ogni mese, perchè io non ho esplicitamente accettato di darti l'informazione di quanti articoli gratis ho già letto).
      • una legge nata per "colpire" i social media newsfeed ignora come funzionano facebook e twitter: le facebook paper hanno dimostrato che quando elimini l'algoritmo che organizza la tua newsfeed, facebook fa più soldi di quando è attivo, peggiorando inoltre la user experience.
      • la legge dichiara anche di essere pensata per eliminare la bolla in cui viviamo, causata dai filtri generati dagli algoritmi, ma ignora che la confirmation bias è un processo naturale e psicologico che non nasce con i social o con gli algoritmi.

      non è il mio settore, ma, a naso, mi sembra la solita cosa che danneggia praticamente tutti, eccetto i malintenzionati ed i grossissimi. per l'ennesima volta (dopo le leggi sulla pirateria o le discussioni su cambiamenti che avrebbero portato alla fine della net neutrality o quando non ricordo che senatore americano ignorava che facebook fa soldi tramite la pubblicità) mi chiedo se questa gente sia solamente stupida o apertamente in malafede. sinceramente non so quale delle due opzioni sarebbe migliore.

      postato in Internet News
      S
      Simonmas
    • RE: Possibile che il diritto d'immagine o il copyright sulle foto non interessa a nessuno?

      @giorgio-sanna quel che dici sul mondo reale e la legge è vero... ma è anche falso. :d:

      Mi spiego: nel mondo reale, se tu stai derubando un negozio, io posso chiamare la polizia che interverrà e stabilirà se ci sono gli estremi per arrestarti. Online no. O ti faccio scrivere dall'avvocato o non posso far nulla.

      Inoltre c'è anche una profonda differenza: nel mondo reale, le tempistiche del reato e la sua magnitudine sono diverse, spesso minori. Anche le risorse per controllare i reati sono minori. Nel mondo digitale la storia è diversa.

      Tu giustamente sollevi un problema: ci sono troppi contenuti? Io preferisco glissare la domanda, facendone però un'altra: stanti i contenuti che ci sono, è giusto che una multinazionale che fa miliardi di guadagno ogni anno dica che "non ci sono le risorse" per una moderazione puntuale e giusta dei contenuti?

      Io direi che è inaccettabile. Se fossimo nel mondo reale, e ad un controllo della polizia che venisse a chiedermi conto della presenza in cantina o in casa di oggetti rubati io rispondessi che ho troppa roba per capire se qualcosa è rubato, la cosa non si risolverebbe in tarallucci e vino.

      Se youtube (o facebook, o chi volete) ha "troppo contenuto" per poterlo controllare per bene, le soluzioni sono due: o spendono di più per i controlli, o riducono la presenza di contenuti, con tutti i danni che ne conseguono.

      Se internet 4.0 deve far rimpiangere l'età delle chat su bbs, forse qualcosa non va. Almeno, all'epoca, le regole erano chiare: ognuno faceva quello che voleva. Ora ci sono animali più uguali di altri.

      postato in Consulenza Legale e Professioni Web
      S
      Simonmas
    • RE: 1 canale per 2 lingue o 2 canali monolingua?

      @marcocarovana ha detto in 1 canale per 2 lingue o 2 canali monolingua?:

      Tu prova a fare un test: Metti i sottotitoli nei tuoi video per un pò (almeno 2-3 mesi), magari falli nella lingua per la quale (in base alle analytics) hai meno utenti.

      ah, a questo non avevo pensato.... il che la dice lunga sul fatto che ho un modo di fruizione totalmente non tipico 😄

      comunque, tirando un po' le somme... penso che una volta finito il podcast, vedrò com'è la situazione in studio e capirò bene cosa fare, se puntare su una lingua o due e come. è banale dirlo, ma altri impegni, problemi di salute e soprattutto il fatto che da un mesetto sullo studio c'è gente che pare sgozzarsi a vicenda (urlando) un giorno si e l'altro no, potrebbero influenzare pesantemente le scelte, al di là di cosa sarebbe meglio fare.

      postato in YouTube
      S
      Simonmas
    • RE: Andare via della propria terra: un'immagine che racchiude una verità importante

      una volta mi sarei messo a ridere. anche ora, ora che sono dovuto tornare, probabilmente per sempre, sorrido.

      è vero, verissimo, che non è affatto una fortuna essere costretti a scappare (almeno nel mio caso. e a gambe levate) appena si può per avere un barlume di speranza per il proprio futuro. tutt'altro.

      è verissimo che si fa comunque molta fatica. ricordo una volta che tornai a casa, andai a visitare un amico: lui studiava nella sua bella cameretta, dove aveva tutto quello che era suo da quando era nato. la madre gli aveva lasciato la frittata per cena, me lo ricordo ancora. io vivevo accampato in una camera con quello che mi serviva per passare l'anno, e in casa avevamo un tizio che non tirava lo scarico. mai. riuscimmo a convincerlo dell'opportunità della cosa dopo molte insistenze ed avergli fatto presente che non si pagava l'eccedenza dell'acqua. true story.

      è vero che l'italia mi è mancata, che mi è mancato qualche amico. ma è vero anche che mentre mi mancava, mi rendevo contro che non mi mancava l'italia vera, ma l'immagine che mi ero fatto negli anni passati fuori, una sorta di immagine edulcorata di un paese che non c'era più e che forse non era mai esistito.

      e però sorrido lo stesso, guardando quest'immagine. mi fa venire in mente la sindrome di stoccolma. sono il nostro paese, la nostra città, il nostro quartiere che ci hanno costretto a scappare (uso ancora lo stesso verbo) per vivere, per fare qualcosa che evidentemente non potevamo fare a casa nostra, mangiando la frittata della mamma. sono ancora gli stessi difetti che ogni giorno mi fanno immaginare come sarei stato fortunato se non avessi mai dovuto tornare, se potessi scappare di nuovo e stavolta non tornare mai più, se non per farmi una vacanza di una settimana all'anno, se pure.

      con tutto che non rimpiango di essere tornato per i motivi che mi hanno costretto a tornare. con tutto che, alla fine, non è andata nemmeno male quanto avrebbe potuto.

      ma questo paese, se cambia nella direzione giusta, lo fa con eccessiva calma, per me e finisco sempre per rimpiangere di esservi nato. per me, quindi, non c'è un'ombra che si aggrappa a casa. se mai, ce n'è una che si aggrappa a quello che succede fuori.

      postato in GT Fetish Cafè
      S
      Simonmas
    • RE: Gli NFT sono ovunque: voi come vi state approcciando?

      io trovo abbastanza sconcertante quello che leggo qua. @giorgiotave voleva che si sviluppasse una discussione, ma con le premesse che leggo... che discussione vuoi fare? torno su telegram. 😄

      postato in Internet News
      S
      Simonmas
    • RE: 1 canale per 2 lingue o 2 canali monolingua?

      @domenico-pacifico gli ads, per farli, bisogna saperli settare. non si tratta di un investimento puramente economico, devi anche trovare qualcuno che te li fa in maniera tecnicamente giusta... o imparare a farlo da solo. e proprio non mi va di imparare una cosa del genere, l'ennesima competenza da mettere in curriculum.

      sinceramente, mi sorprende un po' il tuo tono... io non vendo chiacchere, non faccio contenuti coi piedi perchè "ho sentito che questo tira", non spero nella pietra filosofale che mi svolti la vita, non voglio essere rikkosubito, non ho intenzione di fare 3 milioni di euro all'ora andando da miocuggino pagandolo 2 centesimi, non disprezzo le abilità e professionalità altrui, e non mi sembra di aver scritto cose che possano far pensare questo.

      tutto quello che voglio, e l'ho scritto chiaramente, è contribuire con un contenuto che io voglio fare e che io ritengo di qualità, evitando, possibilmente, di ricevere zero visibilità per qualche virgola fuori posto, come succede grazie ad un sistema che, onestamente, disprezzo. e lo disprezzo non perchè sono il principino, ma perchè con me non funziona: gli algoritmi, puntualmente, mi riempiono di suggerimenti a dir poco strampalati. anche su youtube, per ogni video azzeccato ce ne sono 10 vomitevoli, con tutto che sono più che attivo con i dislike e con i "non mi piace questo video". evidentemente i miei gusti non contano.

      chiedo qui perchè qui c'è gente che, come te, è appassionata di seo: si possono avere certezze? se si, ottimo.

      se no, se tutto dipende, non sto a buttare tempo con ads (nota bene: tempo. non soldi). finchè mi divertirà fare contenuti ed avere zero visibilità, lo farò. quando mi scoccerò, alle brutte, inizierò a contattare giornali, riviste e rivistine dicendo: "ciao, ho fatto 365 puntate sulla storia dei beatles, che ne dite di farmi scrivere un articolo?" oppure "ciao, ho fatto un corso sulla storia della musica progressive in italia. vi va di instaurare una collaborazione?".

      ancora meglio, posso tirar via i corsi e metterli su skillshare, per esempio. 5 visualizzazioni al mese, su youtube, sono ridicole. su skillshare sono soldi. e ti assicuro che la roba che faccio non c'è, su quelle piattaforme.

      non è che butto il lavoro che faccio. lo faccio con piacere ed in questo campo il mio piacere deve venire prima di tutto, a prescindere da ads, seo, quello che tira, quello che vuole il pubblico e compagnia cantante. quando arriveranno i soldi, soldi seri, si pensa se è il caso di fare qualche compromesso ulteriore a quelli che ho già fatto. per ora, di soldi ne faccio molti di più e con molto meno sbattimento da altre 2 attività, quindi, per favore, non mi trattare come un ragazzino tutto fuffa che non sa cosa vuol dire progettualità e lavoro. forse fraintendo e sei solo sbrigativo, ma a leggere che "In nessun campo e in nessun mondo esistono attività iniziate senza un minimo di investimento", mi viene da pensare che hai preso la mia (voluta) ignoranza sul mondo SEO come un'ignoranza generale su quello che faccio 🙂

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      Simonmas
    • RE: Gli NFT sono ovunque: voi come vi state approcciando?

      @giuseppemorelli ha detto in Gli NFT sono ovunque: voi come vi state approcciando?:

      Domanda seria: gli NFT sono riconosciuti dalle autorità / governi come marchio registrato, brevetto o copyright?

      risposta: e chi se ne frega?

      il copyright office degli stati uniti è riconosciuto dalle autorità italiane?

      se io mi mando una lettera e non la apro, le autorità della cina riconosceranno il valore della data sul francobollo?

      le autorità/ governi (per dire, quello italiano) non hanno nemmeno una legge che chiarisca la fiscalità della compravendita di NFT. la riprova è che un mio socio ha chiesto più volte, per PEC, di chiarire la situazione ed è in dolce attesa di avere risposta. in camera caritatis gli hanno detto che gli risponderanno con una supercazzola perchè non sanno che dire.

      in questa situazione, come fai a chiedere oggi, in grassetto, che lo stato italiano sancisca che io possa scavalcare i suoi uffici governativi e tutti i notai, facendo per i fatti miei un atto che taglierebbe le gambe ad una fonte di reddito importante?

      questo vuol dire che la tecnologia non sancisce una data certa? no. andiamo in causa, e poi ti assicuro che il tuo avvocato faticherà non poco a far vedere alla corte come si può falsificare un nft.

      questo vuol dire che la tecnologia è da abbandonare? nemmeno. oggi va così. domani, i caproni vecchi che ci governano (che sono tali non perchè snobbano le cripto, ma perchè fanno schifo da ogni punto di vista, come lo facciamo noi come popolo, perchè incapaci di comprendere qualsiasi cosa che puzzi vagamente di nuovo) cambieranno idea.

      questo vuol dire che la tecnologia non vale un tubo? nemmeno questo. io continuerò a depositare i miei pezzi al copyright office americano (attenzione: non alla siae. la siae fa pietà e non ti fa depositare le registrazioni dei pezzi, per dire. che io ricordi smisero anche con gli spartiti anni or sono, e gli spartiti sono roba da 800, ci sono cose che non puoi notare per bene su carta). ma in determinate situazioni, avere uno strumento non ancora riconosciuto, ai fini pratici, può risultare molto appetibile. anche e soprattutto perchè non costa l'ira di dio, e nemmeno un quarto di quanto costa un atto notarile.

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      S
      Simonmas
    • RE: 1 canale per 2 lingue o 2 canali monolingua?

      @domenico-pacifico ha detto in 1 canale per 2 lingue o 2 canali monolingua?:

      Hai mai visto qualcuno imparare a suonare senza studiare? Per essere su Youtube sono richieste determinate competenze.

      perdonami, ma so per certo che saper fare una campagna pubblicitaria non è affatto una competenza madre per stare su youtube. magari, fino ad un certo punto, capire la seo (e fino a quel punto, forse a torto, penso di capirla), ma so per certo che almeno uno youtuber con milioni di iscritti, del mio campo, a tutt'oggi non fa pubblicità. zero. e lo so perchè con lui ci lavora un amico. quindi questo è certo. poi potrei portare altri esempi aneddotici.

      ma qua stiamo parlando d'altro. la questione era: ho video in 2 lingue. metto tutto da una parte? questo trascende dalla seo, dalle campagne pubblicitarie e da tutto. è un mero tecnicismo derivante da come hanno settato gli algoritmi quest'anno. magari oggi è in un modo, domani annunciano che è diverso. chi segue la seo per passione o per lavoro, magari sa dirmi che hanno dichiarato la cosa X, che risponde chiaramente alla domanda. o che lui fa così o cosà. il resto, sono elucubrazioni, come dici anche tu.

      Partendo dal presupposto che è il pubblico a decidere se il tuo è un buon prodotto o no

      anche qua dissento. ci sono dati oggettvi che mi dicono se un prodotto di divulgazione è buono: chi parla sa quello di cui sta parlando? si sente bene? si vede bene? se poi c'è anche un minimo di cura in più, allora il prodotto è buono. che il pubblico decida di premiarlo o meno è un altro discorso, ma non mi dirai, per esempio, che un harmony stampato su carta scadente ha lo stesso valore, come prodotto, del grande gatsy in edizione critica stampato su carta deluxe.

      ma se non è visto da nessuno non serve a nulla.

      qui, invece, siamo d'accordissimo. per quanto riguarda youtube, non serve a nulla. ma youtube non è il mondo, per un prodotto che fai per youtube. puoi benissimo riciclarlo in mille altri modi, se il prodotto è di qualità, e magari in un altro modo riuscirai ad incontrare il pubblico che ti ha snobbato altrove. se invece il prodotto non è di qualità... che vuoi riciclare?

      Gli algoritmi non sono tuoi nemici, sono tuoi amici a patto che tu li sappia gestire.

      sarà, ma i miei amici, solitamente, mi parlano chiaramente. si sa quello che vogliono, e magari non mi piace sentirmi fare delle richieste... ma non devo "testare". non mi affossano un contenuto con 1 visualizzazione al giorno, per 6 mesi e poi, booom, per caso propongono la roba a 1000 persone in 24 ore (com'è successo ieri, inspiegabilmente, con una puntata messa a febbraio. niente titolo clickbait, niente puntata super... boh. forse è per via del documentario dei beatles appena uscito, devo ancora vederlo, ma non è la prima volta che ste cose accadono. totalmente a caso). se per saper gestire una cosa devo studiarmela per mesi, per me non è "amica", anzi. è praticamente la mia definizione di mal di testa.

      l'unica certezza che esiste è che bisogna studiare e testare.

      e allora, scusami la domanda provocatoria: perchè non posso semplicemente fare come mi aggrada? e poi, alla fine di un anno dire: "vediamo, che è successo?" che senso ha, farlo prima, se non ho nulla da testare? se voglio fare una serie diversa da quella che ho fatto, i risultati che ho avuto finora lasciano il tempo che trovano.

      ripeto: io voglio solo capire se determinati fraintendimenti possano ledermi, non voglio fare trucchetti per raggiungere chissà che vanity metrics. per dire: dopo mesi in cui vedevo che determinati episodi avevano tantissime view e bassissima viewtime ho capito che scrivere PODCAST sulla cover del video non bastava, perchè youtube li proponeva a persone che si aspettavano materiale pirata: video di concerti, bootleg di registrazioni, eccetera. ovviamente, andavano a cliccare, e venivano delusi, lasciando subito il video. quindi youtube ha pensato che stessi truffando gli utenti (ci sarebbe molto da dire, ma vabbè). mi sono ricordato di una cosa che aveva detto giorgio sulla seo dei titoli ed ho rinominato TUTTI gli episodi mettendo "Podcast:" davanti a tutto. dopo un mesetto, youtube ha capito.

      ma, boh, a me pare una buffonata... appunto: il pubblico vuole roba piratata, tu youtube fai copyright strike anche sul fair use, e poi però "diamo al pubblico quello che vuole" e mi penalizzi perchè non sono un pirata? accidenti, che ipocrisia.

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      S
      Simonmas
    • RE: 10 usi della tecnologia NFT che non posso fare con altro

      @amorloi ha detto in 10 usi della tecnologia NFT che non posso fare con altro:

      un mercato che non possiamo pensare diventi il centro del mondo (e dell'internet di conseguenza).

      e chi ha detto che è o diventerà il centro del mondo? chiunque l'abbia fatto, deve avere una palla di cristallo, perchè pretende di prevedere il futuro.

      Ma il vero punto è che il boom degli NFT e delle criptovalute ad esso collegate è dovuto a speculazione, quando va bene, riciclaggio, quando va male.

      sulla speculazione, ti invito a riflettere su quanto accade giornalmente sui mercati finanziari. come mai non sento tuonare nessuno sul fatto che questi siano stati tenuti su in maniera totalmente artificiosa e sconsiderata, con procedure che adesso pagheremo tutti, anche chi non ha investito un centesimo in quei mercati?

      per il riciclaggio, perdonami, ma sorrido. sento ogni 3 per 2 dire che bitcoin è la moneta della mafia. ma tu, per dire, ti sei mai interessato di criptovalute? sai quante migliaia di criptovalute ci sono che possono prestarsi meglio al riciclaggio? e: il riciclaggio nasce con bitcoin? prima non esisteva? e se pure fosse 90% riciclaggio: che facciamo, rinunciamo ad una tecnologia che funziona (perchè funziona, non so se hai mai provato) perchè c'è la mafia? allora smettiamo di costruire case, fare elezioni, comprare cose dai negozi, andare a magiare nei ristoranti... torniamo all'età della pietra. è questo che stai dicendo?

      Poi rimane il fatto che comunque il costo computazionale e di conseguenza il costo energetico per tenere su questa baracca è insostenibile (https://www.wired.com/story/kazakhstan-cryptocurrency-mining-unrest-energy/) e genera già confiltti -veri, mica digitali- oggi.

      indubbio e comprovato. e l'alternativa? le nostre monete fiat, tipo il dollaro? che non ha assolutamente creato conflitti (veri, mica digitali), non genera guasti che rischiano di portare all'estinzione migliaia di esseri viventi, eccetera eccetera? fammi capire, il costo della moneta cartacea che usiamo è solo quello di stampa?

      diciamo le cose come stanno: questa è un nuovo tipo di tecnologia. migliorabile. e ci sono una valanga di progetti che hanno già migliorato, e di molto bitcoin, in ogni senso. ce ne saranno altri ancora migliori.

      che facciamo, soppesiamo vantaggi e svantaggi, e cerchiamo di ridurre i secondi, o chiudiamo tutto in un vaso di pandora, convinti che il sistema alternativo sia meraviglioso, senza alcun problema, eccetera eccetera?

      oppure per il dollaro non vale dire che ci sono anche svantaggi? o che un dollaro non vale assolutamente nulla, di per se? evidentemente non capisco io.

      La sicurezza poi è tutta da dimostrare

      te la dimostro io, in maniera semplicissima: bitcoin è uscito nel 2009. ti assicuro che chiunque riesca a far risultare 1000 bitcoin sul proprio wallet come per magia lo farebbe, e ci sono sicuramente una valanga di hacker che ci provano ogni secondo. eppure questo non è successo. in 21 anni. il primo che riesce, vince... quanti sono 1000 bitcoin? 27 milioni di dollari, mentre scrivo. eppure non ci riesce nessuno. questo a fronte di hacker che bucano banche, siti internet di ecommerce superprotetti, portafogli di criptovalute, ogni tipo di cosa, ogni secondo, per un guadagno di parecchio inferiore.

      magari domani "craccano" bitcoin. ma fino a domani, la tecnologia fa esattamente quello che dice: permette di inviare pagamenti sicuri, senza dover chiedere il permesso a terzi. fine.

      opensea non è una tecnologia. è un sito internet fatto con i piedi da gente che non ha alcun incentivo a migliorarlo. levi opensea.io, metti fessochilegge.it fatto nel 1994 ed hai la stessa tecnologia. pluricraccata. dal primo giorno. non confondiamo cose distinte solo perchè uso una cosa per farne un'altra.

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      S
      Simonmas
    • RE: Gli NFT sono ovunque: voi come vi state approcciando?

      @kal

      I forum sono fatti apposta per la sana e accesa polemica.

      dissento proprio alla grande. la polemica non porta mai a nulla.

      I problemi nascono quando le informazioni che girano sono truffaldine.

      alcuni link di notizie di cui forse non sei a conoscenza... proprio i primi che ho trovato su google, tanto stiamo a fare polemica, e non serve (saprai certamente di che parlano):

      • https://www.oecd-forum.org/posts/20830-subprime-loans-and-fake-news
      • https://it.wikipedia.org/wiki/Crac_Parmalat
      • https://www.bancaditalia.it/media/fact/2020/crisi-pop-bari/index.html
      • https://en.wikipedia.org/wiki/Enron_scandal

      meno male che ci sono i mercati regolati, così non ci sono informazioni truffaldine.

      ancora una volta: dov'è la differenza, rispetto al mondo delle crypto? boh.

      voglio investire in una crypto valuta X. che faccio? mi informo, studio il progetto, seguo la community, provo con una piccola somma se effettivamente le cose funzionano, eccetera eccetera eccetera, o vado a leggermi l'articolone di RYKKYSUBITO.IT che mi dice di vendere casa e mettere tutti i soldi su X perchè poi ANDIAMO SULLA LUNAAAAAAAAAA?

      se faccio la seconda cosa... sicuro che nei mercati tradizionali non possa succedere lo stesso? andiamo, su, siamo maggiorenni. se hai mai fatto un investimento, sai che succede e che succede ogni giorno. solo che invece di levarti pure le mutande con trucchetti da mercatino delle pulci dell'anteguerra, lo fanno in maniera finissima ed articolata, in maniera che tu non possa andare a denunciarli. e che se pure tu vada, non otterrai assolutamente nulla, come non hanno ottenuto nulla tutti quelli completamente rovinati dalla bolla del subprime e da mille altre truffe legalizzate.

      ti faccio un esempio: l'altro giorno una banca parecchio grossa mi dice che se passo là tutti i soldi mi fanno un'apertura di credito. oh, ci credi che non mi hanno dato un contratto in mano da far esaminare al mio avvocato ed al mio promotore finanziario? questo alla faccia della trasparenza, della professionalità e tutto. diciamo le cose come stanno: le tecniche son diverse, lo schifo è lo stesso. non è lo strumento a crearlo, ma l'essere umano.

      quando dissi queste cose al mio promotore finanziario, nel 2018, mi guardò come se fossi un idiota e mi chiese perchè non mettessi tutti i soldi in bitcoin. se lo avessi fatto, adesso potrei comprarmi 4-5 appartamenti come mi compro 4-5 caffè. fesso io.

      bitcoin, in maniera conclamata, dal primo giorno, ha reso chiaro un principio: i soldi sono i tuoi, tu hai l'onere di fare le tue ricerche e tu ti accolli i rischi e i guadagni. se ti fidi di qualcuno, di chiunque, stai demandando i guadagni e ti accolli tutti i rischi ed oltre. chiunque sia nel mondo delle cripto e non ti voglia fregare te lo dice entro i primi 2 minuti di una qualsiasi discussione, se sei un neofita. come pure ti dice di investire solo quello che puoi perdere. non mi pare che nei mercati finanziari "sicuri", "solidi" e "gestiti da galantuomini" questo accada. eppure è proprio lo stesso.

      I tulipani allora come le crypto e gli NFT oggi sono risorse scarse che hanno valore di mercato solo per il fatto di avere valore di mercato.

      e questo chi lo dice? se compri il mio NFT della versione deluxe della storia dei beatles, hai ORE di contenuti extra. puoi spendere 150 euro per i primi 3 mesi, o spenderne il triplo per andare a consultare tutte le fonti (parecchie delle quali di difficile reperibilità o fuori commercio) che ho consultato io. non mi pare che ti stia vendendo fuffa o merda in scatola. chè poi, a volerla dire tutta, vorrei che manzoni fosse ancora vivo per potergli dire che la merda d'artista è stata una genialata totale.

      tu hai mai venduto un NFT? lo sai che ci vuole per venderlo?

      ma a prescindere: mi stai dicendo che non esistono oggetti che hanno valore solo per il fatto di avere un valore, tipo gli status symbol, tipo i rolex, o le ferrari, o che ne so? boh. allarga un attimo le accuse che muovi al mondo "altro" e vedrai che non stai inventando proprio nulla.

      La compra-vendita avviene solo su una logica di guadagno monetario. L'utilizzo pratico e reale è un contorno.

      ah, invece l'utilizzo pratico e reale di comprare azioni apple, per dire, così mi schizzava il prezzo in alto non perchè la ditta è solida, ma perchè si è indebitata per fare buyback è ovvio a tutti.

      di cosa stiamo parlando? della dubbia moralità delle speculazioni finanziarie, qualsiasi esse siano, o di una specifica tecnologia? no, perchè sono due argomenti abbastanza diversi, mi sa.

      Certo, puoi piantare i tuoi bulbi e forse cresceranno dei bei fiori.
      Certo, puoi costruire una nuova tecnologia e forse crescerà una bella applicazione decentralizzata.
      MA NON È PER QUESTO CHE HAI COMPRATO.

      e fammi capire, invece se io apro un allevamento di vacche, io mi interesso personalmente delle vacche e del loro benessere, perchè sono degli esseri viventi e voglio dedicare la mia vita a loro? oppure perchè ci faccio dei soldi? e se tu mi dici che mi dai 1 centesimo di più se le strangolo con le mie mani una ad una, io rifiuterò? e se rifiuto, lo faranno tutti gli allevatori di vacche?

      ripeto la domanda: di cosa parliamo, scusa?

      Ed allo stato attuale delle cose, questo "ritorno" è garantito SOLO dal fatto che ALTRE nuove persone acquistano e quindi immettono nuovi soldi nel sistema.

      al di là delle lettere maiuscole, mi spieghi invece come funzionano gli euro, o i dollari, che sono valute fiat? a me sembra che per definizione, si tratti di monete che non valgono nulla di per se e che hanno un valore solo perchè alcune persone si alzano la mattina e dicono: "l'economia americana è in una congiuntura delicata" SVRAAAAM ed il dollaro cala. o "difenderò l'euro whatever it takes" VRAAAAM ed i mercati comprano. oppure immettono sul mercato liquidità. o cose così. tutte totalmente arbitrarie, esattamente come nelle criptovalute. la differenza: io dico che ti vendo il mio bitcoin a 1000 euro. per te ne vale 2000? lo compri. ne vale 100? trova un altro che te lo vende a tanto o rimani senza. il prezzo è dato da chi ha il bene. aspetta, com'è che funziona su ogni mercato? ah, si: esattamente così, con la domanda e l'offerta. o anche questo principio se lo sono inventati i pazzi di bitcoin?

      Non a caso si accusa il settore di essere una colossale truffa in stile schema Ponzi.

      ah, se è per questo, io posso accusare un elefante di essere un bidone dell'immondizia, ma non diventa tale solo perchè lo dico io. o il presidente della repubblica. o greenspan. lo sai che cos'è uno schema ponzi? andiamo a vedere wikipedia: "Lo schema Ponzi è un modello economico di vendita truffaldino ideato da Charles Ponzi (1882-1949), che promette forti guadagni ai primi investitori, a discapito di nuovi "investitori", a loro volta vittime della truffa."

      al di là della storia di ponzi, la definizione rende chiara che è una truffa dietro cui non c'è nulla. uso i soldi dei nuovi "investitori" per darli a quelli di prima. non arrivano investitori? puff. non c'è nulla. qua, invece, c'è una tecnologia. per te può non valere quello che viene prezzata oggi. è legittimo. ma dire che è uno schema ponzi è non sapere nemmeno di cosa si sta parlando, per definizione. un po' come quando le etichette dicevano che copiare un disco era come rubare un'auto. solo che non è così.

      a margine: moltissimi dei soldi che stanno entrando ora nel mercato NFT vengono proprio dal mercato crypto che è diventato stantio e senza sostanziali innovazioni...

      si? accidenti. ma ne sei sicuro?

      Probabilmente sei troppo giovane per ricordarlo, ma:

      mi dispiace per te ma lo ricordo benissimo. ricordami un attimo. questo forum dov'è? su internet? amazon cos'è? una .com, mi pare. accidenti, che schema ponzi e che tecnologia da scartare. pensa tu: se avessi comprato 1 azione amazon, al top del dot com bubble, avresti speso una roba tipo 100 dollari. oggi, ne avresti 2860. se mi sai indicare un investimento truffaldino per cui io in 20 anni riesca a moltiplicare per 28 il mio investimento iniziale, sono tutt'occhi.

      certo, c'erano anche i bidoni. cosa dicevamo sul fare la ricerca prima di investire ed investire solo quello che si può perdere? non lo ricordo più.

      Come detto sopra, il sistema attualmente promette cose mirabolanti

      ma che stai dicendo?! 😄 non esiste un sistema. esiste una tecnologia. bitcoin non promette di salvare il mondo, promette che tu prendi sto bitcoin e lo invii a chiunque tu voglia che abbia un indirizzo di ricezione, senza chiedere il permesso a nessuno e senza intermediari. e lo fa. che poi esca tizio o caio e dica che questo sia mirabolante, che cosa c'entra?

      come se io dicessi che siccome c'è chi dice che se bevi vino campi 100 anni, se uno di ubriaca e muore in un incidente stradale è colpa del vino... che aveva solo promesso di essere buono.

      la bolla scoppierà? e scoppiasse. la tecnologia è solida. rimarrà.

      se a te interessasse delle persone che possono rimanere sul lastrico non staresti a gongolare, crogiolandoti in concetti che mescolano insieme dati di fatto, opinioni e cose che non c'entrano nulla, ma ti informeresti e faresti informazione vera, non slogan da carosello.

      detto questo, faccio altro. come sospettavo, questa discussione non porta veramente a nulla.

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      S
      Simonmas
    • RE: Perché Google Maps ha DOVUTO cambiare il nome al Golfo del Messico?

      @giorgiotave ti rispondo anche qui, copincollando quello che ho scritto su telegram, perchè mi interessa una tua risposta e su telegram la discussione è stata disturbata da quel troglodita ignorante...

      posso dire che non sono proprio d'accordo che internet non appartiene alle big tech? capisco quello che vuoi dire: che nessuna big tech può sottrarsi a determinate regole del gioco.

      tuttavia, scusa: le regole del gioco le impongono loro. noi ci siamo arresi, certamente, almeno per quanto riguarda gli usi quotidiani di internet. ma anche non volendo arrenderci, che si fa? sono millenni che gli utenti comuni non contano assolutamente nulla, che possono solo decidere le decisioni di chi può letteralmente svegliarsi la mattina e cambiare le cose.

      per le big tech è diverso: le regole le hanno fatte loro. quindi non si tratta di big tech che non hanno più il controllo di internet, ma di big tech che non possono sottrarsi immediatamente ed arbitrariamente a regole che hanno stabilito loro, spesso per il loro esclusivo beneficio.

      tuttavia, ammettiamolo: la questione del nome del golfo del messico, che ripercussioni ha, per google (o per il 99% della popolazione mondiale)? nessuno. che senso avrebbe avuto fare la guerra su sta cosa? zero assoluto. il "padrone" (illusoriamente) dice una roba e quindi diamogli il contentino: che ci costa? ci rideranno dietro? "folks don't laugh so loud when you've a grand in your pocket". noi ridiamo, loro si son tenuti buoni trump. a nessuno frega (a NESSUNO: nessuno che non sia trumpista o che non vuole aggraziarselo cambierà il modo di chiamare quel golfo perchè uno che dura 4 anni salta su a dirlo).

      penso che la questione si possa inquadrare così, senza arrabbiarsi su lotte contro i mulini a vento da fare su ordini esecutivi...

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      S
      Simonmas