Dipende da ciò che un eventuale tribunale vorrà considerare "promozionale": per alcuni il semplice fatto che tu ti presenti come azienda e dici cosa fai è già da considerarsi promozionale, sicuramente lo diventa se "gli proponi qualcosa". In ogni caso la legge è piuttosto chiara sul fatto che prima di poter inviare materiale promozionale devi aver acquisito il consenso, anche nel caso di aziende. Questo fa supporre che tu possa mandare una email non promozionale per chiedere il consenso, ma bisogna trovare la linea di confine tra promozionale e non e temo che fino a che non finirà in tribunale non la conosceremo mai.
Importante anche sottolineare che se il destinatario è "[email protected]" allora il Garante ha precisato che quel "nome" è dato personale e quindi per fare il trattamento hai bisogno del consenso preventivo: questo lascia quindi solo i vari indirizzi "info@" e altri "impersonali" (o di "ruolo") all'interno di quelli contattabili con email "non promozionali", restringendo ancora di più il raggio di azione che già è molto sfumato dalla libera interpretazione del termine "promozionale".
In ogni caso secondo me bisognerebbe spostare la discussione su ciò che i FILTRI ANTISPAM considerano SPAM e ciò che i destinatari considerano SPAM: se la tua operazione rispetta la legge non significa necessariamente che piacerà ai filtri antispam o ai destinatari delle tue email. Alla fine rispettare la legge ti impedirà di pagare multe o di finire in carcere, ma non ti garantirà sicuramente di ottenere un ritorno dall'investimento fatto.
Al filtro antispam o al destinatario frega ben poco del consenso: se un utente riceve una email che gli interessa sarà contento di aprirla e interagire con essa e il suo filtro antispam prenderà nota di questo fatto. Se un utente riceve una email che non gli interessa potrà cancellarla, oppure marcarla come spam o altra operazione della quale, nuovamente, il filtro antispam prenderà nota. Bastano poche di queste "note" per far capire al filtro se quel genere di email (le email di quel mittente, quelle che linkano un determinato sito, quelle provenienti dallo stesso indirizzo IP, etc) sono gradite o meno e se devono essere messe in spam o meno.
Tutto questo per dire che è MOLTO più difficile inviare email RILEVANTI per i destinatari se non si è raccolto preventivamente un consenso CONSAPEVOLE e se si inviano email irrilevanti queste verranno bloccate dai filtri antispam ancor prima che dagli utenti finali.
Quindi se sei bravissimo nel raccogliere le email delle aziende in modo da individuare quelle che realmente possono essere interessate alle tue email allora forse dovresti valutare di mandare una email personale una ad una o telefonarle o di andarle a trovarle di persona. Se sono troppe per poterlo fare "una ad una" allora significa che non le hai selezionate abbastanza con cura e qualunque operazione di email massiva al 99% verrà intercettata dai filtri antispam.
E' importante capire che una operazione di invio massivo a chi non vuole le tue email può inficiare anche le altre attività della tua azienda: i filtri potrebbero infatti decidere che qualunque email con quel dominio mittente o semplicemente con un link verso quel determinato sito è mediamente irrilevante e va messa in spam e quindi in spam potrebbero poi finirci anche conferme d'ordine e altre email transazionali che sono alla base del tuo business.
Meglio dedicare il proprio tempo a costruire una lista organica anche piccola ma raccolta con il consenso consapevole dei destinatari piuttosto che arrovellarsi nel cercare scappatoie della legge per poter far spam che non porterà ad alcun risultato. Il fatto che qualcosa sia LEGALE NON lo rende automaticamente EFFICACE.