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- Shaking the cushions, ovvero: decenni di reputazione buttati nel cesso per Google
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@matteodv74 ha detto in Shaking the cushions, ovvero: decenni di reputazione buttati nel cesso per Google:
Google è "rotto" da tempo ormai, e questa notizia non solo non mi scandalizza, ma mi fa pure arrabbiare che scandalizzi voi.
Viviamo nel tempo del post, nel senso che ci svegliamo sempre dopo, cerchiamo sempre di trovare un colpevole quando basterebbe aprire gli occhi e capire che siamo tutti colpevoli, semplicemente ci andave bene come funzionava e ci andrà bene anche dopo, perché ci adatteremo, continueremo a lavorare con i nostri clienti e guadagneremo la pagnotta.Con i suoi ultimi e troppo frequenti update e rollout Google ci ha fatto capire che all'interno di Alphabet c'è confusione, o meglio, c'è chi tira acqua al suo mulino. Le ADS vincono, perché come dice un detto "articolo quinto: chi ha i soldi ha vinto", la dice lunga su come gira il mondo, tutto il mondo, non solo quello del web.
Per quel che riguarda il processo, finirà con la solita mega multa e la promessa di diventare più buoni, perché come già detto da molti, Apple e MS non sarebbero da meno in altri ambiti. Alla fine, tutti cattivi=nessun cattivo.
Altra cosa che ci riguarda da vicino: già vi vedo tutti di corsa a modificare i vari corsi SEO in programma prossimamente!
Altro che Google liquido, qui c'è Google Venom (e Bing è suo fratello).Purtroppo sono tristemente d'accordo con te...
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@giorgiotave ha detto in Shaking the cushions, ovvero: decenni di reputazione buttati nel cesso per Google:
@kal Daniela Bollini ci ha tradotto la lettera, non riesco qui a riportare le modifiche che ha fatto rispetto alla tua traduzione, ma ci teneva a dare un contributo anche lei visto che lo fa di professione e che, come mi ha scritto, quelli di Google hanno usato un inglese "vivo".
Figurati, io sono andato "a naso"...
Faccio solo alcune considerazioni sulle note:
[qui potrei sbagliare: mi pare dica che sono "più avanti/in anticipo sui lanci", non che siano già finiti del tutto, ecco, ma non sono un'addetta del settore come sai]
Sì, mi sono preso la licenza di dire "li abbiamo finiti" perché "we are ahead" significa che avevano già "lanciato" quello che potevano lanciare.
Quindi non avevano più cartucce per spremere la revenue.
In questo senso ho tradotto un po' brutalmente con "li abbiamo finiti".
[non è un modo di dire consolidato in inglese, ma penso intenda dire "siamo facendo delle cose minori sui lanci", ossia delle cosucce, delle finezze, ecc. come appunto è una cosuccia sistemare i cuscini rispetto a sistemare un'intera casa/camera]
"shaking the cushions" è una locuzione gergale che è diventata nota al grande pubblico proprio con sta storia di Ads che manipola le aste.
È 100% gergo aziendale gestionale-finanziario e sta a significare "tirar fuori soldi nascosti".
[concordo,è troncato; oppure è da interpetarsi come "non voglio che passi il messaggio", sottintenso il messaggio di cui sopra]
Qua ero in dubbio, potrebbe anche essere una cancellazione, un refuso o una dimenticanza e l'ho lasciato come stava.
2 Risposte -
https://connect.gt/topic/249575/google-sta-fallendo-come-meta?_=1696595577557
Questo è il link della discussione che aavevo provato ad avviare ad aprile.
A parte @giorgiotave Giorgio, tutti gli "esperti" se ne sono fregati altamente, troppo intenti a prendere la pagnotta con i paraocchi.C'era anche un sondaggio che allora sarebbe stato interessante per per capire e smascherare tutti quelli che adesso dicono "lo sapevamo già" e per capire perché nessuno ha mai fatto nulla per prevenire aprendo un serio dibattito sulle alternative, che, dal mio poco esperto punto di vista, al contrario di quello che dice @kal ci sono eccome, anche se non per tutto e non sempre ottimali o comode.
Purtroppo però il sondaggio non è mai partito, forse perché l'attenzione era troppo distratta dall'uscita del libro pro Google.
Secondo me caro @giorgiotave se tu facessi uscire un altro libro sulla tua esperienza con Google nel bene, ma soprattutto nel male, secondo me avrebbe molto più successo, perché sarebbe utile per fare crescere le persone e non solo dei tecnici senza etica e senza visione, che non servono a nulla per un internet migliore.
M 1 Risposta -
@kal , ho provato a chiedere a... ChatGPT e mi ha risposto così:
*Nel contesto fornito, l'espressione "shaking the cushions" viene utilizzata in senso figurato. In questo contesto, sembra che significhi cercare soluzioni o opportunità in modo approfondito e rigoroso per ottenere il massimo beneficio possibile, proprio come se si cercassero monete o oggetti nascosti nei cuscini di un divano (da qui l'uso del termine "cushions", che significa cuscini).
L'autore sta dicendo che stanno facendo un'analisi dettagliata e rigorosa delle loro risorse e delle opportunità disponibili, ma hanno bisogno di risultati molto positivi per raggiungere i loro obiettivi. Sta anche menzionando che stanno lavorando su un nuovo layout mobile che dovrebbe generare entrate significative, ma che questa sola iniziativa potrebbe non essere sufficiente a raggiungere i loro obiettivi finanziari.*
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@kal, Bard ha risposto così:
L'espressione "shaking the cushions" nel contesto del testo aziendale fornito significa trovare nuove e innovative modalità di generazione di entrate. Questo potrebbe comportare il lancio di nuovi prodotti o servizi, l'espansione in nuovi mercati o la ricerca di nuove modalità di commercializzazione di prodotti e servizi esistenti.
Nel contesto specifico del testo, l'autore sta dicendo che sta cercando modi per generare più entrate nel breve termine, poiché i suoi piani di lancio attuali non saranno sufficienti per raggiungere i suoi obiettivi. Sta lavorando con il team di ricerca per accelerare il lancio di un nuovo layout mobile, che ritiene sarà molto positivo per le entrate. Tuttavia, ha anche bisogno di trovare altri modi per generare entrate, in quanto non può fare affidamento solo sul nuovo layout mobile.
Ecco alcuni esempi di come le aziende possono "shaking the cushions":
- Lanciare un nuovo prodotto o servizio
- Espandersi in un nuovo mercato
- Trovare nuove modalità di commercializzazione di prodotti e servizi esistenti
- Collaborare con altre aziende
- Offrire sconti o promozioni
- Organizzare concorsi o giveaway
- Migliorare il servizio clienti
- Aumentare la consapevolezza del marchio
Attraverso il "shaking the cushions" e la ricerca di nuove modalità di generazione di entrate, le aziende possono aumentare i propri profitti e far crescere il proprio business.
La traduzione letterale dell'espressione "shaking the cushions" è "scuotere i cuscini". In questo contesto, l'espressione si riferisce all'idea di cercare in ogni angolo nuove opportunità di generare entrate. È un'espressione idiomatica che viene spesso utilizzata nel mondo degli affari.
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E chi se non Bard poteva avere una conoscenza più approfondita di questi "cuscini"
1 Risposta -
@cutoff ha detto in Shaking the cushions, ovvero: decenni di reputazione buttati nel cesso per Google:
E chi se non Bard poteva avere una conoscenza più approfondita di questi "cuscini"
HAHAHAHAHAHA IN EFFETTI
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@andreabo ha detto in Shaking the cushions, ovvero: decenni di reputazione buttati nel cesso per Google:
Secondo me caro @giorgiotave se tu facessi uscire un altro libro sulla tua esperienza con Google nel bene, ma soprattutto nel male, secondo me avrebbe molto più successo, perché sarebbe utile per fare crescere le persone e non solo dei tecnici senza etica e senza visione, che non servono a nulla per un internet migliore.
Concordo pienamente sul tema dell'etica.
Internet fa schifo anche per colpa nostra, penso ad esempio ai milioni di blog pieni di fuffa e che dicono le stesse cose trite e ritrite solo nel nome della SEO. Sia chiaro, mi ci metto anche io in mezzo a questo schifo.Da buon vecchio ex-DBA mi sono sempre chiesto come facesse Google a tenere in ordine il proprio indice, che deve contenere miliardi e miliardi di righe, e quando ogni tanto capita che ci sono grossi problemi di indicizzazione mi rispondo semplicemente che "non ce la fa".
Poi, quando nel 2020 uscì il twit di Gary Illyes (https://twitter.com/methode/status/1261259179983081473) mi sono tolto tutti i dubbi: Non solo non ce la fa, ma non si pone nessuno scrupolo a togliere pagine dall'indice in nome della tanto declamata "qualità del contenuto". Ma quanti contenuti che fanno schifo ci sono online? Magari, però, sono di aziende che fanno ADS...quindi...Forse oggi bisognerebbe iniziare a domandarsi "è possibile un mondo senza Google?"
Esistono alternative?
1 Risposta -
Ciao Giorgio (o chi per te). Desidero eliminare questo post. Grazie 1000.
Dani.
1 Risposta -
@daniwebmaster ha detto in Shaking the cushions, ovvero: decenni di reputazione buttati nel cesso per Google:
Spero che ora vi siate svegliati ed abbiate capito con chi abbiamo a che fare, e che le cose tra l'altro, rientrano anche in un'ottica di controllo delle masse
Ma valà. È solo danaro.
E violazione di ogni etica e abuso di posizione dominante in barba ad utenti ed inserzionisti... in nome del danaro.
Non servono complotti.
Servono tribunali che processano, smantellano, multano.
1 Risposta -
@matteodv74 ha detto in Shaking the cushions, ovvero: decenni di reputazione buttati nel cesso per Google:
Da buon vecchio ex-DBA mi sono sempre chiesto come facesse Google a tenere in ordine il proprio indice, che deve contenere miliardi e miliardi di righe, e quando ogni tanto capita che ci sono grossi problemi di indicizzazione mi rispondo semplicemente che "non ce la fa".
Semplicemente, hanno applicato il machine learning ovunque. Classificatori ML come se piovesse, per efficientare ogni processo ed ottenere l'80% del risultato con il 20% delle risorse.
Sono passati da processi muscolari e deterministici a processi probabilistici in tutta la pipeline.
Il risultato è che a random si perdono pezzi e nessuno sa perché.
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Ciao Giorgio (o chi per te). Desidero eliminare questo post. Grazie 1000.
Dani.
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Comunque ad interagire siamo sempre una decina di persone, nonstante sia una delle discussioni più seguite.
Questo la dice tutta, sul fatto che i tecnici sono solo interessati a coltivare il loro orto piùttosto che ad avviare un processo di cambiamento, come se lavorare senza etica e senza visione del processo di liberazione dai grandi monopoli non sia qualcosa che avvantaggia tutti.E nessuno dei tecnici più esperti che ammette di avere sbagliato e magari con le sue competenze apre una discuussione pratica sulle aalternative possibili.
Del resto per lo stesso creatore di questa discussione non ce ne sarebbero e quindi abbiamo detto tutto.
@kal domanda provocatoria: questa discussione serve per pararsi il .... o per cercare soluzioni alternative?
Perché anche se in Europa se ne parla poco prima o poi il casino sarebbe scoppiato anche qui.
1 Risposta -
Tra l'altro, se andiamo oggi a rileggere il manifesto pubblicato da Google stesso con "le 10 verità di Google",
ci si sente ancor più presi per il culo:- L'utente prima di tutto: il resto viene dopo
- È meglio fare una cosa sola, ma farla in modo impeccabile.
- Veloce è meglio di lento.
- La democrazia sul Web funziona.
- Le informazioni devono essere accessibili ovunque.
- È possibile guadagnare senza fare del male a nessuno.
- Ci sono sempre più informazioni di quante si possano immaginare.
- La necessità di informazioni oltrepassa ogni confine.
- Si può essere seri anche senza giacca e cravatta.
- Eccellere non basta.
Forse è proprio sull'ultimo punto che ha basato tutte le sue attività recenti: Eccellere non basta...bisogna guadagare...di più.
Trovate qui la pagina ufficiale del manifesto: https://about.google/philosophy/?hl=it
1 Risposta -
@matteodv74 ha detto in Shaking the cushions, ovvero: decenni di reputazione buttati nel cesso per Google:
Tra l'altro, se andiamo oggi a rileggere il manifesto pubblicato da Google stesso con "le 10 verità di Google",
ci si sente ancor più presi per il culo:- L'utente prima di tutto: il resto viene dopo
- È meglio fare una cosa sola, ma farla in modo impeccabile.
- Veloce è meglio di lento.
- La democrazia sul Web funziona.
- Le informazioni devono essere accessibili ovunque.
- È possibile guadagnare senza fare del male a nessuno.
- Ci sono sempre più informazioni di quante si possano immaginare.
- La necessità di informazioni oltrepassa ogni confine.
- Si può essere seri anche senza giacca e cravatta.
- Eccellere non basta.
Forse è proprio sull'ultimo punto che ha basato tutte le sue attività recenti: Eccellere non basta...bisogna guadagare...di più.
Trovate qui la pagina ufficiale del manifesto: https://about.google/philosophy/?hl=it
Fanno come i preti no? Fate quello che dico, non fate quello che faccio
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@andreabo ha detto in Shaking the cushions, ovvero: decenni di reputazione buttati nel cesso per Google:
questa discussione serve per pararsi il .... o per cercare soluzioni alternative?
Perché anche se in Europa se ne parla poco prima o poi il casino sarebbe scoppiato anche qui.Questa discussione serve un po' come tutte le mie discussioni:
- per documentare inserendo link e collaborando con la community (ad esempio sulla traduzione della lettera)
- per aggiornare quando ci sono nuovi elementi in modo collaborativo (chi ha news, aggiorna)
- per fare delle riflessioni più ampie
- per fare un po' quel cavolo che vi pare, anche per flammare se volete tanto al peggio passano i mod
A 1 Risposta -
@kal ha detto in Shaking the cushions, ovvero: decenni di reputazione buttati nel cesso per Google:
@andreabo ha detto in Shaking the cushions, ovvero: decenni di reputazione buttati nel cesso per Google:
questa discussione serve per pararsi il .... o per cercare soluzioni alternative?
Perché anche se in Europa se ne parla poco prima o poi il casino sarebbe scoppiato anche qui.Questa discussione serve un po' come tutte le mie discussioni:
- per documentare inserendo link e collaborando con la community (ad esempio sulla traduzione della lettera)
- per aggiornare quando ci sono nuovi elementi in modo collaborativo (chi ha news, aggiorna)
- per fare delle riflessioni più ampie
- per fare un po' quel cavolo che vi pare, anche per flammare se volete tanto al peggio passano i mod
Quindi all'atto pratico non serve a nulla, perché tanto non c'è nulla da fare, ho capito bene @kal ?
Perché la riflessione senza azione non serve ad un benemerito c*.
@giorgiotave sei d'accordo su questo approccio?
In questo caso capisco perchè un'internet migliore non ci sarà mai se non esiste nessuno che abbia gli attributi per fare qualcosa per cambiare.
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Ma a che altro deve servire una discussione su un forum scusa?!
Non si cambia il mondo e non si è mai cambiato con le discussioni sui forum.
Discussione, collaborazione, condivisione, informazione. Questo è il ruolo e la funzione dei forum.
A 1 Risposta -
@kal ha detto in Shaking the cushions, ovvero: decenni di reputazione buttati nel cesso per Google:
discussione, collaborazione, condivisione, informazione.
Ciao, rieccomi per aggiungere qualcosa alla discussione.
Certo per essere un forum ci sono un bel po di botta e risposta stile social, ma per quanto mi riguarda provo a costruire un piccolo ragionamento.Sono una seo professionista da molti anni (+10) e nel tempo abbiamo assistito alla grande evoluzione di Google come azienda con i suoi servizi.
Personalmente non sono mai stata una fan girl ma l'ho sempre considerato l'habitat e lo strumento di lavoro più diffuso e quindi inevitabilmente me lo sono dovuto far andare bene.Il motore di ricerca è un veicolo, tra chi ricerca appunto e chi risponde a quella ricerca. Google è il primo su internet, ma si cerca negli archivi dalla notte dei tempi e questo è ciò che mi interessa come ambito di studio.
Per star bene con la mia attività di consulente SEO ho messo a fuoco questo punto di incontro tra domanda e offerta attraverso la comunicazione, e solo in seconda battuta mi sono interessata a come farla funzionare con e su Google.
Tuttavia so bene che fare SEO è/può essere un'attività "manipolatoria", anche alla luce di quello che si capisce del funzionamento del motore di ricerca con il reverse engeneering.
E lo diventa soprattutto quando in quel gioco di incontro tra chi cerca e chi offre ci sono di mezzo i soldi.
Su una piattaforma tra l'altro che non è a scopo filantropico, ma anch'essa si muove nel mercato, oggi basato sul sistema capitalisticoQuindi insomma, non credo che chi faccia questo mestiere venga dalla montagna del sapone rispetto a Google e come in tutte le altre cose della vita sta un po' ai limiti personali che ci si dà quanto si vuole fare schifo.
Vale anche per Google e il suo codice etico o i suoi valori aziendali: è una promessa che si fa a se stessi e agli altri, è marketing, non c'è una legge che impone il rispetto di queste cose.
Quindi lo stupore fa parte un po' del gioco di equilibri in questo sistema di ingiustizie e va bene se diventa il punto di partenza per creare clamore, dibattito, attenzione intorno a un fatto grave. Uno dei tanti eh.
La gravità assoluta è la posizione dominante di Google nel mondo, c'è un processo in corso ma sono d'accordo che non basterà probabilmente perché le leggi attuali sono inadeguate: una posizione dominante mondiale non può più essere semplicemente regolamentata da un solo Stato.
Siamo nell'era delle grandi piattaforme, aziende che gestiscono dati, comportamenti, stili di vita, che oggi progettano il nostro modo di lavorare o di nutrirci...sempre tutto per profitto. Insomma siamo davanti a una complessità tale del tardo-capitalismo che richiederebbe un sistema globale di tutela per l'umanità.
C'è una frase di Giorgio nel suo ultimo libro che dice "Google tiene gli occhi puntati sul mondo, non sull'online" e con questa prospettiva bisognerebbe ragionare di aziende e di tecnologie che hanno impatto sulla vita delle persone e sulle società organizzate. Lo stesso si veda per la macro-categoria dell'intelligenza artificiale.
Questo per dire che è giusto denunciare, indignarsi, parlarne, organizzarsi, portare più consapevolezza.
Probabilmente le critiche che si fanno al lavoro di divulgazione tecnica su certe tematiche è l'incapacità di mettere sul piatto anche questioni più grandi o politiche se vogliamo.Sicuramente è vero che a un certo punto la scienza e la tecnica hanno preso una strada che si è separata dalla filosofia ed è veramente difficile rimettere insieme le cose. Soprattutto in un contesto dove le persone hanno imparato che perlopiù conta come fare soldi.
Però non punterei tanto il dito sul singolo/a professionista perché è la somma di voci che dovrebbe fare il totale anche se siamo nell'era degli influencer, anzi forse a maggior ragione.
1 Risposta -
Ciao Giorgio (o chi per te). Desidero eliminare questo post. Grazie 1000.
Dani.