• User

    1 canale per 2 lingue o 2 canali monolingua?

    Ripropongo qui una domanda che ho fatto a Giorgio in una sua live, su cui forse è più semplice discutere qui, con più dati.

    La situazione: ho un canale youtube. Per ora i contenuti sono solo in inglese, con pochissimo in italiano. I contenuti che sto preparando per ora termineranno alla 365a puntata del podcast giornaliero sui Beatles. In seguito, basta podcast: bisogna fare video. Ho già idee, e da settembre, al netto di apocalissi e di altri impegni lavorativi, dovrei avere pronta la prima nuova serie video.

    I contenuti saranno di due tipi: quelli legati alla mia musica (ad esempio la mia musica, eventuali video di me che suono live, video musicali promozionali dei miei pezzi, eccetera), più saltuari; e quelli di divulgazione di vari argomenti del mondo della musica (storia, business, lezioni, eccetera), assolutamente non legati all'attualità, sempre fruibili, e soprattutto copiosi. La divulgazione posso farla tranquillamente in inglese ed in italiano senza troppi sforzi.

    Il problema: metto tutti i contenuti sul mio unico canale? Apro un altro canale solo per l'italiano? Che mi consigliate?

    Io vorrei avere un unico canale, e, per quanto capisco, ecco i pro ed i contro:
    PRO:

    • più semplice: un unico punto da cui gestire tutto, ed avere la programmazione sotto mano. (questo, per me, è un GROSSO pro)

    • inutile segmentare l'audience praticamente irrilevante che ho ora.

    • se youtube riconosce la lingua del video (se ricordo bene, posso settarla io?) e vede che non è la tua, magari evita di presentarti contenuti a doppione.

    • nessuna duplicazione di contenuti: non devo mettere 2 volte il video del mio concerto X, perchè "così lo vedono anche quelli dell'altro canale".

    • finchè i contenuti totali rimangono due o quattro a settimana, si ha l'impressione che ci sia sempre qualcosa di nuovo.

    CONTRO:

    • metà dei contenuti non interessano l'utente: perchè non parla la lingua, o perchè li ha già visti nell'altra.

    • presentazione confusa: la pagina del canale ha liste in italiano, in inglese, per gli eventuali shorts, per il podcast, per ogni serie... può essere troppo per un semplice curioso.

    • i vari algoritmi possono lavorare contro il canale, se una lingua ha più successo dell'altra: una volta che l'algoritmo ti classifica come "canale che piace a chi parla inglese", addio: i contenuti li propone solo agli inglesi, e quelli italiani scompaiono. O viceversa.

    • i video vanno uploadati in momenti diversi, con una separazione tra le lingue: quando a settembre 2020 ho uploadato video in due lingue anche il solo metterli nella stessa giornata tagliava le gambe ad uno dei due. Certo, è difficile per me capire con un parco prove limitato, ma l'impressione è che renderebbe più caotico il piano editoriale.

    • meno senso di comunità: arrivi e vedi commenti in lingue non tue, sei meno invogliato a partecipare (non è una cosa che succede a me, ma leggo che addirittura qualche utente si infastidisce se i contenuti non sono tutti nella sua lingua. mah).

    SEMPRE CONTRO A PRESCINDERE DALLA SCELTA:

    • se youtube traduce automaticamente i titoli (scandaloso che non si possa eliminare l'opzione), potresti cliccare su qualcosa che ti interessa, e scoprire che è in una lingua che non parli. Questo è un problema soprattutto per i non iscritti al canale.

    • devi creare due brand visuali diversi per le copertine, per ogni serie, perchè deve essere immediatamente chiaro che QUESTA copertina è quella della serie italiana e QUELLA è della serie inglese. soluzioni con bandierina: inutili o pacchiane, già pluritestate.

    Voi che dite? In mancanza dell'unica opzione intelligente (quella che permetterebbe di uploadare un video e varie tracce audio, una per lingua...), mi verrebbe da dire che forse dare lo stesso contenuto in 2 lingue è pericoloso e addirittura controproducente. In italia non è che ci sia tutta questa offerta, per quello che voglio fare (anzi, vari amici e conoscenti mi dicono che sarei il solo), ma non voglio rinunciare all'inglese, perchè lo parlo più che decementemente e perchè youtube globale offre potenzialità che qualsiasi youtube locale non può, per definizione.


    domenico.pacifico 1 Risposta
  • User Attivo

    Ciao @simonmas ti consiglio quanto segue:

    Solo un canale in INGLESE. Se hai video in italiano pubblicali ugualmente sul canale in INGLESE ma con i SOTTOTITOLI in inglese fatti da te e messi in sovraimpressione al tuo video. Non caricare i sottotitoli su YouTube.

    Titoli e descrizioni devono essere sempre in INGLESE anche nei video italiani.

    In merito ad eventuali penalizzazioni algoritmiche sono solo leggende metropolitane così come tutti i problemi che hai posto nel post.

    p.s.
    I sottotitoli "automatici" di YouTube possono essere tranquillamente spenti dall'utente che guarda.

    Cheers
    Domenico


    S 1 Risposta
  • User

    Ciao @domenico-pacifico , grazie della risposta.
    Ottimo a sapersi che le penalizzazioni sono leggende: ne girano tante e fa sempre bene scoprirle e vivere felici! 🙂

    Posso chiederti che differenza fa scrivere "fisicamente" i sottotitoli sul video, invece che caricarli con un file .txt, in modo che possano essere spenti?

    Inoltre, un dubbio: se i titoli e le descrizioni sono in inglese anche con i video in italiano, come fa un utente a capire che un video è in una lingua invece che in un'altra? I video sono identici, come contenuto, quindi avrei due video con la stessa cover, lo stesso titolo e la stessa descrizione. Non creerebbe più confusione?


    domenico.pacifico 1 Risposta
  • User Attivo

    Ciao @Simonmas ,

    Io ti consiglio di fare due canali separati. Fatti questa domanda: Se fossi nei panni dell'utente, davanti a due video identici, preferiresti quello in lingua originale o con i sottotitoli? Inoltre, come tu stesso hai scritto, divideresti a metà l'utenza creando un forte squilibrio nel canale. Inoltre nel tempo gli utenti italiani potrebbero avere bisogni e gusti diversi da quelli che parlano inglese. Insomma le viariabili sono troppe contro il fare tutto in un solo canale.

    In più parlando a lungo termine, se inizi a generare buoni numeri ti troveresti con doppi guadagni. 😉


  • User Attivo

    @simonmas

    Posso chiederti che differenza fa scrivere "fisicamente" i sottotitoli sul video, invece che caricarli con un file .txt, in modo che possano essere spenti?

    Preferisco avere il 100% del controllo dei sottotitoli. Il video deve essere un tutt'uno sia con i sottotitoli che con il watermark.

    inoltre, un dubbio: se i titoli e le descrizioni sono in inglese anche con i video in italiano, come fa un utente a capire che un video è in una lingua invece che in un'altra?

    I tuoi video devono attrarre persone realmente interessante agli argomenti che tratti. Chi è veramente interessato all'argomento cliccherà nonostante la "barriera" dell'inglese. Barriera tra virgolette perché ormai - sopratutto nel tuo campo - il problema della lingua è superato. Anzi, per certi aspetti certi argomenti se trattati in lingua inglese agli occhi dello spettatore assumono maggior valore. Avere titolo ed intro in inglese su video in italiano sottotitolato in inglese, dal mio punto di vista può portare solo vantaggi. Nel mio caso con oltre un milione e mezzo di views su video in italiano con sottotitoli in inglese (titolo ed intro in inglese) mai nessuno si è lamentato. Preoccupati del tema trattato, di come lo tratti, di quanto esaustivo sei rispetto alla concorrenza perché tutto il resto - a confronto - è poca roba.

    I video sono identici, come contenuto, quindi avrei due video con la stessa cover, lo stesso titolo e la stessa descrizione. Non creerebbe più confusione?

    Non capisco perché devi doppiare (pubblicare due volte) uno stesso video. Se no a che ti servono i sottotitoli? Se nel video parli in italiano puoi mettere i sottotitoli in inglese e titolo ed intro in inglese. Ma lo pubblichi una sola volta. Non vedo perché ti poni il problema del doppione. Se nel video parli in inglese non hai bisogno di nessun sottotitolo ed ovviamente titolo ed intro vanno in inglese. Se hai la fortuna di parlare inglese e tratti temi internazionali... perché devi tagliare le gambe al tuo potenziale audience? Se tieni particolarmente al pubblico italiano puoi sempre mettere - al tuo video in inglese - i sottotitoli in italiano ma sempre titolo ed intro in inglese.

    Conclusione
    C'è più confusione nella testa dei creator che nella testa degli spettatori. Forse capirai meglio ciò che dico quando uscirò con il prossimo episodio della serie YouTubeSonoIO in cui mitraglierò la SEO su YouTube.

    Ma ti voglio anticipare un'importantissima cosa: la SEO su YouTue non è questione di parole chiave 🙂

    p.s.
    Non c'è modo migliore di un ADS su un video per smontare - una ad una - tutte le leggende metropolitane che circolano.


  • User Attivo

    @domenico-pacifico ha detto in 1 canale per 2 lingue o 2 canali monolingua?:

    I tuoi video devono attrarre persone realmente interessante agli argomenti che tratti. Chi è veramente interessato all'argomento cliccherà nonostante la "barriera" dell'inglese.

    Sulla base di quali dati dici questo?
    Le analytics di YouTube inerenti a chi vede i video con i sottotitoli in un altra lingua sono un giusto metro di misura e per questo @Simonmas ti invito a fare un analisi dei dati. Se noti che la percentuale di chi usa i sottotitoli è bassa (ad esempio 1-2%) è ovvio che non sempre gli interessi abbattono la barriera dell'inglese. 😉

    Inoltre se fosse come dice @domenico-pacifico, non esisterebbero tanti canali come ad esempio "5 minute crafts", di cui ne trovi varie versioni: in inglese, in italiano, in spagnolo, ecc... (e non è l'unico).

    Da che mondo è mondo la gente online è PIGRA. Quindi desidera trovare le info che cerca nel minor tempo possibile e nel modo più semplice.


    domenico.pacifico 1 Risposta
  • User Attivo

    @marcocarovana

    Sulla base di quali dati dici questo?
    Le analytics di YouTube inerenti a chi vede i video con i sottotitoli in un altra lingua sono un giusto metro di misura e per questo @Simonmas ti invito a fare un analisi dei dati. Se noti che la percentuale di chi usa i sottotitoli è bassa (ad esempio 1-2%) è ovvio che non sempre gli interessi abbattono la barriera dell'inglese.

    Ad esempio sui dati di due miei documentari in italiano con sottotitoli in inglese e titolo ed intro solo in inglese 🙂

    screencapture-studio-youtube-video-IXyowkDduNo-analytics-tab-overview-period-lifetime-2021-11-30-11_34_19.jpg

    screencapture-studio-youtube-video-IXyowkDduNo-analytics-tab-overview-period-lifetime-explore-2021-11-30-11_38_12.jpg

    screencapture-studio-youtube-video-oj2wrNnhMpc-analytics-tab-overview-period-default-2021-11-30-11_33_06.jpg

    screencapture-studio-youtube-video-oj2wrNnhMpc-analytics-tab-overview-period-default-explore-2021-11-30-11_42_05.jpg

    se fosse come dice @domenico-pacifico, non esisterebbero tanti canali come ad esempio "5 minute crafts", di cui ne trovi varie versioni: in inglese, in italiano, in spagnolo, ecc... (e non è l'unico).
    Da che mondo è mondo la gente online è PIGRA. Quindi desidera trovare le info che cerca nel minor tempo possibile e nel modo più semplice.

    @Simonmas questo è il pubblico che devi evitare come la peste. Ci sono milioni di spettatori che si comportano in modo differente. E' quelli che devi conquistare. E lo puoi fare solo in un modo: con la qualità del contenuto. Ed è su questo che - a parer mio - ti devi concentrare, non su cosa fanno gli altri.


  • User Attivo

    @domenico-pacifico non puoi basarti solo su i dati di un singolo canale. Inoltre la tua è una nicchia dove sicuramente ci possono essere più possibilità che un video venga visto con i sottotitoli, visto che si tratta di documentari come quelli in tv che hanno spesso sottotitoli (in particolare quando intervistano persone di una città straniera).

    invece come dicevo io prima, quello che vediamo accadere su YouTube dimostra chiaramente che usare i sottotitoli non sono quasi mai la strada giusta per far crescere il proprio canale. Te lo dice uno che per 3 canali differenti (di differenti nicchie) aveva provato a inserire in sottotitoli per un bel pò, senza risultati davvero concreti.


    domenico.pacifico 1 Risposta
  • User Attivo

    @marcocarovana

    Il mio "compito"non è quello di dare un'indicazione ben precisa, ma è quello di far riflettere ed ispirare visioni.


  • User

    Ciao a tutti,
    cerco di rispondere a tutti in un messaggio, per non intasare.

    @MarcoCarovana : mi piace la cosa di doppi guadagni... 😄 però qui entriamo in un percorso minato. secondo me, a meno di una cospicua spesa pubblicitaria e/o di un know-how che non solo non ho ma che non voglio acquisire su SEO e compagnia bella (non posso imparare l'ennesimo mestiere), la questione guadagni deve rimanere necessariamente sullo sfondo. penso che fornirei contenuti "ficcanti" con una voce diversa da quella del coro, ma se inizio a pensare che entro un anno devo guadagnare tot per giustificare il progetto, posso anche chiudere bottega ed evitare le probabili delusioni: come nel mio mondo, quello della musica, il mondo di youtube è una lotteria dove non vince il migliore, ma solo chi è più fortunato.

    poi, se sei anche bravo, magari riesci a farti una carriera, ma è meglio affrontare tutto pensando ad un hobby preso in maniera superprofessionale, per come sono fatto.

    per la questione dati sottotitoli: solo il 25% degli utenti li visualizza. mi chiedo quanti lo fanno per la mia pronuncia (che però mi dicono essere comprensibilissima, anche se "strana"), quanti perchè non capiscono bene l'inglese, e quanti perchè magari devono tenere basso l'audio. il canale è troppo piccolo e non so quanto abbia senso interrogarsi.

    non è troppo indicativo, ma solo uno dei miei amici italiani interessati agli argomenti che tratto sta seguendo il pdocast. gli altri 3-4 mi dicono che, con tutta la buona volontà, in inglese è troppo difficile per essere fatto in un momento di svago.

    quindi, registro il voto per i 2 canali distinti (poi vedrò come fare per le copertine?)

    @domenico-pacifico : credo che ci sia un fraintendimento. leggendo la tua seconda risposta, mi viene da chiarire che io non intendo manipolare la SEO per attrarre persone. qua è esattamente il contrario.

    io ho il mio contenuto, in cui credo, e voglio semplicemente evitare di essere strapenalizzato perchè qualcuno si è svegliato la mattina ed ha deciso che un video fatto così e così va spinto, o che quel titolo porta al ban immediato a prescindere da tutto, o cose così. quello che è successo a Ciraolo è un esempio, ma potrei farne altri sul copyright ed il fair use.

    quando mi dici: "Non capisco perché devi doppiare (pubblicare due volte) uno stesso video. Se no a che ti servono i sottotitoli?" ti dico che io i sottotitoli non li metterei proprio. per me sono un mal di testa significativo: con il podcast mi sono reso conto che avere un copione da leggere mi fa essere meno me stesso, più innaturale. sbobinarmi quello che dico a braccio e tradurre i sottotitoli nella lingua X? nelle 2 ore che ci metterei, potrei rigirare il video nell'altra lingua, con molto più entusiasmo e relativamente poca fatica in più.

    non so come fai a dire che nel settore musica e musicologia non c'è la barriera dell'inglese: io ti assicuro che c'è eccome e la gente preferirebbe avere un video nella propria lingua, se si potesse. una volta creati i due video... scusami, ma continuo a non capire che vantaggio ci sarebbe nel mettere ad entrambi la stessa descrizione e titolo, in inglese: li renderei di fatto uguali, se uno non va a cliccare e vedere.

    in soldoni, comunque, tra 1 canale in 2 lingue e 2 canali monolingua, tu mi dici: 1 canale con 1 lingua, meglio in inglese. ok, voto registrato... ma mi sembrerebbe di perdere un'occasione.

    per quanto riguarda la pigrizia del pubblico... non lo so. sono il primo a mettere paletti filosofici molto netti e molto duri, su quello che voglio fare e sul mio target. però, onestamente, a nessuno "serve" la musicologia. puoi ascoltarti un disco di jazz senza seguire un mio video sui giganti della chitarra jazz, o vivere senza conoscere emily ramler (ma se ti piace la chitarra jazz, e non la conosci, dai retta a me: vivi peggio! 😄 ).

    il mondo non crolla e alla gente, al 99%, non serve la musica per guadagnare di più. serve a scoprire nuove cose, a sognare, a dare qualità alla vita. se posso renderti il processo di scoperta più lieve strizzando l'occhio alla tua pigrizia... perchè no.


  • User

    poi, a parte (senò veniva una cosa in 15 volumi...), dirò due cose sulla confusione nella testa dei creator: ce n'è e molta. ma, se intendo quello che pensi, non è per i motivi che hai in testa.

    ci sono creator che iniziano pensando di fare milioni manipolando i vari algoritmi... e quelli sono un caso a parte.

    poi ci sono quelli che lo fanno per passione, o perchè si sono rotti di spiegare 800 volte la stessa cosa agli amici :d:

    per me, se una ricerca SEO mi dicesse che invece di fare, che ne so "copyright nella musica: cos'è, come funziona, e come impatta la tua vita" dovrei fare "il mistero della morte di jimi hendrix" o "pentatonalità nei primi 3 dischi dei police", allora forse ci penserei. se invece mi dicesse di fare "quel giorno che jim morrison cambiò la musica con un rutto!!!!UNOUNDICI!!!111" o altre schifezze che vedo avere una valangata di click, non me ne fregherebbe nulla. non ho dedicato la mia vita a qualcosa per farci due lire a forza di boutade da localini di quart'ordine e titoli clickbait. pazienza se il pubblico vuole (come voleva) quello. 🙂

    la confusione c'è, quindi, perchè non c'è trasparenza dall'altra parte.

    i social (e quindi youtube) sono un cartellone pubblicitario. tu hai mai sentito di uno che affitta i cartelloni pubblicitari senza che ti dica chiaramente che temi non vanno trattati, che se fai X ti tirano giù il cartellone, che se anche hai fatto tutto a stranorma di legge possono alzarsi la mattina e mandarti un copyright strike senza alcuna base, che il cartellone lo vedrà solo parte del pubblico a loro insindacabile giudizio e che tu non puoi sapere questo giudizio su cosa si basa, oggi?

    è ridicolo. il fatto che nessuno lo dica chiaramente, per me, indica solo quanto diamo per scontato il fatto che ci sarà sempre qualche cretino (io per primo) che ci intratterrà o ci informerà gratis, mettendo la sua professionalità al nostro servizio per un like ogni tanto ed un grazie quando proprio ci ricordiamo 🙂


    domenico.pacifico 1 Risposta
  • User Attivo

    @simonmas

    Non ti resta che testare ed analizzare gli analytics. Solo così possono crollare le leggende metropolitane e tu trovare la tua strada. Ma se non inizi a testare non vai da nessuna parte.

    Tieni presente che i test vanno fatti su numeri importanti altrimenti non hanno valore. Senza un minimo di investimento a meno che non fai cose eccelse è insispensabile. In nessun campo e in nessun mondo esistono attività iniziate senza un minimo di investimento.

    Dal mio punto di vista l'unico modo per testare la bontà dei tuoi contenuti è proporli ad un ampio e ben targetizzato pubblico attraverso gli ADS.

    Un ADS ben fatto serve a non farti perdere tempo, serve a farti correggere eventualmente rotta, ed eventualmente serve a farti abbandonare il progetto per poi magari costruirne un altro.

    Conclusione
    Le chiacchiere stanno a zero. Quello che contano sono i numeri. Comincia, analizza, e vedrai che troverai la tua strada.


    S 1 Risposta
  • User

    @domenico-pacifico gli ads, per farli, bisogna saperli settare. non si tratta di un investimento puramente economico, devi anche trovare qualcuno che te li fa in maniera tecnicamente giusta... o imparare a farlo da solo. e proprio non mi va di imparare una cosa del genere, l'ennesima competenza da mettere in curriculum.

    sinceramente, mi sorprende un po' il tuo tono... io non vendo chiacchere, non faccio contenuti coi piedi perchè "ho sentito che questo tira", non spero nella pietra filosofale che mi svolti la vita, non voglio essere rikkosubito, non ho intenzione di fare 3 milioni di euro all'ora andando da miocuggino pagandolo 2 centesimi, non disprezzo le abilità e professionalità altrui, e non mi sembra di aver scritto cose che possano far pensare questo.

    tutto quello che voglio, e l'ho scritto chiaramente, è contribuire con un contenuto che io voglio fare e che io ritengo di qualità, evitando, possibilmente, di ricevere zero visibilità per qualche virgola fuori posto, come succede grazie ad un sistema che, onestamente, disprezzo. e lo disprezzo non perchè sono il principino, ma perchè con me non funziona: gli algoritmi, puntualmente, mi riempiono di suggerimenti a dir poco strampalati. anche su youtube, per ogni video azzeccato ce ne sono 10 vomitevoli, con tutto che sono più che attivo con i dislike e con i "non mi piace questo video". evidentemente i miei gusti non contano.

    chiedo qui perchè qui c'è gente che, come te, è appassionata di seo: si possono avere certezze? se si, ottimo.

    se no, se tutto dipende, non sto a buttare tempo con ads (nota bene: tempo. non soldi). finchè mi divertirà fare contenuti ed avere zero visibilità, lo farò. quando mi scoccerò, alle brutte, inizierò a contattare giornali, riviste e rivistine dicendo: "ciao, ho fatto 365 puntate sulla storia dei beatles, che ne dite di farmi scrivere un articolo?" oppure "ciao, ho fatto un corso sulla storia della musica progressive in italia. vi va di instaurare una collaborazione?".

    ancora meglio, posso tirar via i corsi e metterli su skillshare, per esempio. 5 visualizzazioni al mese, su youtube, sono ridicole. su skillshare sono soldi. e ti assicuro che la roba che faccio non c'è, su quelle piattaforme.

    non è che butto il lavoro che faccio. lo faccio con piacere ed in questo campo il mio piacere deve venire prima di tutto, a prescindere da ads, seo, quello che tira, quello che vuole il pubblico e compagnia cantante. quando arriveranno i soldi, soldi seri, si pensa se è il caso di fare qualche compromesso ulteriore a quelli che ho già fatto. per ora, di soldi ne faccio molti di più e con molto meno sbattimento da altre 2 attività, quindi, per favore, non mi trattare come un ragazzino tutto fuffa che non sa cosa vuol dire progettualità e lavoro. forse fraintendo e sei solo sbrigativo, ma a leggere che "In nessun campo e in nessun mondo esistono attività iniziate senza un minimo di investimento", mi viene da pensare che hai preso la mia (voluta) ignoranza sul mondo SEO come un'ignoranza generale su quello che faccio 🙂


    MarcoCarovana domenico.pacifico 2 Risposte
  • User Attivo

    @simonmas ha detto in 1 canale per 2 lingue o 2 canali monolingua?:

    chiedo qui perchè qui c'è gente che, come te, è appassionata di seo: si possono avere certezze? se si, ottimo.

    @Simonmas tu fai sempre bene a chiedere. Siamo qui apposta. Se on sai fare ADS, tu continua a pubblicare video e a spingerli con il traffico organico. Vedrai che piano piano i dati necessari ad una valutazione chiara arriveranno.

    Le chiacchiere stanno a zero. Quello che contano sono i numeri. Comincia, analizza, e vedrai che troverai la tua strada.

    Esatto. Quindi rigirandoti il tuo stesso consiglio, prima di dire cosa funziona e cosa no solo in base a qualche tua teoria sulle intenzionalità del pubblico, prenditi anche tu il tempo di portare dati e info concrete. Altrimenti i nostri scambi di opinione in questo forum rischiano di diventare solo chicchere da bar. 😉


  • User Attivo

    @simonmas ha detto in 1 canale per 2 lingue o 2 canali monolingua?:

    gli ads, per farli, bisogna saperli settare. non si tratta di un investimento puramente economico, devi anche trovare qualcuno che te li fa in maniera tecnicamente giusta... o imparare a farlo da solo. e proprio non mi va di imparare una cosa del genere, l'ennesima competenza da mettere in curriculum.

    Hai mai visto qualcuno imparare a suonare senza studiare? Per essere su Youtube sono richieste determinate competenze. O le impari o le deleghi. Non ci sono altre strade. Se questo non ti piace probabilmente YouTube non fa per te. Magari su altre piattaforme sono richieste competenze che già hai. Spostati li.

    sinceramente, mi sorprende un po' il tuo tono... io non vendo chiacchere, non faccio contenuti coi piedi perchè "ho sentito che questo tira"

    Il termine chiacchiera è riferito a tutte le leggende metropolitane che circolano in rete. Non è riferito ad altro. Le mie sono chiacchiere, quelle di Mario Rossi sono chiacchiere. Bisogna dare valore a queste chiacchiere. In che modo? Con gli analytics.

    tutto quello che voglio, e l'ho scritto chiaramente, è contribuire con un contenuto che io voglio fare e che io ritengo di qualità, evitando, possibilmente, di ricevere zero visibilità per qualche virgola fuori posto, come succede grazie ad un sistema che, onestamente, disprezzo.

    Partendo dal presupposto che è il pubblico a decidere se il tuo è un buon prodotto o no, puoi fare anche il video più bello del mondo, ma se non è visto da nessuno non serve a nulla.

    Se vuoi stare seriamente su YouTube è necessario studiare e testare ma sopratutto è necessario NON dare colpe agli algoritmi e compagni bella. Gli algoritmi non sono tuoi nemici, sono tuoi amici a patto che tu li sappia gestire.

    chiedo qui perchè qui c'è gente che, come te, è appassionata di seo: si possono avere certezze? se si, ottimo.

    La SEO sopratutto su YouTube non è parole chiave. E' MOLTO di più. Per entrare in questa ottica potresti leggere tutti gli episodi della serie YouTubeSonoIO. Nel prossimo episodio entrerò maggiormente nel dettaglio sulla SEO su YouTube ma... tieni presente una cosa: l'unica certezza che esiste è che bisogna studiare e testare.

    ma a leggere che "In nessun campo e in nessun mondo esistono attività iniziate senza un minimo di investimento", mi viene da pensare che hai preso la mia (voluta) ignoranza sul mondo SEO come un'ignoranza generale su quello che faccio

    Anche sei fai il video più bello del mondo, la migliore SEO del mondo non è detto che il tuo video viene visto. Con miliardi di video online i fattori che determinano il successo di un video sono a decine. Più li conosci, più li studi, più li testi, più capisci come funziona il mondo di YouTube.


    S 1 Risposta
  • User

    @domenico-pacifico ha detto in 1 canale per 2 lingue o 2 canali monolingua?:

    Hai mai visto qualcuno imparare a suonare senza studiare? Per essere su Youtube sono richieste determinate competenze.

    perdonami, ma so per certo che saper fare una campagna pubblicitaria non è affatto una competenza madre per stare su youtube. magari, fino ad un certo punto, capire la seo (e fino a quel punto, forse a torto, penso di capirla), ma so per certo che almeno uno youtuber con milioni di iscritti, del mio campo, a tutt'oggi non fa pubblicità. zero. e lo so perchè con lui ci lavora un amico. quindi questo è certo. poi potrei portare altri esempi aneddotici.

    ma qua stiamo parlando d'altro. la questione era: ho video in 2 lingue. metto tutto da una parte? questo trascende dalla seo, dalle campagne pubblicitarie e da tutto. è un mero tecnicismo derivante da come hanno settato gli algoritmi quest'anno. magari oggi è in un modo, domani annunciano che è diverso. chi segue la seo per passione o per lavoro, magari sa dirmi che hanno dichiarato la cosa X, che risponde chiaramente alla domanda. o che lui fa così o cosà. il resto, sono elucubrazioni, come dici anche tu.

    Partendo dal presupposto che è il pubblico a decidere se il tuo è un buon prodotto o no

    anche qua dissento. ci sono dati oggettvi che mi dicono se un prodotto di divulgazione è buono: chi parla sa quello di cui sta parlando? si sente bene? si vede bene? se poi c'è anche un minimo di cura in più, allora il prodotto è buono. che il pubblico decida di premiarlo o meno è un altro discorso, ma non mi dirai, per esempio, che un harmony stampato su carta scadente ha lo stesso valore, come prodotto, del grande gatsy in edizione critica stampato su carta deluxe.

    ma se non è visto da nessuno non serve a nulla.

    qui, invece, siamo d'accordissimo. per quanto riguarda youtube, non serve a nulla. ma youtube non è il mondo, per un prodotto che fai per youtube. puoi benissimo riciclarlo in mille altri modi, se il prodotto è di qualità, e magari in un altro modo riuscirai ad incontrare il pubblico che ti ha snobbato altrove. se invece il prodotto non è di qualità... che vuoi riciclare?

    Gli algoritmi non sono tuoi nemici, sono tuoi amici a patto che tu li sappia gestire.

    sarà, ma i miei amici, solitamente, mi parlano chiaramente. si sa quello che vogliono, e magari non mi piace sentirmi fare delle richieste... ma non devo "testare". non mi affossano un contenuto con 1 visualizzazione al giorno, per 6 mesi e poi, booom, per caso propongono la roba a 1000 persone in 24 ore (com'è successo ieri, inspiegabilmente, con una puntata messa a febbraio. niente titolo clickbait, niente puntata super... boh. forse è per via del documentario dei beatles appena uscito, devo ancora vederlo, ma non è la prima volta che ste cose accadono. totalmente a caso). se per saper gestire una cosa devo studiarmela per mesi, per me non è "amica", anzi. è praticamente la mia definizione di mal di testa.

    l'unica certezza che esiste è che bisogna studiare e testare.

    e allora, scusami la domanda provocatoria: perchè non posso semplicemente fare come mi aggrada? e poi, alla fine di un anno dire: "vediamo, che è successo?" che senso ha, farlo prima, se non ho nulla da testare? se voglio fare una serie diversa da quella che ho fatto, i risultati che ho avuto finora lasciano il tempo che trovano.

    ripeto: io voglio solo capire se determinati fraintendimenti possano ledermi, non voglio fare trucchetti per raggiungere chissà che vanity metrics. per dire: dopo mesi in cui vedevo che determinati episodi avevano tantissime view e bassissima viewtime ho capito che scrivere PODCAST sulla cover del video non bastava, perchè youtube li proponeva a persone che si aspettavano materiale pirata: video di concerti, bootleg di registrazioni, eccetera. ovviamente, andavano a cliccare, e venivano delusi, lasciando subito il video. quindi youtube ha pensato che stessi truffando gli utenti (ci sarebbe molto da dire, ma vabbè). mi sono ricordato di una cosa che aveva detto giorgio sulla seo dei titoli ed ho rinominato TUTTI gli episodi mettendo "Podcast:" davanti a tutto. dopo un mesetto, youtube ha capito.

    ma, boh, a me pare una buffonata... appunto: il pubblico vuole roba piratata, tu youtube fai copyright strike anche sul fair use, e poi però "diamo al pubblico quello che vuole" e mi penalizzi perchè non sono un pirata? accidenti, che ipocrisia.


  • User Attivo

    @simonmas ha detto in 1 canale per 2 lingue o 2 canali monolingua?:

    sarà, ma i miei amici, solitamente, mi parlano chiaramente. si sa quello che vogliono, e magari non mi piace sentirmi fare delle richieste... ma non devo "testare".

    @Simonmas forse hai frainteso il mio esempio. Comunque, per il momento concentriamoci sul tuo problema dei sottotitoli (giusto per non fare confusione 😉 )

    Tu prova a fare un test: Metti i sottotitoli nei tuoi video per un pò (almeno 2-3 mesi), magari falli nella lingua per la quale (in base alle analytics) hai meno utenti. Ad esempio se la maggioranza sono italiani, falli in inglese. E poi vedi che succede.

    Tienici aggiornati, perchè potrebbero risultare info utili per tutta la community di connect. 🙂


    S 1 Risposta
  • User

    @marcocarovana ha detto in 1 canale per 2 lingue o 2 canali monolingua?:

    Tu prova a fare un test: Metti i sottotitoli nei tuoi video per un pò (almeno 2-3 mesi), magari falli nella lingua per la quale (in base alle analytics) hai meno utenti.

    ah, a questo non avevo pensato.... il che la dice lunga sul fatto che ho un modo di fruizione totalmente non tipico 😄

    comunque, tirando un po' le somme... penso che una volta finito il podcast, vedrò com'è la situazione in studio e capirò bene cosa fare, se puntare su una lingua o due e come. è banale dirlo, ma altri impegni, problemi di salute e soprattutto il fatto che da un mesetto sullo studio c'è gente che pare sgozzarsi a vicenda (urlando) un giorno si e l'altro no, potrebbero influenzare pesantemente le scelte, al di là di cosa sarebbe meglio fare.