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- Non comprate i linketti, bimbi...
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@kal ha detto in Non comprate i linketti, bimbi...:
Il tutto praticamente solo RIMUOVENDO una svalangata di linketti piazzati a pagamento (tra applicazione del rel nofollow/sponsored + aggiornamento del file Disavow).
Ciao Kal,
puoi darmi una delucidazione, hai contattato i siti che ti linkavano e gli hai fatto mettere il tag nofollow/sponsored?
1 Risposta -
@sermatica non l'ho fatto io nello specifico ma sì, per una buona metà dei link è stato così.
Per i siti per cui non è stato possibile si è andati di Disavow.
Una roba anche abbastanza semplice, il grosso del lavoro è stato fatto in fase di studio per capire quali erano link buoni (forse l'1% nel caso specifico ad essere generosi) e quali i link prezzolati.
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Piccolo teaser del mio intervento al Search Marketing Connect di venerdì 3 dicembre...
Il primo che indovina cosa sono i pallini verdi e quelli rossi vince una citazione live!
2 Risposte -
@kal MALEDETTO
1 Risposta -
@giorgiotave ha detto in Non comprate i linketti, bimbi...:
@kal MALEDETTO
Naturalmente io non dico nulla di nulla, LO DOVETE SEGUIRE PER FORZA.
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@kal ha detto in Non comprate i linketti, bimbi...:
una buona analisi delle parole chiave (incentrata sugli intenti di ricerca)
un'architettura del contenuto efficace
una buona strategia di contenuto
un buon contenutoQuesta discussione è ritornata a galla, e devo dire che il 99% dei ragionamenti fatti "non comprate linketti" e strategia suggerita di conseguenza, potrebbe essere trasposta in ambito email marketing come "non comprate liste" e di conseguenza coro di "eh ma come fai?" e risposta
- analisi
- strategia
- contenuto
- verifica
"Eh, ma ci vuole fatica e tempo". Eh, beh, sì. Come in tutto.
1 Risposta -
@amorloi ha detto in Non comprate i linketti, bimbi...:
"non comprate liste"
Eh sì. Non sono specialista di mail marketing, ma ad occhio comprare liste è la strada più breve per farsi bannare il server di invio (o al meglio a non vederne consegnata manco una).
Anche perché i provider ci mettono 3 nanosecondi a capire che stai utilizzando la solita lista svenduta ai 4 venti.
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Ciao Martino,
i pallini verdi sono i siti della PBN.
I pallini rossi sono i siti che hanno fatto link Building.P.s.
Ok lo ammetto sono al Search Connect...
2 Risposte -
@sermatica grande!
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@sermatica ha detto in Non comprate i linketti, bimbi...:
Ciao Martino,
i pallini verdi sono i siti della PBN.
I pallini rossi sono i siti che hanno fatto link Building.P.s.
Ok lo ammetto sono al Search Connect...HAHAHAH
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Devo dire che questa è per me una delle discussioni più utili sul forum, e le varie risposte date da esperienze diverse sono preziose. La rileggo spesso.
Non avendo ancora abbonamenti ai tools utilizzati da molti di voi ed avendo diversi domini esteri sto provando Seranking e oltre ai miei siti sono andato a vedere cosa fanno altre aziende e ovviamente sono andato a vedere i loro backlinks. In un settore molto marginale, dedicato al B2B ho visto che in effetti i backlink di un sito anche se pochi raccontano molte storie, si vedono i link acquistati (e se lo capisco io figuriamoci G) ma soprattutto come dice Kal si vedono le campagne.
Però ho anche visto che ci sono molti backlink "involontari" che hanno più che un senso. Anzi.
Sopratutto cataloghi PDF e schede tecniche contenenti link al proprio sito caricati su piattaforme condivise, presentazioni Powerpoint di eventi/aziende/prodotti che hanno un link, piccoli tutorial, etc...
Contenuti sparsi che non sono acquisti di link ma sono condivisione di risorse. Lo scopo di condividere pdf aziendali può essere ad esempio quello di mandare mail più leggere evitando l'invio di allegati o l'archiviazione ripetuta di allegati identici nel costoso spazio cloud dei Crm. La creazione del backlink non era lo scopo.
Evitando di "creare uno schema" può essere un metodo alternativo, ammetto che non ci avevo pensato anche se adesso che lo so ho scoperto che dietro già ci vive un mondo.
1 Risposta -
@simoneflo ottima osservazione questa sui PDF!!
Ricordiamoci che Google ha confermato che i link nei PDF passano Pagerank:
In effetti i PDF si prestano bene ad essere distribuiti in modo "caotico" come descrivi... e finiscono per diventare fonte di backlink una volta che vengono pubblicati online. Un'ottima strategia di link building basata sul contenuto e 100% "sicura"!
Ovviamente nei PDF ci deve essere contenuto buono e non fuffa, l'obiettivo dovrebbe essere quello di farli pubblicare spontaneamente a terzi!
Nel momento in cui fai una "campagna di link building" basata sui PDF siamo punto e d'accapo
Non è il formato il punto della questione: è la strategia di distribuzione.
Una strategia prezzolata è visibilissima.
1 Risposta -
@kal ha detto in Non comprate i linketti, bimbi...:
Non è il formato il punto della questione: è la strategia di distribuzione.
Condivido appieno!
Pensate che questa dei PDF la porto in giro da più di 15 anni con il caso di studio del venditore di bulloni Oppo, che nei primi anni 2000 fino al 2015 circa è rimasto posizionato perché aveva dei gran PDF, fatti per il proprio pubblico e condivisi ovunque.
Io spiego questa cosa con la distribuzione dei link, facendo finta che la tipologia di siti siano le nazioni e che tutte le tipologie di siti siano il mondo. Puoi fare tutti gli article marketing che vuoi, ma sempre in una nazione rimani.
Ci dovrei fare un video pubblico
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Mi immetto in quest discussione
riportando il link di Marie Haynes
https://www.mariehaynes.com/disavow-blacklist-tool/Lei vendeva una lista, sempre aggiornata, di siti che rilasciavano link tossici.
Ha smesso di venderla
notando che il lavoro di Disavow che faceva, con buoni risultati, in passato
oggi non era più così efficace.In pratica negli anni passati, il lavoro di disavow gli portava notevoli vantaggi.
Ora non più.La conclusione a cui giunge, è che il machine learning di Google sia arrivato ad un grado abbastanza avanzato nel riconoscimento automatico di quali link siano buoni e quali siano cattivi.
In soldoni conferma quello che si è scritto sopra, "Non comprate linketti, bimbi..." che Google se ne accorge e nella migliore delle ipotesi li ignora...
2 Risposte -
@luca ha detto in Non comprate i linketti, bimbi...:
La conclusione a cui giunge, è che il machine learning di Google sia arrivato ad un grado abbastanza avanzato nel riconoscimento automatico di quali link siano buoni e quali siano cattivi.
Io al Search Marketing Connect del 2015 dissi proprio questa cosa. E nel 2018 qui possiamo vedere come hanno iniziato a farlo con i comunicati stampa.
Quindi stiamo ipotizzando che siamo davvero arrivati a questo livello? Sarebbe veramente figo
1 Risposta -
@luca ha detto in Non comprate i linketti, bimbi...:
In soldoni conferma quello che si è scritto sopra, "Non comprate linketti, bimbi..." che Google se ne accorge e nella migliore delle ipotesi li ignora...
@giorgiotave ha detto in Non comprate i linketti, bimbi...:
Quindi stiamo ipotizzando che siamo davvero arrivati a questo livello? Sarebbe veramente figo
Sì, ma secondo me non è davvero così strano.
Voglio dire, i siti che facevano linketti a pagamento li ho sgamati io partendo da un seed (il sito di cui ho fatto l'analisi che ha dato l'avvio al topic).
E l'ho fatto con strumenti AMATORIALI e una mappa parziale del link graph... eppure sono stato in grado di visualizzare in modo lampante i siti che facevano link building sulla PBN.
Google ha la mappa del link graph dell'intera internet... oltre ai migliori ingegneri del software.
Sarebbe davvero strano se non avessero realizzato (da tempo) una cosa davvero efficace.
1 Risposta -
@giorgiotave ha detto in Non comprate i linketti, bimbi...:
Quindi stiamo ipotizzando che siamo davvero arrivati a questo livello? Sarebbe veramente figo
L'articolo che ho linkato è abbastanza dettagliato e riporta la sua esperienza (di Maria Haynes) in merito.
Esperienza tra l'altro molto lunga.
E di fatto sostiene questo.Dice che se i tool classici, beccano già delle anomalie sui link, probabilmente sono già ignorati da Google.
Quello che io personalmente temo del machine learning poi sono i falsi positivi e i falsi negativi...
1 Risposta -
@luca ha detto in Non comprate i linketti, bimbi...:
Quello che io personalmente temo del machine learning poi sono i falsi positivi e i falsi negativi...
Sì, sono cose che possono capitare con i classificatori ML.
Ma è anche vero che succede solo ai siti che sono "sul confine" del classificatore, a quelli non proprio sporchi ma nemmeno del tutto puliti.
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@kal ha detto in Non comprate i linketti, bimbi...:
Sì, ma secondo me non è davvero così strano.
No certo!
@luca ha detto in Non comprate i linketti, bimbi...:
Dice che se i tool classici, beccano già delle anomalie sui link, probabilmente sono già ignorati da Google.
Ora me lo leggo, grazie!
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@luca ha detto in Non comprate i linketti, bimbi...:
Dice che se i tool classici, beccano già delle anomalie sui link, probabilmente sono già ignorati da Google.
Piccolo intervento qui, per dire che sto facendo lo stesso lavoro su 2 siti web.
Ecco i due diversi casi.
Primo sito
Il primo non ha mai avuto penalizzazioni o cali, ma solo alcune pagine che non si posizionano bene.
Ottiene molti link da PBN "di largo consumo". Altri link da riviste, invece, sono stati lasciati.
Totale link: 453, di cui mantenuti come buoni 151 e 312 in disavow.Secondo sito
Sito web con link building fatta con molta PBN.
Sto facendo un test.
213 link totali. 136 in disavow, mantenuti 77.
In base ai segnali che otterrò, valuterò il disavow di altri 49 link, mantenendone solo 28.
D'accordo con il cliente, non procedo alla rimozione fisica dei link, ma solo al disavow.Se il caso interessa, seguiranno aggiornamenti.
@kal che tool hai usato per controllare le reti sui link in uscita dei vari siti? Ho letto Sistrix, ma non conosco questo brand. Se potessi dirmi il nome esatto del tool te ne sarei grato.
1 Risposta