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Il mio piccolo contributo.
Come già da tempo sdoganato, il copiare è parte integrante delle opere creative (cito Kleon con "Steal like and Artist" solo per citarne uno molto famoso che ne ha parlato).
Io credo che se accettiamo in modo esplicito che una copia possa essere fatta, allora eviteremmo il furto.
Spiego il mio punto di vista con i termini furto e copia:
- Un contenuto è rubato (furto) quando non aggiunge niente di nuovo al contenuto originale E non cita la fonte.
- Un contenuto è copiato quando si basa su altri contenuti e ne rielabora il contesto, il messaggio, lo manipola, lo traduce, lo aggrega ad altri contenuti, etc.
Nel manifesto mi piacerebbe che questa cosa fosse chiara, se siete d'accordo con me.
La copia e rielaborazione dei contenuti è accettabile e incoraggiata, fintanto che il contenuto risultante sia sostanzialmente diverso e/o arricchito rispetto all'originale.
Poi magari pensiamo a come includere le citazioni, magari tirando in ballo anche creative commons e altri copyright che invogliano alla condivisione.
1 Risposta -
@giorgiotave complimenti per l'iniziativa è un ottima idea.
Il pensiero di cosa vuol dire citare la fonte, non da un punto di vista legale, ma morale o di convivenza umana rientra nel rispetto fra persone e professionisti.
In sintesi penso che citare la fonte vuol dire vuol dire rispettare gli altri e chiedere lo stesso rispetto.
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@giorgiotave ottima iniziativa. Ne servono a palate.
Per quanto se ne parli il fenomeno del furto è una costante, a tutti i livelli.
Aggiungo volentieri a questa lista qualche spunto che sono solito sottolineare, ahinoi, con una certa frequenza.
Il mio raggio d'azione verte più sul segmento della comunicazione visiva, sarà subito chiaro-
Il "copia-incolla" è di per sé vietato a prescindere, è cosa nota.
Anche e soprattutto in assenza di specifiche nella pagina in merito alla distribuzione dei contenuti ospitati.
La citazione di un passaggio può essere accettabile purché la citazione sia tale. Ovvero: limitata ad un passaggio (ad esempio una frase, con link di approfondimento alla pubblicazione originale), incapsulata negli indicatori del caso (le "virgolette") e affiancata dalla menzione dell'autore.
Nota bene: alla luce della volontaria ignoranza delle masse, degli addetti di settore e degli editori in generale che sono soliti violare il diritto d'autore, è buona norma, in ogni caso, descrivere, in evidenza (nel footer oppure altrove) il principio sulla proprietà intellettuale e il divieto del caso. Sarebbe superfluo ma tra distillato d'ignoranza e analfabetismo funzionale è necessario "proteggersi" in tutti i modi possibili. -
Necessario sottolineare quanto la citazione delle fonti NON è un alibi e non basta.
La cattiva prassi del caso non coinvolge solo articoli, frasi e aforismi ma si estende notevolmente anche a: creatività, meme e persino risorse free in distribuzione gratuita online. Il tema riguarda anche la piaga del freebooting ed è di gran lunga più estesa di quanto non si creda.
Cito un esempio assai comune: pagina facebook, account twitter o profilo LinkedIn che scarica sul proprio device soggetti creativi (immagini, gif o microvideo) e li ripubblica all'interno del proprio canale demandando la segnalazione dell'autore originale ad una stringa di testo con o senza menzione.
Tale pratica è totalmente disonesta e priva l'autore originale di visibilità, assorbita totalmente dal canale di turno che, senza realizzare nulla, applica questo pessimo "modello" editoriale accumulando visibilità su ogni autore che subisce il furto e, l'amaro in fondo, arriva poi a monetizzare l'accumulo del seguito di quel canale.
Altro esempio troppo diffuso: le gallery/showreel, in formato foto o video, con estratti di realizzazioni altrui e la scusante del classico "i migliori 10 artisti..." -
Il Manifesto dovrebbe specificare (insegnare) a tutti gli utenti un principio fondamentale: ogni social, ormai, possiede strumenti dedicati alla condivisione dei contenuti che non privano gli autori della proprietà intellettuale e non violano le regole di quella piattaforma. Dalle funzioni "embed" ai widget di piattaforma, dall'aggregazione dei feed ai social wall, fino alla menzione di passaggi di testo specifici (vedi Medium).
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I doveri degli utenti. Specificherei tali doveri. Ciascun utente deve educare sé stesso a segnalare le violazioni del caso con gli strumenti a disposizione. Le piattaforme che ospitano contenuti pirata e abusi hanno colpa a metà: non possono intercettare o comprende ogni violazione. Dunque, ove termina il "presupposto etico" del singolo (per ignoranza o malafede) inizia il dovere degli utenti. Ciascun utente deve evitare ogni piattaforma che offre contenuti senza licenze specifiche per ciascuna risorsa, sottolineando adeguatamente la differenza (ed i limiti) tra i tipi di licenza: uso personale, standard, estesa, commerciale, eccetera.
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Freebooting, significa anche interpretare arbitrariamente le licenze d'uso sui contenuti creativi, appropriarsi indebitamente di permessi arbitrari spacciandoli per "fair use" e monetizzare i canali che ospitano tali contenuti. Una sezione utile nel Manifesto sarebbe quella che descrive i "modelli economici" dietro tutte le violazioni (sia quelle "dirette", come la monetizzazione di un contenuto che ne ospita altri senza licenza, sia quella "indirette" che non monetizzano il contenuto in sé ma il canale che li ospita).
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Altra sezione opportuna del Manifesto, infine, è quella che riguarda gli strumenti di protezione. Nel video di Giorgio è menzionato Product Hunt, per esempio, ma gli strumenti di verifica e controllo sono davvero tanti, tutti a disposizione degli autori e vanno elencati in modo che sia i creators sia gli utenti che notino "stranezze" durante la navigazione, possano sfruttarli a dovere, educando sé stessi e gli altri sul tema. Dalla ricerca per campione immagine di Google all'equivalente su Pinterest, fino ai protocolli più recenti che hanno già iniziato a muoversi in questo sensi (vedi Adobe CAI, Crypto Arts e Blockchain eccetera).
Son stato prolisso, chiedo scusa. Ma l'argomento è tosto, variegato e complesso.
Spero che le mie suggestioni possano servire allo sviluppo degli argomenti
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@g-lanzi ha detto in Un Manifesto Etico per i Creatori di Contenuti:
Un contenuto è rubato (furto) quando non aggiunge niente di nuovo al contenuto originale E non cita la fonte.
Un contenuto è copiato quando si basa su altri contenuti e ne rielabora il contesto, il messaggio, lo manipola, lo traduce, lo aggrega ad altri contenuti, etc.
Poi magari pensiamo a come includere le citazioni, magari tirando in ballo anche creative commons e altri copyright che invogliano alla condivisione.Punto di vista interessante ma... se un contenuto è protetto da COPYRIGHT trattasi sempre di furto di opera - totale o parziale che sia. Non è che se citi sei autorizzato a prendere un contenuto e farne ciò che vuoi. Anche se citi il creator, devi essere autorizzato per poter prendere il contenuto. Se non sei autorizzato e citi, trattasi sempre di furto di opera.
Ovviamente non sono da considerarsi quei casi dove ESPLICITAMENTE si ha la dicitura: "Il riutilizzo del contenuto è consentito esclusivamente se si cita la fonte".
Ecco, anche tutto ciò che ho detto dovrebbe essere estremamente chiaro nel manifesto.
1 Risposta -
@domenico-pacifico
Concordo.Inoltre non sarebbe male, forse, specificare cosa intendiamo nel manifesto con copia di un contenuto, e sottolineerei la differenza tra contenuto copiato, basato su (che parta un contenuto e ne genera un altro approfondendolo o analizzandolo da un altro punto di vista) e ispirato (che parte dall'idea alla base di un contenuto per reinterpretarla).
Anche queste definizioni andrebbero specificate insieme e dichiarate per avere un vocabolario condiviso.
1 Risposta -
Ho visto ora il video, ok, credo di aver capito il senso, e aggiungo anche una seconda domanda, qual'è il limite delle citazioni? Cioè, se conosco un argomento e ne voglio creare un contenuto devo averlo studiato da qualche parte negli anni passati, mettere tutte le fonti su cui ho studiato per esempio a come programmare diventa molto diffcile considerando la mole di articoli e non solo letti nel tempo, quindi comunque ci deve essere un limite, non so se mi sono spiegato.
Il discorso cambia se devo preparare un contenuto su un argomento che non ricordo bene e quindi mi faccio un ripasso sulle novità allora ho modo di scegliere le fonti migliori e citare quelle (anche qui, citare tutto non ha senso, meglio citare le fonti migliori, quelle che veramente mi hanno insegnato qualcosa), questa è una cosa che già faccio con i miei video.
1 Risposta -
In merito al vocabolario... direi che esiste già. Basta trovare le parole e decidere quali trattare. E da qui mi collego al fatto che bisogna anche decidere se il manifesto debba contenere informazioni di carattere legale della serie... se violi questo rischi questo.
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qual'è il limite delle citazioni?
La citazione non può essere utilizzata come scusa per utilizzare/rielaborare un contenuto altrui senza autorizzazione.
Credo anche si debba far chiarezza sulla citazione: un conto è citare per una frase, uno studio altrui ecc... un conto è citare perché si è presa pari pari un'opera - intera o parziale poco importa. Sono due cose ben diverse. Gli esempi che hai fatto tu mi sembrano le classiche citazioni che si trovano nei libri.
Diversi uffici del turismo nel mondo hanno preso di sana pianta i miei contenuti e li hanno riutilizzati a loro piacimento. Mi hanno sì citato - non potevano fare diversamente visto il watermark sull'opera - ma SENZA AUTORIZZAZIONE. Come vedi in questo caso la citazione è riferita ad un opera completa presa e riutilizzata con citazione. Ho fatto rimuovere tutto a tutti: il fatto che citi non ti mette al di sopra della legge. Questa cosa deve essere ben chiara.
In merito credo sia necessario includere nel manifesto che ciò che verrà scritto sarà valido non solo per chi crea contenuti, ma anche per tutti quelli che hanno bisogno di UTILIZZARE i contenuti.
Intanto la legge... UFFICIO BREVETTI
2 Risposte -
@domenico-pacifico ha detto in Un Manifesto Etico per i Creatori di Contenuti:
Credo anche si debba far chiarezza sulla citazione: un conto è citare per una frase, uno studio altrui ecc... un conto è citare perché si è presa pari pari un'opera - intera o parziale poco importa. Sono due cose ben diverse. Gli esempi che hai fatto tu mi sembrano le classiche citazioni che si trovano nei libri.
Mi riferivo a questo tipo di cose quando parlavo di vocabolario comune. Definirei cosa consideriamo "citazione", cosa "copia" e cosa "rielaborazione", così poi abbiamo un terreno comune ben definito e dichiarato nel manifesto.
Entrano in gioco diverse variabili: l'intento (apparente) del riutilizzo del materiale altrui e la percentuale di contenuto non originale che si utilizza, solo per citarne due.
(Stiamo mettendo in moto una macchina complessissima, me lo sento... )
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@domenico-pacifico ha detto in Un Manifesto Etico per i Creatori di Contenuti:
La citazione non può essere utilizzata come scusa per utilizzare/rielaborare un contenuto altrui senza autorizzazione.
E perché non posso rielaborare?
Rielaborare non vuol dire copiare pari pari.
Il progresso è la rielaborazione di idee e concetti in modi diversi.
E per quanto riguarda il riutilizzo in toto o in parte non ci sarebbe neanche bisogno di un manifesto poiché esistono le licenze per questo.
Concordo con @g-lanzi dove parla di vocabolario comune.
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Oggi citare le fonti con un link diretto conviene perchè google ads apre un banner.
Ma conviene anche perchè può essere l'occasione per entrare in contatto con altri autori.
Però, io come infermiere che scrivo di assistenza ad un paziente con una malattia è ovvio che il mio scritto nasce da un percorso formativo specifico e da opportunità che la mia azienda sanitaria mi offre.
Se come infermiere invece scrivo di una malattia, ad es. della varicella da un punto di vista di segni e sintomi, di citazioni ne devo scrivere molte, ma la rielaborazione la stò facendo perchè punto ad un target specifico che sono gli infermieri.Quando invece è un filosofo, esperto di contenuti che scrive di una malattia o ci fa un sito dedicato, quanto deve citare? Ovviamente non sta "rubando nulla" la chiamiamo divulgazione scientifica e mentre nel copia incolla della ultima notizia la news la chiamiamo giornalismo.
Poi ci sono i siti spazzatura, che fanno titoli clickbaiting e dentro non c'è nulla, articoli che piacciono tanto a discover e lo fanno anche grandi giornali che non ti fanno vedere nulla se non paghi.
Il punto non credo sia cosa fanno gli altri, ma cosa voglio fare io, come voglio essere io davanti ai miei lettori e alle persone che mi hanno aiutato nella mia creazione, facendo esse una parte del lavoro e quindi credo che meritino il mio rispetto e la mia citazione.
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@giorgiotave bella idea! Per evitare di TUTELARE o ACCUSARE, basta semplicemente INFORMARE. "Citare la fonte sempre e comunque." potrebbe già essere un bel testo per un Manifesto, senza aggiungere granché altro
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@giorgiotave ha detto in Un Manifesto Etico per i Creatori di Contenuti:
credo che sia necessario fare qualcosa per:
- il copia incolla
- la non citazione delle fonti
- il freebooting
- chi pensa di rielaborare il contenuto e non citare mai
- tanto altro
"Perché non scriviamo il manifesto etico del blogger o del Content creator in generale!"
Credo proprio che bisogni prima fare una bella lista di cose da inserire dentro e poi raggrupparle per tipologia.
Oltre ai consigli di g.lanzi (da discutere insieme) e Artlandis, in aggiunta, inserirei:
- Il clickbaiting
- Come redigere una sitografia
- Come comportarsi in presenza di Copyright (come fa notare Domenico)
Personalmente non credo sia il caso di dare un tono legale al trattato (o almeno questo mi sembra di aver capito) né tantomeno burocratico (sul numero di citazioni minime).
Inoltre posso aiutare con una bozza di struttura della forma finale (per fortuna qua abbiamo un sacco di copywriter…):
Un Manifesto Etico per i Creatori di Contenuti
INTRODUZIONE
- Descrizione delle motivazioni (il perché di questa iniziativa)
- Descrizione degli obiettivi (dove si vuole arrivare)
- Descrizione delle modalità di intervento (come viene espresso)
I PUNTI DEL MANIFESTO
- Pto 1 (descrizione del problema, comportamento da seguire, vantaggi ottenuti)
- Pto 2
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PER TUTTI I CREATORI DI CONTENUTI
- Chiosa finale
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Mi sto prendendo giorni per meditare anche io, vi leggo, vi seguo, ma volevo formalizzare un pensiero e al momento sono molto combattuta sui toni, personalmente.
1 Risposta -
@rossella-pivanti ha detto in Un Manifesto Etico per i Creatori di Contenuti:
Mi sto prendendo giorni per meditare anche io, vi leggo, vi seguo, ma volevo formalizzare un pensiero e al momento sono molto combattuta sui toni, personalmente.
Stessa condizione. Non c'è fretta. Io appena ho 2 ore mi metto a riflettere e vi faccio delle proposte
Ho delle idee, ma devono arrivarmi più chiare
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Penso che il tono che mi piacerebbe dovrebbe essere tutto improntato sulla parola “Preferisco” (citare le fonti, i meriti altrui, le collaborazioni e le sponsorizzazioni... la trasparenza, l’onestà). Sono fuori strada?
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Personalmente ho una formazione scientifica, per cui per me riportare le fonti da cui prendo ispirazione e materiale è un must.
Qui però mi si pongono alcuni problemi:
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come citare?
Ovvero in questo caso è.. come inserire senza magari diluire il contenuto da dove ho preso l'idea/immagine. A questo quesito di solito preferisco una prefazione veloce dicendo dove ho messo tutti i link e una sorta di "bibliografia" di tutto il materiale usato. Perché il problema è minore e inesistente se si va a vedere una singola citazione/ispirazione, ma se si prendono diversi "spunti", ecco che la suddetta bibliografia potrebbe addirittura soffocare il contenuto che si è portato -
come si individua la fonte della fonte?
È da notare che non in tutti gli ambiti si ha una catalogazione come nell'ambito scientifico, dove semplicemente si hanno archivi da.consultare. Questo potrà non sembrare un problema per chi sfrutta qualcosa di strutturato, per cui può individuare univocamente chi ha portato il modello iniziale e poi si è andato a cascata. Ma cosa.fare quando si trova una idea o uno spezzone interessante, si decide di riportare quello perché è da dove è nata l'idea, ma in realtà quella stessa era derivata? E se la catena è particolarmente lunga... Come risalire alla fonte prima? Fino a che punto è lecito e quando diventa masochista e inutile andare oltre? Perché, chiamatemi.pure pigro, ma la ricerca potrebbe risultare infruttuosa o superare di gran lunga l'utilità che il pezzo contenuto abbia. Ovviamente sto in parte esagerando. Ma pensando al modellismo nel mio caso, tra opere cartacee e opere digitali, con l'aggiunta di tecniche che praticamente sono il fondamento base... Può diventare ostico. -
problema copyright
Qui il problema sopraggiunge nel voler usare del materiale e riuscire a contattare e ricevere risposta, oltre.che individuare il possessore.
Faccio un esempio con dei miei video:
Questi due video (stesso.in lingua diversa) mi hanno richiesto di utilizzare delle immagini provenienti da articoli scientifici, quindi mi sono messo ad andare a risalire e contattare gli autori delle pubblicazioni originali. Sono riuscito a contattare ed avere risposta da tutti, tranne che dalla Sovrintendenza del Louvre per una immagine, e questo perché sapevo dove cercare i riferimenti e recapiti in giro scientifico. Se però dovessi utilizzare una immagine altra, non legata a questo tipo di contesto, non riuscirei ad andare così a fondo necessariamente.
E sempre per questo video ho citato un approfondimento e messo.in descrizione anche i video specifici nella relativa.lingia, di due canali diversi.
Questo è quanto riesco a fare al meglio per citare. Per quanto però io voglia creare essere certo di portare questo tipo di filosofia ogni volta, sarà impossibile.
A questo riguardo.porto un altro esempio:
In questo video ad esempio utilizzo una tecnica che ho visto altrove, ma non ricordo dove, e anche cercando non sono riuscito a trovare il video che mi aveva dato ispirazione, né chi ha usato la tecnica per la prima volta. Quindi che fare? Qui ho semplicemente detto di avere preso spunto da un altro autore che ho smarrito come fonte, quindi non attribuendomi il merito, ma l'idea del video rimane valida.
Ad esempio nello step successivo
Ho realizzato.ricerche, ma non ho trovato.nessuno che usasse quel dettaglio specifico per il.doppio.sistema e quindi mi sono attribuito l'idea. Posso essere certo che non sia venuto in mente ad altri prima? no, ma di nuovo, fino a che punto si deve ricercare?Sempre a tema di idee originali:
Questo è un video stupido. Fatto per portare un focus sull'utilizzo di un materiale... E per i miei standard, è un video esploso (è il video più visti del canale, ma solo in italiano...). Ma è un video in cui riporto trick che possono essere comuni, per questo video non mi sono preoccupato di citare nessuno, avevo fatto una ricerca veloce all'epoca na non avevo trovato nulla. Se non che.. cercando qualche mese fa, ho scoperto molti video con lo stesso tema più vecchi del mio e quindi avrei dovuto citarli, ma all'epoca non li ho trovati e non li conoscevo.
A questo punto si potrà dire: metti in descrizione quei video. E qui viene però il mio dubbio: io non ho usato quei video come riferimento, è corretto assegnare loro un ruolo di influenza se non lo hanno avuto?Ok, come Al solito ho scritto una enciclopedia. Per chiunque sia arrivato fino alla fine.
Un manifesto è senza dubbio indispensabile, è corretto citare chi ci ha ispirato o la fonte del materiale utilizzato, a mio modo di vedere è qualcosa di basilare.Ma ci sono problematiche intrinseche che andrebbero chiarite. Vuoi perché siamo italiani e "fatta la legge, trovato l'inganno", vuoi perché non sempre è una questione di ambito professionale; lo sforzo per le fonti ci deve essere, ma allo stesso tempo non dovrebbe superare determinati parametri. Nel primo esempio fatto, create quel modello mi ha richiesto settimane, ma quando ho trovato le immagini, per riuscire a risalire ai contatti e ottenere risposta (dal Louvre ancora nessuna) comunque sono trascorse 2 settimane.
Nel mio caso specifico potevi permettermi di aspettare (solo per fare il rendering di quei due video ci sono voluti due giorni). Ma questo non è qualcosa che potrei applicare ogni volta. E stiamo parlando del mio caso dove sapevo esattamente come e dove cercare e che non avevo particolare fretta.
Se si è più alle strette invece?Servirebbero database specializzati.
Posso capire che si possa andare a dire: "Se sai chi è la fonte sei tenuto a citarla" e "se il testo è uguale, hai copiato per certo". Il problema è che: ne siamo certi? Qui, come avvocato del diavolo, siamo sempre sicuri che la fonte usata non sia terza o quarta? Qui si potrebbe obbiettare che si può riportare comunque la fonte in questione e creare catena man mano. Di nuovo, senza un reale riferimento univoco, magari prese da fonti dubbie, dove arriva il limite?
Ovviamente ci sono casi di convergenze di idee, in quel caso sarebbe diverso da immagini e testi riportati ma riferiti a se stessi.
Con questo flusso di pensieri ho espresso i miei dubbi, non contro un eventuale manifesto, anzi, per cercare di capire meglio quali strumenti un manifesto dovrebbe sfruttare.
Siamo nell'era digitale. Possiamo prendere a riferimento il manifesto degli illuminati, ma non dobbiamo dimenticare i numeri e la complessità dei tempi in cui viviamo. La bibliografia è sempre esistita ed è essenziale, ma chi citare, dove citare e come citare è ancora un grattacapo anche nei settori in cui è maggiormente dedicata, per cui sono punti , a mio avviso, da considerarsi.Scusate^^
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Io inizierei a fare distinzione fra idea e implementazione.
Le idee non possono e non devono essere coperte da copyright, citare la fonte dell'idea è solo un atto di cortesia.
Quello su cui mi concentrerei per questo manifesto è sulla implementazione.
1 Risposta -
@overclokk ti ricordo che ci sono interi imperi e società basati proprio sul brevettare un'idea. Tant'è che si brevettano marchi e anche frasi, oltre che concept di funzionamento di dispositivi, anche se questi non vengono poi realizzati. Quindi l'idea è importante, non si può snobbare.
Ti porto un esempio del mio settore:
Anni fa, la Games Workshop (la più grossa società di modellismo, abbreviato GW), causa il suo amministratore dell'epoca, aveva intrapreso una aggressiva politica di protezione, scatenando avvocati verso qualunque cosa fosse vagamente associata al marchio, creando una pioggia di "Cease and Desist" che ha colpito società minori di miniature (alcune a ragione), ma anche forum che trattavano dell'argomento.
Fino ad arrivare a un caso epocale: space marines.
Dovete sapere che lo space marines è praticamente il fondamento della società, rappresentato da una vasta gamma di modelli che costituivano all'epoca il 50-60% del fatturato. Potresti chiedermi e quindi?
Beh, la GW dell'epoca voleva il controllo delle parole space marines, quindi qualunque marine spaziale, tanto è che il caso Cloud è stato quando ha citato in giudizio un autore minore per un suo libro che usava la parola space marine pur se basato su un concetto diverso da quello di GW. La cosa è stata tanto seria che ha dovuto fare una raccolta fondi per affrontare la causa legale. Quindi puoi dirti che una cosa simile non poteva funzionare e che avrebbe perso in tribunale, ma ora la domanda: micro realtà si possono permettere di affrontare simili atti di forza?
Ah, ovviamente poi la bolla è scoppiata ed è vietato dichiarato che non si poteva detenere il possesso di parole comuni, ma solo del concept specifico creato.Più recente c'è stato il caso della Apple che ha fatto causa a una società per fare loro cambiare il logo di banana perché troppo somigliante come concetto a quello della mela come stile grafico...
Per cui parlare di idee da citare è importante, ma non si deve sottovalutare il problema del copyright o dei concept.
1 Risposta -
@deynon Allora bisogna prima definire cosa intendiamo per idea, il concept per me è già l'implementazione dell'idea.
E i più forti (chi ha più risorse) vinceranno sempre sui più deboli (chi ha meno risorse).
1 Risposta