• Moderatore

    @domenico-pacifico ha detto in Un Manifesto Etico per i Creatori di Contenuti:

    Credo anche si debba far chiarezza sulla citazione: un conto è citare per una frase, uno studio altrui ecc... un conto è citare perché si è presa pari pari un'opera - intera o parziale poco importa. Sono due cose ben diverse. Gli esempi che hai fatto tu mi sembrano le classiche citazioni che si trovano nei libri.

    Mi riferivo a questo tipo di cose quando parlavo di vocabolario comune. Definirei cosa consideriamo "citazione", cosa "copia" e cosa "rielaborazione", così poi abbiamo un terreno comune ben definito e dichiarato nel manifesto.

    Entrano in gioco diverse variabili: l'intento (apparente) del riutilizzo del materiale altrui e la percentuale di contenuto non originale che si utilizza, solo per citarne due.

    (Stiamo mettendo in moto una macchina complessissima, me lo sento... 😅)


  • Moderatore

    @domenico-pacifico ha detto in Un Manifesto Etico per i Creatori di Contenuti:

    La citazione non può essere utilizzata come scusa per utilizzare/rielaborare un contenuto altrui senza autorizzazione.

    E perché non posso rielaborare?

    Rielaborare non vuol dire copiare pari pari.

    Il progresso è la rielaborazione di idee e concetti in modi diversi.

    E per quanto riguarda il riutilizzo in toto o in parte non ci sarebbe neanche bisogno di un manifesto poiché esistono le licenze per questo.

    Concordo con @g-lanzi dove parla di vocabolario comune.


  • User Attivo

    Oggi citare le fonti con un link diretto conviene perchè google ads apre un banner.
    Ma conviene anche perchè può essere l'occasione per entrare in contatto con altri autori.
    Però, io come infermiere che scrivo di assistenza ad un paziente con una malattia è ovvio che il mio scritto nasce da un percorso formativo specifico e da opportunità che la mia azienda sanitaria mi offre.
    Se come infermiere invece scrivo di una malattia, ad es. della varicella da un punto di vista di segni e sintomi, di citazioni ne devo scrivere molte, ma la rielaborazione la stò facendo perchè punto ad un target specifico che sono gli infermieri.

    Quando invece è un filosofo, esperto di contenuti che scrive di una malattia o ci fa un sito dedicato, quanto deve citare? Ovviamente non sta "rubando nulla" la chiamiamo divulgazione scientifica e mentre nel copia incolla della ultima notizia la news la chiamiamo giornalismo.

    Poi ci sono i siti spazzatura, che fanno titoli clickbaiting e dentro non c'è nulla, articoli che piacciono tanto a discover e lo fanno anche grandi giornali che non ti fanno vedere nulla se non paghi.

    Il punto non credo sia cosa fanno gli altri, ma cosa voglio fare io, come voglio essere io davanti ai miei lettori e alle persone che mi hanno aiutato nella mia creazione, facendo esse una parte del lavoro e quindi credo che meritino il mio rispetto e la mia citazione.


  • User Newbie

    @giorgiotave bella idea! Per evitare di TUTELARE o ACCUSARE, basta semplicemente INFORMARE. "Citare la fonte sempre e comunque." potrebbe già essere un bel testo per un Manifesto, senza aggiungere granché altro 😀


  • User Attivo

    @giorgiotave ha detto in Un Manifesto Etico per i Creatori di Contenuti:

    credo che sia necessario fare qualcosa per:

    • il copia incolla
    • la non citazione delle fonti
    • il freebooting
    • chi pensa di rielaborare il contenuto e non citare mai
    • tanto altro

    "Perché non scriviamo il manifesto etico del blogger o del Content creator in generale!"

    Credo proprio che bisogni prima fare una bella lista di cose da inserire dentro e poi raggrupparle per tipologia.

    Oltre ai consigli di g.lanzi (da discutere insieme) e Artlandis, in aggiunta, inserirei:

    • Il clickbaiting
    • Come redigere una sitografia
    • Come comportarsi in presenza di Copyright (come fa notare Domenico)

    Personalmente non credo sia il caso di dare un tono legale al trattato (o almeno questo mi sembra di aver capito) né tantomeno burocratico (sul numero di citazioni minime).

    Inoltre posso aiutare con una bozza di struttura della forma finale (per fortuna qua abbiamo un sacco di copywriter…):

    Un Manifesto Etico per i Creatori di Contenuti

    INTRODUZIONE

    • Descrizione delle motivazioni (il perché di questa iniziativa)
    • Descrizione degli obiettivi (dove si vuole arrivare)
    • Descrizione delle modalità di intervento (come viene espresso)

    I PUNTI DEL MANIFESTO

    • Pto 1 (descrizione del problema, comportamento da seguire, vantaggi ottenuti)
    • Pto 2
    • .
    • .
    • .
      .
      .
      .

    PER TUTTI I CREATORI DI CONTENUTI

    • Chiosa finale

  • Moderatrice

    Mi sto prendendo giorni per meditare anche io, vi leggo, vi seguo, ma volevo formalizzare un pensiero e al momento sono molto combattuta sui toni, personalmente.


    giorgiotave 1 Risposta
  • Community Manager

    @rossella-pivanti ha detto in Un Manifesto Etico per i Creatori di Contenuti:

    Mi sto prendendo giorni per meditare anche io, vi leggo, vi seguo, ma volevo formalizzare un pensiero e al momento sono molto combattuta sui toni, personalmente.

    Stessa condizione. Non c'è fretta. Io appena ho 2 ore mi metto a riflettere e vi faccio delle proposte 🙂

    Ho delle idee, ma devono arrivarmi più chiare 😄


  • User

    Penso che il tono che mi piacerebbe dovrebbe essere tutto improntato sulla parola “Preferisco” (citare le fonti, i meriti altrui, le collaborazioni e le sponsorizzazioni... la trasparenza, l’onestà). Sono fuori strada?


  • User Attivo

    Personalmente ho una formazione scientifica, per cui per me riportare le fonti da cui prendo ispirazione e materiale è un must.

    Qui però mi si pongono alcuni problemi:

    • come citare?
      Ovvero in questo caso è.. come inserire senza magari diluire il contenuto da dove ho preso l'idea/immagine. A questo quesito di solito preferisco una prefazione veloce dicendo dove ho messo tutti i link e una sorta di "bibliografia" di tutto il materiale usato. Perché il problema è minore e inesistente se si va a vedere una singola citazione/ispirazione, ma se si prendono diversi "spunti", ecco che la suddetta bibliografia potrebbe addirittura soffocare il contenuto che si è portato

    • come si individua la fonte della fonte?
      È da notare che non in tutti gli ambiti si ha una catalogazione come nell'ambito scientifico, dove semplicemente si hanno archivi da.consultare. Questo potrà non sembrare un problema per chi sfrutta qualcosa di strutturato, per cui può individuare univocamente chi ha portato il modello iniziale e poi si è andato a cascata. Ma cosa.fare quando si trova una idea o uno spezzone interessante, si decide di riportare quello perché è da dove è nata l'idea, ma in realtà quella stessa era derivata? E se la catena è particolarmente lunga... Come risalire alla fonte prima? Fino a che punto è lecito e quando diventa masochista e inutile andare oltre? Perché, chiamatemi.pure pigro, ma la ricerca potrebbe risultare infruttuosa o superare di gran lunga l'utilità che il pezzo contenuto abbia. Ovviamente sto in parte esagerando. Ma pensando al modellismo nel mio caso, tra opere cartacee e opere digitali, con l'aggiunta di tecniche che praticamente sono il fondamento base... Può diventare ostico.

    • problema copyright
      Qui il problema sopraggiunge nel voler usare del materiale e riuscire a contattare e ricevere risposta, oltre.che individuare il possessore.

    Faccio un esempio con dei miei video:


    Questi due video (stesso.in lingua diversa) mi hanno richiesto di utilizzare delle immagini provenienti da articoli scientifici, quindi mi sono messo ad andare a risalire e contattare gli autori delle pubblicazioni originali. Sono riuscito a contattare ed avere risposta da tutti, tranne che dalla Sovrintendenza del Louvre per una immagine, e questo perché sapevo dove cercare i riferimenti e recapiti in giro scientifico. Se però dovessi utilizzare una immagine altra, non legata a questo tipo di contesto, non riuscirei ad andare così a fondo necessariamente.
    E sempre per questo video ho citato un approfondimento e messo.in descrizione anche i video specifici nella relativa.lingia, di due canali diversi.
    Questo è quanto riesco a fare al meglio per citare. Per quanto però io voglia creare essere certo di portare questo tipo di filosofia ogni volta, sarà impossibile.
    A questo riguardo.porto un altro esempio:


    In questo video ad esempio utilizzo una tecnica che ho visto altrove, ma non ricordo dove, e anche cercando non sono riuscito a trovare il video che mi aveva dato ispirazione, né chi ha usato la tecnica per la prima volta. Quindi che fare? Qui ho semplicemente detto di avere preso spunto da un altro autore che ho smarrito come fonte, quindi non attribuendomi il merito, ma l'idea del video rimane valida.
    Ad esempio nello step successivo



    Ho realizzato.ricerche, ma non ho trovato.nessuno che usasse quel dettaglio specifico per il.doppio.sistema e quindi mi sono attribuito l'idea. Posso essere certo che non sia venuto in mente ad altri prima? no, ma di nuovo, fino a che punto si deve ricercare?

    Sempre a tema di idee originali:



    Questo è un video stupido. Fatto per portare un focus sull'utilizzo di un materiale... E per i miei standard, è un video esploso (è il video più visti del canale, ma solo in italiano...). Ma è un video in cui riporto trick che possono essere comuni, per questo video non mi sono preoccupato di citare nessuno, avevo fatto una ricerca veloce all'epoca na non avevo trovato nulla. Se non che.. cercando qualche mese fa, ho scoperto molti video con lo stesso tema più vecchi del mio e quindi avrei dovuto citarli, ma all'epoca non li ho trovati e non li conoscevo.
    A questo punto si potrà dire: metti in descrizione quei video. E qui viene però il mio dubbio: io non ho usato quei video come riferimento, è corretto assegnare loro un ruolo di influenza se non lo hanno avuto?

    Ok, come Al solito ho scritto una enciclopedia. Per chiunque sia arrivato fino alla fine.
    Un manifesto è senza dubbio indispensabile, è corretto citare chi ci ha ispirato o la fonte del materiale utilizzato, a mio modo di vedere è qualcosa di basilare.

    Ma ci sono problematiche intrinseche che andrebbero chiarite. Vuoi perché siamo italiani e "fatta la legge, trovato l'inganno", vuoi perché non sempre è una questione di ambito professionale; lo sforzo per le fonti ci deve essere, ma allo stesso tempo non dovrebbe superare determinati parametri. Nel primo esempio fatto, create quel modello mi ha richiesto settimane, ma quando ho trovato le immagini, per riuscire a risalire ai contatti e ottenere risposta (dal Louvre ancora nessuna) comunque sono trascorse 2 settimane.
    Nel mio caso specifico potevi permettermi di aspettare (solo per fare il rendering di quei due video ci sono voluti due giorni). Ma questo non è qualcosa che potrei applicare ogni volta. E stiamo parlando del mio caso dove sapevo esattamente come e dove cercare e che non avevo particolare fretta.
    Se si è più alle strette invece?

    Servirebbero database specializzati.

    Posso capire che si possa andare a dire: "Se sai chi è la fonte sei tenuto a citarla" e "se il testo è uguale, hai copiato per certo". Il problema è che: ne siamo certi? Qui, come avvocato del diavolo, siamo sempre sicuri che la fonte usata non sia terza o quarta? Qui si potrebbe obbiettare che si può riportare comunque la fonte in questione e creare catena man mano. Di nuovo, senza un reale riferimento univoco, magari prese da fonti dubbie, dove arriva il limite?

    Ovviamente ci sono casi di convergenze di idee, in quel caso sarebbe diverso da immagini e testi riportati ma riferiti a se stessi.

    Con questo flusso di pensieri ho espresso i miei dubbi, non contro un eventuale manifesto, anzi, per cercare di capire meglio quali strumenti un manifesto dovrebbe sfruttare.
    Siamo nell'era digitale. Possiamo prendere a riferimento il manifesto degli illuminati, ma non dobbiamo dimenticare i numeri e la complessità dei tempi in cui viviamo. La bibliografia è sempre esistita ed è essenziale, ma chi citare, dove citare e come citare è ancora un grattacapo anche nei settori in cui è maggiormente dedicata, per cui sono punti , a mio avviso, da considerarsi.

    Scusate^^


  • Moderatore

    Io inizierei a fare distinzione fra idea e implementazione.

    Le idee non possono e non devono essere coperte da copyright, citare la fonte dell'idea è solo un atto di cortesia.

    Quello su cui mi concentrerei per questo manifesto è sulla implementazione.


    deynon 1 Risposta
  • User Attivo

    @overclokk ti ricordo che ci sono interi imperi e società basati proprio sul brevettare un'idea. Tant'è che si brevettano marchi e anche frasi, oltre che concept di funzionamento di dispositivi, anche se questi non vengono poi realizzati. Quindi l'idea è importante, non si può snobbare.
    Ti porto un esempio del mio settore:
    Anni fa, la Games Workshop (la più grossa società di modellismo, abbreviato GW), causa il suo amministratore dell'epoca, aveva intrapreso una aggressiva politica di protezione, scatenando avvocati verso qualunque cosa fosse vagamente associata al marchio, creando una pioggia di "Cease and Desist" che ha colpito società minori di miniature (alcune a ragione), ma anche forum che trattavano dell'argomento.
    Fino ad arrivare a un caso epocale: space marines.
    Dovete sapere che lo space marines è praticamente il fondamento della società, rappresentato da una vasta gamma di modelli che costituivano all'epoca il 50-60% del fatturato. Potresti chiedermi e quindi?
    Beh, la GW dell'epoca voleva il controllo delle parole space marines, quindi qualunque marine spaziale, tanto è che il caso Cloud è stato quando ha citato in giudizio un autore minore per un suo libro che usava la parola space marine pur se basato su un concetto diverso da quello di GW. La cosa è stata tanto seria che ha dovuto fare una raccolta fondi per affrontare la causa legale. Quindi puoi dirti che una cosa simile non poteva funzionare e che avrebbe perso in tribunale, ma ora la domanda: micro realtà si possono permettere di affrontare simili atti di forza?
    Ah, ovviamente poi la bolla è scoppiata ed è vietato dichiarato che non si poteva detenere il possesso di parole comuni, ma solo del concept specifico creato.

    Più recente c'è stato il caso della Apple che ha fatto causa a una società per fare loro cambiare il logo di banana perché troppo somigliante come concetto a quello della mela come stile grafico...

    Per cui parlare di idee da citare è importante, ma non si deve sottovalutare il problema del copyright o dei concept.


    overclokk 1 Risposta
  • Moderatore

    @deynon Allora bisogna prima definire cosa intendiamo per idea, il concept per me è già l'implementazione dell'idea.

    E i più forti (chi ha più risorse) vinceranno sempre sui più deboli (chi ha meno risorse).


    deynon 1 Risposta
  • User Attivo

    @overclokk se questa è l'idea, perché iniziare qualcosa?


    overclokk 1 Risposta
  • Moderatore

    @deynon non ti seguo.


    deynon 1 Risposta
  • User Attivo

    Credo sia necessario BEN DEFINIRE se il manifesto debba contenere pratiche di BUONA EDUCAZIONE (della serie se sono seduto sull'autobus tutto pieno, sale la vecchietta e le cedo il posto) o pratiche IMPOSTE DALLA LEGGE (della serie rischi denunce e pesanti sanzioni).


    deynon 1 Risposta
  • User Attivo

    @overclokk se a tuo dire chi ha più risorse vince sempre su chi è più piccolo, perché addirittura iniziare un progetto?
    Tanto io più piccolo verrebbe semplicemente devastato.
    Esistono delle regolamentazioni, e definire i processi e le norme serve a proteggere il piccolo, ma anche a dare modo al grande di sapere su cosa.puntare e cosa difenda i suoi interessi.
    Semplicemente, se si deve fare un manifesto, si devono avere in mente le problematiche associate, perché ci sono, e si deve essere consci di come rapportarsi ad esse, dato che sono parte fondante del manifesto stesso


    overclokk 1 Risposta
  • User Attivo

    @domenico-pacifico ha detto in Un Manifesto Etico per i Creatori di Contenuti:

    Credo sia necessario BEN DEFINIRE se il manifesto debba contenere pratiche di BUONA EDUCAZIONE (della serie se sono seduto sull'autobus tutto pieno, sale la vecchietta e le cedo il posto) o pratiche IMPOSTE DALLA LEGGE (della serie rischi denunce e pesanti sanzioni).

    Esiste una netiquette, da decenni, eppure molti non la conoscono o non la vogliono seguire, quindi la buona educazione è un ottimo concetto, ma non sembra attecchire. Già la sola applicazione della netiquette renderebbe la maggior parte di questo manifesto inutile.

    La legge ... Quale? Italiana, internazionale? Stati diversi applicano leggi diverse. Vedi le pubblicità denigratorie, vietata in Italia, ma all'ordine del giorno in USA (guardasi le campagne Samsung vs Apple e viceversa).
    Il seguire le leggi non ha mai senso per un manifesto, perché non farlo è fare un illecito che, come tale, sarebbe punito non perché legato a un manifesto, ma perché applicato dallo Stato.

    Un manifesto dovrebbe dare delle definizioni di comportamento che rappresenta un consenso che veda in qualche modo isolato chi non lo segue, creando aggregazione dalla parte invece di chi lo recepisce.


    domenico.pacifico 1 Risposta
  • Moderatore

    @deynon ha detto in Un Manifesto Etico per i Creatori di Contenuti:

    se a tuo dire chi ha più risorse vince sempre su chi è più piccolo, perché addirittura iniziare un progetto?
    Tanto io più piccolo verrebbe semplicemente devastato.

    Chi arriva prima? Piccolo o grande?

    Se io piccolo creo qualcosa prima e poi arriva il grande e mi schiaccia sinceramente mi cicca un po', perché io sono arrivato prima ma tu grande hai più risorse e puoi fare quello che vuoi.

    Se io piccolo creo qualcosa dopo allora il discorso è diverso, anche se io sono in buona fede ovviamente si guarda chi è arrivato prima.


    deynon 1 Risposta
  • User Attivo

    @deynon

    Abbiamo un altro grande problema: se nel MANIFESTO si evince che è buona educazione CITARE... non deve passare il messaggio che se citi puoi prendere un contenuto senza autorizzazione. Quindi che fai? Non parli dell'aspetto legale? Se non lo fai - in questo caso - si commette un grave errore.

    E poi... citi per che cosa? Per aver preso un'idea? Rielaborato? Copiato una frase? Copiato un intero video?

    Un bel casino. Per questo ho suggerito di fare il contrario, ovvero di insegnare a chi compra contenuti e non a chi crea contenuti.


    deynon 1 Risposta
  • User Attivo

    @domenico-pacifico il problema di insegnare a chi usufruisce dei contenuti... È che vogliano ascoltare. Per farti un esempio io ho insegnato ai miei genitori come scrivere sui social, ad esempio a non usare il maiuscolo, etc. E a grandi linee a come cercare di evitare di premere link vari, ma controllare il mandatario etc, anche sui social.
    Ma anche qui, quanto anni è che si ripete di controllare le fo ti dà parte dell'utente e molti si limitano a leggere il mero titolo? Vabbè, qui ci sarebbe da deviare sulla beceritá di molti giornali, etc sui contenuti stessi e sul clickbait

    Il problema è che... Non sempre si è ascoltati, anzi quasi mai, come già detto, la maggior parte delle azioni richieste fa parte della netiquette.
    Poi nel citare io, come già dimostrato prima, sono leggermente paranoico per formazione.

    Secondo me, è ottimo l'esempio di reaction o di stili di video. Qui in Italia abbiamo la fortuna che buona parte degli youtuber grossi sopravvissuti tendono ad essere piuttosto onesti, per cui citano, anche se brevemente, da chi hanno preso l'idea o se ad esempio proviene dall'America come format.
    Ma anche qui, a volte è difficile trovare il punto zero.
    Altra cosa, dove andrebbe indicata la citazione bel caso? Su YouTube posso buttare un "in descrizione", ma da altre parti, magari su un sito o altro? Magari per non appesantire posso dedicare una sezione alla sola bibliografia e mettere un link invece alla stessa alla fine dell'articolo, ma... Sarebbe considerabile sufficiente? Perché rischierebbe di fare la fine di molte note dei libri, totalmente ignorate.

    Il problema di rielaborazione o copiatura è quello che da sempre affligge il copyright, che a volte strangola, a volte invece fa acqua da tutte le parti.