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Anche io in parecchi e-commerce ho spesso usato delle logiche informazionali per generare poi la transazione (e cmq poi si va di remarketing!) usando un "paragrafo di intro", magari più persuasivo e dotato di ancore ad eventuali sottocategorie, ovviamente con UI ottimizzata per renderlo visibile "a comando" nel mobile senza nascondere i prodotti.
E poi un bel "testo esteso" (alcuni paragrafi ben titolati) dopo la lista prodotti, con uno scopo più informativo, molto SEO oriented... che mi ha sempre fatto ottenere ottimi posizionamenti
PS: ovviamente vale il "dipende", dal tipo di prodotto e da come si deve "vendere".
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@filippo-jatta anchio faccio come te Filippo; inteso che stiamo parlano di e-Commerce
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Dal mio punto di vista il testo su un listato ecommerce è totalmente inutile sia da un punto di vista di UX che SEO.
Ci sono altri modo migliori di generare del contenuto valido senza scrivere testi banali che non leggerà nessuno. Se poi vogliamo fare contenuti che intercettino altri intenti per poi convertirli in altro alla bisogna ci sono altri modi di farlo senza infarcire un listato di contenuto inutile.
Se pensiamo anche al mobile tale contenuto diventa ancora di più inutile.
Ok il motore di ricerca premia il contenuto? Sti cazzi. Io lavoro per l'utente e per massimizzare le conversioni, ma soprattutto lavoro per evitare lavori inutili che sono solo perdite di tempo. Il tempo va investito in cose che creano valore. Un testo in un listato ecommerce non crea valore per nessuno. Al massimo ingrassa solo il DOM e sporca il layout.
Ma veramente voi leggete i testi in un listato ecommerce quando volete comprare qualcosa?
1 Risposta -
@juanin dipende. A volte sono alla ricerca di qualcosa da comprare, ma prima voglio avere maggiori informazioni. Non ho ancora deciso di comprare, ma potrei farlo.
Esempio scemo: quando devo comprare un nuovo telefonino prima mi leggo recensioni, test e quant'altro.
Un testo primariamente informativo è utile in questa fase.
Secondo me non è detto che un ecommerce NON debba fare anche informazione, se è il caso. In particolar modo sui prodotti di nicchia. Discorso differente sui prodotti di largo consumo: se ho bisogno (per dire) di acquistare le cartucce della stampante mi serve la compatibilità col mio modello, il prezzo e BASTA.
Ma l'ecommerce è un mondo vasto e ci sono molte eccezioni.
Chiaro che va pensata appositamente l'architettura del contenuto... mettere pappardelle su tutte le pagine di categoria è scemo.
Ma ci possono benissimo essere alcune pagine che informano prima di vendere.
1 Risposta -
Il @juanin Pernicione ha sempre ragione
A parte gli scherzi, esempio non su ecommerce ma su listing di "prodotti" non propriamente prodotti (appositamente non vi svelo la categoria merceologica di cui parlo)
Una volta funzionavano i testi esaustivi, ora la concorrenza si posiziona meglio nelle pagine di categoria solo fornendo i prodotti e senza dare un minimo di spiegazione, con un profilo backlink nemmeno troppo valido. Il perchè? UX fatta benissimo e risultati ben chiari ed esaustivi sul singolo prodotto rispetto alla categoria, ergo intento di ricerca soddisfatto.
Io continuerò SEMPRE a dare un minimo di spiegazione di cosa sto presentando nelle mie pagine, ma evidentemente non è più così importante spiegare se si capisce perfettamente di cosa stiamo parlando .
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@kal ha detto in Testo seo nelle pagine categoria? si ma non troppo:
@juanin dipende. A volte sono alla ricerca di qualcosa da comprare, ma prima voglio avere maggiori informazioni. Non ho ancora deciso di comprare, ma potrei farlo.
Esempio scemo: quando devo comprare un nuovo telefonino prima mi leggo recensioni, test e quant'altro.
Eh no aspetta. Qui non si parla di scheda prodotto, ma di listato prodotti.
Sono cose TOTALMENTE differenti
1 Risposta -
@juanin no, secondo me anche sul listato ha senso. Non sempre eh, ma in alcuni casi sì.
Un esempio che ti posso dare schietto e diretto è Trovaprezzi: https://www.trovaprezzi.it/Fprezzo_cellulari_huawei_p30_128gb.aspx
L'intento di ricerca è comunque prevalentemente transazionale (e ci sta, il sito serve a quello). Ma coprono comunque anche l'intento informazionale (recensione e scheda tecnica). Non gli danno rilievo nel senso che il testo non è in prima fila.
Ma direi che è comunque corposo e completo (c'è la recensione della redazione, ci sono le opinioni dei clienti).
E ci sono comunque due richiami all'azione belli visibili in cima e se hai un intento parzialmente informazionale ci clicchi sopra.
Secondo me è un buon esempio di pagina di listing che copre bene l'intento misto informazionale/transazionale con un testo non breve, ma lungo "il giusto".
1 Risposta -
@kal secondo me Trovaprezzi non è un e-commerce in senso stretto. E' un comparatore e infatti quella che tu linki come categoria non è una categoria (in senso stretto e-commerce classico), ma è un elenco di prezzi diversi di una scheda prodotto.
Cercherei di confrontare le pere con le pere
Se parliamo di categoria di prodotti come presumo sia la discussione in questione quella descrizione non ha molto senso e neanche la recensione. Dovresti mettere 65 recensioni se in una categoria ci sono 65 prodotti diversi.
Qui cosa fai? Metti una recensione per ogni t-shirt?
https://www.zalando.it/t-shirt-polo/Se scrolli fino in fondo trovi il classico esempio di testo INUTILE
1 Risposta -
@juanin sono d'accordo con te che nell'esempio che hai fatto il testo sia inutile.
Ma appunto: sono magliette, una vale l'altra. Sulle magliette alla fine a contare è il disegno e il prezzo. Bel disegno prezzo basso, maglietta venduta.
L'esempio che ho fatto sopra sulle alghe è perfettamente calzante: prodotto di nicchia con una fortissima componente informazionale sulle ricerche (la gente prima di mangiarsi le alghe cerca di capire quali sono e se son buone e come si cucinano etc.).
Arriva su quella pagina perché è curioso ed ha magari una mezza idea di comprarsele ma non è che abbia ancora proprio deciso.
La maggior parte si ferma al testo, ma comunque qualcuno ha un'intenzione transazionale latente (e quelli li puoi recuperare efficacemente col remarketing dinamico).
Qualcuno invece addirittura si convince ed acquista.
Per me è perfettamente valido se parliamo di prodotti particolari/di nicchia.
Se son prodotti di largo consumo invece è assolutamente inutile, concordo.
In estrema sintesi: dipende TANTISSIMO dall'intento di ricerca.
1 Risposta -
@kal scusa però fammi capire la user journey per cui uno dovrebbe arrivare a una pagina di categoria di un e-commerce di alghe cercando informazioni dentro un listato.
Non è più probabile che siano più utili contenuti "correlati" piuttosto che descrizioni sbrodolose dentro un elenco?
1 Risposta -
@juanin riguarda l'intento di ricerca della query [alghe]
Se guardi la SERP, è evidente che l'intento di ricerca sia PRIMARIAMENTE informazionale. E per quel tipo di prodotti è una costante, al 90% le query hanno un intento informazionale... perché sono prodotti "strani", che attirano e incuriosiscono ma le persone di base sono diffidenti.
E quindi prima di tutto si informano. Ma eventualmente poi comprano anche, per provare, perché sono incuriositi, etc.
Quindi in realtà la query [alghe] ha sì un intento informazionale, ma anche transazionale latente.
Una volta che hai capito come usarle in cucina, che ricette farci etc... se sei convinto alla fine te le comprerai.
Una parte (la più grossa) si perde per strada. Anche perché essendo appunto una cosa strana, non è raro che le persone tornino e ritornino più volte sulle stesse pagine per leggere e rileggere gli stessi contenuti informativi. E i più certamente si stufano, presi dal logorio della vita moderna.
Ad un certo punto qualcuno invece si convince e dice "proviamo dai" e acquista.
Almeno questo è il comportamento che ho visto nei casi che seguo.
Ovviamente funziona meglio se riesci a coprire bene gli utenti in modo quanto più multicanale possibile e non solo con il SEO, perché il momento "proviamo dai" non è detto che avvenga subito su quella pagina, magari su altre o in giro per il web (il remarketing è fondamentale infatti).
1 Risposta -
@kal ok questo mi va anche bene. Ma perché usare la pagina categoria prodotti?
Ci sono altre n-mila possibilità anche migliori per intercettare tali intenti latenti e anche non latenti.
Probabilmente riusciresti pure a creare un contenuto più esaustivo dove potresti iniettare come elemento "non primario" dei rimandi transazionali.
1 Risposta -
@juanin beh, nel mio caso è presto detto: il budget è una copertina corta. A volte ti arrangi con quello che hai
Però sì, sono d'accordo che le cose si possono fare sempre meglio. Del resto l'ottimizzazione è uno stile di vita HAHAHA
Certo è che la pagina di listing comunque "funziona" e fa il suo dovere.
1 Risposta -
@kal ecco vedi il "constraint" è un elemento fondamentale nel definire i confini del progetto, però ora in questa discussione mi sembra che stiamo volando a un livello più alto e aulico.
Stiamo ragionando su cosa sia il bene e cosa sia il male ah ah.
Stiamo parlando del "testo SEO" quindi per me l'assioma è semplice -> "* SEO" in generale non serve.
Se non siamo in generale prendiamo il tuo caso di ALGHE dove avrai si e no 3 categorie allora che si dedichi pure qualche ora a creare un testo esaustivo e collocarlo in modo utile li dentro, ma qui secondo me se prendiamo piccoli ecommerce con micro-categorie allora ci avviciniamo più al concetto di Landing che al concetto di Listato.
Andiamo su due approcci e campi molto distanti sia in termini pratici che teorici.
1 Risposta -
@juanin ha detto in Testo seo nelle pagine categoria? si ma non troppo:
allora ci avviciniamo più al concetto di Landing che al concetto di Listato.
Secondo me è inevitabile che il confine sia sfumato.
Dove inizia la Landing e dove finisce il Listato?
Sono veramente due cose diverse?
Io cerco sempre di ragionare in termini più generici, validi sempre in qualunque contesto ovvero: la pagina che abbiamo davanti soddisfa l'intento di ricerca? Possiamo progettarla secondo degli stilemi predefinti ("categoria di ecommerce", "pagina di blog", "landing page") o possiamo progettare qualcosa di nuovo, ma il concetto di base non cambia.
Possiamo fare un bel progetto di UX innovativa oppure possiamo limitarci ad utilizzare le funzionalità del CMS che abbiamo sotto mano, il concetto di base di nuovo per me non cambia.
Possiamo avere un sito "bello e moderno" oppure un sito "brutto e antiquato" e ancora: il concetto di base per me non cambia.
Ho visto posizionarsi benissimo dei siti oggettivamente BRUTTISSIMI e vecchi, ma avevano una cosa che altri non avevano: coprivano l'intento di ricerca in modo esaustivo ed efficace.
E gli intenti di ricerca non sono sempre limpidi, sono spessissimo mischiati uno all'altro. Giusto oggi Elisa di Sistrix mi ha dato questa novità che francamente aspettavo da un po'... e ci permette di fare l'analisi multivariata degli intenti di ricerca.
Identificare parole chiave (e ancora meglio: cluster di parole chiave) con intenti misti e soprattutto in che percentuali... è tanta roba.
Io ho visto che in generale se per una chiave c'è un intento misto e la pagina li copre entrambi... avrà moltissima probabilità di posizionarsi meglio (anche senza linketti, vedi il caso del mio sitarello con la parola [cuoio]).
Io credo che il dibattito sul "testo SEO" sia effettivamente sterile ed abbiamo il dovere di andare oltre, di governare la complessità. Gli strumenti ci sono.
1 Risposta -
@kal ha detto in Testo seo nelle pagine categoria? si ma non troppo:
la pagina che abbiamo davanti soddisfa l'intento di ricerca
Io sono assolutamente d'accordo con te sull'evolverci, però attenzione perché qui dobbiamo sempre considerare che non c'è solo l'intento di ricerca da soddisfare.
Si tratta anche di misurare perché va bene che parliamo di SEO, però non necessariamente il traffico da motore di ricerca che ti porta su un listato categoria sia più performante del traffico brand che poi ti porta al listato e che ti fa usare i filtri o comunque non è detto che la navigazione dell'ecommerce dalla home alla categoria/ricerca interna non ti porti più conversione se ottimizzata nel normale flusso di navigazione.
Se guardiamo la cosa solo dal punto di vista seo c'è assolutamente il rischio che lo sforzo non valga il beneficio. Qui l'analisi da fare è molto più complessa e articolata di dire che dobbiamo matchare l'intento di ricerca.
Il matchare l'intento di ricerca per me deve partire prima dalla soddisfazione dei cristiani che entrano nel mio sito.
Magari sto li a perdere giorni e giorni a ottimizzare qualcosa pensando all'intento di ricerca e magari il 90% di passaggio su queste pagine non sono da motori di ricerca. Insomma qualche domanda secondo me c'è da farsela. Penso anche che matchare un intento di ricerca in modo forzato sia qualcosa che a lungo termine avrà le gambe corte.
Certo se guardo la cosa da SEO (consulente pagato per aumentare traffico dai motori di ricerca) credo sia una via assolutamente ottima, ma se guardo la cosa a 360° e cerco di visualizzare la "big picture" non ne sono poi più così convinto...e secondo me un buon consulente dovrebbe sempre guardare le cose da più angolazioni.
Però comprendo il punto e il contesto e comprendo che qui vogliamo aumentare il traffico dai motori di ricerca, ma la crisi esistenziale è dietro l'angolo
1 Risposta -
@juanin come avrai capito, mi piace molto generalizzare. E generalizzo ancora: è chiaro che non c'è solo l'intento di ricerca nel momento in cui vai a progettare l'UX di un sito... ed il rischio di fare tutto solo per i motori è certamente concreto.
Ma alla fine il SEO è per molti aspetti un aspetto specifico della UX più in generale. Ricordo che qualcuno parlava di "Search Experience Optimization" ed in questo senso "SEO" è al 100% un aspetto specifico della UX.
Perché dico questo?
Perché quando progettiamo un sito e mettiamo un menu, mettiamo degli elementi di navigazione secondari, mettiamo dei richiami all'azione... quello che stiamo facendo è comunque dirigere gli intenti degli utenti fornendo loro degli elementi interattivi che permettano di orientarsi.
Chi vuole acquistare cliccherà su "ACQUISTA", chi vuole avere più informazioni cliccherà su "LEGGI TUTTO", etc.
Insomma: anche la navigazione interna è comunque governata dagli intenti delle persone che lo utilizzano.
Che non saranno più intenti di ricerca e quindi non saranno più (strettamente parlando) SEO, ma comunque io credo che in buona parte possano essere sovrapponibili.
(a meno che non parliamo dei motori di ricerca INTERNI ma lasciamo perdere sennò diventa ricorsivo ahahaha)
Poi io sono un'esperto di SEO... non un esperto di UX. E quindi è inevitabile che io mi fermi prima...
Certo mi piacerebbe fare qualche conversazione con qualche esperto di UX che veda le cose da un'altro punto di vista.
1 Risposta -
@kal si tutto vero e ripeto che il nocciolo della discussione è lapalissiano. Comprendo perfettamente il tuo punto di vista ed è assolutamente vero che il motore di ricerca è sicuramente un touchpoint fondamentale nella X in questione.
Però al netto dei constraint da cui non possiamo sottrarci credo che per innalzare il tutto a un livello di X superiore la soluzione non sia trasformare un contenuto che ha uno specifico scopo in qualcosa di diverso per renderlo appetibile a scopi diversi.
Ritorno sempre al punto iniziale tale per cui ci sono soluzioni "ottimali" e soluzioni "sub-ottimali".
Se mi fermo alla SEO arrivo a una soluzione "sub-ottimale" al 99%. Poi magari mi va di culo e non faccio danni, ma non posso applicare una regola generale pensando a nicchie specifiche. Ci sono cose da valutazione euristica e cose da valutazione artigianale. Ecco lì deve subentrare l'artigiano che mi fa il vestito su misura e il vestito su misura in molti casi potrebbe non necessariamente essere un e-commerce o una categoria prodotto. Non escludo che possa diventare un qualcosa di "sub-ottimale" dovuto anche a "constraint" da cui non si scappa.
Alla fine se parliamo di UX all'utente del tuo budget e dei tuoi "constraint" gli frega il giusto.
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Ma quanto scrivete ragazzini... @giorgiotave serve un plugin di zipping.
Sono impattato anch'io in SERP di questo tipo.
I primi risultati sono dei papiri infiniti informazionali.
Ma analizzando uno dei concorrenti, fa una botta di traffico ma passaggio a prodotti/newsletter nemmeno l'ombra.
Ora NON dico che è così, magari è un caso dovuto a n-altri fattori.
Però penso che un listing, con del testo (non solo per l'utente) potrebbe essere un buon equilibrio.
Una pagina "informativa" con richiami ai prodotti... la vedo faticosa.
1 Risposta -
@merlinox di solito per fare le cose fatte bene un po' di fatica ci vuole...