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- Rivoluzione: la liberizzazione delle estensioni!!!
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Se liberalizzano tutto, l'Icaan a cosa serve?
Per me fanno una cavolata grossa
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iht.com/articles/2008/06/22/business/net23.php?page=2
"The application fee for a domain name under the proposed system has not been set, but candidates estimate that it could range from ?25,000 to ?250,000, or about $39,000 to $390,000. Icann is also prepared to set up an auction system if competing groups bid for the same name".
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Qual é la lunghezza minima dell'estensione? 1c, 2cc o 3cc?
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Non ne ho idea.
Sicuramente se fosse di 3 caratteri tutte le variazioni del .com sarebbero ottime considerando che mezzo web sbaglierebbe a digitare all'inizio
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Faccio alcune considerazioni
L'estensione dovrebbe fungere da classificatore, ma l'esperienza ci dice che l'utente medio non coglie davvero la differenza tra net, com , org, perché sono stati spesso usati per scopi diversi da quelli originali, ma riesce a cogliere le differenze tra le estensioni nazionali .it, .fr .de .ch .. perché molto ben delimitate nell'uso. (sui .it trovo siti italiani, sui .fr prevalentemente siti francesi..etc) Ora, cosa ci fa pensare che queste nuove estensioni vengano usate in modo ordinato da far cogliere all'utenza le differenze?
Se non ci sarà una sana differenziazione nei fatti temo che sarà un grande flop per i Registrar che investiranno in questo business. In teoria bisognerebbe imporre che vengabo usate solo in modo pertinente come mi sembra avvenga per i .edu
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Giustissimo altrimenti si rischia solo una gran confusione (vi ricordate quando gli .org dovevano servire solo per le organizzazioni?)
E poi aggiungo una domanda...ma secondo voi dopo tanti tentativi falliti se ora si passasse all'estensione .xxx per i domini a luci rosse siamo sicuri che l'industria dell'hard sarebbe contenta?
A me questo sembra un grande minestrone...servono regole ferree e ben chiare dall'inizio ma per esperienza personale so che quando ci sono i registrars di mezzo vengono fuori solo dei gran casini a causa dei soldi (vedi scandalo Network Solutions).
Come tutte le volte che nasce una nuova estensione ci sono quei 10/15 Premium generici interessanti e di valore...gli altri domini sono poca roba se non sviluppati.
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Il lato positivo di tutto ciò secondo me é la maggior attenzione che si otterrà verso i domini nei prossimi mesi/anni. Mi aspetto molte campagne di comunicazione promosse dai vari Registrars, ognuno per lanciare le proprie estensioni. Anche il Nic finanzia una campagna per rilanciare i .IT, insomma sono fiducioso che si farà un gran parlare di domini
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@business said:
Il lato positivo di tutto ciò secondo me é la maggior attenzione che si otterrà verso i domini nei prossimi mesi/anni. Mi aspetto molte campagne di comunicazione promosse dai vari Registrars, ognuno per lanciare le proprie estensioni. Anche il Nic finanzia una campagna per rilanciare i .IT, insomma sono fiducioso che si farà un gran parlare di domini
Come disse una volta qualcuno...
"Parlarne bene o male non importa, l'importante è parlarne"
Che poi è alla base della comunicazione moderna.
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@Crockett said:
Come disse una volta qualcuno...
"Parlarne bene o male non importa, l'importante è parlarne"
Che poi è alla base della comunicazione moderna.
beh, nel campo del commercio parlare male di un servizio vuol dire danneggiarlo.
Con tutto quello che ho sentito dire sul NIC, mi meraviglio che ci sia ancora gente che registra i domini .it
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Penso che il .it abbia un valore "nazionale" indipendente dal NIC. Il Nic non é un'azienda che vende un prodotto, il dominio .it non lo considero un prodotto del NIC, ma un "patrimonio nazionale" sicuramente gestito male dall'unico ente preposto alla registrazione secondo la formula :"prendere o lasciare", Ora, che si prevede una maggior concorrenza anche il Nic si deve migliorare per forza.
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@business said:
Penso che il .it abbia un valore "nazionale" indipendente dal NIC. Il Nic non é un'azienda che vende un prodotto, il dominio .it non lo considero un prodotto del NIC, ma un "patrimonio nazionale" sicuramente gestito male dall'unico ente preposto alla registrazione secondo la formula :"prendere o lasciare", Ora, che si prevede una maggior concorrenza anche il Nic si deve migliorare per forza.
Secondo voi un nome a dominio può essere un bene aziendale ?
Come bene intendo che se io ad esempio avessi il dominio sex.it e questo vale diciamo un 1 milione di euro potrei metterlo nei beni cespite dell'azienda ?
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Certo che puoi le grandi aziende USA lo fanno.
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@Crockett said:
Certo che puoi le grandi aziende USA lo fanno.
Quindi posso farlo anche per un .it ?
Come si procede ? a chi posso far valutare il dominio...Se il dominio .it può diventare un cespite può essere venduto ... giusto ?
Allora perchè in Italia sembra che .it non si possano vendere... dal regolamento e dalle varie contestazioni del nic andate a buon fine ... sembra che se uno chiede dei soldi per la cessione di un dominio .it si finisca nella "malafede" ... perchè si suppone che l'abbia registrato per venderlo...
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Perchè per i domini .it non puoi usare la parola "vendo" ma solo "cedo".
Purtroppo da noi funziona così.
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Effettivamente in Italia come al solito esistono ambiguità che frenano la crescita economica.
Di fatto l'uso di un nome a dominio é un "diritto cedibile" in quanto il regolamento stesso contempla il caso di modifica del Registrante. Il Regolamento non vieta esplicitamente la vendita di questo diritto, semplicemente non ne fa menzione. Solo nel caso di contenzioso legato all'uso di marchi allora il porre in vendita un dominio può a volte essere ritenuto prova di mala fede. Bisogna vedere caso per caso.
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@business said:
Effettivamente in Italia come al solito esistono ambiguità che frenano la crescita economica.
Di fatto l'uso di un nome a dominio é un "diritto cedibile" in quanto il regolamento stesso contempla il caso di modifica del Registrante. Il Regolamento non vieta esplicitamente la vendita di questo diritto, semplicemente non ne fa menzione. Solo nel caso di contenzioso legato all'uso di marchi allora il porre in vendita un dominio può a volte essere ritenuto prova di mala fede. Bisogna vedere caso per caso.
Si ma essendo un "diritto cedibile" questo non significa che sia un bene...
Se fosse un bene ...- potremmo mettere a bilancio con il valore supposto
- il bene è una propietà quindi uso la parola VENDO quando voglio
- se xxxxxxxxx.it non paga le fatture ai suoi fornitori gli pignorano il sito e và all'incanto
Sbaglio ?
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L'argomento é interessante anche se abbastanza OT rispetto al discorso della liberalizzazione delle estensioni.
Un sito é sicuramente un bene cespite dell'azienda.
Un dominio con traffico web che genera un introito lo é sicuramente. Inoltre, secondo me, un nome a dominio di per sè anche senza reddito ha la funzione di un marchio, quindi va messo nel patrimonio aziendale tra i marchi registrati. Comunque, attendiamo ulteriori chiarimenti da parte di altri...
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@business said:
L'argomento é interessante anche se abbastanza OT rispetto al discorso della liberalizzazione delle estensioni.
Un sito é sicuramente un bene cespite dell'azienda.
Un dominio con traffico web che genera un introito lo é sicuramente. Inoltre, secondo me, un nome a dominio di per sè anche senza reddito ha la funzione di un marchio, quindi va messo nel patrimonio aziendale tra i marchi registrati. Comunque, attendiamo ulteriori chiarimenti da parte di altri...Son d'accordo con te...un dominio è sempre un brand in quanto unico.
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Per chi vuole "proteggere il proprio nome"? dovrà comprarsi il dominio con 30000 estensioni?
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@Thedarkita said:
Per chi vuole "proteggere il proprio nome"? dovrà comprarsi il dominio con 30000 estensioni?
non è detto che chi registri le estensioni sia poi disposto a vendere domini di secondo livello