• User Attivo

    @Stuart said:

    Ad esempio?... quali altri siti di article marketing non funzionerebbero?

    Cordialmente,
    Stuart

    Chiedo scusa Stuart hai ragione , avrei dovuto fare degli esempi

    Dunque per esperienza personale (poi magari sono io che sono sfortunato ..)

    http://www.articolando.com/ qui ho provato due volte ad iscrivermi e ho ricevuto la mail per attivare l'account ma non funziona (anche provando a farselo rispedire) ho mandato una mail per chiedere informazioni manon ho ricevuto risposta ...

    http://www.hellodir.com/articoli-guide/ qui mi sono iscritto ho inserito un paio di articoli (un paio di settimane fa) , in attesa che venissero moderati , ora non li trovo più sul mio account , non mi hanno comunicato nulla , ho mandato una mail ma ancora nessuna risposta ...

    http://www.messaggiamo.com/ questo ha pochissime categorie e risulta difficile inserire un articolo a tema

    Ripeto che non scrivo questo tanto per criticare ma per partecipare all'argomento in modo attivo ...


  • User Attivo

    Uno dei motivi per cui l'Article Marketing in Italia non funziona è proprio questo. Dietro a questi siti non c'è quasi mai una società, una associazione o un gruppo con possibilità finanziarie o tempo (almeno questo).
    Sono quasi sempre esperimenti di un webmaster che pensa di diventare ricco con l'advertising sulla base dei contenuti inseriti da altri. Quando poi si rende conto che il tutto porta via molto tempo, piano piano molla.

    Se fate una ricerca, infatti, di siti se ne trovano. Quasi tutti desolatamente vuoti.

    Fare un sito di article-marketing non significa solo preparare una piattaforma. Ci vuol ben altro. La piattaforma è il minimo!


  • Super User

    @"fradefra" said:

    Uno dei motivi per cui l'Article Marketing in Italia non funziona è proprio questo. Dietro a questi siti non c'è quasi mai una società, una associazione o un gruppo con possibilità finanziarie o tempo (almeno questo).
    Sono quasi sempre esperimenti di un webmaster che pensa di diventare ricco con l'advertising sulla base dei contenuti inseriti da altri. Quando poi si rende conto che il tutto porta via molto tempo, piano piano molla. Assolutamente d'accordo.

    Anche se non sono molto favorevole a considerare indissolubile il binomio **possibilità finanziarie = successo **visto che nel bene e nel male tutti abbiamo assistito a fenomeni diametralmente opposti.

    Il motivo principale per cui l'article marketing in italia, allo stato attuale delle cose, non decollerà mai è un altro. E' stato "importato" in modo sbagliato, in ritardo di almeno 2 anni, e rivolgendosi ad un tipo di publisher, i webmaster, più incline al vampirismo e al parassitismo che non alla condivisione e al piacere di scrivere.

    Il termine "sito di/per article marketing" poi, nasce da un gigantesco malinteso. L'article marketing è una strategia di incremento popolarità che sfrutta i siti che permettono la pubblicazione e la ripubblicazione di articoli. Definire il proprio sito "di/per article marketing", è come dire che Google è un sito SEO. Viene confusa la causa con l'effetto, una metonimia, insomma.

    Attualmente, chi coltiva l'hobby di scrivere, che ha qualcosa da dire, che vuole dimostrarsi esperto di un particolare campo o disciplina, impiega dai 2 ai 4 minuti per aprirsi un blog. Non va certo su fastpopularity.com, articolista.com o articolando.com. Primo perchè non ci arriva (nè dai motori di ricerca, nè da banner, nè da link...). Secondo perchè una volta sul sito legge di popolarità dei link, promozione siti internet, pochi articoli di qualità, moltissimi comunicati stampa e passa oltre.
    Alla base del successo di siti come **Isnare **(esempio) c'è stato il sapersi porre come trait d'union tra tutte quelle persone che sapevano e volevano scrivere di qualcosa, ma non avevano tempo di gestire un blog o un sito personale, e tutti quei webmaster in cerca di contenuti liberi da particolari copyright da ripubblicare nei propri siti.

    A mio parere, in Italia, un sito non può nascere come "sito di article marketing", perchè attirerà solamente webmaster. Può diventarlo però: immaginiamo che DOMANI Corriere.it e Repubblica.it permettano ad utenti registrati di inserire articoli con permesso di ripubblicazione.
    Senza finalità becere quali la link popularity, pagerank e facezie simili. Solo per il "gusto" di scrivere su Repubblica o Corriere. In meno di una settimana centinaia di abituali fruitori di questi giornali online diventerebbero "giornalisti", sceglierebbero accuratamente gli argomenti di cui parlare, curerebbero grammatica, sintassi e ortografia e soprattutto lo farebbero svincolati da qualsiasi interesse che non sia quello di scrivere qualcosa che in moltissimi leggeranno.

    E' la (quantomeno apparente) mancanza di fini diversi dal farsi conoscere come esperto che ha fatto la fortuna dei siti di news/articoli oltreoceano. In italia ogni articolo viene scritto e sottoposto agli admin dei siti di article marketing [sic] infarcito di link, con un registro linguistico spesso troppo promozionale e autocelebrativo, e ciò incide innanzitutto sul reale livello di expertise mostrato, sulla qualità degli scritti e, conseguentemente, azzera le possibilità di ripubblicazione degli stessi (perchè mai un wm dovrebbe ripubblicare gratuitamente quella che è di fatto la pubblicità di un concorrente?).

    Venuta meno la ripubblicazione degli articoli (seppur permessa e caldeggiata), viene meno la mission del sito. Il quale alla fine si ritrova ad essere poco più di una web directory.

    Cordialmente,
    Stuart


  • User Attivo

    @Stuart said:

    Assolutamente d'accordo.

    Anche se non sono molto favorevole a considerare indissolubile il binomio **possibilità finanziarie = successo **visto che nel bene e nel male tutti abbiamo assistito a fenomeni diametralmente opposti.

    Il motivo principale per cui l'article marketing in italia, allo stato attuale delle cose, non decollerà mai è un altro. E' stato "importato" in modo sbagliato, in ritardo di almeno 2 anni, e rivolgendosi ad un tipo di publisher, i webmaster, più incline al vampirismo e al parassitismo che non alla condivisione e al piacere di scrivere.

    Il termine "sito di/per article marketing" poi, nasce da un gigantesco malinteso. L'article marketing è una strategia di incremento popolarità che sfrutta i siti che permettono la pubblicazione e la ripubblicazione di articoli. Definire il proprio sito "di/per article marketing", è come dire che Google è un sito SEO. Viene confusa la causa con l'effetto, una metonimia, insomma.

    Attualmente, chi coltiva l'hobby di scrivere, che ha qualcosa da dire, che vuole dimostrarsi esperto di un particolare campo o disciplina, impiega dai 2 ai 4 minuti per aprirsi un blog. Non va certo su fastpopularity.com, articolista.com o articolando.com. Primo perchè non ci arriva (nè dai motori di ricerca, nè da banner, nè da link...). Secondo perchè una volta sul sito legge di popolarità dei link, promozione siti internet, pochi articoli di qualità, moltissimi comunicati stampa e passa oltre.
    Alla base del successo di siti come **Isnare **(esempio) c'è stato il sapersi porre come trait d'union tra tutte quelle persone che sapevano e volevano scrivere di qualcosa, ma non avevano tempo di gestire un blog o un sito personale, e tutti quei webmaster in cerca di contenuti liberi da particolari copyright da ripubblicare nei propri siti.

    A mio parere, in Italia, un sito non può nascere come "sito di article marketing", perchè attirerà solamente webmaster. Può diventarlo però: immaginiamo che DOMANI Corriere.it e Repubblica.it permettano ad utenti registrati di inserire articoli con permesso di ripubblicazione.
    Senza finalità becere quali la link popularity, pagerank e facezie simili. Solo per il "gusto" di scrivere su Repubblica o Corriere. In meno di una settimana centinaia di abituali fruitori di questi giornali online diventerebbero "giornalisti", sceglierebbero accuratamente gli argomenti di cui parlare, curerebbero grammatica, sintassi e ortografia e soprattutto lo farebbero svincolati da qualsiasi interesse che non sia quello di scrivere qualcosa che in moltissimi leggeranno.

    E' la (quantomeno apparente) mancanza di fini diversi dal farsi conoscere come esperto che ha fatto la fortuna dei siti di news/articoli oltreoceano. In italia ogni articolo viene scritto e sottoposto agli admin dei siti di article marketing [sic] infarcito di link, con un registro linguistico spesso troppo promozionale e autocelebrativo, e ciò incide innanzitutto sul reale livello di expertise mostrato, sulla qualità degli scritti e, conseguentemente, azzera le possibilità di ripubblicazione degli stessi (perchè mai un wm dovrebbe ripubblicare gratuitamente quella che è di fatto la pubblicità di un concorrente?).

    Venuta meno la ripubblicazione degli articoli (seppur permessa e caldeggiata), viene meno la mission del sito. Il quale alla fine si ritrova ad essere poco più di una web directory.

    Cordialmente,
    Stuart

    Quando ce vo', ce vo'! 🙂


  • Super User

    @stuart said:

    Il motivo principale per cui l'article marketing in italia, allo stato attuale delle cose, non decollerà mai è un altro. E' stato "importato" in modo sbagliato, in ritardo di almeno 2 anni, e rivolgendosi ad un tipo di publisher, i webmaster, più incline al vampirismo e al parassitismo che non alla condivisione e al piacere di scrivere.

    Più che in modo sbagliato direi in ritardo.

    Per me intervenire in questo topic rimane difficile senza fare riferimenti al progetto che gestisco e cercherò di intervenire nel modo più disinteressato possibile, ma allo stesso tempo il punto di vista di chi è dall'altra parte e che sa (perchè vede anche quello che non supera l'approvazione) credo sia utile.

    Parli di webmaster vampiri... credo sia normale rivolgersi prima a chi ha maggiori interessi per poi arrivare anche a chi non sa gestire un blog ma vuol scrivere sul web di cani, cucina, storia.

    I testi proposti dai vampiri (da te così definiti) non dovrebbero superare l'approvazione e quindi essere pubblicati , parlando dei numeri che conosco meno del 10 % dei testi proposti non viene pubblicato poichè non idoneo...

    @stuart said:

    In italia ogni articolo viene scritto e sottoposto agli admin dei siti di article marketing [sic] infarcito di link, con un registro linguistico spesso troppo promozionale e autocelebrativo

    come detto prima sta a chi gestisce il servizio fare da filtro 🙂 e come ho già detto ti parlo di numeri reali la percentuale è sempre stata molto bassa e si sta avvicinando allo 0.

    @stuart said:

    Venuta meno la ripubblicazione degli articoli (seppur permessa e caldeggiata), viene meno la mission del sito.

    è una tua interpretazione? ovvio che se si parla di un servizio nuovo per l'Italia i web master italiani dovranno abituarsi all'idea di aver testi per i propri siti e blog a portata di mano e i servizi che dicono di offrire tale possibilità dovranno svilupparla, diamogli tempo 😉 il lavoro (se buono) porterà i suoi frutti

    @fradefra said:

    Sono quasi sempre esperimenti di un webmaster che pensa di diventare ricco con l'advertising sulla base dei contenuti inseriti da altri.

    Permettetemi di dirlo, proprio per questo non ho utilizzato sistemi di advertising (domani non so che dirti), ti dirò di più poche ore fa ho proposto visibilità gratuita ad un progetto che mi ha colpito 🙂

    🙂


  • User Attivo

    Rinzi, quando parlavo di webmaster che pensano di diventare ricchi con l'advertising basato su contenuti inseriti da altri, ovviamente non intendevo te. Prova ne è... che nel tuo sito ho inserito vari articoli 😄


  • Super User

    Uhm...
    credo si sia partiti con il piede sbagliato.

    A parte che non ho definito i webmaster dei "vampiri". O meglio, non con un'accezione necessariamente negativa. L'inclinazione al vampirismo è quella *forma mentis *tipica di chi, per necessità, è portato a sfruttare fino all'osso gli strumenti online che possono portargli popolarità, possibilmente senza ricambiare.

    Il che non è necessariamente un male, anzi (chi promuove il proprio sito DEVE essere un po' vampiro).
    Mi stupisce solo che, visto che anche tu ti occupi di SEO, questa definizione causi tutto questo sdegno. Se mi chiamassero "vampiro", lo considererei un complimento 😄

    In ogni caso, se pensi che la mia definizione sia eccessivamente impietosa, senza dover tirare fuori numeri e grafici a torta così cari ai web marketeer, puoi provare a mettere per una settimana i nofollow ai link in uscita su articoli e profili dei publisher e farlo ben presente in home page 😉

    @"Rinzi" said:

    Per me intervenire in questo topic rimane difficile senza fare riferimenti al progetto che gestisco e cercherò di intervenire nel modo più disinteressato possibile, ma allo stesso tempo il punto di vista di chi è dall'altra parte e che sa (perchè vede anche quello che non supera l'approvazione) credo sia utile. E' proprio ciò che volevo evitare, non a caso ho citato i siti di articl....ops, di pubblicazione e ripubblicazione articoli che conosco, incluso uno che, sporadicamente -e per puro diletto-, mi ritrovo ad editare.
    Perchè è l'approccio generale che sta alla base che, a mio parere, è errato, non il tuo sito in particolare che, per inciso, tra quelli citati è quello, al momento, sviluppato meglio.

    Quella che sembrava una critica, in realtà era anche largamente una autocritica.

    @"Rinzi" said:

    credo sia normale rivolgersi prima a chi ha maggiori interessi per poi arrivare anche a chi non sa gestire un blog ma vuol scrivere sul web di cani, cucina, storia. Sicuramente.
    Ma non credo sia l'unica via percorribile. Anzi, è necessario che chi opta per questo target sia in grado di cambiare rotta in tempi brevi onde evitare di rimanere vittima della natura stessa del progetto (=sito per webmaster).

    Ad esempio, un sito multiautore, con un numero iniziale limitato e selezionatissimo di publisher che, ottenuta popolarità e autorevolezza, "apre" le porte ad altri autori che già conoscono alla perfezione linee editoriali e argomenti, potrebbe fare grande successo (in termini di numero articoli e qualità degli stessi), raccogliere scrittori appassionati, rimanendo comunque uno strumento utilizzabile dai webmaster.

    Solo un esempio, chiaramente.

    @"Rinzi" said:

    I testi proposti dai vampiri (da te così definiti) non dovrebbero superare l'approvazione e quindi essere pubblicati , parlando dei numeri che conosco meno del 10 % dei testi proposti non viene pubblicato poichè non idoneo... Strano, io per il 90% degli articoli in Review passo tra i 10 minuti e la mezz'ora per correggere typos, qual'è, fà, o, ??????, ripetizioni, anacoluti e, da adesso in poi, bannerò coloro che inviano un articolo inconsistente che termina con: "prosegui la lettura dell'articolo clicca qui".

    @"Rinzi" said:

    è una tua interpretazione? ovvio che se si parla di un servizio nuovo per l'Italia i web master italiani dovranno abituarsi all'idea di aver testi per i propri siti e blog a portata di mano e i servizi che dicono di offrire tale possibilità dovranno svilupparla, diamogli tempo 😉 il lavoro (se buono) porterà i suoi frutti Io te lo auguro, sinceramente 🙂

    Cordialmente,
    Stuart


  • Super User

    @Stuart said:

    Il che non è necessariamente un male, anzi (chi promuove il proprio sito DEVE essere un po' vampiro).

    mi sono spiegato male.. 🙂 solo un malinteso... ora leggo il resto 🙂


  • Super User

    @Stuart said:

    In ogni caso, se pensi che la mia definizione sia eccessivamente impietosa, senza dover tirare fuori numeri e grafici a torta così cari ai web marketeer, puoi provare a mettere per una settimana i nofollow ai link in uscita su articoli e profili dei publisher e farlo ben presente in home page 😉

    se ho parlato di numeri è semplicemente perchè ragiono meglio con dati reali :), da 'vecchio' informatico è più forte di me...

    la bontà del link interessa una fetta degli utenti... l'altra fetta è/sarà più interessata a promuovere la propria immagine o al solo scrivere 🙂


  • Super User

    devo dire che nonostante di article marketing si cominci a parlare, c'è ancora molta confusione in merito.
    da una parte vedo anch'io webmaster incapaci di scrivere testi più lunghi di 250 caratteri, senza alcuna idea delle regole base della scrittura (punteggiatura questa sconosciuta!), in cerca di un modo rapido e gratuito per aumentare la loro popolarità, dall'altro vedo pero' migliaia di blog ben scritti e aggiornati quotidianamente. allora dov'è il problema?

    forse il problema è far capire a chi dovrebbe inserire i propri articoli, dove poterlo fare. e **cosa sono questi siti di article marketing **(li chiamo così anche se non è corretto.. ma è per capirsi, anzi per brevità AM). a chi servono..

    chi è che dovrebbe inserire i propri articoli ?

    io per prima di fronte a certi siti di AM ho il dubbio di cosa posso inviare.

    mettiamo che io sappia scrivere un testo discreto, della giusta lunghezza, con formattazione e grammatica decenti, mettiamo che abbia siti da promuovere ma che io possa anche parlare di altre cose correlate, per far sì che i miei articoli non siano degli espedienti per avere link, ma siano qualcosa di veramente interessante .. perchè dovrei scrivere un articolo su un sito di AM?

    a - perchè mi porta visibilità - se dico questo ragiono da seo e allora c'è il rischio che io faccia un articolo pieno di link e dal taglio molto promozionale.
    b - per il piacere di scrivere - ammesso che abbia voglia e tempo, se la mia passione è scrivere, allora mi apro un blog o scrivo su siti tematici dell'argomento a me caro. sul sito di ludus dedicato all'AM del mondo dei fumetti ho scritto subito perchè ho chiaro l'argomento, cosa dire e come dirlo. e se ho messo link (mi sembra di no) l'ho fatto casualmente, senza doppi fini.
    su quello di Rinzi (per fare un esempio!) pur avendo ben evidente il ritorno che mi darebbe, sono ferma, nel dubbio di che taglio dare a un eventuale mio articolo (ho visto che ci sono articoli molto diversi l'un l'altro).

    a tal proposito ho dei dubbi anche sulla distinzione articoli / comunicati stampa. giorgio dice:

    quello è per i Comunicati Stampa, invece loro parlano di articoli veri e propri
    è vero che si puo' parlare di argomenti vari, anche senza legarli a eventi specifici (forse proprio quello era l'obiettivo iniziale di questi siti), ma penso che i comunicati stampa possano costituire una buona parte dei siti di AM.

    un sito di article marketing dovrebbe essere "bersagliato" da tutti quegli uffici stampa che più che promuovere un sito, devono promuovere un evento, una notizia o un luogo. soprattutto quelli di associazioni o enti pubblici, anche piccoli, che non trovano altri spazi per informare.

    proprio un approccio da comunicato stampa ben fatto (anche fra gli addetti stampa esistono caproni) credo sia indicato per un sito di AM.
    il vero comunicato infatti è informativo e non commerciale.

    ma resto tuttora confusa.

    credo che degli esempi di "questo è un buon articolo" potrebbero servire. 🙂


  • Super User

    @nelli said:

    è vero che si puo' parlare di argomenti vari, anche senza legarli a eventi specifici (forse proprio quello era l'obiettivo iniziale di questi siti), ma penso che i comunicati stampa possano costituire una buona parte dei siti di AM.

    un sito di article marketing dovrebbe essere "bersagliato" da tutti quegli uffici stampa che più che promuovere un sito, devono promuovere un evento, una notizia o un luogo.

    concordo, ho avuto modo di parlare del progetto con diversi Addetti ai lavori, alcuni anche inaspettati, i comunicati stampa vanno molto bene poichè più immediati da scrivere (fino a un certo punto) ma in numero di articoli proposti regge bene il confronto 🙂

    @nelli said:

    credo che degli esempi di "questo è un buon articolo" potrebbero servire.

    non ti propongo link 🙂

    un articolo può essere buono per 2 motivi

    1. informa l'utente, quindi raggiunge lo scopo
    2. se scritto bene ha maggiori possibilità di essere distribuito

    vuoi scrivere? fallo senza pensare 😉 (ovunque)


  • Super User

    @"nelli" said:

    credo che degli esempi di "questo è un buon articolo" potrebbero servire. 🙂 Here you are:

    http://www.articolista.com/mangiare-e-bere/limportanza-di-tagliare-gli-ingredienti.html
    e, per par condicio ( 😄 ) http://www.fastpopularity.com/article_marketing/casa/cucina_e_ricette/pentole_in_rame_stagnato.php

    Come funziona l'article marketing in un mondo perfetto:

    Il **Dr. Francesco "Fradefra" De Francesco **noto esperto di culinaria (senza offesa) girando per la Rete viene a conoscenza di un paio di siti che permettono di scrivere e pubblicare articoli suddivisi per argomento.
    Siccome i mezzi per far circolare il proprio nome non sono mai abbastanza, decide fare sfoggio della sua cultura in materia di utensili da cucina e pubblica due articoli, uno sui coltelli, uno sulle pentole in rame.

    Io, Mr. Stuart, ho un sito all'interno del quale pubblico ricette, e argomenti inerenti il mondo della gastronomia. Cercando un po' di news in Rete arrivo a articolista.com e fastpopularity.com
    Li visito e scopro che, nientepopodimenoche, Fradefra scrive per questi siti. Non me lo faccio dire due volte, grabbo i due articoli e li ripubblico. Non capita tutti i giorni di avere Fradefra che scrive sul tuo sito, no? 😉

    Fradefra ha così rapidamente diffuso il suo nome, le sue competenze, e il suo sito maisazi.com e mr Stuart ha due bei contenuti di qualità per il suo sito.

    Ogni situazione diversa è confinata in un limbo tra il "Comunicato Stampa" e il "Search Engine copywriting".

    Per un esempio oltreoceano, visita ad esempio
    www.goarticles.com
    www.isnare.com
    www.submityourarticle.com
    www.articlecity.com
    www.exchangenet.com
    www.article-directory.com
    www.freezinesite.com

    Cordialmente,
    Stuart


  • User Attivo

    gulp! sul serio hai una sezione con le ricette? Naaaaa! Non ci credo! 🙂


  • User Attivo

    @Stuart said:

    ....
    Cordialmente,
    Stuart
    Ottimo daccordo su tutta la linea... discutevo diversi mesi fa proprio con un paio di webmaster che avevano tirato su dei siti per la raccolta di articoli orientandoli ai webmaster piuttosto che agli utenti ed alla condivisione della scrittura...

    Sono siti che nascono senza anima, indipendentemente dal fatto che abbiano dietro dei grossi finanziamenti o meno.... e senza anima si va poco lontano...

    Comunque ultimamente sto notando che diversi utenti (possessori di loro blog) scrivono i propri articoli su altri siti, in maniera che mi sembra spontanea ... Forse si inizia veramente anche in Italia


  • Super User

    c'è un problema non indifferente per la diffusione dell'article marketing in italia.

    il problema non sta certo nei siti di AM, o non solo. ad esempio, quello di Rinzi mi sembra (per quel che ho potuto vedere, e per quel che han detto coloro che ci hanno scritto) molto ben fatto. lo strumento in sè, quindi, c'è.

    il problema sta nel contenuto. il problema sta nella domanda che il webmaster si pone, o meglio non si pone.
    perchè non è con la pubblicazione di un articolo su un sito che si aumenta la popolarità. si aumenta con la pubblicazione di un articolo su tanti siti.
    e qui viene il problema. basta infatti vedere il 99% degli articoli inviati per rendersi conto che pressochè nessuno si pone la domanda chiave "perchè un sito dovrebbe ripubblicare questo articolo?".

    guardate che non è una cosa da poco. cioè, è una cosa da poco, ma dagli effetti devastanti.

    per fare con successo article marketing, oltre ovviamente a scrivere in italiano corretto, bisognerebbe scrivere articoli interessanti, non promozionali. bisognerebbe linkare risorse utili, non fare google bombing.

    la popolarità, poi, si raggiunge tramite l'autorevolezza dell'autore, non tramite il posizionamento su google.

    quando i webmaster capiranno questo, potranno ottenere successo con questo strumento.

    ed è legato a questo motivo che non sono i webmaster il target ideale per l'AM. un autore non sa e non gli interessa sapere cosa sia la link popularity, il pagerank, etc.
    un autore che vuole scrivere su un sito vuole la popolarità, quella tradizionale, come la trovate su un dizionario di italiano. e quindi non scrive articoli promozionali, scrive articoli interessanti.

    un webmaster che vuole riprodurre articoli riprodurrà quelli interessanti, non quelli promozionali.

    scrivete articoli interessanti, e ne trarrete giovamento.


  • User Attivo

    @fradefra said:

    gulp! sul serio hai una sezione con le ricette? Naaaaa! Non ci credo! 🙂

    http://www.ricetteincucina.net/articoli/:sbonk:


  • Super User

  • Super User

    @Tagliaerbe said:

    @"fradefra" said:
    gulp! sul serio hai una sezione con le ricette? Naaaaa! Non ci credo! 🙂
    http://www.ricetteincucina.net/articoli/:sbonk:
    :ot:

    Non è mio... io non vado più in là dell'hamburger e delle barrette proteiche.

    Stu.


  • Super User

    @Stuart said:

    :ot:

    Non è mio... io non vado più in là dell'hamburger e delle barrette proteiche.

    Stu.

    :0009005:


  • Super User

    non mi sporcate la discussione! :nonono:
    ora che persino **must **è intervenuto (wow in questa discussione c'è la creme de la creme del forum :2:

    ok must ho capito quello che dici: scrivete articoli interessanti.

    ma la domanda è: **se io scrivo articoli interessanti, perchè dovrei venire a farlo su articolista? **(un esempio casuale)
    non parlo a nome personale, visto che io - seppur sbagliando sezione - l'ho fatto, ma parlo di chi ha veramente cose interessanti da dire..
    perchè dovrebbe venire su un sito di AM? magari se, come dici tu, una persona ha tanto da dire, scriverà tanti articoli ma allora forse si aprirà il suo blog, forum, sito ecc..
    o no?

    (ovviamente si fa per il piacere di discutere e per quelli che manco sanno cosa sia l'AM e a cosa serva..)