• User

    @giorgiotave se non hai fiducia tu nella possibilità di informare le persone...siamo a posto :d:

    Comunque basterebbe faare una puntata Youtube su come difendere la propria privacy.
    Gli strumenti ci sono e non sono neanche troppo complicati.
    Gente competente se ne trova.
    La stessa Carola Frediani che tu stesso hai consigliato ad esempio.

    Istituzione non Governative esistono, ma pensi che poi lo stato riconoscerebbe quello che dicono se non potesse fare pressioni per difendere i propri interessi?

    La lobbying la fanno le aziende e anche i governi nei posti di potere. Il marcio è ben mescolato.


    giorgiotave 1 Risposta
  • Community Manager

    @andreabo ha detto in Lo stato della legislazione e della regolazione del mercato in EU e nel mondo per i servizi digitali:

    @giorgiotave se non hai fiducia tu nella possibilità di informare le persone...siamo a posto

    Eh sì. Io non dubito delle competenze che ci sono in giro e delle possibilità che abbiamo, dubito delle persone. Alle persone non interessa. Questo è il problema.

    Io sono di nicchia. Ma se ci pensi, anche Montemagno è di nicchia per questa cosa.

    Per fare quello che dici tu serve un piano a livello scolastico, globale. Cosa che non avverrà.


    A 1 Risposta
  • User

    @giorgiotave hai ragione. Tutti sono delle nicchie.

    Però se ogni nicchia dice che non può fare nulla perché il problema sono gli altri...qual'è il vero problema?

    Le tradizioni spirituali dicono che ognuno per cambiare il mondo può fare solo una cosa, cambiare se stesso per se stesso.

    Se tu puoi farlo, lo fai, e non ti interessa se è un nicchia o se quel video non avrà grande riscontro.
    Sarebbe bello avere un riscontro forte, ma uno queste piccole cose le fa per sé stesso, perché crede in un'internet migliore, non per avere il favore del pubblico, sbaglio?

    Io lo farei se avessi la capacità e i contatti. Ma se scrivo io non mi caga nessuno (ho già provato) 😉

    Per il piano scolastico, ovviamente non può essere soluzione perché i programmi scolastici li decide lo Stato e già fanno pena così, figuriamoci se li fa contro il suo interesse!

    Però l'informazione migliore non è a scuola, lo sappiamo bene.


  • Contributor

    Giusto una nota per rimanere in topic...

    @andreabo ha detto in Lo stato della legislazione e della regolazione del mercato in EU e nel mondo per i servizi digitali:

    Se anche la conservazione e l'utilizzo dei dati dovrebbe essere minimo, chi garantisce che lo sia se in effetti, come succede spesso che nessuno controlla, finche non arriva uno scandalo?

    Puoi chiedere che uso viene fatto dei dati. È un tuo diritto! E la segnalazione al Garante anche è un tuo diritto.

    Di norma questo dovrebbe essere sufficiente a garantire che nel pubblico porcate non se ne facciano, perché il pubblico ha un sistema di pesi e contrappesi, devono essere molto scrupolosi nell'applicazione delle norme.

    Sul privato il discorso è molto diverso, perché il privato il problema della privacy lo gestisce con un approccio di tipo "gestione del rischio".

    Google, Apple, Facebook... hanno fatto tutte una strategia per ciucciarsi i dati degli utenti IN BARBA alla legislazione.

    Solo che la legislazione fornisce agli stati (ed alle loro Autorità Garanti) strumenti di intervento che stanno diventando pian piano sempre più efficaci.

    L'ultima notizia che ho linkato lo dimostra.

    E altre cose vedremo nei prossimi mesi, garantito.


    A 1 Risposta
  • User

    @kal Non sono così convinto che la direzione sarà data dalla tutela della privacy o dalle indicazioni del garante.

    Al contrario penso che ne vedremo sempre di peggio. Spero di sbagliare.

    Segnalare è un mio diritto, ma chi si prende la briga di controllare tutto?

    La maggior parte della gente manco si preoccupa di essere spiata in modo illegale e pensa che le nuove norme di Apple e Google siano un segno di rispetto, mentre sono la prova che ci hanno inc... e rubato diritti e soldi per anni GRATIS e senza nessuna tutela per i profili che oramai avranno creato su di noi.


  • Contributor

    Nuovo giorno, altra piccola notizia:

    CMA directs Facebook to sell Giphy
    The CMA requires Facebook (which has recently renamed itself ‘Meta’) to sell Giphy, after finding that the deal could harm social media users and UK advertisers.
    https://www.gov.uk/government/news/cma-directs-facebook-to-sell-giphy

    In breve: l'autorità antitrust del Regno Unito richiede che Facebook venda Giphy, perché ritiene che l'acquisto abbia leso la disparità del mercato della pubblicità display.

    The CMA found that Giphy’s advertising services had the potential to compete with Facebook’s own display advertising services. They would have also encouraged greater innovation from others in the market, including social media sites and advertisers. Facebook terminated Giphy’s advertising services at the time of the merger, removing an important source of potential competition.

    Non so quanto potere esecutivo abbia l'antitrust UK nei confronti di Meta, temo poco in realtà nel caso specifico.

    Resta però un altro mattoncino sul muro.


    A 1 Risposta
  • User

    @kal aggiornamento:

    https://www.wired.it/article/riconoscimento-facciale-dl-capienze-italia/

    Come possiamo leggere il problema sta proprio nel fatto che, come ipotizzavo, le autorità, così come le aziende private, non hanno nessun interesse a limitare l'uso di questa tecnologia Orwelliana di controllo, e, ad oggi, non hanno limiti nel farlo.

    Anzi, la strategia è la solita di dare un colpo al cerchio e uno alla botte, da un lato fingendo di limitare l'uso di queste pericolose tecnologie, ma dall'altra lasciandosi apposite e non casuali finestre legislative che possano fungere in un futuro non troppo remoto, da cavalli di Troia per legalizzarne l'uso di massa.

    "Più nel dettaglio, ragiona Laura Carrer, fellow del centro Hermes per la trasparenza e i diritti umani digitali, “la moratoria porta l’Italia a un notevole passo indietro per quanto riguarda l’uso di queste tecnologie da parte delle autorità di polizia e dei pubblici ministeri”. Un inciso del comma 12, infatti, elimina qualsiasi vincolo per la “autorità giudiziaria” che non dovranno nemmeno passare dal giogo del Garante privacy come il resto della pubblica amministrazione. Prima dell’entrata in vigore del testo però anche forze di polizia e pm erano tenuti a confrontarsi con l'autorità indipendente per la privacy quando volevano “utilizzare tecnologie come il riconoscimento facciale poiché - sottolinea Carrer - queste implicano un trattamento di dati personali che può avere un grave impatto sui diritti e sulle libertà dei cittadini. Con le modifiche di questa moratoria sono ora esentati da ogni controllo preventivo”.

    Il piatto è servito..


    kal 1 Risposta
  • Contributor

    @andreabo mi sembra un'interpretazione molto creativa.

    La moratoria restringe alcuni spazi di libertà che non erano normati... ma non è che sugli altri ambiti il lavoro del Garante sia invalidato.

    Il Garante ha e continua ad avere tutto il potere impositivo e sanzionatorio che gli viene conferito dalla legislazione vigente (la GDPR, ripetiamolo) che non può in alcun modo essere bypassata... neanche dall'Autorità Giudiziaria.

    Vedremo che succede, anche se io ho pochi dubbi: proveranno in mille modi ad introdurre questo tipo di tecnologie a danno dei cittadini e si infrangeranno sul muro della legge.

    Ricordiamoci che i regolamenti europei hanno valenza di legge di rango superiore alle norme nazionali: https://www.europarl.europa.eu/factsheets/it/sheet/6/fonti-e-campo-di-applicazione-del-diritto-dell-unione-europea#:~:text=diritto secondario dell'Unione-,a. I regolamenti,-I regolamenti hanno


  • Contributor

    Nuova notizia direi MOLTO interessante...

    Irish Data Protection Commission draft decision on Facebook would end right to privacy, Norway claims

    Norwegian authority says ruling would make data protection law ‘pointless’
    https://www.irishtimes.com/business/technology/dpc-draft-decision-on-facebook-would-end-right-to-privacy-norway-claims-1.4750306

    Praticamente l'autorità Garante Privacy della Norvegia sta velatamente accusando la sua omologa irlandese di sabotare l'applicazione della GDPR per le big tech.

    Qua la notizia precedente, in italiano:

    Il DPC irlandese dà il via libera al "bypass del GDPR" di Facebook. Schrems: "La decisione mina un elemento chiave del GDPR"
    https://noyb.eu/it/il-dpc-irlandese-da-il-libera-al-bypass-gdpr-di-facebook

    Bonus: il capo della divisione internazionale del Garante norvegese lava un po' di panni sporchi in pubblico:
    https://www.linkedin.com/posts/tobiasjudin_cats-out-of-the-bag-we-firmly-disagree-activity-6874989062625800194-aNfz

    Qui sostanzialmente dice: stimiamo i nostri colleghi irlandesi, ma rimaniamo fermi sul merito delle critiche.

    Che è un modo carino per dire: v'abbiamo sgamato, tornate sui vostri passi che è meglio.

    Commento finale preso dall'articolo:

    È molto probabile che questo caso raggiunga poi l'European Data Protection Board (EDPB) dove le DPA possono annullare il DPC irlandese, proprio come in un recente caso su WhatsApp.

    Ne sentiremo ancora parlare.

    E per @andreabo sopra che non si diceva fiducioso dell'operato delle autorità Garanti aggiungo: hai visto quanti pesi e contrappesi ci sono?

    Gli irlandesi possono anche cedere al lobbismo delle Big Tech (chissà quanti soldi o favori gli avran passato sottobanco, mammamia facciamo che non ci pensiamo và), ma l'EU ha in atto dei meccanismi solidi di bypass delle azioni delle autorità garanti a livello nazionale, se queste non si conformano alla legge.


  • Contributor

    Nuova notizia, stavolta riguarda Google Analytics ma crea un precedente generale:

    In bad news for US cloud services, Austrian website’s use of Google Analytics found to breach GDPR
    A decision by Austria’s data protection watchdog upholding a complaint against a website related to its use of Google Analytics does not bode well for use of US cloud services in Europe.
    The decision raises a big red flag over routine use of tools that require transferring Europeans’ personal data to the US for processing
    https://techcrunch.com/2022/01/12/austrian-dpa-schrems-ii/

    In sintesi: se applichiamo alla lettera la sentenza Schrems II, qualunque tool di analytics basato su cloud USA è di fatto illegale in EU.


  • User

    Sempre sul filone del concetto: “se ci sono i dati qualcuno cercherà di usarli anche per altro”:

    https://www.theguardian.com/world/2022/jan/10/a-data-black-hole-europol-ordered-to-delete-vast-store-of-personal-data

    https://www.macitynet.it/google-vuole-limitare-limpatto-della-legge-sui-mercati-digitali-eu/

    Come vediamo dagli Stati alle compagnie private, tutti se ne approfittano e cercano di abusare dei dati avuti illegalemente.
    La legge non serve.
    Ci vuole la consapevolezza delle persone.


    kal 1 Risposta
  • Contributor

    @andreabo al contrario.

    Chi ha ordinato all'europol di cancellare i dati?

    La legge.

    Contro chi sta facendo lobbismo Google?

    Sempre la legge.

    La legge funziona.


  • User

    È vero, ma in parte, secondo me.

    Ti risulta che l'attività di lobbying non funzioni?
    A me risulta il contrario, salvo, come per gli OGM, ad es., dove c'è una grande resistenza popolare e consapevolezza.

    Come ha ottenuto l'Europol i dati?
    Immagino li avessero raccolti perché la legge lo consentiva.
    Non è così? Allora perché la legge non ha vietato la raccolta, ma arriva sempre dopo?

    In ogni caso una parte della commissione europea si è detta favorevole alla non cancellazione, quindi in questo caso la legge non è evidentemente chiara.

    La legge è una chimera per far credere alle masse che il Sistema funziona perché basato su diritti da tutelare e doveri da rispettare.
    Purtroppo l'ignoranza e l'inconsapevolezza, in particolare in Italia, fa si che la gente non solo non abbia la minima indea di quali siano i suoi diritti, se non quando deve infrangere le leggi, ma, cosa ancora più grave, non vede neanche l'ipocrisia della realtà esteriore ed interiore.

    Subiamo una inequità e disparità costante nel modo della "legge" di difendere i nostri diritti, che chi ha potere ci può manipolare come coglioni essendo totalmente e facilmente al di fuori o al di sopra della legge.

    Alle masse viene lasciata l'illusione della sicurezza e della giustizia o, al contrario, dell'impotenza di poterne essere garantiti, perché tanto tutto ci è imposto e nulla viene maturato, proprio come fossimo dei bambini.

    E in effetti il risultato dell'inefficacia dei legge e di come nella privacy, ma non solo, le masse si facciano raggirare, direi che è sotto gli occhi di tutti senza bisogno di nessuna prova.


  • Contributor

    Aggiornamento MOLTO importante: il Parlamento Europeo approva a larghissima maggioranza Digital Services Act (DSA) e Digital Markets Act (DMA)

    Qua Thierry Breton (Commissario EU per il mercato interno) su LinkedIn:

    https://www.linkedin.com/pulse/sneak-peek-how-commission-enforce-dsa-dma-thierry-breton

    Tantissima roba.

    Ciliegina per me spettacolare sulla torta: hanno creato una tassa APPOSTA per i GAFAM, per mettere in conto il personale deputato ai controlli.

    A share of this head count will be financed, for DSA-related tasks, through a fee, which I initiated, that the Commission will collect from very large online platforms and very large online search engines to cover the additional costs needed for their supervision.

    Ma c'è questo e molto altro nel provvedimento, finalmente una base legislativa ampia per iniziare a risolvere le distorsioni del mercato.


  • Contributor

    Aggiungo per dovere di cronaca, ad inizio topic riportavo:

    @kal ha detto in Lo stato della legislazione e della regolazione del mercato in EU e nel mondo per i servizi digitali:

    Si parla insomma del 2023.

    È arrivato con buoni 6 mesi di ANTICIPO.


  • Contributor

    Le implicazioni per l'ecosistema ADV sono anche piuttosto impattanti...

    Breton scrive:

    A new framework for online advertising to limit the use of data and protect the most vulnerable users, especially children;

    Qua un analisi più dettagliata:

    https://mobiledevmemo.com/digital-services-act-impact-on-digital-advertising/

    Riporto quelli per me più rilevanti:

    A full ban on targeted advertising to minors. This is a common-sense, uncontroversial restriction introduced in the January amendments that is broadly popular across the advertising ecosystem. But the approach to implementation, and the degree to which this restriction is enforced, will depend on whether or not a platform can confirm that a person is not a minor.

    Inversione dell'onere della prova. Se non sei sicuro che sia maggiorenne, niente adv basato su interessi. Punto e stop.

    A ban on the use of sensitive data in advertising targeting. This is another restriction introduced in an amendment, and the specific text states that digital platforms “shall not present advertising to recipients of the service based on profiling within the meaning of Article 4(4) of Regulation 2016/679 using special categories of personal data” as defined by the GDPR, which includes sexual orientation, political opinions, racial or ethnic origin, etc.

    Alla buon'ora direi.

    Questo è ENORME:

    Requirements around algorithmic transparency and data access.

    Anche se è da capire come verrà implementato. Pare saranno ricercatori universitari con incarico istituzionale... Però sarà un casino da implementare perché faranno un'opposizione durissima. Ci sono segreti industriali da difendere.


  • User Attivo

    Vediamo dove si va a parare nel concreto.

    Onestamente potrebbe essere tutto stupendo o tutto orribile perché, per esempio, nell'onda di "protect the children" poco tempo fa ventilavano l'obbligo di "monitorare tutti i messaggi di tutti i sistemi di messaggistica" (c'era anche un articolo su valigia blu a riguardo), che si ecco, qualche sopracciglio lo fa inarcare.

    Come al solito bisogna vedere oltre agli slogan cosa impongono e come.


  • Contributor

  • Contributor

    Altro mattoncino sulla questione.

    L'Antitrust apre un'istruttoria su Google per abuso di posizione dominante sui dati
    Secondo l'Autorità il gigante americano limiterebbe il diritto alla portabilità dei dati

    https://www.repubblica.it/economia/2022/07/14/news/google_istruttoria_dati-357741967/?ref=RHTP-BH-I353657054-P2-S7-T1

    Come mi è capitato di ricordare più volte: la questione privacy per le Big Tech è legata a doppio filo al potenziale abuso di posizione dominante sul mercato dei servizi digitali.

    Sono due facce della stessa medaglia.


  • Contributor

    4 MILIARDI di euro di multa confermati per Google.

    Il Tribunale dell’Unione europea ha confermato una multa da oltre 4 miliardi di euro inflitta a Google per aver violato le regole sulla concorrenza
    Il Tribunale dell’Unione europea, il secondo organo giurisdizionale europeo insieme alla Corte di Giustizia, ha confermato oggi la decisione con la quale la Commissione Europea aveva multato la società Alphabet, che possiede Google, per aver imposto restrizioni illegali ai produttori di dispositivi mobili Android e agli operatori di reti mobili per consolidare la posizione dominante del suo motore di ricerca.

    La multa ammontava in origine a 4,343 miliardi di euro, la più alta mai inflitta da un’autorità di vigilanza sulla concorrenza in Europa, ma la sentenza della Corte l’ha ridotta a 4,125 miliardi.

    https://www.ilpost.it/2022/09/14/google-multa-concorrenza/

    Il procedimento comunque non è finito, anche se siamo all'ultimo grado:

    Le parti potranno ora fare appello alla Corte di giustizia dell’Unione europea, che rappresenta il più alto organo giurisdizionale.


    juanin 1 Risposta